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C C
( , 0), (0, ) = (P M G , 0), (0, P M G )
1 2
x x
1 2 6
quindi il vincolo è: P M G w
1 1 −ST
= = S
P M G w
2 2
N.B. posso bilanciare i livelli di input solo quando non ho una tecnologia pro-
duttiva a coefficenti fissi.
Determinare il livello di output Se ci troviamo nel breve periodo, dovendo
√
√ −
x x 2 ottimo, avendo x = 6
decidere il livello di produzione q = 2 1 2 2
costante e w = w = 4:
1 2 √ √
→ ∗ − − ∗
q = 4 x Π = p 4 x 4x 4 6
1 1 1
Dovendo massimizzare il profitto deriviamo rispetto ad x :
1
√
δΠ 1 2
− →
= 2p x 4 = 0 ẋ = p
1 1
δx 4
1
4 Concorrenza perfetta
Una impresa si dice price-taker se si sanno gia i prezzi di input e output.
La concorrenza perfetta ipotizza un mercato molto più grande di quando la
somma delle imprese possa coprire. Inoltre ogni prodotto di un impresa è omo-
geneo, ovvero tutti gli stessi prodotti di diverse imprese hanno utilità pari per
ogni cliente. Questo comporta che se l’impresa i alza i prezzi del prodotto allora
questa si trova con domanda nulla (nessuno compra), al contrario se i abbassa i
prezzi allora la domanda sarà infinita (tutti comprano da i ), non fronteggiabile
da i.
4.1 Sentiero di espansione della produzione
Se consideriamo due input x , x e tutti i livelli di output q tale che il costo C
1 2 i i
è minimo per quel livello di output, otteniamo infinite curve di isoquanto e rette
di isocosto. Se consideriamo i valori ottimi x
˙ , x
˙ associate a le tangenti tra
1 2
isoquanto e isocosto otteniamo una curva chiamata sentiero di espansione
della produzione.
4.2 Funzione di costo totale
La funzione di costo totale C = c(q) associa il costo minimo a diversi livelli di
output. Essa è data dai punti:
0 0 0 00 00 00
q = w x + w x , q = w x + w x ...
1 2 1 2
1 2 1 2
Il costo medio è pari a: CM E = C(q)/q.
0
Il costo marginale, pari a: CM E = C (q), indica l’aumento del costo per la
variazione di q. 7
5 Periodi
Nel breve periodo ho una variabile di input che resta fissa, mentre nel lungo
periodo tutte gli input variano, questa variazione può essere analizzata tramite
il rendimento di scala.
5.1 Breve periodo
Come accennato precedentemente, nel breve periodo una variabile di input è
costante quindi la mia funzione di costo si compone di una parte costante,
costo fisso [F], e una parte variabile, costo variabile [CV(q)].
Il costo medio nel brave periodo CME è dato dalla somma del costo fisso medio
CFME e del costo variabile medio CVME: CV (q)
F
→ +
CM E = CF M E + CV M E CM E = q q
Il costo marginale nel breve periodo, invece, è:
0 0
CM G = C (q) = CV (q)
k).
N.B. la dimensione dell’impianto k è fissa C(q,
5.2 Lungo periodo
Nel lungo periodo la dimensione dell’impianto k è variabile e minore di quella
≤
costante, C(q, k(q)) C(q, k).
5.3 Esempio
√
Dato q = x x calcolare la funzione di costo C(q) nel lungo e breve periodo.
1 2
Lungo periodo Per trovare la funzione di costo mi muovo lungo il sentiero
di espansione della produzione, quindi:
P M G w x w w
1 1 2 1 1
→ → ∗
= = x = x
2 1
P M G w x w w
2 2 1 2 2
Sostituisco il risultato trovato dentro q e trovo x , x in funzione di q:
1 2
p
p
x1 = q w /w , x2 = q w /w
2 1 1 2
Lo metto dentro C(q) e ottengo: √
p p
C(q) = w q w /w + w q w /w = 2q w w
2 1 2 1 2 1 2
1
Inoltre posso anche trovare: √ √
0
CM E = C(q)/q = 2 w w e CM G = C (q) = 2 w w
1 2 1 2
8 √
Breve periodo Sempre con lo stesso q = x x , devo trovare la funzione di
1 2
costo con x = 4 fisso.
1 √ 2
x , e trovo x in funzione di q: x = q /4. Adesso mi basta
Riscrivo q = 2 2 2 2 2
sostituire il risultato trovato nella funzione di costo: C(q) = w 4 + w q /4, in
1 2
2
cui w q /4 è pari al costo variabile [CV], mentre w 4 è il costo fisso [F].
2 1
6 Economia di varietà
In questo caso supponiamo che l’impresa i possa produrre m output (q , ..., q ) con (x , ..., x ).
1 m 1 n
Ora si possono verificare due casi:
1. Le produzione degli m output sono completamente indipendenti (diverse
funzioni di costo e di produzione), q = ξ (x)...q = ξ (x)
1 1 m m →
2. Una parte del processo produttivo è in comune, (q , ..., q ) = ξ(x , ..., x )
1 m 1 m
CR = CR(q , ..., q )
1 m
Ci troviamo nel caso di una economia di varietà se
CR(q , ..., q ) < C (q , 0, .., 0) + C (0, q , 0, ..., 0) + ... + C (0, ..., q )
1 m 1 1 2 2 m m
Altrimenti si tratta di diseconomia di varietà.
7 Concorrenza perfetta
Si ha nel caso in cui un impresa è price-taker (si sanno già i prezzi di input e
output). 0
∗
Avremo: Ricavo totale RT = p q, RM E = RT /q = p, RM G = RT = p,
mentre il livello di output ottimale si ha quando p = CM G.
7.1 Breve Periodo
− −
Π = pq F CV (q)
1. Π = 0: non ci sono perdite ne ricavi.
−F
2. Π < 0: Π = , q = 0, quindi mi conviene smettere di produrre quando
CV (q)
−F , l’impresa non può coprire
Π < , poiché ho solo perdite. Se p < q
nemmeno i costi fissi e quindi deve uscire dalla produzione.
CV (q)
3. Π > 0: si verifica quando p > .
q
7.1.1 Curva di offerta
La curva di offerta è la relazione tra il prezzo di un prodotto e la sua quantità
da produrre: q = s(p).
s 9
7.1.2 Surplus del produttore
Può essere considerato senza costi fissi: RT-CV.
Oppure come differenza tra il prezzo che il produttore incassa per la vendita di
un unità di bene e il prezzo più basso a cui l’impresa è disposta a vendere una
quantità di bene (la variazione di costo dovuta all’incremento di una unità di
output q). ∗ ∗ −CV
In entrambi i casi il Surplus è dato dalla formula: p q (q∗)
7.1.3 Esempio
√ x x , x = 4
q = 1 2 1
√ 2 2
− − ∗ − −
q = 2 x , x = q /4, Π = RT F CV (q) = p q w 4 w q /4
2 2 1 2
Calcolo il livello ottimo di q da produrre: 2p
∂Π − →
→ = p w q/2 q∗ =
q∗ 2
∂q w
2
Individuo la condizione di chiusura (quando all’impresa non conviene piu pro-
durre): 1 w q
w 2
2 2 ∗
q =
CV M E(q) = CV (q)/q = 4 q 4
Il cui minimo è dato da 0 quando q=0, quindi l’impresa rimane sul mercato
CV (q)
fintanto che p > = 0.
q
Per quanto riguarda la funzione di offerta, questa viene ricavata utilizzando il
livello di output ottimale precedentemente trovato:
2p
q = s(p) = , con q∗ = 2p/w
s 2
w
2
7.2 Lungo Periodo
7.2.1 Curva di offerta
In questo caso abbiamo che il costo medio [CME] è pari al costo variabile medio
[CVME], poiché non abbiamo costi fissi [F].
Avendo la stessa definizione di curva di offerta, vediamo ora che all’impresa
conviene produrre se viene rispettata la seguente condizione:
C(q)
CV (q)
≥ = = CM E
p q q
8 Equilibrio
Considerando la funzione di domanda come la relazione tra la quantità del bene
i-esimo e il suo prezzo: q = D p , γ
Di i i
10
Dove γ è il reddito, e la funzione D lega il prezzo del bene i-esimo a tutti gli
i
altri prezzi dati come costanti e quindi non considerati. Avremo il prezzo di
equilibrio dato dall’equazione: q = D (p ).
Di i i
Considerando la relazione q = D p , γ possiamo avere i seguenti casi:
Di i i
∂D < 0: all’aumentare del prezzo la domanda diminuisce.
1. i
∂p i
∂D
2. < 0: nel caso del bene complementare j.
i
∂p j
∂D
3. > 0: nel caso di beni sostituti, se aumenta il prezzo del bene j equiv-
i
∂p j
alente ad i, aumenta la domanda del bene i.
∂D > 0: se il reddito aumenta, lo fa anche la domanda di quel bene.
4. i
∂γ
∂D
5. < 0: nel caso di beni inferiori.
i
∂p i
9 Elasticità
L’elasticità [e] fa riferimento alla relazione tra la domanda di un bene al variare
del suo prezzo e si misura:
Dati: p = 100, q = 1000 = D (p ) e p = 120, q = 800 = D (p )
0 0 i 0 1 1 i 1
δD P
∗
e = δP D
Il secondo membro è chiamato situazione e, nel caso di passaggio dalla situazione
100 120
0 alla 1 si avrebbe , altrimenti .
1000 800 −1 6
Se poniamo i due e ottenuti con le due differenti situazione otteniamo =
−1.5, il che non va bene. Per ottenere un uguaglianza tra i due e possiamo
adottare due metodi:
O faccio la media ta i due risultati, oppure adotto l’elasticità puntuale :e =
i
p
∂D ∗ .
i
i
∂p D
i i p
∂D j
∗
Esiste anche l’elasticità incrociata: e = .
i
ij ∂p D
j i
10 Welfare
Preso il surplus del consumatore [SC] come la differenza tra quello che il
consumatore è disposto spendere per il bene i e quello che spende effettivamente,
e il surplus del produttore [SP], ovvero la differenza tra il prezzo a cui il
produttore è disposto a vendere e il prezzo effettivo di vendita. Il Welfare[W],
ovvero il benessere, è la somma di questi due elementi W=SC +SP.
11 Ottimo Paretiano
Una situazione S domina in senso paretiano un’altra situazione S se almeno
1 2
una persona preferisce S ad S e nessuno preferisce S a S .
1 2 2 1
11
Una situazione ottima in senso paretiano avviene quando nessuna situ-
azione domina l’altra.
N.B. in concorrenza perfetta la situazione è di ottimo paretiano.
12 Imposte in somma fissa
Non dipendono ne dal valore del bene scambiato ne dalla percentuale sul prezzo
del bene. Sono legate a due tipi di dinamiche:
1. Incidenza di diritto: individua il soggetto che deve pagare l’imposta.
2. Incidenza di fatto: indica come si ripartisce il carico delle imposte fra
acquirenti e venditori.
Quando introduco una tassa t si creano due prezzi sul mercato: quello che
paga il consumatore e quello che guadagna l’acquirente, la loro differenza da
vita alla tassa.
Per capire chi deve pagare l’imposta devo capire dove viene applicata la traslazione:
1. Sulla curva di offerta: aumenta il prezzo a cui vendo il bene i per far
fronte al pagamento dell’imposta.
2. Sulla curva di domanda: domando ad un prezzo più basso poiché, insieme
al prezzo del prodotto, devo pagare anche l’imposta.
12.1 Esempio − → − →
Dati : q = D(p) = 6000 1000p p(q