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La relazione tra uomo, natura e cultura

Questa concettualizzazione ha una portata rivoluzionaria infatti in conseguenza del suo primitivismo organico e della sua carenza strumentale, l'uomo non è capace di vivere in un ambiente naturale ma deve modificarlo, trasformarlo rendendolo un habitat adatto alla sua condizione primitiva. L'insieme della natura trasformata dall'uomo per se stesso rappresenta la sua cultura e non può vivere al di fuori di essa. Il mondo culturale è il mondo dell'uomo cioè quella parte della natura che egli trasforma in un complesso di ausili per la sua vita. Quindi ne deriva un concetto strutturale dell'uomo come essere manchevole e perciò aperto al mondo. Biologia e cultura si intrecciano, per cui c'è un uomo biologicamente determinato dalla condizione neotenica all'apertura al mondo, mediata dall'accudimento biologico-culturale del proprio nucleo biologico di appartenenza.

Nella costruzione del self hanno importanza i...

processi di formazione dell'identità (processo di identificazione) che Napolitani spiega rivisitando criticamente l'opera freudiana, proponendo un definitivo superamento dell'ipotesi pulsionistica e affermando un'ipotesi relazionale come fondamento del funzionamento psichico. Napolitani ritiene che in tutto il pensiero freudiano è possibile rintracciare un'impronta relazionale, per cui l'apparato psichico si fonda su reminiscenze, elaborate, di fatti storici e quindi culturali, sociali. Ma Freud rifiuta tale intuizione anche se continua a fare capolino nelle sue opere, fino a quando In Psicologia delle masse e analisi dell'Io Freud affronta in maniera esplicita l'importanza del relazionale per la vita psichica dell'individuo. Infatti Freud stesso afferma che la psicologia individuale solo raramente può prescindere dalle relazioni del singolo con altri individui, l'altro è sempre presente nella vita psichica.

dell'individuo e quindi la psicologia individuale è fin dall'inizio psicologia sociale. Freud afferma che ogni individuo tramite l'identificazione è soggetto a legami multilaterali che costruiscono il suo ideale dell'io, quindi è partecipe della collettività ma può sollevarsi da essa. Anche nell'Io e l'Es Freud riprende il concetto dell'identificazione. Per cui l'Io non è solo il rappresentante del mondo esterno ma si caratterizza per il processo di identificazione con l'altro, è l'esito degli investimenti oggettuali abbandonati. Freud tuttavia rimane comunque ancorato alla sua prospettiva biologista definendo l'apparato psichico in termini biologistici, come un individualità biologica esso poggia su una dotazione genetica stabile e unica che non permette di innestare parti di un altro individuo. Ma in Freud sono presenti delle intuizioni che legandosi alle concezioni

Le teorie antropologiche ed epistemologiche contemporanee consentono un'interpretazione dei processi di formazione dell'identità in maniera diversa. Infatti, secondo Napolitani, la specificità dell'essere umano è quella di essere geneticamente disposto ad apprendere, ad assumere come se fossero originariamente propri, le intenzionalità, gli affetti, i modi relazionali che il proprio ambiente (genitori e gruppo di appartenenza) intende trasmettergli. Quindi Napolitani fa una distinzione tra identità biologica e psicologica. L'individualità di ciascun individuo dal punto di vista biologico è garantita dalla presenza di un corredo genetico unico che inibisce la possibilità di commistione di parti biologiche di altri nello stesso individuo. Invece, l'identità psicologica è garantita fin dalla vita intrauterina, da innesti di parti psicologiche altrui nel proprio tessuto disposizionale ad apprendere tratti mentali.

Affettivi e comportamentali del proprio ambiente sociale originario. In virtù di questo processo di identificazione/interiorizzazione, il collettivo, il gruppo è presente nella vita psichica del singolo e questa presenza qualifica l’uomo come uomo-cultura. Ma l’uomo ha anche una disposizione creativa e cioè distinguersi dall’altro. E questo possiamo comprenderlo attraverso il paragone con l’incorporazione alimentare. Nelle procedure alimentari ciò che si introietta perde la sua individualità originaria e scomposto nelle sue particelle più piccole è assimilato e reso identico al corpo che lo assume. Nell’identificazione l’introietto conserva intatta la sua identità originaria, la sua forza intenzionale e la sua attitudine a legarsi in modo conflittuale con altri introietti, occupando in modo dinamico il mondo psichico dell’individuo. Quindi il sociale penetra l’essenza più interna della

personalità individuale, tanto che si parla non di individualità ma di gruppalità interne. Quindi l'essere umano grazie al processo di identificazione, apprende cioè assume dentro di sé quanto insegnato dai propri genitori e dal proprio gruppo di appartenenza. In questo modo si garantisce il fondamento ma soprattutto la conservazione e la trasmissione della cultura. Accanto a questo processo vi è quello della creatività, cioè il processo simbolopoietico. Quindi relativamente al processo di costruzione dell'identità, da un lato l'uomo è considerato assoggetto al proprio gruppo di appartenenza, è inserito all'interno di una rete di una matrice che lo contiene e che replica i propri codici, dall'altro lato nell'uomo c'è un'attitudine espressiva, una predisposizione a trasformare il mondo liberandosi dai vincoli della cultura istituita. Questa attitudine, la curiosità,

il soggetto umano ha anche la capacità di creare nuovi significati e connessioni tra le cose, attraverso il processo di simbolizzazione. Questo processo permette al soggetto di dare un senso personale al mondo e di agire in modo autonomo, facendo scelte originali e favorendo il cambiamento. Secondo Napolitani, l'esperienza umana può essere analizzata attraverso tre concetti principali: 1. Identità: si caratterizza per la cultura, ovvero per l'interiorizzazione delle relazioni con l'ambiente in cui l'individuo nasce. Questa cultura è anche una rete o matrice gruppale che costituisce il fondamento dell'esistenza umana, ma può essere superata attraverso il processo di simbolizzazione. 2. Apprendimento: il soggetto umano è naturalmente predisposto all'apprendimento, che gli permette di identificarsi con il mondo circostante. Questo processo di identificazione è fondamentale per la formazione dell'identità. 3. Simbolizzazione: il soggetto umano ha la capacità di creare nuovi significati e connessioni tra le cose attraverso il processo di simbolizzazione. Questo processo permette al soggetto di dare un senso personale al mondo e di agire in modo autonomo, facendo scelte originali e favorendo il cambiamento.

Esiste nell'uomo una naturale predisposizione creativa che lacera le maglie identificatorie della rete in cui l'individuo nasce. - Identità e creatività esprimono un modo di esserci dell'uomo, che consente all'uomo di porsi in un circuito esistenziale e non sopravvivenziale, dove esistenza è intesa come possibilità, libertà, capacità potenziale, storia aperta. L'individuo è secondo un carattere di permanenza l'identità data dalle matrici culturali in cui si è formato (l'idem) e secondo un carattere di invenzione, di creatività, che istituisce nuove connessioni di senso tra i dati del mondo, l'autos. Adesso si vedano i luoghi di fondazione della vita psichica (i contesti psichici). Primo fra tutti il concetto di matrice. Nella vita le persone sono strettamente legate tra di loro costituendo una rete, che non comprende soltanto la famiglia ma anche persone che non ne sono membri.

Il termine rete è usato in analogia con la definizione del neurobiologo Goldstein che affermava che per comprendere meglio il sistema nervoso esso non deve essere visto come una somma di singoli neuroni ma come una rete di neuroni che interagiscono costantemente e di cui ogni singolo neurone costituisce un punto nodale della rete. Allo stesso modo per Foulkes la rete è il sistema totale di persone raggruppate rispetto alla loro reazione e l'individuo ne costituisce il punto nodale. La parte più intima di questa rete si chiama plexus e comprende la famiglia ma anche coloro che hanno avuto un significato per l'individuo. La rete è concepita come un sistema psichico nel suo insieme e non un sistema di interazioni sociali sovrapposto. Il concetto di matrice è stato descritto da Foulkes come la rete di tutti i processi mentali individuali, l'ambiente in cui essi si incontrano e interagiscono. D'altra parte Foulkes sostiene che possiamo

Comprendere meglio l'uomo e la sua patologia se lo consideriamo non isolatamente ma in relazione con il gruppo di appartenenza. La matrice non esiste di per sé ma è una costruzione teorica il cui scopo è mettere in luce l'esistenza di trame comuni da cui traggono senso le vicende dei singoli. Le persone entrano in relazione tra loro e creano un fenomeno nuovo che è appunto la matrice. Ma come possono le persone estranee comunicare, fare riferimento a sensazioni comuni e condivise? Folukes per rispondere a questa domanda distingue il concetto di matrice in due entità fondamentali: la matrice fondamentale o di base: che è statica, preesistente e si fonda sulle proprietà biologiche condivise dalla stessa specie (anatomia, fisiologia) ma anche sulle relazioni e valori trasmessi culturalmente. Per capire come biologico e culturale siano intrecciati insieme basti pensare come in un gruppo viene comunicato non solo parole ma anche prossemica.

che accompagna la prosodia cioè espressioni, gesti e reazioni emotive di ogni genere. Tutto questo attiene ai livelli primari, cioè alle proprietà biologiche della specie ma attiene anche alla mediazione culturale che fa esprimere queste proprietà biologiche in diverso modo. Quindi riprendendo quanto detto da Napolitani l'uomo è biologicamente predisposto a relazionarsi e a esprimere reazioni emotive di ogni specie (queste sono proprietà biologiche della specie) ma il modo in cui questa predisposizione si esprime è mediato culturalmente. Poi ogniqualvolta un gruppo di persone entra in intima relazione si crea una matrice dinamica che si crea dalla prime esperienze trasmesse dalla famiglia in primo luogo e dal gruppo di appartenenza ma che è soggetta a continue trasformazione in base alle dinamiche del gruppo considerato. Quindi possiamo affermare che il gruppo è la matrice della vita mentale. Al concetto di matrice si lega

quello di transpersonale, cioè quelle esperienze collettive che penetrano la mente dell'individuo in modo continuo e inconscio

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
17 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Fre15189 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Modelli psicodinamici dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Giannone Francesca.