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L'intento è quello di adeguare gli edifici alle altre costruzioni. Si vuole liberale una liberare una parte consistente
dell'area. Si vuole adeguare il principale spazio pubblico di Roma a quello delle grandi capitali di Oriente. C'era quindi
bisogno di un intervento qualificato anche da un punto di vista architettonico. I suoi progetti vanno di pari passo con
la realizzazione del Foro Giulio, cioè un ampliamento del Foro che si collegava direttamente con il Foro Romano. Il
risultato è diverso perché si crea una piazza separata che andrà ad inaugurare la serie dei Fori Imperiali. Rispetto
all'area del Foro, gli interventi cesariani comportano l'eliminazione di alcuni edifici, la costruzione di nuovi ed il
rispetto di un'euritmia architettonica che desse una forma più regolare alla piazza. L'eliminazione di vecchi edifici
comporta la scomparsa definitiva del comizio, che era diventato insufficiente per ospitare le funzioni o le votazioni.
Queste ultime si svolgevano nel Campo Marzio, nei saepta. Cesare interviene anche in questo luogo e monumentalizza
quella che era un'area aperta, con la realizzazione di un edificio lussuoso ed aggiornato, dal punto di vista
architettonico. Cesare verrà realizzato da Agrippa, perché Cesare non riesce a portarlo a termine. È la prima struttura
in cui è previsto l'uso abbondante di marmo in un edificio pubblico. Prima era un uso destinato solo ai templi. Con l'età
cesariana però le cave di Carrara verranno sfruttate. Alla fine della realizzazione da parte di Agrippa, il risultato sarà
che lo scopo per il quale l'edificio era stato realizzato cade. L'edificio viene subito riutilizzato come piazza, sulla quale
si affacciano attività di lusso, ma diventa anche il luogo dove si trasferiranno i combattimenti gladiatori. Quindi i saepta
erediteranno alcune delle funzioni del Foro.
La funzione del comizio viene quindi ai saepta, i quali vengono monumentalizzati da Cesare. La Basilica Porcia viene
eliminata, perché molto piccola rispetto alle superfici delle altre Basiliche. La Curia, simbolo più duraturo del potere
politico a Roma (sede del Senato), viene abbattuta e spostata. Questo permette a Cesare di orientare la costruzione
della nuova Curia in direzione del nuovo Foro. Inoltre da allora la curia prenderà il suo nome, chiamandosi Curia Iulia.
I rostra, cioè la tribuna degli oratori, vengono spostati e scorporati dal complesso degli edifici politici. Vengono
posizionati su un lato della piazza, offrendo uno spazio molto più ampio al pubblico. Si realizza un edificio molto più
grande. La piazza sarà libera sino alla Regia. Questa è la sede del Pontefice Massimo, che in quel momento era Cesare.
Sull'altro lato della piazza, rispetto al Foro Politico, si iniziano i lavori di una grandiosa nuova basilica, cioè la Basilica
Giulia. Questa prende il posto della Sempronia ed occupa lo spazio tra il Tempio di Saturno e quello dei Castori. La
Basilica è delimitata, sui lati corti, dai due accessi al foro più antichi: uno è il vicus Iugarius ed il vicus Tuscus. Questi
percorsi consentono di arrivare dalla zona del Tevere, attraverso il velario (?), al Foro. La Basilica viene iniziata intorno
al 54 a.C. ed inaugurata intorno al 46 a.C., ma non era ancora stata terminata. Non era completo l'apparato decorativo
e forse alcuni settori dell'edificio. Infatti sarà Augusto a terminare l'opera ed a inaugurarla nuovamente. Si tratta della
Basilica più grande tra quelle presenti a Roma. È molto vasta anche al suo interno, visto che ha cinque navate, con
quella centrale più ampia rispetto alle altre.
LA collocazione dei nuovi rostri crea uno spazio che regolarizza molto l'area centrale del foro, eliminando una parte
delle irregolarità. Infatti la collocazione dei rostri è al limite dello spazio pianeggiante della piazza. Il tempio di Saturno
e della Concordia non sono collocati alla stessa posizione, ma sono molto più alti. Quindi la collocazione dei rostri
definisce la limitazione della piazza, delimitata dalle facciate della Basilica e dal Tempio dei Castori. È il massimo che
si può fare per ottenere una piazza regolare.
Questo dopo seicento anni di interventi caotici e non coordinati rappresenta una grande novità. Confrontando questa
situazione con la piazza del nuovo Foro Giulio, il risultato è più vicino alle soluzioni delle grandi piazze straniere.
Questo è dovuto al progetto unitario che ne sta alla base. Sono due situazioni architettoniche diverse.
Cesare riesce a portare a termine, prima della sua morte, solo i rostra. Il fatto che la Curia Iulia fosse un cantiere è uno
dei motivi per cui Cesare viene assassinato nella Curia di Pompeo. Ultimo intervento cesariano è quello relativo agli
spettacoli gladiatori. La loro esecuzione nella piazza del Foro era diventato un problema molto rilevante. Significava
che il Foro era per lungo tempo occupato da questi giochi. Non erano giochi che duravano un solo giorno, ma molti di
più. Per rendere l'organizzazione più razionale e per risolvere problemi come l'afflusso delle belve in mezzo ad una
situazione architettonica non ideale per giochi di questo genere, per permettere operazioni di servizio in breve tempo
Cesare fa realizzare delle gallerie sotterranee sotto la piazza. Queste hanno degli accessi attraverso dei tombini, ai cui
corrispondevano dei montacarichi. Queste gallerie permettevano l'afflusso ed il passaggio di belve che quindi non si
scontravano con la popolazione. La parte centrale della piazza quindi corrispondeva all'arena. Questo apprestamento
ebbe vita breve, visto che Augusto farà trasferire gli spettacoli lontani dal Foro, proprio perché era diventato difficile
conciliare le funzioni della piazza ai giochi. Questi giochi verranno spostati nei saepta di Campo Marzio e le gallerie
vennero interrate e quindi dismesse.
Gli interventi di Cesare sono consistenti e riguardano strutture significative del foro. Il progetto è quello di rendere il
foro adatto alle nuove esigenze, anche quelle architettoniche. L'altro scopo è quello di rendere a piazza più funzionale.
I due complessi maggiori, Curia e Basilica, verranno completati da Augusto insieme al Foro.
Età Augustea: Pagina
L'intervento di Augusto si innesta sui progetti di Cesare, ampliandoli e dandogli una svolta positiva. Si vuole eliminare | 13
sistematicamente le memorie repubblicane dalla piazza del foro. È il centro della città dove si svolgono le attività
politiche e giudiziarie in edifici che hanno i nomi delle grande famiglie. Quelle famiglie che hanno portato alle Guerre
Civili, durante il I secolo a.C., il periodo di crisi dello Stato Romano. L'oligarchia romana era formata da un numero
molto piccolo di famiglie, cioè circa una decina di persone che si alternavano al governo. Logicamente con
l'ampliamento di Roma, cambi anche il modo in cui dover governare e questo apre alla grande crisi. In tutto questo il
ruolo dei monumenti è fondamentale, perché i monumenti rappresentano la propaganda e la visibilità si singole figure
o famiglie. Cesare ed Augusto che hanno acquisito un potere quasi assoluto (il primo) ed assoluto (il secondo) tolgono
i nomi delle famiglie diverse dalla loro. La piazza principale di un impero gigantesco avrà tutti gli edifici dedicati ai
membri della famiglia di Augusto. Quindi scompaiono i nomi delle altre famiglie, a meno che queste non siano legate
strettamente ad Augusto (ad esempio gli Emili). Quando i progetti di Cesare sono in questa linea Augusto li porta
avanti, altrimenti li abbandono o li indirizza in maniera diversa. Completa la Curia che viene battezzata come Curia
Iulia e lo stesso fa con la Basilica, battezzata come Basilica Iulia. Fa ricostruire la Basilica Emilia, mantenendole il
nome. Ma gli interventi sono numerosi altri. Uno di questi riguarda i rostri. Pur essendo un edificio nuovo, ma durante
la fase delle Guerre Civile sulla loro facciata erano state appese le liste di proscrizione. Visto che i rostri erano il luogo
in cui erano appese queste liste, alla conclusione delle Guerre Civili questa cosa dev'essere fatta dimenticare in breve
tempo. I Rostri Cesariani non vengono distrutti, ma inglobati in una nuova costruzione. La struttura cesariana viene
rivestita di una nuova struttura in pietra che sarà a sua volta rivestita in marmo. La struttura aveva una superficie,
collocata in alto, dalla quale gli oratori parlavano. Essi erano quindi in una posizione elevata rispetto alla popolazione.
La Curia è il completamento del progetto di Cesare che noi conosciamo in una versione che non è né quello di Cesare
né quello di Augusto. Sui tratta di un rifacimento di Diocleziano, dopo l'incendio di Carino. La Curia di Diocleziano
negli anni Venti e Trenta del Novecento viene riportata alle “condizioni originarie” con un restauro. Si è portata alla
luce la parte originale della struttura. Il risultato è che questo è l'unico edificio completo nella piazza del Foro. L'aspetto
originario della Curia è noto attraverso una serie di emissioni monetarie. La ricostruzione di Diocleziano rispetta la
forma precedente. Lo spazio interno era un'unica grande aula, con uno spazio centrale e una tribuna sul fondo. Questa
tribuna è quella del Presidente del Senato. Ai suoi lati c'erano i due accessi al Foro Romano e al Foro Giulio. Il resto
dell'aula era occupato da tre bassi gradini, posti su entrambi i lati, dove sedevano i senatori.
L'unico edificio nuovo realizzato nel Foro Romano è un tempio, cioè quello del Divo Giulio. È un edificio del tutto
nuovo da tanti punti di vista. Con l'assassinio di Cesare il 15 Marzo del 44 si ha una sollevazione popolare. In occasione
del funerale di Cesare ci furono eventi sconcertanti. Ad esempio dopo l'elogio funebre, il funerale doveva svolgersi nel
Campo Marzio, fuori dal Pomerio, cioè luogo idoneo per le funzioni funebri. Il resto del funerale doveva comportare
la cremazione del cadavere ed il seppellimento delle ceneri nella tomba di Cesare che si trovava nel Campo Marzio.
Però succede che il corpo di Cesare viene portato nel Foro e li bruciato. È un atto sacrilego al quale nessuno riesce ad
opporsi. Il luogo della cremazione è davanti alla Regia, cioè la residenza ufficiale di Cesare. Dal momento del funerale
si sviluppa un culto spontaneo, anche se non c'è nessun elemento che faccia sì che un uomo come lui abbia un aurea
religiosa. La situazione diventa sempre più difficile da controllare. Quando Ottaviano torna a Roma per la lettura del
testamento, scopre di essere l'erede, con grande sorpresa di Antonio. Accetta l'eredità con tutte le conseguenze che ne
derivano. Per controllare questo culto popolare, Ottaviano ed il Senato decidono di proclamare Cesare divus. È il
senato che proclama