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Costi medi in relazione all'innovazione
Cme = costi medi prima dell'innovazione dei processi produttivi
Cme' = costi medi successivamente all'innovazione dei processi produttivi
I costi medi con l'innovazione dei processi produttivi si abbassano perché l'innovazione permette di diminuire i costi aumentando le unità prodotte. Quindi i costi totali (inferiori di prima) vengono ripartiti su più unità di prodotti.
Costi marginali in relazione all'innovazione
Cma = costi marginali prima dell'innovazione dei processi produttivi
Cma' = costi marginali successivamente all'innovazione dei processi produttivi
Il ragionamento è lo stesso dei costi medi perché aumentando la produttività dei fattori è possibile produrre più unità aggiuntive aumentando l'impiego dei fattori.
Economie di apprendimento/ di scala dinamiche. Un impatto positivo sui costi simile a...
quello del progresso tecnologico è esercitato dall'esperienza produttiva che nel tempo rende l'impresa più efficiente. Nel tempo gli errori e gli scarti si riducono grazie al migliore apprendimento delle tecniche di produzione. Quando nell'impresa è in atto un processo di accumulo di esperienze che, nel tempo, abbassa progressivamente i costi medi, l'impresa beneficia di questo tipo di economie. Economie di scopo Nella maggior parte dei casi si ha a che fare con imprese che producono beni diversi. Ciò che rende conveniente la produzione di una moltitudine di prodotti sono le economie di scopo, cioè la possibilità di abbattere i costi unitari di produzione di ciascun prodotto della gamma grazie alla produzione congiunta di altri prodotti. Le cause di tali economie possono essere molteplici: un macchinario che produce diversi prodotti, l'utilizzo degli scarti, l'uso dell'informazione, la conoscenza approfondita di un.mercato.Un ultimo esempio di economie di scopo è la possibilità che hanno le imprese multiprodotto di compensare eventuali andamenti sfavorevoli di alcuni beni con congiunture positive della domanda di altri beni. Tuttavia le economie di scopo non sono incompatibili con le economie di scala, anzi spesso le grandi imprese allargano la produzione dei singoli beni in stabilimenti specializzati per conseguire economie di scala o di apprendimento.
Relazione tra costi marginali e costi variabili
Si può dire che i costi variabili si formino in conseguenza ai costi marginali perché prendendo in considerazione un'impresa che opera nel breve periodo e che quindi può modificare solo i fattori variabili si può dire che il costo marginale sia dato solo dalla modifica dei costi variabili, quindi ciascun incremento unitario dell'output comporta variazioni dei costi date dai costi marginali.
Cma Le aree tratteggiate rappresentano i costi marginali associati
alle singole unità di Cma bene, se l'impresa producesse una sola unità il costo marginale e i costi variabili dell'impresa si eguaglierebbero
Producendo più unità i costi variabili si ottengono sommando i costi marginali di ogni unità, per questo possiamo dire che i costi variabili dell'impresa sono la somma di tutti i costi marginali, quindi l'area sottesa alla curva del costo marginale rappresenta i costi variabili dell'impresa
Relazione tra i costi marginali e i costi variabili medi
Siccome i costi variabili sono la somma dei costi marginali dell'impresa e i costi variabili medi sono i costi variabili divisi CVme * q= CV. per la quantità prodotta si può dire che:
Il valore del costo variabile medio multiplicato per la quantità rappresenta il costo variabile, l'area colorata del grafico rappresenta i costi variabili dell'impresa ed è uguale all'area sottesa alla
curva di costo marginaleNel mercato di concorrenza perfetta non c'è rivalità tra le imprese, in questo mercato le imprese in modo del tutto indipendente perché sono consapevoli di non poter alterare gli equilibri del mercato.
Il mercato di concorrenza perfetta di fatto nel mondo reale non esiste, infatti si basa su 4 ipotesi molto difficili da realizzare nella realtà che sono:
- Grande numero di imprese e di consumatori: siccome ci sono molte imprese nessuna può avere un vasto controllo sull'offerta di mercato e allo stesso modo siccome ci sono molti consumatori nessuno può avere grandi influenze sulla domanda di mercato.
- Prodotto omogeneo: in questo tipo di mercato tutti i prodotti sono identici (questa è la prima caratteristica per cui la concorrenza perfetta è un mercato utopistico), questa omogeneità dei prodotti impedisce alle imprese di alzare il prezzo rispetto ai suoi concorrenti perché i consumatori percepiscono il prodotto come sostituibile.
- Trasparenza delle informazioni: in un mercato di concorrenza perfetta tutte le informazioni sono disponibili a tutti i partecipanti, quindi non ci sono asimmetrie informative che possano favorire alcune imprese rispetto ad altre.
- Libera entrata e uscita dal mercato: in un mercato di concorrenza perfetta non ci sono barriere all'ingresso o all'uscita delle imprese, quindi qualsiasi impresa può entrare o uscire dal mercato senza ostacoli.
Un prodotto identico si orientano verso quello con il prezzo più basso. Non è necessario che i prodotti siano identici, è sufficiente che il consumatore non attribuisca nessuna importanza alle eventuali differenze.
Perfetta mobilità dei fattori. Questa ipotesi fa sì che le imprese possano raggiungere lo stesso livello di efficienza e che abbiano gli stessi costi. Grazie a questa caratteristica nel mercato di concorrenza perfetta si ha libertà di entrata e di uscita per le nuove imprese, questo perché trascorso il periodo necessario per impiantare la produzione potranno avere accesso nel mercato senza preoccuparsi di dover mantenere i costi bassi o un prezzo competitivo per i loro prodotti.
Conoscenza perfetta. I consumatori devono conoscere tutte le imprese che vendono il prodotto e tutte le caratteristiche del bene o del servizio che offrono e le imprese devono essere consapevoli di trovarsi all'interno di un mercato con queste caratteristiche.
Prodotto
è la differenza tra i ricavi e i costi totali in un dato periodo di tempo. I ricavi sono il prodotto tra il prezzo di vendita e la quantità di bene venduta, mentre i costi si formano lungo un dato periodo di tempo e costituiscono un flusso.
Se l'impresa opera in un mercato di concorrenza perfetta, accetta un prezzo che viene determinato esternamente. Dal punto di vista dell'impresa, il prezzo è esogeno (nasce da fuori) e non è in relazione con la quantità di prodotto offerta.
I costi opportunità devono essere considerati per valutare i mancati guadagni che l'imprenditore avrebbe potuto realizzare svolgendo l'attività più lucrativa tra le alternative. Ad esempio, nel breve periodo potrebbe essere una nuova offerta di lavoro.
Nel lungo periodo, però, le cose cambiano perché potrebbero aggiungersi nuovi costi opportunità che potrebbero convenire all'imprenditore.
Considerarlo. Esempio (nel lungo periodo) l'impresa possiede un terreno e lo mette in affitto. Il profitto è ottenuto dalla differenza tra ricavi e costi e in quest'ultimi si tiene conto anche del costo opportunità, se si calcolano i costi totali tenendo conto del costo opportunità e il valore economico risultante è maggiore di 0 allora all'imprenditore conviene non considerare il costo opportunità.
Massimizzazione dei profitti. In generale, l'idea che l'impresa cerchi di massimizzare il profitto è molto ragionevole ed è largamente accettata nella teoria microeconomica. La massimizzazione del profitto può essere compatibile con obiettivi alternativi delle imprese di produzione, negarla può infatti significare implicitamente negare la sostenibilità nel lungo periodo di comportamenti alternativi. Imprese con profitti elevati accumulano risorse per nuovi investimenti, inoltre nei loro confronti le banche sono.
più propense a concedere prestiti per finanziarne la crescita dimensionale. Bisogna tenere presente che scarsi profitti portano a basse quotazioni in borsa, per questo motivo sia azionisti che manager sono propensi a massimizzare i profitti nell'impresa di appartenenza. Nonostante le considerazioni a sostegno dell'ipotesi di massimizzazione, è necessario tenere presente che essa non può descrivere i comportamenti di tutte le imprese. Nella società odierna esistono infatti enti no profit che non hanno obiettivi di guadagno, come ad esempio lo stato, che è considerato un'impresa e offre beni e servizi pubblici avendo come obiettivo la parità di bilancio (entrate uguali alle uscite). Offerta nel breve periodo è la quantità che all'impresa è più conveniente produrre. Nella concorrenza perfetta l'impresa assume un ruolo di price taker quindi non può decidere il prezzo dei suoi prodotti perché essoè determinato esternamente. Ricordiamo che nel breve periodo i costi marginali dell’impresa sono crescenti, ma nella concorrenza perfetta la curva del costo marginale indica l’o erta dell’impresa a ogni livello di prezzo.
Come si può vedere dal gra co i punti di incontro tra la quantità venduta e il prezzo si intersecano con la curva del costo marginale. La curva dell’o erta del mercato invece si trova sommando tutte le o erte individuali delle imprese presenti sul mercato.
Equilibrio di mercato: In un qualsiasi mercato si raggiunge l’equilibrio quando la domanda e l’o erta di beni si incontrano. In un mercato nel quale sono presenti molte imprese e molti consumatori, nessun soggetto ha il potere di condizionare il punto di equilibrio del mercato. Se il prezzo fosse superiore, ci sarebbe un eccesso di o erta.
dell'offerta rispetto alla domanda e se il prezzo fosse inferiore ci sarebbe un eccesso di domanda rispetto all'offerta.
Prezzo sale = i consumatori acquistano quantità inferiori di beni.
Domanda Prezzo scende = i consumatori acquistano quantità maggiori di beni.
Prezzo sale = le imprese producono più prodotti perché a parità di costi, se i prezzi si alzano, hanno un profitto maggiore.
Offerta Prezzo scende = le imprese producono meno prodotti perché a parità di costi, se i prezzi si abbassano, hanno un profitto minore.
Nel mercato di concorrenza perfetta, le imprese e i consumatori anticipano eventuali squilibri del mercato e assumono sin da subito un comportamento "di equilibrio", quindi l'equilibrio del mercato viene raggiunto istantaneamente.
La quantità prodotta nel punto E è quindi quella ottimale. Considerando la relazione tra l'offerta e il costo marginale si può constatare che conv...