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MOTIVAZIONE può essere definita come la spinta,presente in tutti gli esseri
viventi , al raggiungimento di un obiettivo. La mot. Verso lo scopo si
manifesta nel momento in cui l’organismo avverte una discrepanza , una
mancanza tra il suo stato attuale e lo stato che vorrebbe possedere. Il
comportamento motivazionale è ordinato secondo un livello gerarchico sia a
livello filogenetico che ontogenetico. Allo stadio più basso si trovano i riflessi,
risposte semplici innate e non apprese presenti in tutti gli organismi viventi
che hanno lo scopo di regolare le funzioni biologiche orientate principalmente
all’omeostasi, ne è un esempio la regolazione della temperatura corporea. Lo
scopo dell’omeostasi è quello di mantenere il più possibile l’organismo in
stato di equilibrio anche di fronte a forti variazioni dell’ambiente esterno. Il
gradino immediatamente più in alto è occupato dagli istinti, sequenze
comportamentali più complesse in risposta ad una sollecitazione ambientale ,
anch’essi innati che hanno una funzione adattiva cioè che proteggono
l’individuo e gli garantiscono l’adattamento all’ambiente: un esempio di
istinto è il riflesso di Moro nei neonati o le migrazioni degli uccelli in
determinati periodi dell’anno.…Per quanto riguarda le motivazioni umane e
quindi filogeneticamente più evolute , Ma slow descrisse una serie di bisogni
ordinati gerarchicamente, per cui il raggiungimento di un obiettivo più alto
nella scala presuppone il compimento dei bisogni di livello inferiore. I bisogni
primari corrispondono ai bisogni fisiologici più elementari: fame, sete,
bisogno di ossigeno, bisogno di dormire. Più in alto si trova il bisogno di
sicurezza che corrisponde alla necessità del bambino , ma anche del cucciolo
di animale, di avere delle figure di riferimento che si prendano cura di lui e
che garantiscano la sua crescita e la sua sopravvivenza. Tra i bisogni sociali
sono inclusi il bisogno di amore e appartenenza , cioè la necessità di sentirsi
membro di una comunità e di un gruppo, di dare e ricevere amore e il bisogno
di rendimento e riconoscimento che attengono alla volontà di veder
riconoscere le proprie qualità e i propri meriti. Al vertice della piramide dei
bisogni di Ma slow c’è il bisogno di realizzazione del sé che corrisponde alla
piena realizzazione delle capacità di un individuo, totale soddisfazione della
propria esistenza cui viene aggiunto il fine ultimo di ogni uomo e cioè il
bisogno di trascendenza che si manifesta attraverso la volontà di superare se
stessi e sentirsi in contatto con un’entità divina o superiore. Nonostante la
grandezza di queste mete umane il più indagato dei bisogni dai fisiologi è
quello della fame: anch’esso regolato apparentemente da un meccanismo
omeostatico lo stimolo alla ricerca del cibo è anche guidato dal livello di
glucosio del sangue e da una parte del cervello detta ipotalamo distinto in
nucleo ventro-mediale e nucleo laterale. Nei ratti la distruzione del nucleo
ventro-mediale produce iperfagia mentre la distruzione del nucleo laterale
produce afagia . Eppure il meccanismo della fame è molto più complesso in
realtà infatti gli esseri viventi,in particolar modo l’uomo e gli animali da lui
addomesticati, si nutrono indipendentemente dalla comparsa dello stimolo ma
regolati anche in base alla presenza degli incentivi, cioè stimoli esterni che
amplificano o fanno nascere una pulsione biologica anche se l’organismo non
ha necessità di soddisfarlo come ad esempio stimolazioni visive, olfattive. Tali
incentivi vengono appresi o acquisiti attraverso l’esperienza. Le mot. si
distinguono inoltre per intensità del bisogno, per persistenza ( cioè il lasso
temporale che impegna l’organismo al soddisfacimento) e per la direzione
ovvero verso cui è orientato l’obiettivo. La più grande teoria della
motivazione e dell’istinto nasce e si sviluppa a partire dagli studi di Freud il
quale riteneva che tutti i comportamenti umani fossero dettati da due
fondamentali istinti: Eros e Tanatos cioè l’istinto di vita , di sopravvivenza e di
procreazione e quello di morte e distruttività. Tutti i comportamenti , dice F.
hanno un’ origine, uno scopo e un oggetto.
L’origine dell’Eros risiede nell’attività biologica; tale attività genera una
tensione legata al bisogno di soddisfacimento della pulsione sessuale
generando uno stato temporaneo di angoscia che diviene frustrazione se non
viene soddisfatta. Mentre gli animali trovano rapido e immediato
soddisfacimento ai propri istinti poiché hanno una visione della dimensione
temporale limitata al quotidiano , gli uomini “soffrono” di un costante
situazione di angoscia dovuta soprattutto a regole morali ed etiche della
società civile e alla capacità di avere una visione degli eventi e delle proprie
intenzioni proiettate nel futuro. L’inibizione morale fa si che la soddisfazione
dei bisogni libidici trovi alternative vie di sfogo attraverso due meccanismi di
difesa: la rimozione è processo inconscio per mezzo del quale la pulsione
inaccettabile a livello coscio viene trasferita ad un livello inconscio divenendo
inconsapevole all’individuo. Il secondo meccanismo di difesa è la
sublimazione attraverso la quale l’individuo sostituisce le proprie pulsioni più
animali con motivazioni, scopi e obiettivi dal valore morale più elevato ed
eticamente accettabili. La teoria psicoanalitica così spiegherebbe la
motivazione umana.
La teoria etologica di Lorenz afferma invece che la totalità delle “motivazioni”
animali sono specie-specifiche cioè sono sequenze motorie innate e in una
certa misura influenzabili dall’apprendimento, eppure, descrive ancora Lorenz,
esistono nella storia di ogni individuo di qualsiasi specie vivente alcuni periodi
critici o sensibili durante i quali l’esposizione ad uno stimolo o viceversa la
mancanza di taluni stimoli importanti per lo sviluppo dell’individuo possono
modificare le sue sequenze comportamentali o addirittura eliminarle dal suo
repertorio. Una delle teorie che meglio spiega le motivazioni umane in
particolar modo quelle secondarie è la teoria dell’attribuzione. La motivazione
al successo riguarda la spinta all’agire per raggiungere determinati obiettivi
nella consapevolezza di aver meritato tale risultato. La motivazione verso un
determinato obiettivo dipende da come l’individuo valuta le proprie
prestazioni in compiti analoghi. Le variabili valutate dalla teoria
dell’attribuzione sono: l’ abilità, l’impegno, la difficoltà e la fortuna.
Per abilità si intende la quantità di successi nella propria storia individuale, per
cui frequenti risultati positivi possono essere attribuiti alle proprie abilità e non
al caso; l’impegno/ sforzo si riferisce all’impegno profuso per raggiungere lo
scopo, per cui vittorie ottenute con maggiore fatica producono un livello di
soddisfazione maggiore; il grado di difficoltà del compito influisce sul livello
di realizzazione personale , più è complicato più è elevata la gratificazione
infine la variabile fortuna si riferisce alle valutazioni del soggetto riguardo il