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C, in condizioni di umidità per un tempo più o meno lungo a seconda delle specie, si parla cmq si
settimane, una pianta mantenuta in queste condizioni è una pianta che è al limite della
sopravvivenza e questa condizione limita fortemente l’attività replicativi del virus e di conseguenza
se la teoria detta all’inizio si conferma ancora di più, se il duomo meristematico è la zona che resta
libera dal virus, diminuendo l’attività replicativi del virus aumenta questa zona che è esente dal
virus quindi invece di essere 0.2 millimetri, ma potrà diventare anche 1-2-3 millimetri quindi
banalmente la termoterapia che era nata come un trattamento già di per se di risanamento delle
piante, con percentuali non elevatissime si riusciva ad ottenere un buon risanamento da virosi con
una tecnica di termoterapia e poi innesto delle gemme, accoppiandola al vitro è stata data questa
capacità di risanamento da virosi accoppiando i vantaggi delle 2 tecniche, per quando riguarda la
temperatura in generale se si prendono in considerazione un po’ tutte la specie vegetali si va da
valori che stanno tra i 32 a 40° per tempi che vanno a 4 a 30 settimane, nelle specie da frutto si
lavora tra 36 e 38° con trattamenti che vanno da qualche settimana fino oltre un mese e questo
permette di arrivare a prelievi che non sono più dell’ordine di un decimo di millimetro, ma anche di
un qualche millimetro; la tecnica tradizionale è nata con termoterapia alla pianta, prelievo di un
apice meristematico e innesto su un porta innesto virus esente per ottenere poi una pianta su cui si
andrà a fare il saggio per confermare il risanamento da virus, questa è la tecnica tradizionale che
non passa dal vitro; un esempio invece che si basa sul vitro: stesso discorso: trattamento
termoterapico, prelievo in questo caso max 3 millimetri e questo apice meristematico viene
coltivato in una coltura su cui si faranno i saggi, vediamo un esempio di termoterapia fatta su
materiale in vitro: la coltura in vitro viene trattata a 36-38° (si deve stare particolarmente attenti ai
tempi perché non è una pianta in contenitore, è molto meno resistente, quindi il tempo deve essere
molto ridotto e va individuato bene), poi prelievo dell’apice meristematico che è massimo 1
millimetro in genere, queste sono tecniche che sono applicate al laboratorio di veneto agricoltura
dove andremo a fare la visita, e poi coltura del materiale con la medesima tecnica; prelievo del
meristema abbiamo visto i caratteri generali, poi è chiaro che su alcune specie sono state messe a
punto tecniche leggermente diverse qui sono riportati 2 esempi uno più classico che è quello del
garofano e si lavora sterilizzando delle marzettine di garofano, poi si va sotto cappa a flusso
laminare, le si prendono di quelle dimensioni per poterle reggere, si va sotto lo stereoscopio e si
isola con una strumentazione idonea il meristema, duomo meristematico con il primo primordio
fogliare e poi viene messo in coltura su della carta bibula appoggiata sopra un substrato
probabilmente solido, l’importane è non metterla a contatto con il mezzo agarizzato, nell’altro che
può essere il meristema prelevato più o meno alla stesso modo come ad es. la fragola, il problema è
che la fragola ha molte foglioline che chiudono il meristema che è qui all’interno, una tecnica è
quella di scoprire, ma siccome il meristema è molto piccolo si rischia avvicinandosi di danneggiarlo
e una alternativa della fragola consiste nell’iniziare a tagliare sicuramente sotto la gemma in senso
trasversale e ognuno e ogni volta andare a vedere allo stereomicroscopio se si è arrivati in
prossimità della gemma, chiaramente andando avanti a un certo punto si arriverà a un taglio che è
un taglio dove si vede che subito sotto c’è la gemma attaccata (nel lucido c’è un errore la partenza è
dall’alto fino a che non si scopre la testa del meristema perché da sotto non lo si vedrebbe) quindi
arrivati a vedere la testa del meristema si fa un altro taglio di qualche decimo di millimetro sotto e si
ottiene una striscia dove è contenuta la gemma che poi a quel punto essendo visibile sarà più facile
togliere e mettere in coltura, questo per dire come poi la tecnica deve essere poi adattata alle
esigenze.
Un esempio fatta sulla patata per risanamento da virosi, abbiamo molti virus che attaccano la patata
virus x,y, mosaico etc, nella patata bisogna produrre degli ‘’occhi’’ che devono esenti da virosi,
quindi la prima cosa da vedere è se il nostro tubero è virosato quindi non si fa altro che fare un test
sierologici es. Elisa test, se è virosato si va a risanare facendo coltura mi meristema con ponte di
carta e substrato liquido, questo meristema poi sviluppa una piantina che viene suddivisa in nodi per
fare da ogni nodo un nuovo germofglietto, questo materiale è stato di nuovo sottoposto a test
sierologico, nel frattempo questo materiale viene mantenuto a 10-12° in attesa di conoscere il
risultato del test sierologico, nel momento in cui si sa che il materiale è risanato dal virus viene
mandato in moltiplicazione. Una tecnica che un po’ di tempo fa ha avuto un certo sviluppo a livello
di ricerca anche se non ha avuto applicazioni pratiche è quello di fare un risanamento mediante
termoterapia e coltura di meristema, ma mediante chemioterapia quindi trattamenti con delle
sostanze che limitano la capacità di diffusione del virus, utilizzare delle sostanze è quelle che hanno
avuto un maggiore risultato nell’applicazione nella coltura in vitro sono state 2: ribapirina detta
anche virazolo e bht, queste sostanze inibiscono la replicazione del virus, e attraverso un certo n. di
subculture si può riuscire a ottenere alla fine del materiale che siccome ogni volta si è rallentata
questa replicazione alla fine il materiale ne esce risanato, queste sostanze per essere efficaci devono
avere un indice chemioterapico molto alto, cioè il rapporto tra concentrazione massima utilizzata
nella pianta ospite e la concentrazione minima efficace per eradicare il virus, più alto è questo
rapporto e più è efficace la sostanza chemioterapia, circa una decina di anni fa si è cercato di
puntare molto su questa tecnica che è più semplice rispetto alla termoterapia o coltura di meristema
perché consiste semplicemente di applicare una sostanza in vitro, i risultati in alcuni casi sono stati
anche importanti ad es. risanamento nella patata dal virus x con la virazolo 10 milligrammi litro, 6-8
mesi quindi circa 7-8 subcolture, poi risultati anche interessanti ci sono stati nel tabacco, patata,
orchide, melo nel clorotic lift spot virus e nel caso del dht risultatio interessanti nel ciliegio, patata e
fragola; in realtà però poi i risultati non sono mai stati a livello tale da veramente far si che questa
tecnica si affermasse, poi l’idea di utilizzare questo tipo di sostanze in una coltura in vitro per
quanto poi non ci fosse il rischio che queste sostanze fossero passate in vivo è un qualcosa che non
è che piacesse molto come idea, tanto è vero che l’unione europea ha vietato l’uso di tali sostanze
sulle piante in campo, quindi questa tecnica si è arrestata.
Una tecnica da ricordare è il microinnesto che consiste nel prendere il meristema e innestarlo in
vitro su un piccolo porta innesto, la tecnica quindi si accoppia con la termoterapia, lo si fa perché in
alcuni casi in certe specie non parte, ad esempio nel citrus è una tecnica che è stata molto sviluppata
la termomicroinnesto, quindi sempre con condizioni di sterilità, lavorare allo stereoscopio, prendere
un apice meristematico con grandezza che può andare fino al millimetro, ci si deve essere preparata
un piccolo porta innesto di solito da seme e quando si è forfato un fusticino di almeno di qualche
cm di modo che si possa fare un taglio trasversale, il meristema viene appoggiato sopra questo porta
innesto che si troverà in un tubo, naturalmente così come viene fatto l’innesto tradizionale è
necessario che la zona del tessuto cambiale sia visibile e che il meristema venga appoggiato sulla
zona del cambio perché è lì che si ha la proliferazione delle cellule e l’attecchimento di questo
micro innesto come nell’innesto tradizionale, nel caso del citrus si fa un taglio trasversale di modo
che si apre l’epidermide del fusticino, si fa una piccola tasca ed è qui che viene appoggiato il
meristema e dà risultati migliori rispetto al taglio trasversale, si prelevano dei germoglietti di
qualche cm, si fa una sterilizzazione e poi si va a prendere le gemmettine e sotto cappa si prepara il
meristema che verrà poi innestato in vitro in questo modo anche questa è stata utilizzata in
risanamento da virosi: termoterapia più microinnesto che consiste termoterapia applicata al
materiale già in vitro, da un germoglio viene prelata una micromarzettina di dimensioni inferiori a
0.1 cm che viene innestata su un semenzale e viene innestato per ottenere il microinnesto che darà
con buone probabilità risanamento da virosi, il materiale successivamente come viene trattato? Si
può utilizzare il semenzale con substrato liquido all’interno di provette con supporto di carta per
reggere il semenzale oppure ad es. nel caso del porta innesto 677 viene messa della perlite
all’interno della provetta per poter reggere il porta innesto, dopo un paio di mesi se il micro innesto
è attecchito si fa il trapianto in vasetti normani di 10-12 cm con un substrato contenente torba, sabia
perlite e le piante vengono poi acclimatate.
In Veneto queste tecniche vengono applicate alla produzione di materiale certificato, si parlava in
partenza di centro di pre moltiplicazione dove viene creato il materiale di base, quindi relativamente
poche piante all’interno di serre che si chiamano screan house molto ben controllate, questo
materiale è testato con elevate caratteristiche genetico-sanitarie , poco materiale che serve per
moltiplicare o tenere una maggior qnt di materiale che costituisce il centro di moltiplicazione con
materiale derivato da questo materiale di base che serve per costituire le ceppaie di piante madri e i
campi di piante porta gemme per produrre poi da parte di vivaisti che fanno parte di questa
associazione il materiale che poi viene venduto come certificato, un discorso analogo viene fatto in
vitro e anche qui possiamo parlare di materiale di propagazione di categoria base quindi quello che
è in laboratorio il centro di premoltiplicazione, quindi un materiale ridotto, costantemente risanato,
sicuramente esente da visori, questo materiale di base può essere utilizzato per costituire