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Psicologia generale - motivazione Pag. 1
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Estratto del documento

MOTIVAZIONE può essere definita come la spinta,presente in tutti gli esseri

viventi , al raggiungimento di un obiettivo. La mot. Verso lo scopo si

manifesta nel momento in cui l’organismo avverte una discrepanza , una

mancanza tra il suo stato attuale e lo stato che vorrebbe possedere. Il

comportamento motivazionale è ordinato secondo un livello gerarchico sia a

livello filogenetico che ontogenetico. Allo stadio più basso si trovano i riflessi,

risposte semplici innate e non apprese presenti in tutti gli organismi viventi

che hanno lo scopo di regolare le funzioni biologiche orientate principalmente

all’omeostasi, ne è un esempio la regolazione della temperatura corporea. Lo

scopo dell’omeostasi è quello di mantenere il più possibile l’organismo in

stato di equilibrio anche di fronte a forti variazioni dell’ambiente esterno. Il

gradino immediatamente più in alto è occupato dagli istinti, sequenze

comportamentali più complesse in risposta ad una sollecitazione ambientale ,

anch’essi innati che hanno una funzione adattiva cioè che proteggono

l’individuo e gli garantiscono l’adattamento all’ambiente: un esempio di

istinto è il riflesso di Moro nei neonati o le migrazioni degli uccelli in

determinati periodi dell’anno.…Per quanto riguarda le motivazioni umane e

quindi filogeneticamente più evolute , Ma slow descrisse una serie di bisogni

ordinati gerarchicamente, per cui il raggiungimento di un obiettivo più alto

nella scala presuppone il compimento dei bisogni di livello inferiore. I bisogni

primari corrispondono ai bisogni fisiologici più elementari: fame, sete,

bisogno di ossigeno, bisogno di dormire. Più in alto si trova il bisogno di

sicurezza che corrisponde alla necessità del bambino , ma anche del cucciolo

di animale, di avere delle figure di riferimento che si prendano cura di lui e

che garantiscano la sua crescita e la sua sopravvivenza. Tra i bisogni sociali

sono inclusi il bisogno di amore e appartenenza , cioè la necessità di sentirsi

membro di una comunità e di un gruppo, di dare e ricevere amore e il bisogno

di rendimento e riconoscimento che attengono alla volontà di veder

riconoscere le proprie qualità e i propri meriti. Al vertice della piramide dei

bisogni di Ma slow c’è il bisogno di realizzazione del sé che corrisponde alla

piena realizzazione delle capacità di un individuo, totale soddisfazione della

propria esistenza cui viene aggiunto il fine ultimo di ogni uomo e cioè il

bisogno di trascendenza che si manifesta attraverso la volontà di superare se

stessi e sentirsi in contatto con un’entità divina o superiore. Nonostante la

grandezza di queste mete umane il più indagato dei bisogni dai fisiologi è

quello della fame: anch’esso regolato apparentemente da un meccanismo

omeostatico lo stimolo alla ricerca del cibo è anche guidato dal livello di

glucosio del sangue e da una parte del cervello detta ipotalamo distinto in

nucleo ventro-mediale e nucleo laterale. Nei ratti la distruzione del nucleo

ventro-mediale produce iperfagia mentre la distruzione del nucleo laterale

produce afagia . Eppure il meccanismo della fame è molto più complesso in

realtà infatti gli esseri viventi,in particolar modo l’uomo e gli animali da lui

addomesticati, si nutrono indipendentemente dalla comparsa dello stimolo ma

regolati anche in base alla presenza degli incentivi, cioè stimoli esterni che

amplificano o fanno nascere una pulsione biologica anche se l’organismo non

ha necessità di soddisfarlo come ad esempio stimolazioni visive, olfattive. Tali

incentivi vengono appresi o acquisiti attraverso l’esperienza. Le mot. si

distinguono inoltre per intensità del bisogno, per persistenza ( cioè il lasso

temporale che impegna l’organismo al soddisfacimento) e per la direzione

ovvero verso cui è orientato l’obiettivo. La più grande teoria della

motivazione e dell’istinto nasce e si sviluppa a partire dagli studi di Freud il

quale riteneva che tutti i comportamenti umani fossero dettati da due

fondamentali istinti: Eros e Tanatos cioè l’istinto di vita , di sopravvivenza e di

procreazione e quello di morte e distruttività. Tutti i comportamenti , dice F.

hanno un’ origine, uno scopo e un oggetto.

L’origine dell’Eros risiede nell’attività biologica; tale attività genera una

tensione legata al bisogno di soddisfacimento della pulsione sessuale

generando uno stato temporaneo di angoscia che diviene frustrazione se non

viene soddisfatta. Mentre gli animali trovano rapido e immediato

soddisfacimento ai propri istinti poiché hanno una visione della dimensione

temporale limitata al quotidiano , gli uomini “soffrono” di un costante

situazione di angoscia dovuta soprattutto a regole morali ed etiche della

società civile e alla capacità di avere una visione degli eventi e delle proprie

intenzioni proiettate nel futuro. L’inibizione morale fa si che la soddisfazione

dei bisogni libidici trovi alternative vie di sfogo attraverso due meccanismi di

difesa: la rimozione è processo inconscio per mezzo del quale la pulsione

inaccettabile a livello coscio viene trasferita ad un livello inconscio divenendo

inconsapevole all’individuo. Il secondo meccanismo di difesa è la

sublimazione attraverso la quale l’individuo sostituisce le proprie pulsioni più

animali con motivazioni, scopi e obiettivi dal valore morale più elevato ed

eticamente accettabili. La teoria psicoanalitica così spiegherebbe la

motivazione umana.

La teoria etologica di Lorenz afferma invece che la totalità delle “motivazioni”

animali sono specie-specifiche cioè sono sequenze motorie innate e in una

certa misura influenzabili dall’apprendimento, eppure, descrive ancora Lorenz,

esistono nella storia di ogni individuo di qualsiasi specie vivente alcuni periodi

critici o sensibili durante i quali l’esposizione ad uno stimolo o viceversa la

mancanza di taluni stimoli importanti per lo sviluppo dell’individuo possono

modificare le sue sequenze comportamentali o addirittura eliminarle dal suo

repertorio. Una delle teorie che meglio spiega le motivazioni umane in

particolar modo quelle secondarie è la teoria dell’attribuzione. La motivazione

al successo riguarda la spinta all’agire per raggiungere determinati obiettivi

nella consapevolezza di aver meritato tale risultato. La motivazione verso un

determinato obiettivo dipende da come l’individuo valuta le proprie

prestazioni in compiti analoghi. Le variabili valutate dalla teoria

dell’attribuzione sono: l’ abilità, l’impegno, la difficoltà e la fortuna.

Per abilità si intende la quantità di successi nella propria storia individuale, per

cui frequenti risultati positivi possono essere attribuiti alle proprie abilità e non

al caso; l’impegno/ sforzo si riferisce all’impegno profuso per raggiungere lo

scopo, per cui vittorie ottenute con maggiore fatica producono un livello di

soddisfazione maggiore; il grado di difficoltà del compito influisce sul livello

di realizzazione personale , più è complicato più è elevata la gratificazione

infine la variabile fortuna si riferisce alle valutazioni del soggetto riguardo il

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Publisher
A.A. 2012-2013
4 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ma.ra80 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof Mammarella Nicola.