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MECCANISMI PATOGENETICI LEGATI AL CORPOBATTERICO

• MECCANISMI PATOGENETICI LEGATI A PRODOTTIELABORATI QUALI ESOENZIMI ED ESOTOSSINE.Quindi la risposta su base anticorpale o su base cellulare, cioè la rispostaimmunitaria , è importante perchè in seguito crea una certa protezioneverso determinati ceppi di stafilococco, però ciò che delimita l’infezione(ricordate che è sempre molto importante delimitare l’infezione) sonomeccanismi aspecifici prevalentemente cellulari piuttosto che non larisposta immunitaria. Capirete che se l’infezione è acuta, 7-10 giorni ègiusto il tempo minimo per sviluppare la risposta immunitaria che agiscein una fase tardiva, cioè quando l’infezione è gia risolta; logicamente senon è risolta la risposta immunitaria è importante nel tentativo ulteriore dirisolverla; ma come vi ho detto stiamo parlando di infezioni acute cheraramente evolvono in

La fase sub-acuta e, eventualmente, la fase cronica sono caratteristiche delle infezioni stafilococciche. Queste infezioni si verificano principalmente negli ospiti portatori di protesi, dove i batteri possono aderire alle strutture estranee introdotte nell'organismo, colonizzarle formando film e rimanere a lungo nel sito, creando un focolaio infiammatorio cronico.

Gli stafilococchi sono microrganismi che si presentano a grappolo (dal greco "stàfiule"). Le singole cellule si presentano come cocchi, con un diametro che oscilla intorno ad 1 micron, leggermente più piccoli o più grandi. È importante ricordare la dimensione e la forma dei cocchi, poiché osservando al microscopio un essudato o un espettorato, possiamo distinguere i cocchi dai globuli rossi in base alle dimensioni e alla forma.

da un globulobianco o da un micete. Ricordiamo pure che la dimensione (chedovete dire di circa 1 micron) varia in base alle condizioni ambientali; di3crescita. Poiché la divisione dei cocchi avviene sia sul piano trasversaleche su quello perpendicolare non si ha separazione delle cellule e quindi siha l'atteggiamento a grappolo che osserviamo e che è caratteristico diquesti cocchi. Ricordiamo che la separazione non è completa perchéesistono dei ponti che tengono unite tra di loro le singole cellule battericheanche dopo la divisione; la disposizione o atteggiamento a grappolo è piùmarcato quando proviene dai terreni solidi e meno marcato quandoproviene dai terreni liquidi.Gli stafilococchi esistono in numerose specie, sono distribuiti ovunque; illoro habitat è generalmente quello degli animali superiori, sia uomo chealtri mammiferi ma anche altri animali; si può dire che ogni specie ha isuoi stafilococchi anche se possiamodire che non esiste una specificità di specie nella patologia, nel senso che quelli umani possono interessare anche gli animali e quelli animali interessare l'uomo a volte. C'è una certa distribuzione come habitat, come nicchie ecologiche delle varie specie di stafilococchi ad interessare prevalentemente una specie o un'altra, un luogo o un altro e quindi abbiamo degli stafilococchi che sono su ogni superficie esposta di tutti gli animali superiori; la più estesa delle superfici è la cute ma li troviamo anche nella cavità orale, nella cavità vaginale e intestinale; però la sede elettiva per alcune specie che sono quelle che noi consideriamo patogene, come lo STAPHYLOCOCCUS AUREUS, è il naso e scarsamente l'intestino; si possono ricordare infezioni anche mortali conseguenti ad interventi di rinoplastica. La cute è interessata da un altro stafilococco, lo STAPHYLOCOCCUS EPIDERMIDIS, detto così.

Perché si trova sempre sulla cute e poi ce ne sono tutta una serie che noi vedremo tra poco. Gli stafilococchi si trovano anche negli ambienti frequentati da uomini (per desquamazione cutanea) o da animali (per escrezioni), nella polvere e negli ospedali dove facilmente acquisiscono farmaco-resistenza rappresentando così un problema grave per eradicarli (come anche lo PSEUDOMONAS che però non è un cocco). Spesso un soggetto dimesso dall'ospedale porta con sé qualche stipite di stafilococco e/o di pseudomonas che può/possono anche dar fastidio in seguito.

Dunque gli Stafilococchi appartengono alla famiglia delle Micrococcaceae, i più piccoli tra i cocchi; tra l'altro c'è un genere, i Micrococchi (propriamente detti), che si confonde molto con gli Stafilococchi avendo le stesse caratteristiche morfologiche ma caratteristiche metaboliche completamente diverse così come diversi enzimi e diverse esotossine e per.

questo noi non possiamo confonderli4in laboratorio.

Allora noi abbiamo da una parte i Micrococchi ampiamente diffusi nell’ambiente ma che non sono patogeni nel soggetto sano (immunocompetente) mentre altro discorso è il soggetto immunodepresso: infatti negli immunodepressi qualsiasi germe che riesce a prendere il sopravvento produce infezioni talora molto gravi.

Gli Stafilococchi sono cocchi, immobili, asporigeni, Gram+ e praticamente hanno tutte le caratteristiche dei batteri Gram+. Generalmente noi diciamo che non sono capsulati e cioè quando li vediamo al microscopio e li descriviamo dobbiamo descriverli come privi di capsula perché vi ho detto che noi diciamo che c’è la capsula solo quando la osserviamo fochettando al microscopio o evidenziandola con qualche tecnica di colorazione; quindi quando non la vediamo dobbiamo dire che non c’è capsula anche se in natura noi sappiamo che i germi sono sempre capsulati e gli Stafilococchi sono un

Classico esempio di germi sempre capsulati nell'ospite; se non la capsula addirittura un glicocalice li avvolge, specie in quelli non caratteristicamente patogeni, quali l'AUREUS, ma ad esempio l'EPIDERMIDIS tramite il glicocalice produce interazioni con l'ospite abbastanza gravi. Ricordiamo ora una classificazione o divisione che interessa specificamente la microbiologia medica e cioè, nel nostro caso gli Stafilococchi, la divisione tra i patogeni con più o meno gradi di virulenza e i non patogeni nel soggetto normale (immunocompetente) come ad esempio l'EPIDERMIDIS che troviamo sulla cute, nel cavo orale e su tutte le mucose esposte (uretra maschile, cavità vaginale); Ricordate solo e sempre nell'ospite normale (immunocompetente) perché nell'immunodepresso questa divisione non esiste. Tenete presente che ai tempi dei primi batteriologi che studiarono gli Stafilococchi, come Rosenbach tra fine '800 e inizio '900,

Non esisteva l'immunodepresso poiché costui veniva più o meno rapidamente a morte per la malattia infettiva nei primi anni di vita e certo non esistevano tecniche mediche che curando determinate patologie creavano immunodepressione. Una delle caratteristiche che per prima catturò l'attenzione dei batteriologi fu che gli stafilococchi che provenivano da focolai di essudato infiammatorio-purulento sui terreni di coltura davano sempre colonie di colore giallo; Tenete presente che gli Stafilococchi su terreni di coltura solidi danno colonie di piccole diametro (1mm o poco più) che possono essere di vari colore: giallino, citreo o addirittura chiare, bianche e quindi una prima classificazione fu quella di Stafilococco AUREUS, CITREUS ed ALBUS (oro/giallino, citreo, bianco). Poi si è visto che questa classificazione basata sul colore delle colonie risente di una serie di condizioni ambientali per cui il pigmento giallo può non esistere in colonie.

di stafilococchi che generalmente lo presentano, oppure possono non presentarlo temporaneamente e poi invece ripresentare la pigmentazione variando la temperatura o la pressione atmosferica esterna;

Quindi la questione che quelli di focolaio purulento presentavano quasi sempre un carattere giallino mentre quelli non di focolaio purulento, cioè che si isolavano dalla cute, dalla cavità orale, davano colore tra il citreo e il chiaro alle colonie, per cui non erano mai patogeni, è rimasta successivamente; infatti il patogeno lo chiamiamo ancora oggi stafilococco AUREUS e nel 95-98% dei casi presenta la colonia colorata però può anche non essere colorata;

Quindi noi facciamo una grossa distinzione tra lo stafilococco AUREUS che per definizione è quello patogeno e un altro gruppo di stafilococchi, ne esistono circa una 30 di specie, che si possono trovare nell'uomo con una certa frequenza e che noi per comodità possiamo raggruppare nella specie

EPIDERMIDIS; quindi invece di indicarli uno per uno quando li andiamo a ricercare per individuarli e poiché si comportano quasi alla stessa maniera, noi possiamo dividerli in stafilococchi AUREUS e nel gruppo dei stafilococchi EPIDERMIDIS (comprendente cioè le varie specie isolate più tardi). Dunque questa grossa suddivisione tra L'AUREUS (Il patogeno) e il gruppo dell'EPIDERMIDIS trova conferma in alcune semplici tecniche di laboratorio per identificare subito i patogeni dai non patogeni; ci torneremo sopra ma vi anticipo che tutti quelli che sono patogeni elaborano un enzima che si chiama COAGULASI e che si mette facilmente in evidenza in laboratorio; infatti una goccia di sospensione di coltura di stafilococco AUREUS aggiunto al plasma citratato, cioè non coagulato, lo fa coagulare nel giro di poche ore. Quindi tutti quelli coagulasi positivi sono patogeni mentre gli altri, coagulasi negativi, non sono patogeni a cominciare dallo stafilococco EPIDERMIDIS.

e prodotte. Inoltre, gli stafilococchi possono anche produrre enzimi come la coagulasi, che è importante per la diagnosi di Staphylococcus aureus. Per quanto riguarda le enterotossine, queste sono responsabili di intossicazioni alimentari causate dal consumo di cibi contaminati da Staphylococcus aureus. Le enterotossine sono termoresistenti e possono resistere al calore durante la cottura dei cibi, quindi è importante prestare attenzione all'igiene alimentare per prevenire queste intossicazioni. Infine, è importante sottolineare che la virulenza e le manifestazioni cliniche di un ceppo di Staphylococcus dipendono dalla presenza e dalla produzione di queste tossine e enzimi. La diagnosi e l'identificazione di queste caratteristiche sono fondamentali per la gestione e il trattamento delle infezioni da Staphylococcus aureus.
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
12 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/19 Microbiologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valeria0186 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Microbiologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi della Campania "Luigi Vanvitelli" o del prof Galdiero Massimiliano.