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ΔQ/Q
ε = = ΔQ/Q ·P/ΔP = ΔQ/ΔP·P/Q
ΔP/P
poiché ΔQ/ΔP è la pendenza della curva di domanda
1 P
ε = ·
pendenza Q
Nel caso della funzione di domanda lineare:
– nell'intercetta orizzontale l'elasticità è nulla
P = 0, ε = -1/b·0 = 0
– nell'intercetta verticale l'elasticità è infinita
Q = 0, ε = -1/b· a/0 = ∞
– nel punto medio della funzione l'elasticità è unitaria: RT=ST si massimizzano in tale
punto
P = a/2 e Q = a/2b, ε = 1
grafico
Il produttore vende ad un prezzo P = a/2 e ottiene un certo ricavo totale.
RT = P·Q = a/2·a/2b = a²/2b
Se il prezzo P' > a/2: sta aumentando il prezzo in presenza di domanda elastica, quindi i
ricavi totali diminuiscono.
Se il prezzo P' < a/2: sta diminuendo il prezzo in presenza di domanda anelastica, quindi i
ricavi totali diminuiscono.
I ricavi totali sono massimi nel punto medio della curva di domanda.
Casi estremi di curva di domanda:
1. domanda perfettamente anelastica
: la quantità domandata non varia, qualsiasi sia la
variazione del prezzo (domanda verticale)
2. domanda perfettamente elastica
: basta aumentare di poco il prezzo che la quantità
domandata crolla a zero; i consumatori sono, dunque, estremamente sensibili alla
variazione di prezzo. Lo stesso accade se il prezzo diminuisce di poco, per cui si
presuppone che il prezzo di partenza sia il prezzo più basso possibile per poter
coprire tutti i costi dell'impresa.
Elasticità e derivate
Per variazioni molto piccole ( Δ 0 ), l'elasticità può essere definita come la derivata di
→
Q rispetto a P:
= dQ/dP
ε
Domanda a ramo di iperbole equilatera: domanda Cobb-Douglas
Forma inversa Q = a/P
Forma diretta P = a/Q
Poiché a = P·Q allora ST = RT = a, quindi la spesa totale e i ricavi totali sono sempre
costanti e pari ad a: il produttore non è sensibile al prezzo. L'elasticità in ogni punto è
unitaria: ogni variazione del prezzo viene compensata da una variazione della quantità
domandata.
Elasticità dell'offerta al prezzo
Def. L'ELASTICITÀ DELL'OFFERTA AL PREZZO esprime la variazione percentuale
della quantità offerta in risposta alla variazione percentuale del prezzo.
ε
s = |ΔQs%|/|ΔPs%|
L'elasticità dell'offerta al prezzo è sempre positiva, infatti, per la legge dell'offerta, ad ogni
variazione positiva del prezzo P corrisponde una variazione positiva della quantità Q, così
come, ad ogni variazione negativa del prezzo P corrisponde una variazione negativa della
quantità Q. ε
A seconda del valore di s si distingue:
ε
– elasticità unitaria se s = 1
ε
offerta elastica se s > 1
– ε
offerta anelastica se s < 1
–
Elasticità della domanda al reddito
Def. L'ELASTICITÀ DELLA DOMANDA AL REDDITO esprima la variazione
percentuale della quantità domandata in risposta ad una variazione percentuale del reddito.
ε =ΔQ%/ΔM%
M
Si distinguono: ε
– beni normali : > O, ad ogni aumento del reddito, aumenta anche la quantità
M
domandata ε
beni inferiori : > O, ad ogni aumento del reddito, diminuisce la quantità
– M
domandata
ε
Quando = O : una qualsiasi variazione del reddito non ha nessun effetto sulla quantità
M
domandata,; si dice che i consumatori non sono sensibili a variazioni del reddito.
Nel caso di beni normali, bisogna distingue tra:
ε
– beni di prima necessità
: 0 < < 1, la reazione in termini di quantità all'aumento
M
del reddito è bassa
ε
beni di lusso
: > 1, la reazione in termini di quantità all'aumento del reddito è alta
– M
Curva di Engel
Def. La CURVA DI ENGEL esprime la relazione tra reddito M e quantità domandata Q a
parità di altre condizioni.
Beni normali Beni inferiori
Elasticità incroociata
Def. L'ELASTICITÀ INCROCIATA della quantità di un bene al prezzo di un altro bene,
esprime la variazione percentuale della quantità domandata di un bene in risposta alla
variazione percentuale del prezzo di un altro bene.
ε = ΔQ%/ΔPy%
x¸p
y
ε
Beni non collegati: = 0, la quantità del bene x non reagisce alla variazione di prezzo
x¸p y
del bene y ε
Beni sostituti: > 0, se il prezzo del bene y aumenta, allora la quantità domandata del
x¸p
y
bene y diminuisce, per cui aumenta la quantità domandata del bene x
ε
Beni complementi: < 0, se il prezzo del bene y aumenta, allora la quantità domandata
x¸p
y
del bene y diminuisce, per cui diminuisce anche la quantità domandata del bene x
PARTE 2: IL PROCESSO DECISIONALE ECONOMICO
Scelta ottima del consumatore
La scelta ottima del consumatore dipende da tre fattori:
I) Gusti o preferenze: cosa vuole il consumatore?
Vincolo di bilancio (VDB): cosa può consumare il consumatore?
II) Scelta ottima : Cosa sceglie effettivamente il consumatore?
III) I) Gusti o preferenze
Si definisce bene tutto ciò che accresce la soddisfazione o l'utilità del consumatore.
Si definisce male tutto ciò che riduce la soddisfazione o l'utilità del consumatore.
Si suppone che il consumatore abbia a disposizione solo due bene: il bene x e
il bene y.
Def. Il PANIERE DI BENI è una specifica combinazione del bene x e del bene y:
uno specifico paniere contiene una certa quantità del bene x e una certa quantità del
bene y.
Tutti i punti del piano sono dei panieri.
L'ordinamento di preferenze ci consente di classificare i panieri, ossia di ordinarli,
la base di tre proprietà valide per tutti i consumatori:
Assioma di competenza
:
• Dati due panieri a e b, il consumatore è sempre in grado di stabilire se preferisce un
paniere all'altro o se è indifferente.
Assioma di transitività
: (proprietà di coerenza)
• Dati tre panieri a,b,c, se il paniere a è preferibile al paniere b e se il paniere b è
preferibile al paniere c, allora il paniere a è preferibile al paniere c.
Principio di non sazietà
:
• Un paniere che contiene almeno un'unità in più di un bene (a parità di quantità
dell'altro) è preferibile al paniere di partenza.
Def. La CURVA DI INDIFFERENZA è il luogo dei punti, tutti e soli panieri, che
conferiscono al consumatore un determinato livello di utilità o soddisfazione, per cui il
consumatore è indifferente tra essi.
La curva di indifferenza (CDI) ha pendenza negativa, ossia andamento decrescente.
Pendenza = ΔY/ΔX : le due variazioni ΔY e ΔX vanno sempre in verso opposto, infatti, se il
consumatore deve essere indifferente tra due panieri a e be, aggiungere un'unità del bene x,
e quindi passare dal paniere a al paniere b, deve essere compensato sottraendo una certa
quantità del bene y, e viceversa.
Def. Il SAGGIO MARGINALE DI SOSTITUZIONE (SMS=MRS) rappresenta il saggio (o
tasso) a cui il consumatore è disposto a sostituire un bene con l'altro, mantenendo inalterato
il livello di utilità.
È il valore assoluto o l'opposto della pendenza di una CDI: MRS = |ΔY/ΔX| = - ΔY/ΔX
Il saggio marginale di sostituzione SMS=MRS è decrescente: è sempre positivo, ma il suo
valore si riduce allontanandosi dall'origine degli assi cartesiani. Infatti, a parità di variazione
di x (ΔX), passando da a ad a' si ha una variazione di y (ΔY) maggiore di quella che si ha
passando da b a b' (ΔY > ΔY ). Questo perché in corrispondenze del paniere b il
a b
consumatore ha tante unità di x e poche unità di y (rispetto al paniere a) per cui è disposto a
rinunciare ad una quantità minore di unità di y.
MRS = |ΔY /ΔX| e MRS = |ΔY /ΔX|
a a b b
poiché ΔX è uguale in entrambi i casi e poiché ΔY > ΔY , si ha che MRS > MRS
a b a b
Ciò significa che il saggio marginale di sostituzione decresce.
Def. La MAPPA o FAMIGLIA DI CURVE DI INDIFFERENZA è l'insieme di tutte le curve
di indifferenza tra loro parallele, nel senso che non possono intersecarsi.
Il fatto che non possono intersecarsi è dimostrabile per assurdo:
si suppone che due CDI si incontrino in corrispondenza del paniere b e che il paniere a
appartenga alla CDI 1, mentre il paniere c appartenga alla CDI 2.
I panieri a e b sono indifferenti, così come i panieri c e b, in quanto, i primi appartengono
entrambi alla CDI 2 e i secondi appartengono entrambi alla CDI 1.
Per il principio di non sazietà, inoltre, il paniere c è preferibile al paniere a.
Si può concludere che i panieri a, b, c sono indifferenti, ma ciò contraddice il fatto che il
paniere c è preferibile al paniere a.
Per un bene: aumentarne la quantità accresce l'utilità marginale del consumatore, per il
principio di non sazietà. Tuttavia il contributo che ciascuna unità dà all'utilità totale decresce
all'aumentare della quantità del bene: il SMS tra due beni è positivo, ma decresce, per cui si
hanno curve di indifferenza via via più piatte.
Per un male: aumentarne la quantità riduce l'utilità marginale, per definizione di male.
Aggiungere un'unità di male comporta una disutilità che cresce al crescere della quantità del
male: il SMS tra due mali è crescente, per cui si hanno curve di indifferenza via cia più
ripide.
Funzione di utilità U = f (x,y)
La funzione di utilità ha una variabile dipendente (U) e due variabili indipendenti (x e y) per
cui la sua rappresentazione grafica richiede tre dimensioni. Per semplicità, dunque, si
seziona il grafico in tre dimensioni con piani paralleli e si rappresentano le proiezioni in un
grafico in due dimensioni.
Si consideri una CDI e si ragioni sulla variazione di utilità che si ha spostandosi da un
paniere all'altro:
Def. Si definisce l'UTILITÀ MARGINALE MU MU come la variazione
o
x y
dell'utilità quando aggiungiamo o togliamo un'unità