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CICLO INVERSO DELL'ACIDO CITRICO

Utilizza le medesime reazioni chimiche del ciclo dell'acido citrico, ma al contrario. Quasi tutti gli enzimi sono gli stessi del ciclo ossidativo, che funzionano al contrario. Per fare ciò bisogna utilizzare energia e potere riducente, tranne nei 2/3 passaggi di carbossilazione che sono mediati da alcuni enzimi che utilizzano la ferrodossina come donatore di elettroni. Questa tipologia di metabolismo è tipica dei batteri verdi sulfurei (Chlorobium), in cui non è presente il ciclo di Calvin.

Avevamo detto che nei batteri verdi, nei processi di fotosintesi anossigenica, loro sono tra i pochi (a differenza dei batteri purpurei), che riuscivano a produrre ferrodossina ridotta perché il potenziale del loro pigmento era abbastanza negativo da poter trasportare l'elettrone a ridurre la ferrodossina. Loro durante il ciclo fotosintetico producono ferrodossina nel momento in cui c'è un donatore esterno di

elettroni all'interno della fosforilazione ciclica. La ferrodossina ridotta attraverso specifici enzimi, viene utilizzata per carbossilare gli intermedi all'interno del ciclo. Presenta gli stessi intermedi del ciclo ossidativo (ciclo di Krebs), dove l'intervento della ferrodossina ridotta (prodotta nella fotosintesi) nelle due reazioni fornisce il potere riducente per carbossilare il succinil-CoA a alfa-chetoglutarato e l'Acetil-CoA a piruvato. L'altro processo di carbossilazione, cioè la reazione da alfa-chetoglutarato a isocitrato, è invece mediato dal potere riducente del NADPH. C'è un altro enzima che non è lo stesso rispetto al ciclo ossidativo, che è la citrato liasi, che è l'enzima coinvolto nella scissione del citrato a ossalacetato (C4) e Acetil-CoA. Nel ciclo riduttivo c'è la citrato liasi, nel ciclo ossidativo c'è la citrato sintetasi (reazione inversa). Quindi questo

è un metabolismo riduttivo a partire da delle reazioni che il metabolismo riesce afare al contrario e altre strategie metaboliche in cui sono coinvolti degli enzimi specifici per la viariduttiva biosintetica. Anche in questo caso gli ultimi passaggi da piruvato a gliceraldeide-3-fosfatosono i passaggi inversi della glicolisi, come nel caso del ciclo di Calvin.

Una vita totalmente diversa è invece VIA DELL’IDROSSIPROPIONATO Chloroflexus, che è un batterio verde non sulfureo, è un microrganismo che appartiene a unphylum molto vicino alla radice evolutiva. Sono fototrofi anossigenici, ma possono anche viverechemiolitotroficamente utilizzando solfuri e H2 come donatori di elettroni. La sua posizionefilogenetica e l’utilizzo di questi composti ridotti dello zolfo ha fatto sì che si ipotizzasse che questotipo di autotrofia sia il primo esperimento autotrofico che è stato tentato dall’evoluzione. Al postoche produrre molecole C3, come

gli altri, produce molecole C2, che è il gliossilato, a partire da due molecole di CO2. Si chiama così perché l'idrossipropionato è un intermedio centrale presente all'interno del ciclo. Fra batteri è presente solo nel Chloroflexus, mentre è presente in alcuni Archea, in particolare quelli ipertermofili. Ciò rafforza l'ipotesi dell'ancestralità di questo metabolismo, perché anche gli archea termofili si ritengono molto antichi. Quando esce dal ciclo un gliossilato, come conseguenza della scissione di succinil-CoA (C6) a Malil-CoA (C4) e gliossilato (C2), viene prodotto come sostanza organica che troverà poi altre vie biosintetiche anaboliche per la costruzione delle molecole organiche necessarie alla cellula. Dal punto di vista energetico abbiamo dei processi di carbossilazione, mediati dall'incorporazione di CO2 nell'Acetil-CoA che necessitano di energia, e, successivamente,

L'incorporazione di potere riducente; una successiva reazione di carbossilazione del porpionil-CoA a Metilmalonil-CoA e poi una serie di arrangiamenti di questa molecola che danno poi origine alla produzione del gliossilato. Quindi, come abbiamo visto, di solito l'autotrofia e la fototrofia vanno di pari passo, cioè avendo come fonte di energia la luce molto spesso sono anche autotrofi. La via della riduzione dell'acidocitrico è invece specifica nei batteri verdi e anche la via dell'idrossipropionato è specifica di batteri verdi. Il ciclo di Calvin può essere usato anche da organismi non fototrofi, ma che hanno sviluppato altri metodi di acquisizione di energia, come i chemiolitotrofi (utilizzano sostanze inorganiche come fonte di elettroni per la respirazione). Quindi prendiamo in considerazione le varie strategie metaboliche dei chemiolitotrofi. È una modalità di acquisizione di energia specifico dei batteri, non degli eucarioti.

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CHEMIOLITOTROFI

Gli organismi che conservano energia dall'ossidazione dei composti inorganici sono chiamati chemiolitotrofi. Da un punto di vista evolutivo, la chemiolitotrofia potrebbe essere stata la prima forma di conservazione energetica che si evolve sulla Terra. La maggior parte sono anche autotrofi (come i fototrofi). Ciò è dovuto dal fatto che entrambi non utilizzano sostanza organica come fonte di energia (i chemiolitotrofi e i fototrofi). Nel momento in cui i microrganismi devono utilizzare la CO2 come fonte di carbonio hanno bisogno di due cose: energia (ATP) e potere riducente. Questo aspetto è molto dipendente dall'aspetto termodinamico e quindi dal potenziale ossidoriduttivo che le sostanze inorganiche hanno e di che cosa utilizzano, sempre dal punto di vista termodinamico, come ossidante (accettore di elettroni). Generalmente vi è abbastanza energia chimica che si può sviluppare dalla reazione di ossidazione di queste

per produrre ATP, ma non sempre, in funzione del substrato che si ossida e del substrato che si riduce, c'è abbastanza energia anche per ottenere potere riducente. Come nel caso dei , molti di questi organismi, per ragioni termodinamiche, dovranno utilizzare un trasporto inverso di elettroni per ottenere potere riducente. Alcuni non sono necessariamente autotrofi, ma possono utilizzare un composto organico come fonte di carbonio. In questo caso li possiamo chiamare o mixotrofi, indicando che hanno delle strategie trofiche miste: sebbene producano energia dall'ossidazione di un composto inorganico, richiedono un composto organico come fonte di carbonio (non sono autotrofi). Nella chemiolitotrofia l'aspetto energetico è importante perché dobbiamo considerare il fatto che possiamo avere diversi composti inorganici che fungono da donatori di elettroni, quindi si ossidano, e producono.

Quegli elettroni che poi transitano all'interno della catena di trasporto degli elettroni nella membrana, e abbiamo dall'altra parte anche l'accettore di elettroni (la sostanza che si riduce). Il potere riducente nei chemiolitotrofi è ottenuto: 1) direttamente dal composto inorganico (se ha potenziale di riduzione sufficientemente negativo come H2), 2) da reazioni di trasporto elettronico inverso, se il donatore elettronico inorganico è più elettropositivo di NADH. L'ossigeno è l'ossidante con il potenziale redox più alto. In situazioni normali il potenziale redox di ossigeno/acqua è di circa 0,8 V (800 mV). Dall'altra parte si vede il potenziale della coppia ossidoriduttiva del substrato (idrogeno e acqua, zolfo elementare e solfato, ammonio e nitrito, nitrito e nitrato, ferro 2 a ferro 3). Tutti i potenziali redox sono sbilanciati verso la reazione di ossidazione, perché se io metto (ad esempio

nell'ossidazione del ferro) un potenziale redox di +0.77 e un potenziale redox di +0.82, comunque il potenziale 0.82 è maggiore quindi la reazione è spostata verso l'ossidazione. Questo significa che il salto energetico nella reazione di ossidazione del ferro è bassissimo. 0.77 è un valore di potenziale redox che abbiamo a pH 2, infatti in realtà il potenziale redox dell'ossidazione del ferro a ph neutro è più basso (+0.2). Si mette a pH 2, perché il ferro spontaneamente ossida in presenza di ossigeno. Quindi il ferro 2 è disponibile come substrato a ph basso. In quelle condizioni il ferro 2 non è spontaneamente ossidato a ferro 3. Quindi microrganismi che riescono ad ossidare il ferro 2 a ferro 3 sono organismi acidofili, di conseguenza il loro bilancio energetico lo si fa in quelle condizioni. Abbiamo un range molto elevato di potenziale redox. Questo dà la possibilità al microrganismo diutilizzata come donatore di elettroni.

La riduzione dell'energia libera dipende dalla sua negatività, che permette la fosforilazione di una molecola di ATP. Per ottenere potere riducente (NADPH e NADH), l'idrogeno è l'unico nella tabella con un potenziale redox abbastanza negativo per ridurre il NADPH. Ha il potenziale redox più basso e tende a donare elettroni, creando potere riducente senza il trasporto inverso di elettroni. Inoltre, può utilizzare diversi accettori di elettroni con un potenziale redox ancora più basso.

L'ossidazione dell'idrogeno è un forte donatore di elettroni. Viene prodotto durante le fermentazioni e bilancia le reazioni ossido-riduttive delle fermentazioni, quindi viene rilasciato. Di solito le fermentazioni avvengono in ambiente anossico.

L'idrogeno è un gas molto solubile, quindi si sposta anche in zone ossigenate. Può utilizzare come accettori elettroni, oltre all'ossigeno, anche i nitrati e anche il ferro. Abbiamo una respirazione quindi.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
205 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/19 Microbiologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher margheriiitaa di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Microbiologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Franzetti Andrea.