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ELASTICITÀ INCROCIATA DELLA DOMANDA
Misura la sensibilità della domanda di un bene rispetto a variazione dei prezzi di altri beni e viene utilizzata per valutare se due beni sono sostituti o complementari. Sono sostituti se l'elasticità è positiva (aumenta il prezzo del tè aumenta la quantità di caffè acquistata) e negativa nel caso dei beni complementari (aumenta il prezzo della benzina diminuirà il numero di automobili acquistate).
PRODUZIONE, COSTI, RICAVI, PROFITTI
Il produttore impiega nel processo produttivo fattori produttivi (input) cioè lavoro e capitale (impianti, macchinari, attrezzature) per produrre una certa quantità di prodotto (output). La relazione che lega i fattori produttivi con la massima quantità di prodotto ottenibile si chiama funzione di produzione q = q(K, L).
Il produttore se vuole aumentare la produzione in tempi brevi potrà farlo solo aumentando il fattore lavoro (è
difficile modificare il capitale in tempi brevi). Da cui possiamo distinguere fattori produttivi fissi (che non possono essere modificati in un breve periodo) e variabili (che possono essere modificati a prescindere dall'arco temporale). Se consideriamo il lavoro il fattore variabile, la funzione di produzione sarà q = q(L). Il GRAFICO 24 ci fa capire quale è la quantità di prodotto ottenibile con una certa quantità di lavoro (dato per fisso il capitale). Questo grafico ci fa capire due importanti concetti: il prodotto medio e il prodotto marginale. GRAFICO 25 Il prodotto medio (PME) può essere definito come il rapporto tra l'output e l'input: PME = q(L) / L. Il prodotto marginale è l'aumento di output che si ottiene aumentando l'input di un'unità: PMG = dq(L) / dL. LEGGE DELLA PRODUTTIVITÀ MARGINALE DECRESCENTE Quando vengono impiegate quantità del fattore variabile crescente, mentre il fattore fisso non aumenta.si alza. Quando il prodotto marginale è inferiore alla produttività media, la produttività media diminuisce.aumenterà e viceversa.. Nel lungo periodo entrambi i fattori sono variabili q=q(L,K) si può quindi fissare un livello di output desiderato e cercare tutte le combinazioni di input che permettono di ottenerlo. Tutte queste combinazioni prendono il nome di isoquanto (tutte le combinazioni di input che permettono di ottenere lo stesso livello di output). L'isoquanto ha le stesse caratteristiche della curva di indifferenza (è decrescente, due isoquanti non si intersecano, è convesso perché (GRAFICO26) in b la quantità di capitale necessaria per compensare la riduzione oraria di lavoro è minore di quella che si avrebbe in a) Il saggio tecnico di sostituzione (STS) ci dice di quanto deve aumentare il capitale in caso di una riduzione unitaria di lavoro se si vuole mantenere costante la produzione di output STS = dK/dL = PMG / PMGl K
Costi
Costi fissi costi che non variano al variare della quantità prodotta (sono rappresentati da una retta)
orizzontale ( affitto di un capannone)
Costi variabili variano al variare dell'output ( costo delle materie prime) ela sua forma dipende dalla legge della produttività marginale decrescente , quando il fattore variabile è poco utilizzato il costo aumenta meno che proporzionalmente ma quando si verifica la legge della produttività marginale decrescente le unità aggiuntive di lavoro fanno aumentare sempre meno l'output
Costi totali somma dei costi fissi e variabili
GRAFICO 27
Costo medio è il costo per unità di produzione ( cme)
Cme = Ct/q
Costo marginale è l'incremento di costo che si ottiene quando si vuole produrre un' unità in più
Cmg = Δct / Δq
il costo marginale prima descresce perché unità aggiuntive di output costano meno delle precedenti, dopo un certo livello di produzione si manifesta la legge della produttività marginale decrescente e il cmg cresce al crescere della
quantità prodotta: in quanto c'è bisogno di più lavoro per aumentare la produzione (GRAFICO 28)
La forma del costo medio dipende dal costo marginale. Se il CMG è minore del costo medio ogni unità aggiuntiva costa meno della media che quindi si abbassa, finché il cmg sta al di sotto del medio questo decresce e viceversa (es dei voti universitari)
COSTI DI LUNGO PERIODO
Il costo totale di produzione può essere rappresentato graficamente da una retta di isocosto CT = wL+ rK dove w e r sono i prezzi del lavoro e del capitale, l'isocosto può essere riscritto in termini di equazione K= (-w/r) L + Ct /r dove w/r rappresenta la pendenza (GRAFICO 29). Dato un insieme di isocosti, il produttore, una volta scelto il livello di produzione desiderato q dovrà cercare di scegliere la combinazione di fattori produttivi k e l in grado di minimizzare i costi. La combinazione ottimale è rappresentata da un punto di tangenza tra una retta
di isocosto e un isoquanto. Nel punto di tangenza si ha: Sts = - w/l oppure pmg /pmg = -w/ll kd a cui si ha pmg /w produttività marginale ponderata del lavoro / pmg /r produttività marginale ponderata del capitale, quindi la scelta ottima dei fattori produttivi dato un certo livello di output è data dall'uguaglianza tra le produttività marginali ponderate. Nel lungo periodo tutti i fattori produttivi sono variabili, per cui se l'imprenditore decidesse di aumentare i fattori produttivi nella stessa proporzione, cosa accadrebbe alla produzione? Possiamo distinguere tre casi: 1. Rendimenti di scala costanti. L'aumento degli input produce lo stesso incremento di output. 2. Rendimenti di scala crescenti. L'aumento degli input produce un aumento più che proporzionale di output. 3. Rendimenti di scala decrescenti. L'aumento degli input produce un aumento meno che proporzionale di output. Il concetto di rendimenti di scala è collegato aQuello di Economie discala. Un impresa gode di economia di scala quando i costi medi di produzione decrescono all'aumentare della quantità prodotta; se un impresa ha rendimenti di scala crescenti gode anche di economie di scala perché è in grado di aumentare l'output più che proporzionalmente e quindi il costo medio (ct/q) decresce.
Due casi di economie di scala:
- Principio del contenitore: qualsiasi bene capitale usato come contenitore. Più è grande, meno è costoso. Il costo dipende dal rapporto tra la superfice ma il volume permette di contenere un maggior prodotto. Se aumentano le dimensioni del contenitore, il volume aumenta più della superfice e ciò permette di ridurre i costi.
- Economie di varietà o di scopo: quando un impresa è in grado di produrre più prodotti dividendoi costi comuni. In tal modo ogni prodotto viene realizzato a un costo minore di quello sostenuto da un impresa monoprodotto.
COSTI MEDI DI LUNGO
PERIODO. Il costo medio di lungo periodo è strettamente collegato alle economie di scala. All'inizio il costo decresce in quanto sono presenti economie di scala, dopo un certo livello di output le economie vengono sfruttate e la curva diventa una retta orizzontale, poi l'impresa inizia a diventare talmente grande che le economie di scala si trasformano in diseconomie (cioè il costo aumenta all'aumentare della produzione).
GRAFICO 30
RELAZIONE TRA COSTI MEDI DI BREVE E LUNGO PERIODO
Nel lungo periodo un'impresa può considerare di variare il fattore il cui ammontare è fisso nel breve periodo e ottenere così per ogni livello di tale fattore la corrispondente curva di costo medio di breve periodo. La curva di costo medio di lungo periodo rappresenta l'inviluppo inferiore delle curve di costo medio di breve periodo (GRAFICO 31).
RICAVI
Distinguiamo tre tipi di ricavi:
Ricavo totale è il ricavo dato dalla vendita dell'output Rt =
Il ricavo medio è il ricavo dato dai ricavi complessivi diviso la quantità venduta Rme = Rt/q quindi pq/q cioè p il ricavo medio coincide col prezzo.
Ricavo marginale è l'incremento di ricavo totale che si ottiene quando l'impresa vende un'unità in più Rmg = ΔRt/Δq.
L'andamento di questi tre ricavi varia in base alla quantità prodotta e differisce a seconda che l'impresa non sia in grado di influenzare il prezzo di mercato oppure si.
Nel primo caso l'impresa è price taker cioè è così piccola rispetto al numero di imprese presenti nel mercato che non può decidere il prezzo di vendita quindi la sua domanda sarà una retta orizzontale (GRAFICO32) in corrispondenza del prezzo di vendita che come sappiamo coincide con il ricavo medio e anche col il ricavo marginale perché quando l'impresa vende un'unità in più la deve vendere a un prezzo costante per cui i.
ricavi aumenteranno di un ammontare pari al prezzo quindi p=Rme=Rmg Nel secondo caso (cioè quando l'impresa è price maker cioè influenza il prezzo) la sua curva di domanda sarà non più orizzontale ma decrescente perché l'impresa per vendere un unità in più lo potrà fare solo se abbasserà il prezzo (legge della domanda). Il prezzo continua ad essere uguale al ricavo medio, ma il ricavo marginale invece sarà inferiore al prezzo (e può essere anche negativo). Perché?? Spieghiamolo con un esempio: il prezzo di vendita è 7 euro. A questo prezzo viene venduto un output pari a 2, il suo ricavo totale sarà 14. Se l'impresa vuole vendere un'unità in più dovrà