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NASCITA MUSEI PUBBLICI NEL 700
Rivoluzionaria cultura dell'illuminismo, che propugna una democratizzazione del sapere/cultura, come
sturmento per migliorare la vita del popolo. Enciclopedia di Diderot e D'Alambert.
Collezioni nell'Enciclopedia descritte: "Le collezioni in cui si raccolgono e si accostano seguendo una
sorta di metodo, le opere belle, devengono infine per le arti e per la nazione, delle scuole, nelle queali utili
osservazioni, ed il pubblico ricevere alcune prime idee giuste".
Richiama la definizione icom. Le collezioni non possono piu seguire, nei musei pubblici, un gusto estetico
del collezionista ecc. Ma siccome hanno fine didattico, le esposizioni devono seguire un criterio (altrimenti
non sarebbe comprensibile al pubblico). L'opera d'arte nel museo ha fine didattico: rivolto agli artisti e alla
nazione (acme nel Lovre post rivoluzionario).
La definizione del Museo, introduce pe la prima volta la parola "pubblico" che sarà da questro momento
indissolubilmente legata all'idea di museo. Nasceranno musei che avranno questa funzione didattica ed
educativa.
Hagedorn: "un museo completo dovrebbe essere una storia dell'arte parlante".
Winckelmann: con lui nasce la storia dell'arte. Scrive testi sull'arte antica, egli cerca in quelle opere
classiche di creare una storia dell'arte (antica) dove ci sia un inizio-evoluzione-decadenza: crea uno
schema evolutivo. Per la prima volta ci si preoccupa non di studiare quelle oper ecome capolavori a se
stanti; egli cerca di fare una storia sulla progressione. Nei musei del 700 questi tentativi di parlare al
pubblico (di studiosi e poi più vasto) nell'esposizione si cercherà lo stesso metodo. Uno dei primi musei
pubblici che si pongono il problema di offrire un percorso "parlante" al pubblico: Museo maffeiano di
Verona. Fondato non da un principe, ma fanno ingresso nella conduzione del museo, gli sotrici dell'arte
(intellettuali). SI va verso una specializzazione delle discipline, e nascono figure di studiosi specializzati.
Scipione Maffei fonda lo studio dell'epigrafia antica. Egli studia le iscrizioni antiche sparse per l'Italia: a
Firenze (700) può vedere il cortile di palazzo Medici Riccardi (con lapidi ed iscrizioni), considerati reperti
antichi e interessanti ma che acquistavano funzione decorativa.
La rivoluzione di Scipione Maffei è considerare le epigrafi come importanti fonti storiche per capire storia
antica, romana ecc. Raccoglie le iscrizioni che può, e decide di formare il Museo epigrafico maffeiano
(tra anni 20-40 del 700). Lo collega all'Accademia Filarmonica Veronese, centro culturale importante.
Decide di creare un ordinamento razionale di queste epigrafi. Per le epigrafi latine: ordinamento
cronologico. Nei portici laterali le epigrafi erano collocate ad altezza uomo, per far si che fossero leggibili
e studiate. Novità al servizio del pubblico..
Museologia 27-04
La nascita del museo pubblico nel Settecento
Il Museo Maffeiano di Verona, creato da Scipione Maffei, è un museo di raccolta di epigrafi, simile a quello
di Torino, città dov'era stato chiamato per raccogliere le epigrafi di tutta Torino. L'opera di porre le epigrafi
nei Palazzi era molto comune, nell'università di Torino infatti c'erano molte epigrafi. Scipione Maffei ci ha
lasciato un numeroso gruppo di lettere dove ci sono molte informazioni sui musei da lui creati.
Il museo di Torino venne creato con la concessione del re Vittorio Amedeo II di Savoia. Le lapidi vengono
concentrate nel cortile dell'università. lapidi che erano collocate e murate nei vari palazzi a scopo
puramente decorativo. Un acquerello del 1841 e un incisione mostrano le lapidi collocate da Maffei a
Torino.
Questi musei si dotano del catalogo che rispecchia l'allestimento del museo ed è dotato di incisioni che
mostrano il contenuto del museo stesso.
Nella prima metà del 1700 inizia a farsi strada l'introduzione di specialisti che vengono ricercati per le loro
conoscenze per creare queste nuove istituzioni.
Si abbandona l'idea di museo come raccolta di vari oggetti ma si cerca di specializzarsi. Il fenomeno dei
Grand Tours riguarda la giovane nobiltà che visitano i nuovi musei italiani. La Lande nel 1881 descrive nel
suo diario il viaggio che fa in Italia, descrive il museo Maffeiano a Torino. In parallelo alle corti principesche
nascono questi musei che via via si specializzano.
Musei Capitolini, Roma
Il 1700 offre al pubblico la possibilità di vedere i grandi nuovi musei, sopratutto di antichità. Il fenomeno dei
Grand Tours e il loro interesse per l'antichità fa sì che il papato attui delle operazioni in termini di tutela.
Cerca di frenare gli scavi, l'esportazione e la vendita di antichità illegali.
Il Museo Capitolino diventa il principale strumento per conservare gli oggetti antichi, che altrimenti
sarebbero andati perduti, esponendoli con i criteri della museologia del 1700. I Musei Capitolini si
compongono di 2 palazzi. La prima parte dei Musei Capitolini sottolinea l'intervento papale.
Nel 1471 papa Sisto IV dona al popolo romano i bronzi antichi perché rappresentavano la memoria di
Roma.
La donazione al Campidoglio fonda il primo nucleo dei Musei Capitolini. È un operazione che anticipa l'atto
di governo post-rivoluzionario, che renderà pubblico le opere francesi.
Nel 1733 papa Clemente XII Corsini crea il secondo nucleo dei Musei Capitolini sulla del Campidoglio. Con il
Chirografo, atto del 1733, istituisce il secondo nucleo dichiarando che sarà destinato a conservare e a
rendere pubbliche le opere d'arte, con funziona d'insegnamento. La funzione didattica era pensata per gli
artisti ma il pubblico si amplia. Papa Clemente XII Corsini chiama ad allestire il nuovo museo dei Capitolini
nel 1746 Alessandro Gregorio Capponi. Capponi ricorda le statue del Campidoglio e sottolinea la qualità del
nuovo museo.
Papa Clemente XII crea un nuovo museo sulla base dell'acquisizione della collezione del Cardinale Albani. Il
cardinale Albani crea la villa omonima per ospitare la sua collezione e chiamerà Winckelmann per allestirla.
Il cardinale spesso si trovava senza soldi perché li usava per scavare e ricercare nuove opere, perciò spesso
è
costretto a vendere parte della sua collezione. Un dei luoghi in cui il Cardinale Albani fece scavare era la
villa
Adriana di Tivoli.
I Musei Capitolini sono allestiti secondo un ordine tematico, influenzato da Maffei. La sala dei busti è
dedicata ai filosofi antichi. Insieme a queste sale specifiche c'è un salone centrale che rappresenta i
capolavori, le sculture più importanti, dove sono collocati secondo criteri estetici. La novità
nell'allestimento
riguarda l'abbandono dei dispositivi decorativi delle pareti, che appesantivano l'esposizione, e non c'è
sovraffolamento delle opere. C'è un uso dei colori chiari nell'allestimento, anche se permangono i decori
barocchi costituiti da stucchi e dall'uso dell'oro. Viene fatto un uso della luce per illuminare l'esposizione e
le statue vengono poste al centro per consentire una visione a 360°. La luce è l'elemento usato per chiarire
l'esposizione.
La sala dei busti dei filosofi è allestita secondo uno studio basato sulla storia piuttosto che sugli stili, offre
un
quadro storico e, accostandoli, si può tentare di chiarire e studiarne gli stili.
I Musei Capitolini hanno un'accoglienza positiva da parte del pubblico, costituito da studiosi, artisti,
intellettuali ed antiquari, ovvero studiosi delle antichità.
Museo Pio-Clementino
Nasce più tardi rispetto al Museo Capitolino, viene iniziato nel 1770. I papi intraprendono un'operazione
museale per cogliere e conservare le opere d'arte. Il museo inizia con la chiusura del giardino del Belvedere,
realizzato da Papa Giulio II della Rovere, creato da Bramante e considerato il primo museo en plein air, per
iniziativa di Papa Clemente XIV. Nelle nicchie del cortile del nuovo museo continuano ad essere esposti i
capolavori. Si realizza successivamente una galleria ad opera dell'architetto Alessandro Dori nel 1771-72,
dove vengono esposte statue della collezione Mattei, procedendo alla suddivisione tematica delle opere.
Sia
il Papa che l'architetto muoiono e l'opera di costruzione viene proseguita da Papa Pio Vi Braschi che, dalla
Galleria delle Statue, crea le altre Sale, come la Sala degli Animali. Tutto quello che viene esposto viene
pesantemente restaurato ai fini di rendere bello esteticamente l'allestimento. Salvo poche eccezioni le
statue venivano reintegrate delle parti mancanti.
Negli di Papa Brasci, tra 1770 e 1780, il museo spicca il volo verso la monumentalità con la creazione di sale
a pianta centrale, che verrà preso a modello nei musei dell'Ottocento. Queste sale erano realizzate
dall'architetto Michelangelo Simonetti. Sono sale che riprendono i grandi modelli romani, come il
Pantheon,
le terme, per creare un collegamento con le opere d'arte esposte. La Sala delle Muse riprende l'antichità e
venne creata a seguito del ritrovamento di un gruppo statuario delle 7 Muse. Il progetto iniziale prevedeva
un portico e sulle pareti affreschi di spazi esterni naturali. La Sala Rotonda ha come modello il Pantheon, le
statue sono collocate in nicchie, la cupola è cassettonata e sul pavimento ci sono mosaici antichi. Non c'è
un
adattamento di una struttura presistente ma è tutto costruito ex novo.
L'inaugurazione del Museo Pio-Clementino viene celebrata . Quando venne terminato si sposto l'ingresso
principale, dalla parte del cortile si entrava nella Sala Egizia, per far sì che avesse solo la funzione di
ingresso.
I musei del Settecento in Europa e la Galleria degli Uffizi rinnovata
Anche in Germania si da il via a nuove costruzioni museali, ad opera dei principi, investiti dalle idee
illuministe francesi. C'è la tendenza a creare edifici per ospitare le collezioni e per essere apprezzate da un
pubblico più vasto.
A Dresda Federico di Sassonia ospita nella Gemaldegalerie collezioni da lui acquistate.
Francesco Algarotti nel 1742 progetta un riordino del Museo di Dresda, mai realizzato, con determinate
caratteristiche [museo a pianta centrale] e si fa avanti un nuovo ordinamento: l'ordinamento per scuole.
All'interno della suddivisione per scuole si cerca di dare un ordinamento cronologico.
Palazzo Belvedere a Vienna
L'imperatore Giuseppe I fa trasferire la collezione di quadri degli Asburgo nel Palazzo per esporli al
pubblico.
Nella Galleria del Belvedere era previsto un ordinamento per scuole. Una stampa del 1735 mostra una
quadreria a incrostazione, prima che venisse utilizzato l'ordinamento per scuole.
La galleria di Dusseldorf presenta un ord