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D D

Q = Q (P )

d

O O

Q = Q (P )

o

D O

Q = Q

P – P = t

d o

D O

Se conosciamo la curva di domanda Q (P ) e la curva di offerta Q (P ) e l’ammontare dell’imposta t, possiamo

d o

risolvere queste equazioni per conoscere il prezzo di acquisto P , il prezzo di vendita P e la quantità totale

d o

domandata e offerta.

Se la domanda è relativamente anelastica e l’offerta è relativamente elastica, l’imposta graverà soprattutto sui

compratori. La figura seguente illustra il motivo: occorre che si produca un incremento del prezzo relativamente

elevato per ridurre la quantità domandata anche di poco, mentre è sufficiente un piccolo decremento del prezzo

per ridurre la quantità offerta. Per esempio, poiché le sigarette provocano dipendenza, l’elasticità della domanda

è scarsa (circa -0,4), quindi le imposte sulle sigarette ricadono in gran parte sui compratori. La figura illustra il

54

caso opposto: se la domanda è relativamente elastica e l’offerta è relativamente anelastica, l’imposta graverà

soprattutto sui venditori.

Un’imposta grava maggiormente sul compratore se il rapporto E /E è piccolo, sul venditore se E /E è grande

d o d o

In effetti, utilizzando la seguente formula di traslazione, possiamo calcolare la percentuale dell’imposta che

ricade sui compratori: Frazione di traslazione = E / (E – E )

o o d

Gli effetti di un sussidio un sussidio può essere esaminato per molti aspetti come un’imposta; in effetti, lo si

può considerare come un’imposta negativa. Con un sussidio, il prezzo di vendita supera il prezzo di acquisto e la

differenza tra i due è l’ammontare del sussidio stesso. Il beneficio di un sussidio si concentra maggiormente sui

compratori se il rapporto E /E è grande e maggiormente sui venditori se E /E è piccolo. Come per l’imposta,

d o d o

data la curva di offerta, la curva di domanda e l’ammontare del sussidio s possiamo calcolare prezzi e quantità

risultanti. Le stesse quattro condizioni necessarie per ottenere l’equilibrio di mercato si applicano anche al

sussidio. D D

Q = Q (P )

d

O O

Q = Q (P )

o

D O

Q = Q

P – P = s

d o 55

Capitolo 10: potere di mercato, monopolio

Il monopolio è un mercato in cui opera un solo venditore in presenza di molti acquirenti. Poiché il monopolista è

l’unico produttore di un bene, la curva della domanda con cui si confronta è quella dell’intero mercato, che

esprime la relazione tra il prezzo che il monopolista percepisce e la quantità che offre in vendita. Il monopsonio

è un mercato con un solo acquirente.

Il monopolio

Il monopolista ha il controllo totale sulla quantità di prodotto offerto alla vendita. Tuttavia, ciò non significa che

il monopolista possa praticare qualsiasi prezzo desideri, quantomeno se desidera massimizzare il profitto. Per

massimizzare il profitto, il monopolista deve innanzitutto determinare i suoi costi e le caratteristiche della

domanda di mercato. Una volta in possesso di tale conoscenza, il monopolista deve decidere la quantità da

produrre e vendere, dopodiché il prezzo percepito per unità di prodotto segue direttamente dalla curva della

domanda di mercato.

Ricavo medio e marginale il ricavo medio del monopolista, ossia il prezzo che egli percepisce per unità

venduta, è precisamente la curva di domanda del mercato. Per scegliere il livello di produzione che massimizza il

profitto, il monopolista deve conoscere anche il proprio ricavo marginale, ovvero la variazione del ricavo

risultante da una variazione unitaria della produzione. Consideriamo un’impresa che affronta la curva di domanda

seguente: P = 6 – Q

Prezzo (P) Quantità (Q) Ricavo tot (R) Ricavo marginale (R’) Ricavo medio (RM)

6 0 0 - -

5 1 5 5 5

4 2 8 3 4

3 3 9 1 3

2 4 8 -1 2

1 5 5 -3 1

Il ricavo totale è dato da P x Q. Il ricavo marginale è

dato da es. (8-5)/(2-1) = 3. 8-5 si trova nei ricavi

totali, 2-1 nelle quantità. Quando la curva di

domanda ha inclinazione negativa, il prezzo (ricavo

medio) è maggiore del ricavo marginale poiché tutte

le unità sono vendute allo stesso prezzo. Se le

aumentano di 1 unità, il prezzo deve diminuire. In tal

caso, per tutte le unità vendute, e non solo per quella

aggiuntiva, si avrà un minore ricavo. La figura traccia

le curve del ricavo medio e del ricavo marginale per i

dati riportati in tabella e con la curva di domanda

data. 56

La scelta di produzione del monopolista qual è la quantità che il monopolista dovrebbe produrre? Per

massimizzare il profitto, l’impresa deve stabilire il livello di produzione in modo che il ricavo marginale sia uguale

al costo marginale. Nella figura la curva di domanda di mercato D è la curva di ricavo medio del monopolista. Il

ricavo marginale e il costo marginale sono uguali in corrispondenza della quantità prodotta Q*. Poi, dalla curva di

domanda ricaviamo il prezzo P* corrispondente a tale quantità Q*. Se l’impresa produce una quantità inferiore,

per esempio Q , sacrifica parte del profitto, poiché il ricavo che potrebbe percepire dalla produzione e dalla

1

vendita delle unità comprese tra Q e Q* supera il costo sostenuto per produrle. In modo simile, aumentando la

1

produzione da Q* a Q , il profitto si riduce perché il costo aggiuntivo supera il ricavo aggiuntivo.

2 57

Se ad esempio il costo di produzione C(Q) = 50 +

2

Q , c’è un costo fisso di 50 e un costo variabile

2

Q . Supponiamo che la domanda sia data da P(Q) =

40 – Q. Ponendo il ricavo marginale uguale al costo

marginale, si può verificare che il profitto è

massimizzato quando Q = 10, un livello di

produzione che corrisponde al prezzo di 30 euro.

Nella figura la parte (a) mostra il ricavo totale R,

il costo totale C e il profitto, vale a dire la

differenza tra i primi due. La parte (b) mostra il

ricavo medio e marginale e il costo medio e

marginale. Il ricavo marginale è la pendenza della

curva del ricavo totale, mentre il costo marginale è

la pendenza della curva del costo totale. Il livello

di produzione che massimizza il profitto è Q* = 10,

ossia il punto in cui il ricavo marginale è

equivalente al costo marginale. A questo livello di

produzione, l’inclinazione della curva del profitto è

zero e le curve del ricavo totale e del costo totale

hanno la stessa pendenza. Il profitto per unità è

15 euro, la differenza tra il ricavo medio e il costo

medio. Poiché si producono 10 unità, il profitto

totale è pari a 150 euro.

Una regola empirica per la determinazione del prezzo vogliamo dunque tradurre la condizione che il ricavo

marginale deve essere uguale al costo marginale in una regola empirica più facile da applicare nella pratica:

( P – C’ ) / P = - ( 1 / E )

d

Il membro sinistro è il ricarico sul costo marginale (markup), espresso come percentuale del prezzo. La relazione

stabilisce che questo rapporto deve essere uguale all’opposto dell’elasticità della domanda. (l’espressione ha

valore positivo dato che l’elasticità della domanda è negativa). In modo equivalente, possiamo riordinare

l’equazione in modo da esprimere il prezzo direttamente come ricarico sul costo marginale.

P = C’ / 1 + ( 1/E )

d

Per esempio, se l’elasticità della domanda è -4 e il costo marginale è €9 a unità, il prezzo unitario dovrebbe

essere 9 / 1 – ¼ 9 / 0,75 12€.

 

Che rapporto c’è tra il prezzo applicato da un monopolista e quello che prevarrebbe in un mercato

concorrenziale? In un mercato perfettamente concorrenziale il prezzo è uguale al costo marginale. Il

58

monopolista pratica un prezzo superiore al costo marginale, ma di un importo inversamente proporzionale

all’elasticità della domanda.

Spostamenti nella domanda in un mercato concorrenziale vi è una chiara relazione tra il prezzo e la quantità

offerta. Tale relazione è rappresentata dalla curva di offerta che rappresenta il costo marginale di produzione

per l’industria nel suo insieme. La curva di offerta indica quale sarà la quantità prodotta per ogni livello di

. Nel mercato monopolistico non esiste alcuna curva di offerta

prezzo . Non esiste una relazione uno a uno tra il

prezzo e la quantità prodotta. Gli spostamenti della domanda possono portare a variazioni di prezzo senza

variazioni della produzione, variazione della produzione senza variazioni di prezzo o variazioni di entrambi. Lo

spostamento della curva di domanda mostra che non esiste alcuna curva di offerta in un mercato monopolistico.

In (a) la curva di domanda D si sposta sulla nuova curva di domanda D , ma la nuova curva di ricavo marginale R’

1 2 2

interseca il costo marginale sullo stesso punto della precedente curva di ricavo marginale R’ . Pertanto, la

1

produzione che massimizza il profitto rimane la stessa, sebbene il prezzo scenda da P a P . In (b) la nuova curva

1 2

di ricavo marginale R’ interseca il costo marginale a un livello di produzione più elevato Q . Tuttavia, poiché la

2 2

domanda ora è più elastica, il prezzo rimane lo stesso. 59

L’effetto di un’imposta anche un’imposta sulla

produzione può avere un effetto diverso sul

monopolista rispetto a quello che avrebbe in

un’industria concorrenziale. In regime di

più

monopolio può accadere che il prezzo aumenti

dell’ammontare dell’imposta. Supponiamo che

venga introdotta un’imposta specifica pari a t, per

la quale il monopolista debba versare t euro allo

Stato per ogni unità venduta. Pertanto, il costo

marginale e il costo medio dell’impresa aumentano

di un importo pari all’ammontare dell’imposta t. Se

il costo marginale originario dell’impresa era C’, la

scelta di produzione ottimale ora è data da:

R’ = C’ + t

Graficamente spostiamo la curva di costo marginale verso l’alto dell’ammontare t e troviamo la nuova

intersezione con il ricavo marginale, come illustrato in figura. Qui Q e P rappresentano la quantità e il prezzo

0 0

prima della tassa, Q e P rappresentano la quantità e il prezzo dopo la tassa. Lo spostamento verso l’alto della

1 1

curva di costo marginale determina una diminuzione della quantità e un prezzo più elevato. A

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
69 pagine
30 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher coral94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Microeconomia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Becchio Giandomenico.