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ISOSILLABISMO

Il primo concetto di base è l'isosillabismo = stesso numero di sillabe, la metrica italiana è basata su questo. L'eccezione è l'anisosillabismo. L'isosillabismo si tratta di sillabe metriche e non linguistiche, dire l'endecasillabo è un verso di 11 sillabe è sbagliato, in realtà è il verso che ha l'accento metrico sulla decima sillaba, dove l'ultima parola è piana. (vedi p.13) esistono endecasillabi di non 11 sillabe questo nel caso in cui l'ultima parola sia: - tronca si hanno 10 sillabe - se è sdrucciola se ne hanno 12 ma vengono comunque considerati endecasillabi per il tipo di metrica, sono isosillabismi. Dal punto di vista linguistico invece contano le sillabe di cui sono composti. Ci sono addirittura casi più estremi di 13 sillabe che è comunque un endecasillabo. Il fatto che tutti questi versi siano endecasillabi non vuol dire che questi siano sempre.

usati. Nella lirica alta di Petrarca i versi saranno sempre solo endecasillabi piani. Boiardo ne utilizza molti piani, Ariosto già meno (ne usa anche tronchi e sdruccioli) e Tasso nessuno, andando verso Petrarca si perdono. Ariosto nella terza edizione diminuisce gli endecasillabi piani, nel teatro usa solo quelli sdruccioli. Quindi nei vari periodi storici e generi cambia l’utilizzo dei versi. Nella divina commedia ci sono casi in cui i versi sono atoni= non hanno l’accento.

SCANSIONE ED ESECUZIONE secondo concetto di base è la distinzione tra scansione ed esecuzione. La scansione è un concetto metrico, significa riconoscere il singolo verso e come viene realizzato all’interno della struttura metrica. Ogni singolo verso è la conseguenza di una serie di scelte che il poeta fa, sono o a libera scelta o obbligate. L’esecuzione è la singola lettura che facciamo del testo (può essere a voce o silenziosa o altro), la scansione metrica.

entra in gioco nell'esecuzione, ma contano anche altri aspetti come componenti emotive. ci sono esigenze emotive accanto a quelle metriche che vengono tenute conto dall'esecuzione. un verso che ha la stessa scansione può essere letto in modo diverso a seconda del periodo, della storia

SILLABA LINGUISTICA E METRICA

Terzo concetto base è quello della distinzione tra sillaba generale e metrica. la sillabazione della metrica italiana si basa sul fiorentino. vanno presi in considerazione due coppie di concetti quando si incontrano due vocali:

  1. sinalefe (^) e dialefe (៴): una parola che termina con vocale e la seguente inizia con vocale (uguale o diversa). Con la sinalefe l'avvicinamento di due vocali fanno diventare le due parole una singola sillaba (es. Ma^a che dir…). Nella dialefe non si contano come sillaba unica ma come due (es. accese៴e^anche…). sono quindi scelte per strutturare i versi, non ci sono regole fisse. Sono molto più abbondanti le sinalefe.
  2. dieresi (ë) e sineresi (ë): una parola che termina con vocale accentata e la seguente inizia con vocale (uguale o diversa). Con la dieresi si separano le due vocali in due sillabe diverse (es. poëta). Nella sineresi le due vocali si uniscono in una sola sillaba (es. poëta).

dieresi (¨) e sineresi: dieresi quando si contano due sillabe e sineresi quando se ne conta una. Con la dieresi il dittongo viene trattato come se contasse due sillabe (es. Nïente scritto così vale tre sillabe). Si usa solo nel caso di un incontro tra vocali nella stessa parola che non sia già una divisione naturale come arpie= ar-pi-e in cui è naturale dividere la i dalla e per l’accento quindi il dittongo non lo metto.

RITMO

Altro concetto fondamentale è il ritmo = qualcosa che si ripete nel tempo con una forma riconoscibile di regolarità. Nella metrica italiana ciò che compone il ritmo sono gli accenti delle parole, sillabe accentate, atone e le pause. Nella lingua parliamo di sillabe e accenti, nella metrica di sillabe e accenti metrici, di sedi (il luogo dove può cadere l’ictus) e ictus (accento metrico). (es. l'endecasillabo ha l’ictus nella decima sede). Dato che alcuni endecasillabi sono formati anche da

più di 11 sillabe avrà altri accenti in altre sedi ed è da questi rapporti che si sviluppa il ritmo metrico dell’endecasillabo. Non tutte le sedi dell’endecasillabo hanno lo stesso valore, è la storia del verso che ha indicato alcune sedi come preferenziali: la quarta e/o la sesta (oltre la decima), costituiscono gli appoggi portanti di quasi tutti gli endecasillabi italiani. Se non troviamo questi accenti su queste sedi si tratta di un endecasillabo irregolare. La definizione finale di endecasillabo = verso che ha un ultimo ictus in decima sede e almeno un ictus o sulla quarta o sulla sesta. Discorsi analoghi vanno per gli altri versi: - settenario: ultimo ictus su sesta sede - quinario: ultimo ictus su quarta sede - ecc… ECCEZIONE: “NO” è un bisillabo tronco perché nella metrica non esiste il monosillabo. In generale le sedi più importanti dell’endecasillabo sono quelle pari, è quindi un

verso potenzialmente giambico = prevede un’atona (sillaba non accentata) seguita da una tonica (accentata). alcuni esempi: la spada^al fianco,^e^in braccio^avea lo scudo tutte le sedi pari sono accentate, questo accade raramente, i tipi più diffusi sono tre:

  1. le sedi pari
  2. sedi
  3. dattilico: una sillaba accentata seguita da due atone, ha sedi 1 4 e 7 e 10. Questo tipo è presente nelle opere di Dante ma molto meno in quelle di Petrarca.

Angelica vede Orlando folle e lei scappa urlando e a lei risponde Ferragu che quando la riconosce inizia a inseguirla: a quella voce salta in su la riva 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 il ritmo 4 8 10 è quello predominante dell’endecasillabo delle canzoni d’amore di Dante.

ENJAMBEMENT (o inarcatura) Concluso il verso ci può essere unità di significato oppure no. La segmentazione della lingua e del metro possono essere contingenti o no. Enjambement è il fenomeno di non coincidenza tra significato e metro: quando un

Discorsova a capo per il significato lo consideriamo unito invece per la metrica va a capo. La lettura scavalca il metro e facciamo così sentire l'inarcatura. Altro elemento metrico fondamentale è la rima e l'assonanza. Rima = due parole identiche dall'ultima sillaba accentata, fenomeno metrico quando ha rilevanza all'interno di una forma metrica (collocata in quel posto per un motivo). La rima è un fenomeno ritmico. Vedi pag. 17.

Le forme metriche riportano alla forma della canzone, del sonetto ecc. Per la poesia le forme metriche essenziali sono:

  • La terzina: potenzialmente infinita, è una forma chiusa. Adatta alla forma della narrazione in versi, dopo la commedia di Dante si diffonde in molte altre opere. Il capitolo in terza rima è una forma di terzina applicata a testi di tipo epistolare o elogi (es. satire di Ariosto; poesia burlesca; Machiavelli, Pascoli, Pasolini scrivono in terzina).
  • L'ottava detta anche stanza.
L'ottava può essere usata anche come metro per l'alirica. L'ottava è in uso almeno dagli anni 30 dell'800, ci sono due possibili iniziatori di questa forma: inventori anonimi ossia i canterini o probabilmente Boccaccio. Boccaccio è comunque colui che ha elevato l'ottava nella poesia. Dolce in un testo parla della storia dell'ottava e dice che l'inventore sia Boccaccio. È comunque il primo a usarlo in materia. Ariosto trae vantaggio dall'esperienza dell'ottava di Boiardo e di Poliziano per poi produrre l'ottava "più elevata". Ceco autore del Mambriano, il più importante poema in ottave posto dopo Boiardo e prima di Ariosto. Scrisse come i cantarini ma in modo più dignitoso. La forma fissa di tutte le ottave è ABABABCC, sei versi a rima alternata e due baciata, quindi il ritmo è sempre lo stesso. Questa forma è stata imposta anche nelle traduzioni dei.

Normalmente le ottave sono chiuse: con loro finisce anche la narrazione, la sintassi e la metrica. Questi tre piani di solito si concludono contemporaneamente con l'ottava.

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Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Noemaggio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Dalmas Davide.
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