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VIRUS DELL'EPATITE A
La struttura è a simmetria cubica cioè icosaedrica. L'importante è sapere che il virus dell'epatite A appartiene alla famiglia dei picornaviridae, quindi è un picornavirus, tra i picornavirus abbiamo gli hepatovirus, enterovirus, rhinovirus, cardiovirus, aphthovirus. Il nostro virus dell'epatite A è un enterovirus; è l'enterovirus 72 per il fenotipo, perché vi sono vari fenotipi umani di questi picornavirus, abbiamo un fenotipo per gli hepatovirus, 78 per gli enterovcirus, 100 per i rhinovirus responsabili del raffreddore e così via... Quindi l'importante è sapere che l'epatite A appartiene alla famiglia dei picornavirus è un enterovirus, nella fattispecie il 72. Gli enterovirus sono stabili a ph3 ed infatti resistono ai succhi gastrici e questo facilita la trasmissione e quindi l'infezione. Il virus ha simmetria nicosaedrica, è ad RNA.Il virus dell'epatite A non ha l'envelope, quindi non ha la struttura lipoproteica esterna.
Eventi clinici ed immunologici legati all'epatite A: il periodo di incubazione è in genere per l'epatite A quindicinale, succede che compaiono, prima dell'aumento delle transaminasi e della sintomatologia, i virus nelle feci, quindi i virus si possono già trovare nelle feci nelle 2 settimane precedenti alla sintomatologia e all'aumento delle transaminasi. Quindi iniziano a comparire gli anticorpi diretti contro il virus naturalmente compaiono prima le IgM e dopo le IgG, abbiamo detto che è una malattia a decorso benigno. Le IgM scompaiono dopo alcune settimane, le IgG sono invece durature, per tutta la vita come indice di immunità acquisita.
L'area geografica di infezione da epatite A: il rosso è alto, giallo intermedio, verde è basso. L'Italia è gialla.
Per quanto riguarda le conseguenze d'infezione di questo virus
nell'uomo, abbiamo che nei bambini al di sotto dei 5 anni l'infezione è senzasintomatologia nell'80-95% dei casi mentre negli adulti è asintomatica nel 10-25% dei casi. Invece la malattia presenta sintomatologia con ittero o senza ittero nei bambini nel 5-20% dei casi e 75-90% dei casi negli adulti. Si ha una regressione completa nel 99% dei casi nei bambini e nel 98% dei casi negli adulti. È rara la mortalità. Le persone a rischio di contrarre il virus e che dovrebbero essere sottoposte alla profilassi sono i viaggiatori o le persone che lavorano in paesi stranieri, soprattutto quelli a rischio di acquisire l'epatite A sia per scarse condizioni di vita sia per la prevalenza di questa infezione nel paese, soprattutto i paesi in via di sviluppo, gli uomini che hanno relazioni con altri uomini, le persone che fanno uso di droga per via inettiva, persone che lavorano con i virus, le persone che hanno difetti di coagulazione del sangue.Le persone che vivono in comunità dove si sono verificate epidemie oppure persone che si trovano in campi temporanei dopo catastrofi.
VIRUS DELL'EPATITE B
Questo virus merita molta attenzione. Al microscopio elettronico vediamo i virioni ed associate delle strutture tubulari e sferoidali. Rispetto agli altri virus è un virus a DNA parzialmente bicatenario perché presenta due catene nucleotidiche di cui una è a filamento corto, incompleto, e l'altro che ha la carica nucleotidica completa. Abbiamo il core, il capside ma abbiamo anche l'involucro, quindi la parte lipoproteica più esterna. Anticamente il virus veniva detta particella di DNA, comunque associato al virione vi sono sempre queste strutture tubulari e sferoidali che non sono altro che un eccesso di materiale dell'involucro lipoproteico cioè della parte esterna del virus che va a formare queste strutture che sono, quindi, costituite come l'involucro, il
materiale lipoproteico esterno. Il virione ha un diametro di 42 mm e queste strutture di 20 mm. La complessità si basa sulla maggiore complessità della diagnosi dovuta al fatto che, avendo questo virus una molecola, un menoma a DNA va a codificare più proteine. In realtà questo menoma ha dei geni che possiamo dire X, C, S, P che codificano per diverse proteine. Diciamo che il gene P codifica per proteine per l'attività polimerasica e trascrittasica; il gene X va a codificare proteine che vanno a transattivare la trascrizione di altri geni eterologhi quindi cellulari o di virus coinfettivi; poniamo la nostra attenzione sul gene S e il gene C (ORFS sta per over reeding frame). Il gene C va a codificare per le proteine del core e anche di un altro antigene, un'altra proteina HBeAg che sarebbe una proteina del nucleocapside che da la specificità antigenica. Mentre il gene S va a codificare per una proteina dell'inviluppo.
lipoproteico quindi la superficie esterna, va a codificare quindi la proteina HBsAg, l'antigene HBsAg, in realtà anche qui, come abbiamo detto per l'epatite A, vediamo che l'epatite B appartiene alla famiglia degli hepadnavirus, quindi hepadnaviridae, vi è il virus dell'epatite B nell'uomo, il virus dell'epatite nelle marmotte, scoiattoli. Importante è imparare queste abbreviazioni: HBV sta per virus dell'epatite B, particella di 42 mm, è detto particella di Dane, a DNA parzialmente bicatenario. HBsAg codificato dal gene S, è l'antigene di superficie dell'epatite B, quello che dà la specificità genica di superficie del virione ma anche delle particelle incomplete che vedevamo prima, quelle tubulari o sferoidali. Questo antigene inizialmente era chiamato antigene Australia. HBcAg l'antigene del core dell'epatite B, dà la specificità antigenica del core.
HBeAg è l'antigene E dell'epatite B che dà la specificità antigenica del nucleocapside codificata dal gene C. Poi ci sono gli anticorpi. Anti-HBS è l'anticorpo diretto contro l'HBsAg. Anti-HBC diretto contro l'HBcAg. Anti-HBE contro l'HBeAg.
Eventi clinici dell'epatite B: il periodo di incubazione è di circa 2 mesi, nel siero del paziente si troverà molto precocemente l'HBsAg compare prima dell'aumento delle transaminasi e della sintomatologia. Queste HBsAg si possono trovare nel sangue del paziente fino a 4-5 mesi dal momento dell'inizio della penetrazione del virus. In realtà al più può essere fino a 6 mesi, oltre i 6 mesi vuol dire che si ha un'infezione cronica. Quando scompaiono le HBsAg c'è una HBsAg FINESTRA, cioè un momento in cui scompaiono le HBsAg ma non sono ancora comparsi gli anticorpi contro questo antigene che compaiono un po' dopo.
Quindi questo periodo è detto HBsAg finestra. Precocemente compare nel siero anche HBeAg, quindi l'antigene specifico per il nucleocapside. L'HBeAg scompare prima dell'HBsAg, compaiono infatti prima gli anticorpi diretti contro questo antigene, quindi gli anti-HBE. Per quanto riguarda gli anticorpi diretti contro il core, gli anti-HBC compaiono abbastanza precocemente, i primi a comparire sono sempre le IgM, successive le IgG. Quindi in questo quadro abbiamo una persona che ha contratto il virus con infezione acuta e poi una guarigione, cioè si è avuta una sieroconversione. Per quanto riguarda l'HBsAg, l'organismo ha risposto con la risposta immunitaria cellulo-mediata e si è avuta la formazione di anticorpi anti-HBS, così come si è avuta la sieroconversione. Per quanto riguarda l'HBeAg, cioè si è avuta la formazione di anticorpi anti-HBE, quindi la persona è guarita, ed ha una.memoriaimmunologia perché presenta questi anticorpi. Quando l'antigene HBsAg è presente nel paziente per più di 6 mesi si parla di infezione cronica perché non si è avuta e non si avrà la sieroconversione cioè non si avrà la formazione di anticorpi diretti contro HBsAg, nel siero non troveremo gli anti HBS bensì l'antigene HBsAg quindi in questo individuo che presenta l'infezione cronica gli anticorpi anti HBC ci sono sempre. È chiaro che nella fase iniziale saranno IgM che si trasformeranno in IgG. Quindi nella fase cronica noi troveremo gli anticorpi diretti contro il core, IgG chiaramente e non IgM, nell'infezione cronica troveremo queste IgG anti HBC. Per quanto riguarda l'antigene HBeAg, in un'infezione cronica, si può avere una sieroconversione ritardata cioè anche dopo 5 anni (queste infezioni sono decennali). Si può avere una sieroconversione tardiva,
Con la produzione di anticorpi diretti contro l'antigene E, e in questo caso comunque è un'infezione cronica però è a più vasta infettività rispetto ad un'infezione cronica che non presenta questi anticorpi ma l'antigene HBeAg. Quindi quando abbiamo nel siero del paziente l'HBsAg l'infezione è cronica e comunque infettiva, può essere più altamente infettiva con la presenza di HBeAg meno infettiva, meno contagiosa se sono presenti gli anticorpi anti HBE. Ripetizione infezione acuta e guarigione: in un primo momento dell'infezione da epatite B un periodo di incubazione quando ancora non sono comparse le transaminasi e neanche i sintomi e si ha la presenza dell'antigene HBsAg, anche precocemente compare nel siero HBeAg quindi l'antigene del nucleocapside, compaiono gli anticorpi diretti contro il core è chiaro che vi sono prima le IgM diretti contro l'antigene del core.
Questo periodo è quello dell'infezione acuta poi abbiamo il periodo della finestra, quando scompare l'antigene HBsAg e prima della comparsa degli anticorpi diretti contro HBsAg quindi l'HBsAg window o finestra. Poi abbiamo la risoluzione, IgG anticorpi diretti contro il core, abbiamo la produzione di anticorpi diretti contro l'antigene S ed anticorpi diretti contro l'antigene E.
INTERPRETAZIONE DEI MARCATORI SIEROLOGICI DI HBV IN PAZIENTI CON EPATITE
Quando HBsAg+, AntiHBs-, AntiHBc- si parla di infezione acuta, è l'infezione iniziale, si parla di persone con sintomatologia da epatite, presenta transaminasi elevate e riscontriamo la presenza di HBsAg. Quando sono presenti anche gli anticorpi antiHBc (HBsAg+, antiHBs-, antiHBc+) l'infezione può essere o acuta o cronica, quindi la differenziamo con il tipo di anticorpi, se sono IgM o IgG. Se sono IgM l'infezione è acuta, IgG è cronica. Nel caso in cui HBsAg
è negativo, non è presente l’ antigene S e C (HBsAg-, antiHBs+,antiHBc+) vuol dire che c’ è stata una precedente infezione però l’ individuo è immunizzato, è immuneperché ha avuto questa risposta immunitaria pronta ed efficace e si ha avuto la produzione di anticorpi.