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6. LE PREFERENZE DEL CONSUMATORE
L'acquisto di beni da parte di un consumatore è legato all'obiettivo individuale di acquisire un
maggiore livello di benessere o di soddisfazione per il possesso di quei beni. Il livello di utilità che
si ottiene dal consumo di un determinato bene cresce al crescere della quantità posseduta di quello
stesso bene. Definiamo la funzione di utilità di un bene A, come il legame funzionale crescente fra
il livello di utilità totale del bene a e le quantità possedute di quello stesso bene.
Ua = f(qa)
La capacità di esprimere un insieme di alternative di consumo in ordine di preferenza è ciò che
permette al consumatore di effettuare una scelta.
Ciascuna curva di indifferenza mostra i diversi panieri di beni che, poiché danno all'individuo lo
stesso livello di soddisfazione, hanno lo stesso indice di utilità. Una curva di indifferenza ha due
caratteristiche:
è decrescente da sinistra verso destra
• è concava, ossia convessa verso l'origine degli assi
•
Assiomi della curva d'indifferenza:
Non sazietà: si assume che per il consumatore una quantità maggiore di un bene sarà sempre
• preferita a una quantità minore, ne consegue che a parità delle altre condizioni un
consumatore tenderà sempre a preferire un'alternativa di consumo che contiene una quantità
maggiore di almeno un bene.
Transitività: si assume che, se un consumatore preferisce un determinato paniere di consumo
• A, a un altro secondo paniere B, e se preferisce questo secondo paniere ad un terzo paniere
C, allora dovrà necessariamente preferire anche il paniere A al paniere C.
Completezza: si assume che un consumatore sia in grado di classificare in ordine di
• preferenza tutte le alternative di consumo. In questo caso si dice che l'ordinamento delle
preferenze del consumatore è completo.
Il saggio marginale di sostituzione indica il saggio al quale il consumatore è disposto a scambiare
un bene con un altro. ????
Le preferenze del consumatore sono descritte dalla mappa di curve di indifferenza come quella in
questa figura:
Bene 2 Bene 1
Nell'ambito di questa mappa, i panieri di beni che si collocano su una curva di indifferenza più
lontana dall'origine per il principio di non sazietà danno ai soggetti economici un più elevato senso
di soddisfazione. Ogni curva di indifferenza non può intersecarsi con nessun'altra, se non fosse così
darebbe violato l'assunzione della transitività.
In alcuni casi particolare la forma delle curve di indifferenza può assumere caratteristiche differenti:
Beni perfettamente sostituibili: per il consumatore è di fatto irrilevante la “composizione”
• del paniere, dal momento che, poiché entrambi i beni soddisfano gli stessi bisogni, p
disposto a sostituire un bene con un altro a saggio costante. In questo caso le curve di
indifferenza saranno rette inclinate negativamente e l'inclinazione rifletterà il saggio
marginale di sostituzione costante tra i due beni.
Bene 2 Bene 1
Beni complementari: concorrono insieme alla soddisfazione degli stessi bisogni,
• completandosi a vicenda: essi sono pertanto consumati congiuntamente in proporzioni fisse.
In questo caso le curve di indifferenza saranno rette spezzate ad angolo retto.
Bene 2 Bene 1
Possiamo ora studiare la scelta ottimale del consumatore. Un consumatore razionale si muove lungo
la linea di bilancio e, tra tutte le combinazioni di beni sulla retta di bilancio, sceglie quella che si
colloca sulla curva di indifferenza più distante dagli assi. La scelta ottimale è in corrispondenza
della quale la retta di bilancio è tangente alla curva di indifferenza.
7. LA DOMANDA
Iniziamo con l'analizzare la relazione esistente fra variazioni di reddito e variazioni delle quantità
acquistate. Con riferimento al singolo consumatore è possibile dimostrare che eventuali variazioni
del reddito determinano variazioni nella stessa direzione della quantità acquistata di beni.
Se consideriamo diversi livelli di reddito otterremo dunque diverse soluzioni di equilibrio,
caratterizzate dal fatto che a livelli di reddito più elevati corrisponderanno punti di equilibrio più
distanti dall'origine. Se facciamo passare attraverso questi punti una linea otteniamo la linea
reddito-consumo (linea RC).
Bene 2 c
b
a
RC Bene 1
Partendo dalla linea reddito-consumo si può definire la curva di Engel. Essa pone in relazione la
quantità acquistata di uno dei due beni con il reddito. La curva di Engel è una curva crescente da
sinistra verso destra che pone in relazione diretta la quantità acquistata di un bene con il livello del
reddito, a parità di livello dei prezzi. Curva di engel??
Passiamo ora a esaminare la relazione esistente fra variazioni dei prezzi e variazioni delle qualità
acquistate. Si tratta di una relazione fondamentale perchè su di essa si basa la legge fondamentale
della domanda che pone in relazione inversa prezzo e quantità domandata di un bene.
Eventuali variazioni del prezzo di uno dei due beni, determinano variazioni nella quantità acquistata
di entrambi i beni caratterizzate dal fatto che aumenta la quantità acquistata del bene il cui prezzo si
sia ridotto o diminuisce quella del bene il cui prezzo sia aumentato.
8. TEORIA DELL'IMPRESA
L'offerta è determinata dal comportamento del produttore (l'impresa) e dalle decisioni che egli
prende in vista dei suoi obiettivi, il primo dei quali è la massimizzazione del profitto.
Al fine di raggiungere tale obiettivo l'impresa deve prendere decisioni in merito alla produzione.
Tali decisioni implicano un'analisi sia dei mezzi impiegati nella produzione sia dei costi che la
produzione stessa richiede.
Per produrre e immettere beni sul mercato, l'impresa utilizza i mezzi di produzione, detti fattori
produttivi, che sono solitamente suddivisi in tre grandi categorie: terra, capitale, lavoro.
La funzione di produzione identifica il collegamento che intercorre fra le quantità prodotte e le
quantità impiegate dei fattori produttivi. Consideriamo solamente due fattori, capitale e lavoro, che
indicheremo con K e L.
Esaminiamo quindi il comportamento di un imprenditore che ha deciso di immettere sul mercato un
dato bene.
La funzione Q=f(K,L) misura il legame fra il livello di produzione e la quantità di fattori produttivi
impiegati.
Cominciamo con l'esame della funzione di produzione con variabilità di un solo fattore.
La quantità prodotta aumenta all'aumentare del fattore produttivo variabile, ossia il lavoro L, fermo
restando l'altro fattore produttivo K.
Per esaminare questa relazione dobbiamo introdurre i concetti di:
Prodotto marginale: è l'incremento che registra il prodotto totale quando s'incrementa di
• un'unità il fattore lavoro.
Prodotto medio: misura il livello di produzione per unità di lavoro impiegato.
•
Bisogna ora distinguere tre funzioni di produzione:
1. caratterizzata da andamento costante di produttività marginale
2. con andamento crescente
3. con andamento decrescente.
La variabile indipendente è data dalle ore di lavoro e , man mano che queste aumentano, aumenta
anche la quantità prodotta. È però necessario approfondire l'analisi esaminando l'andamento del
prodotto marginale, ossia il rapporto fra variazione della quantità prodotta e variazione del fattore
produttivo impiegato: Q/ L = Pmg
Esempio tabella.
Ore Q Q L
1 10
2 20 Più 1 Più 10
3 30 Più 1 Più 10
4 40 Più 1 Più 10
5 50 Più 1 Più 10
All'aumentare del lavoro l'andamento del prodotto marginale rimane costante.
Abbiamo quindi una funzione di produzione lineare:
Q L
Costruiamo un'altra relazione sempre fra la quantità prodotta Q e il livello di fattore produttivo
impiegato L.
Ore Q L Q
1 10
2 20 Più 1 Più 10
3 27 Più 1 Più 7
4 32 Più 1 Più 5
5 34 Più 1 Più 2
All'aumentare dell'impiego del fattore produttivo lavoro la quantità prodotta aumenta, ma
l'andamento che assume questa funzione di produzione è molto diverso dall'andamento che
assumeva quella precedente. Può essere una funzione crescente o decrescente.
Ora passiamo ad esaminare le caratteristiche della funzione di produzione con variabilità di due
fattori produttivi, denominata isoquanto, perchè individua tutte le possibili combinazioni di capitale
e lavoro che lasciano invariato il livello di produzione.
Da un punto di vista grafico la curva di isoquanto è costituita dai punti in cui combinazioni
differenti i capitale e lavoro danno luogo a una stessa quantità di bene.
K L
Il rapporto fra la diminuzione di un fattore produttivo e l'aumento dell'altro fattore è definito saggio
marginale di trasformazione, uguale a: SMT = K/ L
9. I COSTI
L'obiettivo di ciascun produttore è quello di massimizzare i profitti, che sono a loro volta pari alla
differenza tra ricavi totali e costi totali.
I costi totali possono essere distinti in costi fissi e costi variabili.
Costi fissi: non variano al variare della quantità prodotta e sono quindi una costante.
• CF Q
Costi variabili: variano con il variare della quantità prodotta.
• CF Q
Il costo variabile parte da zero perchè quando le unità prodotte sono pari a zero non si assume
nessun lavoratore e non si acquistano materie prime, quindi non si sostengono costi variabili.
???
Il costo marginale viene definito dalla variazione di costo sulla variazione della quantità prodotta.
CMG = C/ Q
La funzione di costo marginale avrà quindi un andamento decrescente nel primo tratto e crescente
nel secondo.
Possiamo rappresentare in un unico grafico l'andamento del costo totale addizionando i costi fissi ai
costi variabili.
Costi CV CT
A CF
Quantità prodotta
10. LA CONCORRENZA PERFETTA
Il mercato di concorrenza perfetta è caratterizzato dalla presenza di tantissime imprese che offrono
uno stesso bene e da tantissimi acquirenti. Ogni singola impresa non ha la possibilità di influenzare
il mercato, non può governare il prezzo a cui vendere i propri beni e non può modificare il prezzo di
mercato. L'impresa accetta il prezzo che si determina sul mercato sulla base dell'interazione tra
domanda e offerta nell'industria.
Le caratteristiche della concorrenza perfetta sono:
infinito frazionamento della domanda e dell