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CICLO LISOGENICO
Una volta che il fago ha iniettato il proprio genoma nella cellula ospite, esso si integra con quello del
cromosoma batterico, diventando un profago; il batterio, riproducendosi normalmente, replica anche il
profago ad ogni divisione cellulare. Raramente (1/100mila cellule), il profago può lasciare il cromosoma
dell’ospite e tornare allo stato libero; questo fenomeno può essere indotto da variazioni di T, elevato
irraggiamento o presenza di antibiotici.
La lisogenia in mare è un fenomeno molto comune; si stima che il 60-70% del genoma batterico sia costituito
da profagi.
Si tratta di un meccanismo di sopravvivenza dei virus, perché in condizioni avverse (carenza di ospiti o di
nutrienti, bassa attività metabolica degli ospiti) la lisogenia assicura la conservazione del genoma; al
ristabilirsi delle condizioni favorevoli esso sarà pronto per essere replicato e permettere la proliferazione
della progenie.
Allo stesso tempo, la lisogenia può indurre nei batteri un aumento della fitness:
immunità lisogenica – resistenza a superinfezioni
conversione lisogenica – introduzione di nuovi caratteri fenotipici
interruzione di geni – perdita di funzioni non utili, che provocano solo un dispendio di energia
produzione di repressori che bloccano geni e funzioni metaboliche non essenziali
resistenza agli antibiotici
riarrangiamento genico.
Piggyback-the-winner Model
È un nuovo modello di interazione batterio-fago, applicabile ai biofilm batterici, in particolare quelli che si
sviluppano nei tessuti dei metazoi (es. intestino dell’uomo).
I modelli tradizionali sostengono che la lisogenia sia più comune in condizioni oligotrofiche e, in genere,
quando la densità e il tasso di crescita della comunità batterica sono bassi; in situazioni di crescita della
popolazione batterica, invece, prevarrebbe il ciclo litico (alto rapporto Virus/Microbi). I meccanismi e i fattori
che determinano realmente il passaggio da un’infezione all’altra, tuttavia, sono ancora poco noti.
Studiando i biofilm che si sviluppano sulle superfici mucose, si è notata una abbondante e diversificata
comunità virale: il rapporto V/M qui sembra essere fino a 4 volte più elevato rispetto all’ambiente
circostante. I fagi possono interagire direttamente con le mucine dei metazoi, attraverso l’espressione di
proteine aventi domini compatibili sul loro capside; il legame con le mucine determina un rallentamento nella
diffusione del fago attraverso il biofilm, permettendo una infezione più efficiente dei batteri presenti (si
accresce la frequenza di incontri fago-ospite).
Analisi di metagenomica evidenziano che queste comunità mostrano forte attività lisogenica: fino al 50%
delle particelle virali nell’intestino umano sembrano essere lisogeniche.
L’organizzazione spaziale delle superfici mucose è la seguente:
1. gli strati profondi vicini all’epitelio sono più ricchi di mucine, mentre quelli più esterni sono più poveri
2. la densità e anche i tassi di crescita dei batteri sono maggiori negli strati esterni, mentre quelli interni
(più poveri di O e H O e difficili da attraversare per la concentrazione di mucina) sono quasi privi di batteri
2 2
3. la densità dei fagi è maggiore nella parte centrale, dove trovano sia ospiti che mucina a cui legarsi.
Secondo il modello Piggyback-the-winner, il ciclo lisogenico sarà favorito nello strato superiore del biofilm.
La maggior parte dei batteri commensali qui presenti avrà un profago nel proprio genoma (che tra le altre
cose lo proteggerà da superinfezioni); quando questi si muovono verso l’epitelio, i tassi di crescita e le
abbondanze diminuiscono, favorendo l’induzione profagica e la lisi cellulare: il rilascio della progenie virale
può così contribuire a mantenere elevato il rapporto V/M negli strati intermedi del biofilm.
Come conseguenza di questa struttura, un batterio invasore dovrà affrontare due diversi ostacoli:
i batteri lisogenici dello strato esterno, avvantaggiati dalla trasduzione integrata del fago, battono
nella competizione il batterio invasore
se il batterio invasore riesce a superare i primi strati del biofilm, nella porzione intermedia l’elevata
densità di fagi rende più probabile l’infezione virale; se il batterio non è in qualche modo immune
all’infezione, andrà incontro a lisi virale appena va più a fondo nel biofilm.
Il mantenimento del profago potrebbe rappresentare, per i batteri commensali, uno svantaggioso dispendio
energetico; in alcuni studi, però, è stato dimostrato che i costi per attuare le difese contro l’infezione
sarebbero più elevati.
Gene Transfer Agents (GTA)
Si tratta di Virus-Like Particles (VLP) generate da un’escissione errata del profago, che provoca la trasduzione
di geni in nuovi ospiti. Questi GTA sono stati recentemente trovati negli α-proteobatteri; probabilmente si
sono evoluti da fagi difettivi che hanno perso i geni per la replicazione, regolazione e lisi. Includono frammenti
casuali di genomi batterici e copie incomplete del proprio genoma. Hanno una struttura simile a piccoli
batteriofagi con coda.
RUOLO ECOLOGICO DEI VIRUS
1. Determinano cambiamenti
genetici (HGT) e fenomeni evolutivi.
2. Alcuni sono patogeni di animali
marini.
3. Viral Shunt – i virus
contribuiscono, con la loro capacità di
infettare le comunità microbiche, alla
rigenerazione del Carbonio e degli altri
nutrienti.
Con la lisi delle cellule ospite, infatti,
contribuiscono all’arricchimento del
pool di DOM e POM nell’ambiente,
interrompendo il flusso di energia e
nutrienti dalla componente batterica ai
comparti trofici superiori e stimolando
la crescita batterica.
Il sequestro del Carbonio ai livelli più bassi della catena trofica ne limita anche l’immissione in atmosfera.
4. Regolano la diversità microbica, modificando la composizione specifica delle comunità.
Biodiversità microbica: infezione virale vs. grazing
L’entità del contributo di virus, da una parte, e di protisti batteriofagi, dall’altra, alla diversità microbica varia
in base a diversi fattori. In ambiente aerobio eutrofico, per esempio, i due meccanismi hanno lo stesso peso
sulla mortalità batterica: 40% circa di mortalità giornaliera; in ambienti anaerobi e anossici, invece, il 100%
della mortalità è necessariamente da imputarsi alla lisi virale.
I virus influenzano la diversità microbica attraverso 4 meccanismi:
1. Ciclo litico, Killing the Winner – mentre i protisti selezionano le proprie prede soprattutto in base alla
taglia, i virus hanno una maggiore specificità (anche se si ipotizza un più ampio range di ospiti rispetto a
quello osservato in laboratorio); la selezione è quindi dettata dalle stesse condizioni che regolano
qualsiasi relazione preda-predatore: la
preda incontrata più spesso è quella
preferita. In assenza di meccanismi di
resistenza da parte dell’ospite, l’infezione
virale tende ad abbattere la popolazione
più abbondante.
Questo favorisce lo sviluppo delle specie
meno competitive, contribuendo
all’aumento della biodiversità.
Es. rapporto tra l’abbondanza di Emiliania
Huxleyi e quella del virus EhV.
2. Ciclo litico, rilascio dei prodotti di lisi – la
lisi virale comporta il rilascio di DOM, che
accresce il pool di materia organica
nell’ambiente; i prodotti di lisi sono in particolare macromolecole,
come proteine, carboidrati, lipidi, acidi nucleici, ecc. Esse
costituiscono sostanza organica di prima qualità (basso rapporto
C/N), che stimolano la crescita dei microrganismi, in base alla teoria
trofica del controllo della biodiversità batterica:
Quantità delle risorse – più sostanza organica disponibile
aumenta il numero di nicchie disponibili per i Procarioti eterotrofi
Quantità delle risorse – materia organica di buona qualità può
essere assimilata da più specie, a differenza della materia organica
refrattaria che richiede vie metaboliche specializzate.
La combinazione di questi due fattori può indurre cambiamenti nella struttura di comunità dei
Procarioti.
3. Ciclo lisogenico, conversione fagica – i fagi integrano il proprio genoma in quello dell’ospite, rendendolo
immune da infezione di fagi omologhi, oltre a permettergli di acquisire nuovi tratti morfologici,
metabolici o di patogenicità.
Es. Vibrio cholerae, infettato dal fago temperato CTX – il fago non dà origine a ciclo litico, tuttavia parte
del suo genoma, integrato in quello del batterio, codifica per l’enterotossina che caratterizza la specie e
agisce sull’intestino umano. Cellule non lisogenizzate non sono tossigeniche.
4. Trasduzione, trasferimento di geni – processi di trasduzione virale portano ad uno scambio di geni tra i
diversi ospiti, causando importanti conseguenze in termini di adattamento, struttura genetica ed
evoluzione dell’intera popolazione batterica marina.
Trasduzione generalizzata – durante la riproduzione, vengono incorporati nel genoma del fago
frammenti casuali di DNA dell’ospite
Trasduzione specializzata – il fago compie un ciclo lisogenico e il fago integra sempre in un punto
specifico del cromosoma batterico, di solito vicino al punto di integrazione del genoma virale.
Geni Metabolici Ausiliari – alcuni virus possono incorporare geni accessori dai propri ospiti; tramite
l’espressione di questi geni, durante l’infezione, possono indurre vie metaboliche nel batterio che favoriscono
la replicazione del virus oppure inibiscono i sistemi di difesa dell’ospite stesso.
Es. Cianofagi, virus che infettano i Cianobatteri: possono incorporare geni che codificano delle proteine
coinvolte nel sistema fotosintetico e influire positivamente sui tassi di produzione di energia del batterio. In
tal modo, l’energia prodotta può essere utilizzata per la replicazione del genoma virale e per la produzione
della progenie.
Interazioni virus-Eucarioti
Cheshire Cat Effect – è un meccanismo di difesa dall’infezione virale, basato sulla mimetizzazione, e
si è osservato in Emiliania Huxleyi. Durante la lisi virale, E. huxleyi cambia la propria struttura genetica e
morfologia per sfuggire all’infezione: diventa flagellata, priva di tasche ed aploide, in modo che il virus non la
riconosca. Lo sviluppo di questa forma cellulare può inoltre portare ad un tipo di riproduzione sessuale, per
ripristinare la condizione diploide, che accresce la variabilità genetica della popolazione.
Red Queen Effect – si tratt