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Trattamenti per l'intolleranza al lattosio

Esistono dei trattamenti che permettono di ridurre i sintomi dell'intolleranza al lattosio:
  • Ridurre o eliminare l'apporto di lattosio
  • Sostituire il lattosio con nutrienti alternativi
  • Somministrare preparati, come capsule, a base di lattasi
  • Somministrare sostituenti della lattasi, cioè enzimi con funzioni simili ad essa
  • Sostituire il latte con altri alimenti ricchi di calcio e vitamina D
  • Educare il paziente a non assumere alimenti che possono provocare sintomi e a prestare attenzione all'eventuale presenza di lattosio occulto in cibi o farmaci
Proprio per rispettare tutti questi accorgimenti esistono una serie di prodotti alimentari specifici per soggetti intolleranti al lattosio, ovvero bevande a base vegetale (latte di riso, di soia, di mandorla, di cocco) con l'aggiunta di additivi (come calcio e vitamina D), cibi naturalmente ricchi di calcio e vitamina D (legumi, vegetali e pesce) e prodotti lattiero-caseari. basso contenuto di lattosio o lattosio-free. In particolare tra questi ultimi dinotevole rilevanza è lo yogurt, che se assunto per alcuni mesi, migliora la digestione e l'assorbimento del lattosio, grazie ad alcune sue proprietà benefiche. Esso infatti contiene bassi livelli di lattosio, poiché i batteri lattici in esso contenuti lo hanno già scisso e fermentato; contiene le β-galattosidasi microbiche che sono in grado di giungere ancora attive nell'intestino tenue, anche se il batterio è morto, e di compensare la carenza della lattasi; infine, grazie alla sua consistenza viscosa, rallenta lo svuotamento gastrico, poiché aderisce alle pareti dello stomaco e rallenta il transito degli altri alimenti ingeriti. Oltre all'assunzione dello yogurt, anche quella di fermenti lattici risulta essere molto importante per ridurre i sintomi dell'intolleranza al lattosio. Questi fermenti lattici possono ad esempio essere a base delLactobacillus acidophilus, che a differenza di molti altri batteri lattici, è ingrado di resistere alla bile rilasciata nell'intestino e quindi di tollerare le condizioni gastriche ed intestinali; oppure i fermenti lattici possono essere a base di β-galattosidasidei Bifidobatteri, i quali hanno un optimum di pH inferiore rispetto a quello dei batteristarter dello yogurt e quindi meglio di essi riescono a resistere alle condizioni gastriche edintestinali. La verità è però che ogni organismo ha diversi deficit e quindi diverse esigenze,per cui la cosa migliore sarebbe selezionare i probiotici adatti per ognuno di essi. Si sta pensando di creare, proprio per questo motivo, una banca di aliquote di microbiotiintestinali, cioè una collezione di microrganismi con specifiche composizioni, da somministare ai diversi soggetti in base alle diverse esigenze. Diagnostica microbiologica in campo clinico Come abbiamo visto si parla di diagnostica in campo alimentare,

Ma se ne parla anche in campo clinico. In entrambi i campi risulta fondamentale isolare e classificare i microrganismi. In particolare la diagnosi in campo clinico ha principalmente l'obiettivo di isolare e classificare batteri in grado di causare patologie. Ma molto importanti sono anche i batteri non patogeni, ovvero la flora microbica normale che popola i nostri distretti corporei.

LA FLORA MICROBICA NORMALE

Il corpo umano, nell'ambiente in cui vive è continuamente esposto ai microrganismi che si trovano ovunque. Per questo motivo, ad eccezione del sangue e del liquor che sono compartimenti sterili (tranne che in caso di patologie), all'interno o sulla superficie del nostro corpo (ad esempio a livello del canale digerente e della cute) crescono centinaia di specie e miliardi di singoli microrganismi (le cellule batteriche numericamente sono infatti 10 volte superiori rispetto alle nostre cellule eucariotiche), che complessivamente prendono il nome di flora microbica normale.

Imicrorganismi che costituiscono la flora microbica normale sono generalmente privi di effetti dannosi per l'organismo, ed alcuni di essi contribuiscono anche direttamente alla salute generale dell'individuo. Analizziamo ora la flora microbica normale presente nei vari distretti corporei. La flora microbica normale della pelle L'epidermide di per sé è un substrato non favorevole alla crescita microbica. Questo perché ha un pH un po' troppo acido, risulta spesso disidratata (soprattutto in alcuni periodi dell'anno o fasce di età), va incontro a esfoliazione (cioè il turnover delle cellule epidermiche grazie al quale gli strati più profondi della pelle sostituiscono quelli più superficiali) e rilascia acidi grassi antimicrobici. Tuttavia esistono dei distretti cutanei ad elevata concentrazione di ghiandole sebacee e sudoripare in cui la crescita dei microrganismi è favorita (regioni ascellari, genitali, ecc.).

capezzoli e ombelico). Leghiandole sudoripare sono distribuite su tuttal’epidermide, ma sono più concentrate in alcune zonee producono il sudore, che ha il compito di abbassarela temperatura dell’organismo se essa supera i 37°C;le ghiandole sebacee invece sono maggiormenteconcentrate vicino ai bulbi piliferi e producono il seboche la la funzione di mantenere idratata la cute. Lacrescita dei microrganismi in questi distretti èdeterminata dal fatto che le secrezioni delleghiandole della pelle hanno un pH compreso tra 4 e 6 e sono ricche di sostanze nutritive per imicrobi. Nello specifico il sudore è costituito da acqua, ioni, acidi grassi volatili, colesterolo, urea,anticorpi e nel caso in cui si stia svolgendo attività fisica (quindi in caso di fermentazione latticanelle cellule muscolari) anche da acido lattico; il sebo è invece costituito da colesterolo, acidi grassied acqua. È importante specificare che il secreto ghiandolare

È di per sé sterile ed inodore e viene contaminato, sviluppando un cattivo odore, solo quando viene a contatto con i batteri, che iniziano a metabolizzare i suoi nutrienti. Complessivamente la flora microbica normale della pelle è costituita da microrganismi transienti, cioè microorganismi incapaci di sopravvivere, e da microrganismi residenti, che, avendo un optimum di pH più acido, sono in grado di sopravvivere e replicarsi sulla pelle. In particolare tra essi abbiamo: Acinetobacter, Corynebacterium, Enterobacter, Klebsiella, Micrococcus, Pityrosporum ovalis, Propionibacterium acnes, Proteus, Pseudomonas, Staphylococcus. La composizione e la quantità di flora microbica presente sulla pelle varia in relazione ad alcuni fattori:

  • Età del soggetto, poiché avanzando con l'età le ghiandole sebacee producono una minore quantità di sebo, per cui la pelle è più disidratata ed i microrganismi hanno più
difficoltà ad adattarsi alle condizioni atmosferiche, cioè la presenza di un clima secco o umido (quest'ultimo mantiene la pelle umida e la rende più adatta alla colonizzazione da parte dei microrganismi). Igiene personale del soggetto: la pulizia e l'igiene personale sono importanti per prevenire la proliferazione dei microrganismi. La flora microbica normale della cavità orale: la bocca è uno degli habitat microbici più complessi ed eterogenei del corpo. La presenza di particelle alimentari e detriti delle cellule epiteliali crea condizioni favorevoli per una crescita microbica locale abbondante. Nella cavità orale sono presenti i denti e la saliva. La saliva ha una duplice funzione: da un lato, essendo ricca di sostanze nutritive, rappresenta un buon terreno di crescita per la flora microbica; dall'altro lato, per evitare un'eccessiva colonizzazione da parte dei batteri, svolge una funzione antibatterica grazie alla presenza del lisozima, un enzima in grado di scindere il legame β-1,4-glicosidico tra le pareti cellulari dei batteri.

NAM e NAD a livello del peptidoglicano dellaparete batterica (il lisozima si trova anche nel secreto lacrimale). I denti sono invece un ottimo ricettacolo per la crescita di svariati microrganismi che, accumulandosi, generano la placca dentale. La colonizzazione microbica dei denti inizia subito dopo averli lavati, a causa delle glicoproteine acide della saliva che rapidamente aderiscono al dente ed attraggono i batteri. In particolare il primo batterio ad effettuare la colonizzazione è lo Streptococcus sobrinus, che ha elevata affinità per le glicorpoteine acide della saliva. Successivamente inizia la colonizzazione e la crescita dei Fusobacterium, cioè i batteri filamentosi che formano una rete intricata a livello della placca, generando condizioni di microaerofilia, poiché è ostacolato il passaggio di aria. Questo favorisce che nella rete vengano intrappolati microrganismi anaerobi come gli Actinomyces che mettono in atto la fermentazione producendo acidi organici.

I fattori che vanno ad intaccare e decalcificare lo smalto del dente, causando la carie, sono principalmente i batteri che fermentano gli zuccheri producendo acido lattico. Di conseguenza, le diete ricche di saccarosio sono particolarmente cariogeniche. Tra i vari batteri presenti nella bocca, lo Streptococcus mutans è uno dei più cariogeni in quanto è in grado di convertire il saccarosio in fruttosio e destrano, un polimero del glucosio che aderisce alle pareti dei denti e attira altri microrganismi che fermentano e producono sostanze acide.

Il fluoro svolge un ruolo molto importante nella prevenzione della carie dentale. Infatti, il fluoro si incorpora nella matrice di fosfato di calcio del dente, rendendolo più resistente all'attacco e alla decalcificazione causata dagli acidi organici.

quindi ostacolando lo sviluppo della carie. Per questo motivo composti a base di fluoro vengono utilizzati nell'acqua potabile e nei dentrifici per prevenire il deterioramento dei denti. Quando la colonizzazione batterica è eccessiva la placca può causare infezioni della cavità orale, ovvero: - Gengiviti: la placca si interpone leggermente tra la superficie del dente e la gengiva e questo provoca un'infiammazione del tessuto gengivale. - Malattie periodontali o periodontiti: la placca si interpone più profondamente tra la superficie del dente e la gengiva, la quale si stacca dal dente generando la tasca periodontale. Questa tasca può essere infettata dai batteri che si replicano in essa intaccando l'osso e i tessuti dentali e ovviamente quanto più è profonda questa tasca tanto maggiore è la possibilità di perdere il dente. La flora microbica normale del tratto respiratorio Il tratto respiratorio è a continuo contatto con.ai batteri, i funghi e i virus. Questi microrganismi possono essere presenti nell'aria, nell'acqua, nel suolo e su superfici come le pareti, i pavimenti e gli oggetti. La colonizzazione da parte di questi microrganismi può avvenire attraverso il contatto diretto con una persona infetta, il contatto con superfici contaminate o l'inalazione di particelle contenenti microrganismi. È importante adottare misure di igiene e pulizia per prevenire la diffusione di microrganismi e proteggere la salute.
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Publisher
A.A. 2020-2021
237 pagine
3 download
SSD Scienze biologiche BIO/13 Biologia applicata

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Silva96 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Microbiologia applicata e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Talà Adelfia.