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TABACCO.
Incrociarono 2 linee parentali P1 (corolla corta) e P2 (corolla lunga)
F1- Sarà eterozigote per tutti gli alleli che differiscono tra P1 e P2.
- Ricevono metà alleli plus da P2 e metà alleli minus da P1.
- F1 si posiziona in mezzo tra P1 e P2 => in media, i geni che
controllano il carattere quantitativo analizzato non
manifestano dominanza (se invece i geni plus, ad esempio,
avessero dominato sui minus, la F1 si sarebbe spostata più
verso destra.
- La variabilità che si osserva in F1 è unicamente dovuta ad
effetti ambientali.
F2- ha una media che corrisponde circa a quella di F1 perché
abbiamo lo stesso numero di alleli plus e minus.
- In F2 c’è stato un fenomeno di segregazione e
ricombinazione, quindi si avranno genotipi che hanno ricevuto
meno alleli plus (nella coda di sinistra) ed altri genotipi che
hanno ricevuto più alleli plus (nella coda di destra). Inoltre ci
saranno altri genotipi intermedi.
East volle dimostrare se effettivamente se effettivamente gli
alleli plus (che vanno ad incrementare il carattere quantitativo) si
vanno a concentrare su una delle due code della distribuzione, quindi egli scelse
nella F2 il seme delle piante (fatte autofecondare da F2 e F3) che stavano sulle due
code della distribuzione F2.
Ottenne 2 distribuzioni con una media simile a quella della pianta da cui era stato
raccolto il seme.
All’interno dell’F3 c’è un certo livello di variabilità:
la variabilità per gli alleli minus (per gli individui che hanno più alleli minus <
variabilità nella progenie dove abbiamo selezionato per incrementare il carattere
(alleli plus).
Ciò confermava che selezionando alle due estremità della distribuzione si scelgono
individui a destra con maggiore [alleli plus] ed individui a sinistra con maggiore [alleli
minus].
Per confermare questo risultato East selezionò individui attorno alla media delle F3 per
passare in F4 e nuovamente il valore medio delle progenie F4 ricalcava quello delle
progenie F3.
CONCETTO ALLA BASE PER LA SELEZIONE DEI CARATTERI QUANTITATIVI:
Lo scopo del miglioramento genetico è quello di identificare delle combinazioni di geni
che non c’erano nei parentali di partenza. Quindi l’obiettivo è quello di, mano a mano
che andiamo avanti con le generazioni segreganti, ottenere una distribuzione a
campana che tende ad andare oltre i limiti delimitati dai due parentali, in modo tale
che, selezionando dalle code, noi andiamo a scegliere degli individui con un livello di
manifestazione del carattere superiore rispetto alle linee di partenza.
Questo tipo di selezione si chiama SEGREGAZIONE TRASGRESSIVA schema di
segregazione in cui i segreganti superano i limiti dei genitori (è quello su cui si punta
con il miglioramento genetico).
(Foto)
L’obiettivo del miglioramento genetico è quello di far venire fuori degli individui che
manifestano il carattere con valori superiori a quelli mostrati dal parentale con il valore
più elevato (in pratica si deve allargare la campana della distribuzione).
Si deve far venire fuori tutta la variabilità genetica che ci può generare l’incrocio che
abbiamo fatto. (questa generazione è più o meno semplice in base al fatto se stiamo
lavorando su delle popolazioni autogame o allogame).
La varianza fenotipica che osserviamo (dalla distribuzione a campana), nei caratteri
quantitativi, è dovuta in parte alle differenze tra i genotipi ed in parte dalla variabilità
dovuta all’ambiente.
2
Ereditabilità h = Vgen/Vfen. Tot viene scomposta in base agli effetti genetici che
B
caratterizzano i geni che controllano il carattere quantitativo. V additiva + V
dominanza + V dovuta agli effetti epistatici (effetti su un carattere dovuto alla
combinazione di più geni).
VALORE EFFETTO ADDITIVO di un gene legato alla quantità di alleli favorevoli che
contiene. Misura il numero di alleli favorevoli presenti in un genotipo.
Es.) 2 geni AABB alleli A e B plus; allele a e b minus.
9 genotipi in equilibrio ottenuto dopo un certo numero di generazioni
BB ←
AABB
AA Bb ← tutti questi genotipi sono fenotipicamente uguali
AABb
(manifesta-
bb no tutti e 4 il carattere favorevole) ma non sono
AAbb
tutti uguali
BB ← dal punto di vista riproduttivo.
AaBB
Aa Bb ← il valore riproduttivo più alto lo ha il genotipo che ha
AaBb
più alleli
bb favorevoli.
Aabb
BB aaBB
aa Bb aaBb
bb aabb
La varianza additiva misura il valore riproduttivo di un individuo (ossia il numero
massimo di alleli favorevoli che possiede e che può trasmettere alla progenie).
Per sapere il valore riproduttivo di una pianta è necessario valutarne la progenie.
La componente additiva della varianza genotipica è quella che ogni individuo
trasmette tale e quale alla progenie (tanti alleli Plus ha un individuo, tanti (gli stessi)
ne trasmetterà alla progenie).
VARIANZA DOVUTA ALLA DOMINANZA si riferisce unicamente alla presenza degli
eterozigoti.
Es.) AABB nel suo valore genetico ha solo effetto additivo e nessuna varianza dovuta
alla dominanza perché omozigote.
Es.) nelle specie (popolazione) autogame (costituita da un Mix di linee omozigoti)
non ci sarà varianza dovuta alla dominanza. Se stimo su questa popolazione la
variabilità genetica, stimerò solo una componente additiva ed una epistatica.
Perché distinguiamo la parte della varianza genetica dovuta ad effetti additivi e dovuti
alla dominanza?
Perché la componente additiva può essere ereditata (da genitori alla prole) mentre la
componente dovuta alla dominanza non può essere ereditata perché ad esempio un
individuo AABb, quando si riproduce trasmetterà il 50% di b, oltre al 50% di B quindi la
sua superiorità del carattere dovuta al fatto che ha l’allele dominante B lo trametterà
solo in parte.
VARIABILITA’ DOVUUTA AD EFFETTI EPISTATICI dal punto di vista della genetica
quantitativa è un problema poiché è difficile se non impossibile da stimare.
È legata a come gli alleli di geni diversi si combinano gli uni con gli altri. La
componente epistatica non può essere ereditata perché è legata ad una particolare
combinazione di alleli di geni diversi. La meiosi, durante la riproduzione, rimescola
tutti gli alleli e quindi un individuo che è migliore da un punto di vista fenotipico,
quando si riproduce (nel corso delle generazioni),le sue progenie, non riflettono il
valore fenotipico dell’individuo di partenza.
Nel momento che, delle tre componenti di Vgenet., l’unica che può essere ereditata in
un popolazione a libero interincrocio è la componente additiva e per questo motivo
viene descritta l’ereditabilità in senso stretto (ha valori più bassi rispetto
all’ereditabilità in senso largo).
2
h =Vadditiva*/V fenotipica
*solo la componente additiva della variabilità genetica solo la parte ereditabile.
Es.) due linee omozigoti:
P AABBccdd x aabbCCDD C=20
A=10 produce produce D=20
B=10 40q/ha 80q/ha
Non c’è effetto dominanza perché sono entrambi omozigoti.
F1 Aa Bb Cc Dd effetto additivo=60 (media
per
dei 2 parentali) 10 0 10 0 20 0 20 0 effetto di dominanza=100
per
(l’effetto della dominanza contribuisce sulla produzione).
Se la F1 ha un forte effetto eterotico si può provare a investire nella produzione di una
varietà ibrida.
[Vadd+Vdomin.] = 160ql/ha concetto della potenzialità degli ibridi.
Nelle autogame: i breeder valutano la performance della F1 per scegliere la migliore
combinazione d’incrocio da portare avanti fino alla generazione F6,7,8. Se la F1
produce di più delle due linee parentali, vuol dire che nella stessa F1 c’è la possibilità
di creare nuove combinazioni geniche che producono di più rispetto alle linee da cui
siamo partiti.
Nelle autogame, per sfruttare l’eterozigosi (combinazione genica migliore delle linee
pure perché sommano effetti additivi con l’effetto dominanza), perché altrimenti si
lascerebbero autofecondare raggiungendo dopo n generazioni delle linee pure, è
necessario costituire le varietà ibride attraverso il controllo dell’impollinazione
(maschiosterilità).
Nelle allogame abbiamo due possibilità: ibridi con varietà ibrida (vale il discorso
delle autogame) si massimizza lo sfruttamento degli effetti additivi e di dominanza.
Popolazione in equilibrio di H/W (non sono monogenotipico è un mix di genotipi
etero ed omozigoti). Ci saranno individui che si avvicinano al massimo della
produzione (es.160 q/ha) ma anche molti che producono 40 q/ha. In media la
popolazione produce 80 q/ha, un valore più basso di quello ottenibile dagli ibridi, in cui
tutte le piante sfruttano sia gli effetti additivi sia quelli di dominanza. (nelle
popolazioni in equilibrio di H/W non si sfruttano al meglio gli effetti di dominanza.
Vgen = Vadditiva + Vdominanza + Vepistasia
- Si lavora per singolo gene
- Considerando semplicemente due soli alleli
- Come definiamo l’effetto di dominanza e l’effetto di additività
Nel modello di Mather si utilizza come 0
la media dei due omozigoti. aa vale –d
ed AA vale d.
L’effetto additivo si calcola come
differenza genotipo – zero della
valore
scala.
Quando l’eterozigote ha un valore esattamente intermedio tra i due omozigoti non
c’è dominanza.
Quando l’eterozigote si sposta verso l’omozigote per gli alleli favorevoli, va ad
aggiungere una quota al valore genotipico di Aa. Questa quota che aggiunge è il
valore h della dominanza dominanza incompleta.
Quando l’eterozigote si sposta e va a corrispondere esattamente con l’omozigote
dominante completa.
dominanza
Quando l’eterozigote ha un valore superiore all’omozigote dominante:
- In questo caso h>d
- I casi in cui l’eterozigote per un singolo gene è superiore ad entrambi gli
omozigoti sono molto rari (ossia ci sono pochi casi di sovradominanza)
sovradominanza.
Il valore di ogni genotipo è dato dalla somma di una componente additiva (d) e di una
componente di dominanza (h). la componente di dominanza entra in gioco soltanto
quando abbiamo gli eterozigoti (il valore genotipico dei due omozigoti dipende
soltanto dal valore di additività d) insieme a quella di additività.