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I LUOGHI SOTTO SILENZIO
A fronte della centralità assunta dall’analisi degli strumenti di governo e dei ruoli di molteplici
soggetti i luoghi sembrano uscire dal campo di osservazione. Il rischio è un impoverimento
progressivo del legame tra il disegno di politiche da un lato e l’urbanistica dall’altro.
In questo contesto investigare gli spazi dell’abitare è un’operazione importante che invita le
discipline che si occupano di governo del territorio e di progettazione a esercitare un realismo
critico, da tempo evitato.
L’idea che ci si fa è che la conformazione e i caratteri di questi luoghi siano l’espressione di nuove
forme di urbanità correlate a una società frammentata. Ovvero è oggi necessario soffermarsi sui
luoghi per discutere del disegno delle politiche abitative.
Quando gli urbanisti e i progettisti posano lo sguardo sulle pratiche dell’abitare sembrano spesso
mettere in secondo piano il potere normativo del disegno e dell’organizzazione dello spazio in cui le
norme di dispiegano.
I luoghi scelti sono centrali rispetto a una comprensione delle condizioni e delle forme in cui si dà
oggi una riorganizzazione spaziale e sociale della città.
Queste esplorazioni danno visibilità ai modi in cui diversi soggetti concorrono alla ridefinizione di
forme di organizzazione spaziale e sociale.
L’area di Santa Giulia è stata scelta come grande progetto urbano che si è affermato
nell’immaginario collettivo, quale programma integrato di intervento orientato a produrre una
nuove porzione di città e un nuovo modo di abitare nella città centrale. L’obiettivo è la creazione di
una nuova città nella città di Milano, autonoma ma integrata.
il fallimento di Santa Giulia viene facilmente liquidato come esito della fragilità del suo promotore
ma proprio la miopia del disegno complessivo del progetto e poi di un’operazione che ha creduto di
poter fare a meno di una relazione col contesto hanno influenzato il suo destino.
L’ambito urbano di Pompeo Leoni è rappresentativo di una serie di trasformazioni che attraverso lo
strumento dei programmi di riqualificazione urbana ha riconvertito 5 aree industriali dismesse in
ambiti prevalentemente industriali. (1 residenza privata convenzionata e sovvenzionata, 1 blocco
terziario, 1 supermercato, 1 parco)
Il caso di Gratosoglio è il tentativo di smontare un progetto modernista che ha prodotto un quartiere
pubblico separato la cui autosufficienza era compromessa dall’assenza di attività produttive ed
economica monofunzionale e residenziale
Il quartiere Canonica- Sarpi è il riferimento a un ambito cittadino in uci la plasticità del manufatto
urbano ha prodotto stratificazione e mescolanza di usi e popolazioni. Separazione di usi commerciali
ai piani terra dai cinesi e usi residenziali ai piani superiori per gli italiani.
Via padova è un quartiere a forte connotazione etnica. I processi di trasformazione sono stati privi
di una regia pubblica. La regolazione di luoghi, popolazioni e usi non ha garantito effetti diffusi di