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LA PSICOBIOLOGIA DELLA SINTONIZZAZIONE

Gli oppioidi endogeni sono probabilmente coinvolti nel comportamento di attaccamento, e la

separazione provoca secrezione di cortisolo e immuno-soppressione , ma i fenomeni biochimici

che sono stati messi in luce in relazione ai nostri sistemi di attaccamento sono molti di più. Quelli

maggiormente importanti per il nostro studio sono stati evidenziati da Myron Hofer, ricercatore nel

campo della psicobiologia, che fu colpito, come Bowlby, dalle somiglianze esistenti tra le reazioni

alle separazione madre-bambino e le reazioni del lutto negli adulti. Hofer ci conduce attraverso le

differenti fasi dimostrando come la fase acuta del lutto negli adulti e quella di protesta nei bambini

siano caratterizzate da una serie di comportamenti simili, come agitazione, pianto, inattività, tutti

tentativi di riconquistare l’oggetto perduto. Negli adulti c’è anche il pensiero ossessionante

dell’immagine del defunto. Ai cambiamenti fisiologici e ormonali, si accompagnano i cambiamenti

fisici, come lacrime, sospiri e debolezza muscolare. Anche le alterazioni croniche negli adulti

assomigliano allo stadio di disperazione visto nei bambini. L’adulto presenta ritiro sociale, calo di

attenzione e di concentrazione, agitazione e ansia, espressione triste, diminuzione o variazioni

nell’assunzione di cibo. Anche il bambino mostra una diminuzione delle interazioni sociali e del

gioco, delle attività di esplorazione orale e di cullamento, cambiamenti analoghi nell’appetito. I

cambiamenti fisiologici nell’adulto sono: perdita di peso, disturbi del sonno, debolezza muscolare,

e cambiamenti cardiovascolari. Sono state presentate le idee di Hofer perché sono indicative della

notevole chiarezza con cui le recenti scoperte nella psicobiologia del sistema di attaccamento

illustrano l’importanza dell’uno per l’altro, non solo a livello psicologico, ma anche a livello

fisiologico. Il fatto che sembriamo separati dal punto di vista fisico può essere in un certo senso più

un’illusione che un fatto, almeno per quanto riguarda gli altri significativi della nostra vita.

Sembra perciò che quando i bambini interagiscono frequentemente si sintonizzano anche con i

comportamenti e i ritmi fisiologici l’uno dell’altro: Hinde definisce questo fenomeno come

behavioural meshing. Esso descrive l’interfaccia di due sistemi adattabili in cui ogni partner ha

sintonizzato il proprio comportamento con la schema comportamentale dell’altro.

CAPITOLO 5

VIOLENZA COME ATTACCAMENTO ANDATO MALE

LO SVILUPPO E I MODELLI OPERATIVI INTERNI

Mentre si formano i legami di attaccamento nella mente del bambino avvengono altre evoluzioni

non meno importanti. Sembra che tramite l’introiezione di interazioni ripetute con il suo caregiver, il

bambino crei strutture psichiche che in qualche modo riproducono le esperienze vissute nelle sue

relazioni importanti. Questi “modelli operativi” sono molto simili ai “compagni evocati” descritti da

Stern e alle “relazioni oggettuali interne” della psicoanalisi. I primi due sono visti come introiezioni

di relazioni realmente vissute, mentre le “relazioni oggettuali” sono piuttosto creazioni psichiche di

un ricco mondo interno di fantasia in relazione con il mondo esterno. Ritornando ai cambiamenti

psicobiologici che avvengono nei bambini piccoli durante le reazioni alla separazione, abbiamo

appreso che quando la separazione dura poco le reazioni sono di solito reversibili e adattive.

Tuttavia, secondo le circostanze, le reazioni alla separazione possono anche comportare un deficit

della sintonizzazione, con conseguenze molto più sere, che descriveremo d’ora in poi come effetti

da “deprivazione”. Allo stesso modo, un fallimento della sintonizzazione nel bambino piccolo può

avvenire anche senza un’esperienza di separazione, dando però disturbi psicobiologici a lungo

termini ugualmente gravi.

LA DEPRIVAZIONE MATERNA

Alcuni dei primi studi sulla deprivazione materna furono effettuati ancora una volta nei laboratori di

Harlow sulle scimmie rhesus. I piccoli di scimmia furono separati dalle loro madri immediatamente

dopo la nascita e furono posti in ambienti totalmente isolati. Harlow dimostrò che la deprivazione

materna produceva nei cuccioli vistose anomalie comportamentali, sotto forma di una sindrome

conosciuta ora come “sindrome da deprivazione dei primati”. Il grado di danneggiamento del

comportamento sociale dipendeva in parte dalla quantità di tempo passato in isolamento e in parte

dall’età in cui i piccoli venivano isolati. Se erano stati isolati per i primi tre mesi e successivamente

posti in un contesto sociale accudente, i piccoli sembravano comportarsi naturalmente. Tuttavia se

erano state isolate per i primi dodici mesi, queste scimmie mostravano una devastante perdita di

competenze sociali, maggiore di quella mostrata negli individui separati per 6 mesi. Quelli isolati

per i primi sei mesi sviluppavano una serie di pattern di comportamento qualitativamente anormali,

descritti come auto stimolazione orale, come succhiarsi le dita, aggrappa mento a se stessi, che

comporta che l’animale si stringa con le mani a varie parti del proprio corpo; movimenti di

dondolamento. Oltre alla durata dell’isolamento, il grado di danno sociale era anche correlato

all’età in cui gli animali erano isolati. Quelli isolati dopo i 3 o i 6 mesi non risultavano così

danneggiati, anche se mostravano ancora anormalità nel comportamento sociale e sessuale. Le

scimmie isolate dopo i 6 mesi presentavano livelli di aggressività molto elevati quando erano

reintrodotte al contatto con altre scimmie. Poiché gli effetti della deprivazione sociale precoce

persistevano nell’età adulta, si pensava che fossero irreversibili. Ma con l’aiuto di terapeuti si

accorsero che essi riuscivano a sviluppare il proprio repertorio sociale, dimostrando che i deficit

sociali che si sviluppano precocemente nella vita in contesti impoveriti non sono necessariamente

duraturi e irreversibili. Tuttavia studi successivi hanno mostrato che in realtà i soggetti che in

precedenza erano stati isolati manifestavano i loro problemi latenti quando dovevano affrontare

situazioni sociali stressanti.

LA PSICOBIOLOGIA DELLA DEPRIVAZIONE

Questi vari studi mostrano come gli effetti della deprivazione materna nei primati abbiano una

vasta influenza e siano simili. Per Kraemer le suddette scoperte suggeriscono che le conseguenze

della deprivazione materna siano il risultato di un danno dell’organizzazione comportamentale che

sta alla base della specifica serie di comportamenti sociali che mediano l’attaccamento sociale.

Egli compara gli effetti della deprivazione sensoriale sul sistema visivo con gli effetti

neurofisiologici della deprivazione sociale, e dimostra analogie così impressionanti da rendere

fortemente suggestivo il pensiero che le lesioni del sistema di attaccamento sociale siano simili a

quei cambiamenti prodotti dalla deprivazione sensoriale sul sistema visivo. Kraemer prosegue

passando in rassegna gli effetti neurofisiologici dell’isolamento nei primati, e giunge alla

conclusione che la deprivazione delle esperienze sociali precoci possa provocare cambiamenti nel

sistema nervoso centrale a livello dei processi neurochimici; questi sono poi tradotti in

comportamento alterato o in situazioni impegnative o in risposta a trattamenti con farmaci che

agiscono attraverso vie neurochimiche. Per esempio, le scimmie isolate socialmente ma riabilitate,

che ricevevano bassi dosi di anfetamine, diventavano iperaggressive rispetto ai loro compagni

allevati socialmente. Comportamenti anormali simili a quelli descritti nelle scimmie allevate in

isolamento o separate dalla madre avvengono anche allo stato naturale. La maggior parte degli

studi è stata condotta sugli scimpanzé che condivide il 99% del nostro genoma.

GLI EFFETTI A LUNGO TERMINE DELLA PERDITA E DELLA DEPRIVAZIONE

La maggior parte di quanto è stato detto in termini di perdita e della conseguente deprivazione è

stato scritto d Bowlby nell’ultimo volume del suo vasto lavoro “attaccamento e perdita”. In questo

libro egli considera la perdita come un trauma, il che comporta che i processi del lutto possono

essere paragonati al processo di guarigione che segue una grave ferita o una grave ustione. Allo

stesso modo il ristabilirsi della funzionalità spesso può nascondere una maggiore sensibilità a un

ulteriore trauma. Bowlby, come Kraemer dopo di lui, è non solo dell’opinione che separazione o

perdita generino cambiamenti neurofisiologici come quelli visti nel lutto, ma anche che alcuni di

questi cambiamenti possano essere permanenti, soprattutto se si verificano durante l’infanzia. Di

conseguenza, gli individui possono diventare più o meno sensibili a ulteriori condizioni stressanti.

Studi recenti mostrano che quegli adulti che soffrono di una qualsiasi forma di psicopatologia e

hanno anche perso un genitore durante l’infanzia, sviluppano cambiamenti fisiologici e

immunologici, proprio come si poteva prevedere in base alle scoperte di Kraemer. Gli autori

concludono che la perdita precoce dei genitori (che è un evento traumatico), accompagnata dalla

mancanza di una relazione di sostegno successiva alla perdita, è correlata allo sviluppo di una

psicopatologia da adulti. Forse la maggior evidenza del collegamento tra perdita e comportamento

violento si ha nello studiare il comportamento suicida nel giovane: questa forma di violenza contro

di sé è molto aumentata nel Regno Unito nel corso degli ultimi anni.

CAPITOLO 6

ATTACCAMENTO SICURO E ATTACCAMENTO INSICURO NELAL FORMAZIONE DEL SE

LA MISURA DELLA QUALITÀ DELLE RELAZIONI DI ATTACCAMENTO

Uno dei risultati più importanti degli studi sul comportamento di attaccamento è che da essi

emerge un collegamento tra il trauma psicologico, come perdita o deprivazione, e il

comportamento distruttivo o violento. A livello comportamentale è stato anche dimostrato che i

bambini che esibiscono un comportamento “evitante” o “distaccato” in seguito alle separazioni

tendono anche a manifestare alti livelli di aggressività. Queste scoperte sono state corroborate da

una serie di studi effettuati da Mary Ainsworth. Ella intraprese studi pionieristici sul comportamento

di attaccamento negli esseri umani e sviluppò ulteriormente le teorie di Bowlby. Dopo aver lavorato

con lui sulle separazioni tra genitori e bambino, e aver condotto diverse ricerche, ella allestì un

laboratorio dove studiare come i bambini tendevano a esplorare l’ambiente in presenza e in

assenza della madre. Nacque così il test della Strange Situation. Nella strange situation i principali

sistemi di comportamento attivati sono il comportamento esploratorio, il comportamento prudente o

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
31 pagine
11 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/07 Psicologia dinamica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher AleCas di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Modelli psicodinamici di ricerca e intervento e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Giannone Francesca.