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Il romanzo decadente

Si diffonde in tutta Europa tra il 1880 e il 1910 e comprende diverse manifestazioni artistiche. Nella seconda metà dell'800 accanto al romanzo naturalista e verista si afferma una nuova forma di romanzo, incentrato principalmente sulle dinamiche psicologiche e sulla vita interiore del personaggio: il romanzo decadente, che fiorisce tra il 1880-1890 e ha come massimi esponenti: in Italia Gabriele D'Annunzio (Il Piacere), in Europa Oscar Wilde (Ritratto di Dorian Grey).

Caratteristiche:

  • Rifiuto del Positivismo, della razionalità e della scienza come unico strumento per conoscere la realtà: la realtà è costituita da oggetti che non hanno un valore per quello che sono, ma perché sono simbolo di qualcos'altro, ovvero dell'assoluto che sta dietro all'apparenza.
  • Il carattere soggettivo dell'arte: l'obiettivo dell'artista è quello di descrivere il proprio rapporto col mondo misterioso che lo circonda.

L'artista decadente si differenzia dalla moltitudine per la volontà di trovare un contatto con l'universo che sta al di là di ciò che si vede.

Il poeta, pittore o musicista non sono più abili artefici, capaci di usare la parola, colore e note, ma dei sacerdoti di un vero e proprio culto dei "Veggenti", capaci di spingere lo sguardo là dove l'uomo comune non vede. Per questo l'arte appare il valore più alto, al di sopra di tutti gli altri. Questo culto religioso dell'arte ha dato origine al fenomeno dell'Estetismo. L'esteta è colui che assume come principio regolatore della vita, non i valori morali, ma solo il Bello, e in base a ciò agisce e giudica la realtà.

Lo strumento linguistico più usato è quello metaforico, analogico. La metafora decadente presuppone una concezione irrazionalistica, è l'espressione di una visione simbolica del mondo.

dove ogni cosa rimanda ad un altro, allude alla segreta rete di relazioni che uniscono le cose di un sistema di analogie universali.

  • La centralità del tema della malattia e della morte: il decadentismo è un'epoca dominata da incertezza e dalla crisi e di conseguenza i temi della malattia e morte diventano metafora della situazione sociale e storica.
  • Il mito del superuomo: uomo che si eleverà e sottometterà la massa secondo il motto "dominare, non farsi dominare".
  • La rottura del rapporto tra intellettuale e la società: l'artista disprezza la mediocrità intellettuale della borghesia, è insensibile nei confronti delle masse e vive alla ricerca di sensazioni raffinate ed eccezionali che è lontano da ogni tipo di impiego sociale.

Giovanni Pascoli

San Mauro di Romagna, 31 dicembre 1855

Bologna, 6 aprile 1912

10 agosto 1867: evento più importante di tutta la sua esistenza, viene assassinato il padre

E non si saprà mai il colpevole. Ulteriori lutti causano la distruzione del nido familiare.

1873: esaminato da Giosuè Carducci, vince una borsa di studio presso l'Università di Bologna, che poi perde.

1879: a Bologna frequenta ambienti socialisti e durante una manifestazione viene arrestato. Qui, medita sul dolore e capisce che l'unica soluzione è l'umanitarismo, ovvero che il destino dell'uomo è inevitabile e si può trovare conforto solo negli affetti. Per Pascoli, gli affetti sono il nido familiare, solo da esso si può ripartire per affrontare il destino crudele. Si allontana dal socialismo.

1887/1895: insegna all'università di Bologna, poi Messina e poi Pisa. Tenta di ricreare il nido familiare, assieme alla sorella Maria, per questo, si priveranno sempre di una vita sentimentale.

1891: pubblica la raccolta di poesie Myricae (tamerice, specie arborea citata da Virgilio). Viene integrata e ripubblicata in 5 volumi.

Edizioni successive fino al 1911. Poesia orientata ad aspetti umili e semplicità della vita. I componimenti sono brevi e con varietà di metri. La realtà quotidiana ha un aspetto sfumato e onirico dove emerge l'inquietudine dell'autore.

1897: emerge la riflessione poetica de Il fanciullino. Scrive anche i Primi Poemetti, componimenti in cui viene esaltata la vita campestre contro il male della società; i personaggi sono figure tipiche della vita di campagna.

1903: crede di aver ricostruito il nido familiare comprando la casa di Castelvecchio, pubblica quindi i Canti di Castelvecchio, definiti "Myricae autunnali" perché anche qui ritornano immagini della vita di campagna, dell'ambiente romagnolo. Si tratta di lirica anziché narrativa come Myricae.

Subentra a Carducci nell'insegnamento di Letteratura a Bologna.

1906: scrive Odi e Inni, avvicinandosi al nazionalismo che vede solidarietà fra tutte le classi.

In ogni uomo, secondo Giovanni Pascoli, c'è un fanciullino, un essere dotato di un'infantile e genuina capacità di cogliere la poeticità, il mistero nascosto nelle situazioni ed esperienze comuni. Quando siamo piccoli le due parti coincidono, in età adolescenziale-adulta tendiamo a reprimerla e in età anziana invece la ritiriamo fuori. La poesia non è quindi invenzione, ma scoperta da parte del poeta di qualcosa che già si trova nelle cose e che è possibile riconoscere solo se ci si libera da condizionamenti culturali. Questa nuova poetica ha bisogno di una nuova lingua e Pascoli innova il lessico poetico italiano tradizionalmente limitato e antiquato e usa termini nuovi: nomi di animali, di piante, di strumenti di lavoro, parole popolari tratte dal mondo contadino. Frequenti sono le onomatopee, versi di animali, in particolare uccelli, ma anche altri suoni, per esempio il don don delle campane. Innovativo è

Anche l'uso della metrica tradizionale, Pascoli usa i versi e le forme metriche tradizionali, endecasillabi, novenari, terzine, madrigali, ma con un ritmo nuovo che crea con gli enjambements, le cesure, le rime interne. Pascoli usa anche la metrica barbara, che vuole imitare con i versi e le forme metriche italiane la metrica classica greca e latina.

Nella sua poetica emerge il simbolismo, ovvero natura rappresentata sempre in periodi che richiamano alla morte (inverno, autunno) e altri elementi ricorrenti spesso della natura. Il simbolismo pascoliano si manifesta attraverso una serie di simboli ricorrenti che rimandano a significati di natura strettamente psicologica. I simboli più ricorrenti sono figure che appartengono al mondo campestre e contadino, il nido, l'orto, la siepe, gli uccelli, i fiori, esse sono i simboli delle angosce e ossessioni interiori del poeta.

Gabriele D'Annunzio

Pescara, 12 marzo 1863

Gardone Riviera, 1 marzo 1938

Uno dei principi dei decadenti

era di fare della vita un'opera d'arte; principio che venne seguito alla lettera da Gabriele D'Annunzio; esteta. L'esteta è, per D'Annunzio, colui che cerca di vivere la propria vita come un'opera d'arte. Estetismo L'estetismo è un movimento artistico ma soprattutto letterario della seconda metà dell'800. Rappresentava una tendenza del decadentismo e del tardo romanticismo autonomamente sviluppata grazie a figure come Charles Baudelaire, i parnassiani e John Ruskin, che trova il suo massimo splendore grazie alle opere di Oscar Wilde e Gabriele d'Annunzio. Il principio base dell'estetismo è quello dell'arte per arte, cioè vedere l'arte come rappresentazione di sé stessa, possedente una vita indipendente. All'estetismo però si mescolano anche l'edonismo (ricerca piacere carnale, sessuale ed intellettuale), panismo (termine deriva da "pan" che significaTutto / "Dio Pan" - divinità dei boschi - indica il rapporto efusione, comunione primordiale tra uomo e natura). 1879: esordisce a 16 anni pubblicando Primo Vere, che si rifà al Carducci delle Odi Barbare. Conduce vita mondana a Roma e questo lo porta a vivere una vita prettamente da esteta attorno al culto delle belle parole e del bel gusto (fare della propria vita un'opera d'arte). 1889: pubblica Il piacere, romanzo prettamente autobiografico. mette in evidenza quella crisi che l'estetismo stava vivendo (autobiografico). Al centro del romanzo si pone la figura dell'esteta, Andrea Sperelli, un giovane aristocratico, artista, dalla debolissima volontà, il quale non è altro che l'alter-ego di D'Annunzio, in cui l'autore fa confluire la sua crisi e la sua insoddisfazione. D'Annunzio mira soprattutto a creare un romanzo psicologico, in cui più che gli eventi esteriori dell'intreccio, contano i

processi interiori del personaggio.

1904: pubblica le Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi (Maya, Elettra, Alcyone, Merope, Cantidella guerra latina), cinque libri di poesia lirica.

1910: scrive opere in francese e opere teatrali.

1918/1936: guida l'impresa di Fiume e le bande dei legionari e aderisce al partito fascista.

1936: partecipa alla guerra di Etiopia.

Luigi Pirandello

Agrigento, 28 giugno 1867

Roma, 1o dicembre 1936

È l'esponente del romanzo psicologico italiano.

Ritiene che la famiglia, il lavoro e lo stato sociale siano una prigione mentale.

1891: si laurea a Bonn in Germania.

1894: grazie a Luigi Capuana, entra in contatto con l'ambiente culturale romano. Si sposa con Maria Antonietta Portulano, matrimonio combinato poiché Maria era figlia di un ricco socio del padre.

1904: il fallimento economico del padre e il peggioramento della malattia mentale della moglie, che degenerò fino alla pazzia, segnarono profondamente la

Sensibilità dello scrittore e fecero maturare in lui una concezione molto amara della vita, che si riflette nelle sue opere, in cui nevrosi e pazzia sono motivi ricorrenti. Per continuare a fare lo scrittore si iscriverà al PNF (Partito Nazionale Fascista). Pubblica Il fu Mattia Pascal: Mattia Pascal è la perfetta rappresentazione dell'eroe umoristico pirandelliano. 1908 pubblica il saggio L'Umorismo, che può essere considerato la base di tutta la sua poetica. L'autore espone la sua personale riflessione caratterizzando l'umorismo come quel particolarissimo sentimento umano che permette all'artista di svelare la realtà, di scomporla, lasciando emergere dietro le parole, i gesti, le espressioni, quel sentimento del contrario che smaschera il disordine e la sofferenza che vi si celano. 1915: inizia la sua attività per il teatro. In un primo momento scrisse commedie dialettali e in seguito mise in scena alcuni drammi borghesi.

che gli diedero fama internazionale*.
1918: scrive Il giuoco delle parti. Rimane in disparte dalla guerra, ma riteneva che fosse il compimento storico del Risorgimento.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
27 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher bialg di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi dell' Insubria o del prof Gaspari Gianmarco.