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Passaggi comuni a tutte le metodiche:
Fissazione: rende insolubili le proteine e rimuove i composti interferenti
presenti nel gel;
Sensibilizzazione: favorisce lo sviluppo dell’immagine;
Impregnazione dell’argento: aggiunta di una soluzione come nitrato
d’argento o argento diamminico;
Sviluppo: con carbonato diluito (silver acido) o acido citrico (silver
basico), in presenza di formaldeide. Lo sviluppo viene fermato con
soluzioni appropriate a seconda del metodo scelto.
Ci sono diverse metodiche utilizzabili e vengono raggruppate in base alle
condizioni impiegate per l’impregnamento dell’argento in silver basico se
viene utilizzato nitrato d’argento in ambiente alcalino mentre lo sviluppo
avviene in soluzioni acide, oppure acido se viene usato nitrato d’argento in
acqua e lo sviluppo in soluzioni a pH alcalino.
Un vantaggio di questa metodica è l’elevata sensibilità mentre gli svantaggi
sono: Scarsa riproducibilità per cui ogni passaggio può avvenire in tempi
variabili di volta in volta portando a risultati anche molto diversi, in più
anche la qualità dei reagenti può non essere ottimale e anche la
temperatura ambientale può influire;
La linearità di questo metodo non è elevata (solo per concentrazioni di
proteine molto basse) quindi è difficile da utilizzare ai fini quantitativi
perché va subito a saturazione;
Spesso non è compatibile con la spettrometria di massa perché le aldeidi
utilizzate vanno a modificare in modo irreversibile alcuni gruppi degli
amminoacidi (alchilazione degli alfa e gamma amminoacidi). Per ovviare
a questi problemi esistono dei protocolli come la rimozione della
glutaraldeide.
Altra metodica è quella dei coloranti organici come il Coomassie brilliant blu.
Questo veniva utilizzato soprattutto nell’industria tessile e iniziò a venire usato
per l’elettroforesi negli anni ’60. Esiste in due forme: il coomassie R- 250 (tinta
rossa) e il coomassie G- 250 (tinta verde; questo differisce dal primo per la
presenza di due gruppi metilici). Forma interazioni elettrostatiche con gli
amminoacidi basici ed interazioni idrofobiche sia con residui idrofobici che con
le micelle di SDS; quindi, oltre a colorare le nostre proteine, colorerà anche il
gel. 27
Camilla Mancassola Metodologie biochimiche A.A 2018/2019
Il protocollo originale prevede la colorazione in: 0,1 % Coomassie, 45%
metanolo e 10% acido acetico. La colorazione può protrarsi overnight, ed è
seguita da un passaggio di decolorazione per rimuovere il colorante in eccesso.
È abbastanza sensibile, intorno ai 50-100 ng.
I vantaggi di questa colorazione sono la sua facilità di utilizzo, è economico, è il
più compatibile con la spettrometria di massa perché viene rimosso abbastanza
facilmente dalle proteine e, pur non essendo molto sensibile, dà una risposta
lineare per almeno un ordine di grandezza. La riproducibilità non è perfetta
perchè durante i lavaggi parte del colorante può essere perso ma soprattutto è
influenzato dalla composizione amminoacidica delle proteine perché lega in
preferenza amminoacidi basici.
A questa colorazione classica è stata affiancata una colorazione di tipo
colloidale che sfrutta la capacità del CBB G-250 di formare soluzioni colloidali.
In presenza di H SO il Coomassie è in stato micellare, o colloidale: forma
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complessi di dimensioni tali da non poter entrare nel gel di poliacrilammide. Il
metodo sfrutta la solvatazione localizzata del colorante: quando le proteine non
legano più CBB, questo non passa più dallo stato colloidale a quello in
soluzione. I tempi di colorazione sono minori, si aumenta la sensibilità e la
risposta è più specifica. Inoltre, non richiede decolorazione. Uno svantaggio è
che se non vengono rimosse le micelle di colorante rimaste in soluzione
possono interferire con l’analisi di immagine quindi almeno un lavaggio del gel
va fatto.
È stata sviluppata un’ulteriore miglioria denominata Blu Silver perché la
sensibilità arriva ad essere vicina a quella della colorazione Silver. Questo è
stato ottenuto aumentando la percentuale di colorante e aumentando
l’acidificazione così da protonare quasi completamente i residui di aspartato e
glutammato favorendo le interazioni elettrostatiche con il colorante. Il
colorante quando viene miscelato ha un colore verde petrolio e man mano che
entra a contatto con le proteine si solvata e diventa blu. 28
Camilla Mancassola Metodologie biochimiche A.A 2018/2019
Un utilizzo alternativo del blu di Coomassie è nella Blue Native PAGE. Quando
si vogliono studiare complessi multisubunità si va a fare un’elettroforesi in
condizioni native. Non si usano riducenti o SDS perché i complessi vanno
mantenuti integri e quindi si usa il blu Coomassie che comunque conferisce
carica negativa alle proteine e viene aggiunto al catodo così da avere la
separazione delle proteine native. Quello che si ottiene è una corsia con delle
bande e a ciascuna banda corrisponderà un complesso multisubunità di un
certo tipo; questi vengono equilibrati, cioè vengono addizionati poi gli SDS in
modo da dissociare le varie subunità e questa volta la corsia della prima
dimensione viene posizionata orizzontalmente su gel e si fa una classica SDS
PAGE in cui però ad ogni corsia corrispondono le singole subunità di uno stesso
complesso. Grazie a questo meccanismo possiamo capire da quali subunità è
composta una proteina.
Non sono molto frequenti ma vi sono anche le colorazioni in negativo in cui le
proteine risultano come macchie trasparenti su un fondo scuro del gel. Si
formano dei complessi metallici insolubili con le porzioni di gel cui non si sono
legate le proteine. È una colorazione reversibile che può sfruttare la presenza
di ioni rame, zinco, acetato di potassio o di sodio e zinco- imidazolo. Non
colorando la proteina (bande o spot trasparenti) questa non viene
modificata. Uno svantaggio è che noi non le vediamo quindi non sappiamo
quanta proteina c’è all’interno di queste zone e non possiamo utilizzarla a
scopo quantitativo. Inoltre, poiché non c’è una fissazione vera e propria delle
proteine queste possono andare perse.
Per quanto riguarda le colorazione a fluorescenza distinguiamo:
Marcatura pre- elettroforetica: le proteine possono essere modificate
con traccianti fluorescenti prima della focalizzazione isoelettrica. L’unico
caso trova applicazione nella DIGE (Differential Imaging Gel
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Camilla Mancassola Metodologie biochimiche A.A 2018/2019
Electrophoresis) che utilizza fluorofori simili per struttura e caratteristiche
chimiche ma con diverse caratteristiche spettroscopiche. Ha permesso di
ridurre moltissimo la variabilità tecnica tra i vari gel di uno stesso
campione quindi ha migliorato di molto la riproducibilità. È possibile una
visualizzazione contemporanea di campioni diversi in uno stesso gel
bidimensionale. Ci sono tecniche differenti ma la più utilizzata sfrutta la
derivatizzazione con cianine quindi i fluorofori si legano ai residui di lisina
tramite un legame amidico (in particolare il colorante Cy2, Cy3, Cy5). Le
cianine hanno tutte lo stesso peso molecolare e portano una carica
positiva che compensa la carica persa dalla lisina durante la
derivatizzazione e questo è fondamentale perché il punto isoelettrico
della proteina non cambia. Anche il peso molecolare della proteina
modificata non deve cambiare e questo si ottiene facendo una marcatura
minima cioè si tiene il rapporto colorante/ proteina al di sotto del 3%
affinchè venga marcato un singolo residuo di lisina e vi sia una minima
variazione di peso molecolare. Quindi se noi abbiamo due diversi
campioni possiamo marcare il primo con la cianina 3 ed il secondo con la
cianina 5 e mescolarli; la miscela può essere sottoposta ad elettroforesi
bidimensionale classica. Si può anche correre una sorta di standard
interno, di solito la cianina 2 viene miscelata con uguale quantità dei due
campioni in modo da andare a verificare situazioni quali errori di
quantificazione. Le tre miscele vengono unite e corse su un gel in prima e
seconda dimensione e, se noi acquisiamo l’immagine del gel utilizzando
le lunghezze d’onda di eccitazione per ciascuno dei tre coloranti,
possiamo ottenere per lo stesso gel tre immagini differenti che possono
essere sovrapposte;
Colorazione post- elettroforetica: approccio classico, colorazione
dopo separazione delle proteine su gel. I più diffusi sono il SYPRO
(Molecular Probes) Red, Orange e Tangerine. Tutti coloranti fluorescenti
che si legano all’SDS e sono di facile utilizzo molto simile al Coomassie. Il
SYPRO Ruby è il più utilizzato: complesso di molecole organiche
coordinate con il rutenio. Interagisce con le proteine legandosi agli
amminoacidi basici tramite meccanismo simile a quello del CBB
colloidale. Necessita di fissazione e di incubazione al riparo dalla luce. È
necessario lavare il gel per rimuovere eccesso di colorante in acqua
deionizzata o in soluzione diluita di metanolo ed acido acetico. Un
vantaggio è dato dal fatto che può essere utilizzato in combinazione con
altri coloranti fluorescenti specifici per la detection di glico o
fosfoproteine (multiplexed staining). I coloranti fluorescenti sono molto
sensibili e per essere rilevati devono essere eccitati ad una lunghezza
d’onda specifica. Sono quindi coloranti rapidi, sensibili, compatibili con la
spettrometria di massa però molto costosi e richiedono degli scanner a
fluorescenza appositi per l’acquisizione ottimale dell’immagine.
Vi sono coloranti specifici come il Pro Q- Diamond che è specifico per le
fosfoproteine, in particolare rileva residui fosforilati di serina, treonina e tirosina
direttamente su gel di poliacrilammide. La sensibilità dipende dallo stato di
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Camilla Mancassola Metodologie biochimiche A.A 2018/2019
fosforilazione della proteina. Poi ricordiamo il Pro Q Emerald che è specifico per
le glicoproteine. Coniugazione di glicoproteine con un’idrazide fluorescente
tramite reazione con acido periodico – reattivo di Schiff. Questi due coloranti
specifici possono appunto essere associati ai coloranti di post- elettroforesi.
Inoltre, sono compatibili con la spettrometria di massa e sono lineari per tre
ordini di grandezza. Tuttavia, sono molto costosi e necessitano di
apparecchiature apposite per acquisire l’immagine.
Possiamo avere anche coloranti di origine fungina come l’Epicocconone
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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