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SITUAZIONE COSTI IN C.P. NEL MEDIO/LUNGO PERIODO

Supponiamo di dover scegliere tra tre impianti (α = piccolo / β = medio / δ = grande)

la scelta dipende sulla previsione delle capacità di vendita dell’impresa. L’inviluppo è

la curva di costo medio continua nel medio lungo periodo, questa sale perché

raggiunta una certa soglia intervengono le diseconomie di scala. La curva di CM può

L

essere a costi costanti (meccanica), decrescenti (elettronica) o crescenti (agricolo)

oppure una combinazione dei tre tipi, se il CM decresce all’aumentare della quantità

L

decresce anche il prezzo. Attraverso giuste politiche di abbattimento dei costi si

possono spazzare via dal mercato tutti i concorrenti ottenendo quindi un monopolio

naturale. CONCORRENZA PERFETTA

Numerosità elevata degli offerenti

1. Omogeneità del prodotto (indifferenza consumatore)

2. Libertà in entrata (amministrativa e finanziaria) e in uscita dal mercato

3.

(impedimenti chiusura sindacato).

Queste sono le condizioni di esistenza del mercato di concorrenza perfetta e per

questo motivo nella realtà è impossibile trovarne riscontro, viene

quindi preso come riferimento per paragonare i mercati reali.

L’impresa in concorrenza perfetta è price taker in quanto si adatta

al prezzo ottenuto dall’equilibrio tra domanda e offerta. R p*y

dato il fatto che p è dato allora diviene un’equazione R = p*y

RM = RT/y = p*y /y = p R’ = ∆R / ∆y = p

Nel mercato di concorrenza perfetta perciò si ha che RM = R’ = p

La curva di offerta deriva da C’, il p non deve mai scendere sotto il punto di min del

CM altrimenti si ha una perdita

La curva d’offerta coincide con C’ da E in poi

 Le imprese fanno profitti in base alle curve di costo. Dinamica Concorrenziale

l’abbassamento dei prezzi manda fuori mercato i concorrenti, le imprese si spingono

quindi al max del rischio riducendo al minimo i profitti, da ciò ne traggono profitto i

consumatori. Alcune imprese cercano quindi forme di tutela con l’instaurazione di

livelli minimi di prezzo oppure con sussidi da parte dello Stato.

Nel medio - lungo termine il ragionamento rimane invariato.

 Interviene il meccanismo della mano invisibile che espelle i meno efficienti, calano

i prezzi e diventano potenti i consumatori. Perché questo meccanismo funzioni è

necessario che il mercato sia di libera concorrenza e che si tratti solo di beni privati.

Le imprese sono price taker quantative adjustive in concorrenza perfetta la

variabile dipendente è la quantità

Al variare dei redditi si sposta la curva di domanda così come al cambiare dei gusti.

Le curve di costo variano in base all’efficienza del produttore.

Teorema mano invisibile (A.Smith 1776) : obbliga tutti a dare il massimo a favore

dei consumatori, restano sul mercato solo i migliori è quindi un meccanismo

selezionatore (imprenditori preferiscono il monopolio)

La concorrenza determina nel passare degli anni un vantaggio alle imprese che

hanno lavorato in maniera efficiente nei periodi precedenti ottenendo profitti.

BENESSERE SUL MERCATO

Marshall 1890 consumer surplus dipende dalla configurazione della

curva di domanda, viceversa per il produttore che dipende dalla curva

d’offerta.

W = S + S

ELFARE C P MONOPOLIO

Quali sono le ragioni che tendono a far diventare i mercati concorrenziali monopolistici

? Ragioni endogene (nate da dentro il mercato) : - Utilizzo profitti per abbassare

A.

notevolmente il prezzo e espellere i concorrenti per poi rialzarlo. – Utilizzo del

management strategico per aumentare i clienti. – Ottenimento dal sistema creditizio

condizioni favorevoli oppure chiedere illegalmente di bloccare l’emissione di credito ai

concorrenti. E’ quindi compito dello Stato riportare la situazione ad equilibrio.

Ragioni esogene (fuori) : - Progresso tecnico; adottare macchinari innovativi

B.

permette ai propensi al rischio di scalzare gli altri dal mercato abbattendo i costi.

L’innovazione può essere di prodotto o di processo.

Ragioni legali Copyright e brevetti per un numero di anni (10-20 anni) che

C.

permette all’impresa di essere l’unica a vendere un certo prodotto. Le altre devono

pagare una rotalty per poter utilizzare i brevetti altrimenti nessuna impresa

investirebbe nella ricerca scientifica.

Monopolio Naturale in alcuni settori non c’è spazio per più di un’impresa (es.

D.

sistema ferroviario), per questo i monopoli naturali tendono ad essere gestiti dagli enti

pubblici in modo da evitarne lo sfruttamento.

Evoluzione della domanda : i cambiamenti dei gusti dei consumatori possono

E.

variare grazie alla pubblicità o altri fattori, emerge quindi la prevalenza del valore

figurato molte volte a scapito del valore intrinseco del prodotto (es. Coca Cola).

Il monopolista deve quindi scegliere tra politiche di prezzo o di quantità in funzione

della Max∏ =R-C, esso quindi può essere un price-maker sul mercato.

2

R = ay – by R’ = a – 2by

Essendo la curva di R’ < della domanda il monopolista è costretto per vendere

un’unità in più ad abbassare il prezzo. p=RM (ricavo medio)

La quantità ottimale per il monopolista da produrre allora si presenta nel punto in cui il

R’ = C’ ; l’entità del profitto dipenderà dall’elasticità della domanda, nei settori ad

alta elasticità il monopolio ritorna in situazione di concorrenza perfetta in quanto i

consumatori possono rifiutarsi di acquistare il bene se l’impresa aumenta il prezzo.

Tanto più è elevata l’elasticità tanto più è debole il potere del monopolista.

R’ = ( p – 1/lel) da cui R’= C’ (p – C’)/p = 1 (1/lel)

p-C’ / p viene definito coefficiente di Lerner  misura il grado di monopolio (mark up)

espresso in %, in concorrenza perfetta il mark up è = 0 perché p = C’ = R’. Il mark up

è quindi il reciproco dell’elasticità, un settore con un elevato mark up è per esempio

quello farmaceutico.

Il monopolio non fa bene alla società perché si ha una perdita di benessere

 (dead way loss), nel 1891 viene varato il Sherman act (legge antitrust), in Italia

viene emanata nel 1990 questa legge serve proprio ad impedire la

monopolizzazione dell’economia.

Schumpeter si mostrò invece a favore del monopolio in quanto l’extraprofitto

 viene utilizzato nella ricerca scientifica, se tutti i mercati fossero in concorrenza

perfetta quindi non ci sarebbe innovazione tecnologica e benessere nel lungo

termine; nella realtà è stato infatti permesso dal Garante antitrust un certo

mark up che le imprese non devono superare.

DISCRIMINAZIONE DI PREZZO

1° GRADO = Il monopolista riesce a far pagare a ogni consumatore il suo prezzo di

riserva (nella pratica ciò risulta impossibile) azzerando quindi il surplus dei

consumatori e massimizzando il suo.

2° GRADO = Il monopolista determina prezzi diversi in base alla quantità ordinata /

comprata ( sconti per chi domanda quantità maggiori).

3° GRADO = Prezzi diversi a seconda di categorie diverse di soggetti (qualità

personali).

Tutte queste discriminazioni di prezzi vengono attuate dal monopolista per

massimizzare il profitto.

CONCORERNZA MONOPOLISTICA

Studi nel 1933 da parte di Robinson J. (UK) e Chamberlin E. (USA) sulla differenziazione del

prodotto.

Gli studi dimostrarono come la campagna pubblicitaria portasse a una fidelizzazione della

clientela (customer loyalty), ciò permetteva di vendere lo stesso prodotto con le stesse

proprietà dei concorrenti a prezzi diversi (maggiori). I consumatori necessitano della

differenziazione per identificare parte della propria personalità a patto che l’impresa non

esageri nello sfruttare questo gusto, in questo mercato quindi ogni impresa ha nel suo

segmento un potere monopolistico limitato. Nel breve periodo l’impresa è quindi in una

situazione di monopolio mentre nel lungo periodo essendo attaccata dalle concorrenti tende

alla concorrenza perfetta, in questa situazione però il CM è più alto e ciò determina una

perdita di benessere per i consumatori che rinunciano pur di differenziarsi. Questa tipologia di

mercato è quella più diffusa nella realtà.

OLIGOPOLIO

Questa struttura di mercato presenta pochi grandi impresa (oligo = pochi), ciò crea fra loro

interdipendenza in quanto le azioni di un’impresa incidono sulle decisione delle altre. Questi

mercati sono caratterizzati da forte instabilità; si ricorre spesso allo spionaggio industriale per

prevedere le mosse del concorrente, ciò crea una situazine aleatoria (rischio) dove alcune

imprese mandano segnali falsi per trarre in inganno i concorrenti spingendoli all’errore.

TEORIA DEI GIOCHI

Inventata alla fine del 1700 (Illuminismo) applicata alla strategia militare in economia nasce

nel 1944.

Il matematico ungherese Von Neumann e l’economista tedesco Morgenstern individuarono

due categorie di giochi :

A SOMMA NULLA dove la somma dei pay-off è uguale a 0 (ciò che viene perso da A

 viene guadagnato da B)

A SOMMA VARIABILE dove la somma dei pay-off può essere > o < di 0 ( tutti possono

 vincere o perdere)

I due ideatori proposero un teorema di risoluzione per i giochi a somma nulla.

J. Nash tra il 1951-52 riuscì a proporre un equilibrio in alcuni casi particolari per i giochi a

somma variabile (in economia la maggior parte sono variabili in quanto la posta non è fissa e

non esiste sempre una soluzione).

Vennero proposte quindi altre distinzioni fra i vari giochi :

INFORMAZIONE COMPLETA tutti sono a conoscenza di tutte le informazioni

 possedute dagli altri

INFORMAZIONE INCOMPLETA asimmetria informativa delle parti

• GIOCHI SIMULTANEI due o più decidono contemporaneamente la mossa

• GIOCHI SEQUENZIALI le mosse sono alternate e in momenti diversi

GIOCO DELLA FIDUCIA COOPERARE

CONTRATTARE B

A NON COOPERARE

NON CONTRATTARE (0;0)

Gioco basico della fiducia è un gioco a somma variabile e sequenziale, se B coopera e non si

approfitta della fiducia di A i pay-off sono 1:1 quindi entrambi giovano dallo scambio.

DILEMMA DEL PRIGIONIERO CONFESSA NON CO

CONFESSA 10;10 0;2

NON CONFESSA 20;0 2;

Ideato nel 1950 questo gioco dimostra come se i due delinquenti decidessero la strategia

dominante per stare dalla parte del sicuro (min-max) la soluzione razionale secondo il

teorema dei

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
15 pagine
4 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher paolo.imola93 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Microeconomia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Zamagni Stefano.