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I COSTI

Il costo totale per la produzione dei vari livelli di output è il costo di tutti i fattori produttivi impiegati. I costi fissi (FC) sono quei costi che non variano con il livello di output. I costi variabili (VC) sono quei costi che nel breve periodo variano con il livello di output e insieme ai costi fissi formano il costo totale (TC). Il costo medio fisso (AFC) è il rapporto tra il costo fisso e la quantità di input mentre il costo medio variabile (AVC) è il rapporto tra costo variabile e quantità di output. Il costo medio totale (ATC) è il rapporto tra costo totale e output mentre il costo marginale (MC) è la variazione del costo totale che deriva dalla produzione di un'unità addizionale di output. L'allocazione della produzione tra due processi produttivi Come si sceglie la quantità del livello di produzione da allocare tra diversi processi produttivi? I valori di produzione sono quelli che in

corrispondenza degli stessi hanno costi marginali uguali i due fattori produttivi.

Esiste una relazione tra MP, AP, MC e AVC e consiste nel fatto che il valore minimo del costo marginale corrisponde al valore massimo del prodotto marginale.

I costi nel lungo periodo. Essendo variabili tutti gli input nel lungo periodo si possono scegliere la combinazione di input che si preferisce, seguendo comunque un processo logico.

L'obiettivo di un imprenditore è ottenere la massima quantità possibile di output da dato da un determinato livello di spesa per gli input.

L'isocosto è uno strumento che ci permette di osservare le diverse combinazioni di input che comportano lo stesso costo; il processo per identificare l'output massimo ottenibile a un determinato livello di costo è simile alla scelta del miglior paniere per il consumatore.

Un'impresa che vuole produrre il massimo livello di output compatibile con un dato livello di costo selezionerà

La combinazione di input in corrispondenza della quale l'isocosto è tangente a un isoquanto.

Rapporto tra scelta ottimale dei fattori e costi di lungo periodo

Se il periodo di aggiustamento è sufficientemente lungo, l'impresa può acquistare la combinazione di input che minimizza i costi in corrispondenza di determinati livelli del prodotto e dei prezzi relativi.

Il sentiero di espansione dell'output mostra l'insieme di tutte le combinazioni di fattori che minimizzano i costi per un dato rapporto tra i prezzi degli input.

CAPITOLO 11

LA CONCORRENZA PERFETTA

Le quattro condizioni della concorrenza perfetta

  1. In concorrenza perfetta il bene venduto da un'impresa è un sostituto dei beni venduti da tutte le altre (condizione che non si verifica mai).
  2. Ogni impresa crede di non poter influenzare il prezzo di mercato facendo variare la propria produzione, questa condizione si verifica quando il mercato è servito da molte imprese.
ognuna produce unafrazione irrilevante dell'output totale del settore.
  1. I fattori produttivi devono essere perfettamente mobili e ciò implica anche che un'impresa se percepisce un'occasione favorevole in un certo momento deve poter essere sempre in grado di disporre dei fattori produttivi necessari per approfittarne.
  2. Le imprese e i consumatori dispongono di informazione perfetta, o almeno di avere la possibilità di acquisire la maggior parte delle informazioni rilevanti senza difficoltà.
La massimizzazione del profitto nel breve periodo Il punto di massimo profitto può essere caratterizzato mediante una relazione tra prezzo del prodotto e costo marginale di breve periodo. Il prezzo dell'output rappresenta anche il ricavo marginale; ciò è vero solo in concorrenza perfetta perché il prezzo del prodotto e il ricavo marginale non coincidono per un monopolista ecc.. Ricavo marginale = variazione del ricavo totale che siverifica quando varia di un'unità la quantità venduta. Se l'impresa vuole massimizzare il profitto deve fare in modo che il ricavo marginale sia compensato esattamente dal costo di produrre un'unità di output aggiuntiva, cioè dal costo marginale. Il prezzo deve essere maggiore della curva AVC perché sennò sarebbe meglio per l'impresa non produrre nulla nel breve periodo. Se il ricavo medio è inferiore al costo medio variabile l'impresa sostiene una perdita per ogni unità di prodotto venduta e il ricavo totale dell'impresa sarà minore del costo variabile totale e l'impresa si troverebbe in una condizione di produzione nulla (meglio non produrre nel breve periodo). Condizione di produzione nulla = se il prezzo scende sotto il minimo del costo medio variabile nel breve periodo all'impresa conviene interrompere la produzione. La curva di offerta di mercato di breve periodo in

concorrenza perfetta

La curva di offerta di mercato di breve periodo si ottiene fissando un prezzo e sommando le quantità che ogni impresa desidera offrire a quel prezzo, ottenendo l'offerta dell'industria.

L'equilibrio di breve periodo in concorrenza perfetta

La singola impresa in concorrenza perfetta deve scegliere il livello di output che le consente di massimizzare il profitto da un certo prezzo.

L'intersezione tra le curve di domanda e offerta di breve periodo determina il prezzo di equilibrio di breve periodo.

La curva di domanda per l'impresa è una retta orizzontale che passa in P=20 e considerando il prezzo di equilibrio come quello in cui l'impresa massimizza il profitto economico producendo la quantità di equilibrio, realizza un profitto di 640 €.

L'efficienza dell'equilibrio di breve periodo in concorrenza perfetta

Una delle caratteristiche positive dei mercati in concorrenza perfetta è che garantiscono

l’efficienza allocativa, ovvero che gli agenti economici sfruttano completamente le possibilità di guadagno offerte dallo scambio. Nel breve periodo i consumatori danno denaro alle imprese che lo usano per acquistare i fattori variabili necessari a produrre l’output che va agli stessi consumatori. Affermare che l’equilibrio concorrenziale non lascia spazio ad altri scambi è come dire che non esiste la possibilità che consumatori e produttori si accordino per effettuare una transazione privata a un prezzo diverso. Il surplus del produttore è la misura del beneficio che l’impresa ricava dall’avere offerto la quantità di output che massimizza il suo profitto. Nel breve periodo è maggiore del profitto economico perché un’impresa a cui fosse impedito di entrare nel mercato sosterrebbe perdite di entità superiori al profitto economico. Gli aggiustamenti nel lungo periodo: l’obiettivo

Il obiettivo dell'impresa nel lungo e breve periodo è di realizzare un profitto economico il più elevato possibile. Nel lungo periodo un'impresa che non riuscisse a guadagnare un profitto normale dovrebbe uscire dal mercato o aggiustare la sua dotazione di capitale. L'entrata di nuove imprese nel mercato provoca uno spostamento verso destra dell'offerta, riducendo il prezzo di equilibrio e facendo ridurre alle imprese la loro dotazione di capitale generando nuove curve di costo di breve periodo. Fino a quando il prezzo è superiore al valore minimo del costo medio di breve periodo i profitti economici sono positivi e continuano a sussistere incentivando l'entrata di nuove imprese. Se si parte da una situazione in cui il prezzo è maggiore del prezzo di equilibrio, entrano nuove imprese fino a quando il livello di output di ogni impresa che massimizza il profitto è uguale a quello di equilibrio e di conseguenza il profitto è nullo per tutte le imprese.

La curva di offerta di lungo periodo in concorrenza perfetta Quando le imprese possono liberamente entrare e uscire dal mercato, il prezzo non può essere diverso, nel lungo periodo, dal punto di minimo della curva LAC (costo medio di lungo periodo). Se il prezzo degli input non si modifica a seguito di variazioni dell'output dell'industria, la curva di offerta di lungo periodo è Sl, una retta orizzontale uguale al punto di minimo di LAC. Curva di offerta di mercato con curve di costo medio di lungo periodo orizzontali Nel caso di curve LAC orizzontali non c'è un unico punto di minimo: poiché LAC assume lo stesso valore per qualsiasi livello di output, la soluzione è indeterminata e a differenza del caso precedente non possiamo predire la distribuzione dimensionale delle imprese. L'unica cosa che possiamo affermare con sicurezza è che il prezzo di lungo periodo tenderà a gravitare intorno al valore di LAC. Effetto di unavariazione del prezzo degli input sull'offerta di lungo periodo Quando il prezzo dei fattori aumenta con l'espandersi della produzione, la curva LAC di ogni impresa si sposta verso l'alto all'aumentare della produzione dell'intera industria. Così la curva LAC dell'impresa, quando l'output dell'industria è Q2, si trova al di sopra della curva LAC corrispondente a una produzione complessiva pari a Q1. Le imprese continueranno a produrre un livello di output che tende ai punti di minimo delle curve LAC ma poiché il valore di minimo costo dipende dalla produzione del settore, la curva di offerta dell'industria nel lungo periodo (Sl) risulta inclinata positivamente. L'elasticità dell'offerta L'elasticità dell'offerta rispetto al prezzo è la variazione percentuale della quantità offerta che si verifica a seguito di una variazione pari all'1% nel prezzo del prodotto.

La legge dei rendimenti decrescenti l'offerta di breve periodo in concorrenza perfetta è sempre inclinata positivamente e quindi l'elasticità è sempre positiva. Le industrie che hanno una curva di offerta di lungo periodo orizzontale, l'elasticità è infinita e si può espandere la produzione all'infinito senza variazioni nel prezzo.

CAPITOLO 12: IL MONOPOLIO

Il monopolio è una forma di mercato in cui un unico venditore offre un prodotto per il quale non esistono stretti sostituti. La differenza essenziale tra monopolio e concorrenza perfetta è data dall'elasticità rispetto al prezzo della domanda di ciascuna impresa. Se l'impresa aumenta di poco il prezzo non vende più nulla, mentre il monopolista riesce a controllare in larga misura il prezzo del proprio prodotto.

Le cinque cause del monopolio:

  1. Controllo esclusivo di input fondamentali
  2. Economie di scala = se la curva di costo medio di

Il lungo periodo è decrescente il modo.

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
20 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Filo667 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Microeconomia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Parma o del prof Landini Fabio.