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Unità di analisi: cioè chi o cosa possiamo studiare, e coincidono di solito con le unità di
osservazione
Gli individui sono l’unità di analisi principale, chi studia gli individui cerca di comprendere il gruppo
che rappresentano. Si potrebbe anche studiare un gruppo come singola unità ma si può anche
studiare cosa succede tra di loro.
Artefatto sociale: unità di analisi prodotti degli esseri umani.
Fallacia ecologica: è l’assunto che qualcosa accade a un’unità ecologica possa essere traferito
agli individui che la compongono, le conclusioni riguardanti il gruppo sono spostate sugli individui.
Riduzionismo: concerne tentativi di spiegare un particolare fenomeno nei termini di concetti
limitati o di basso ordine. Ese squadra calcio
La dimensione temporale
Possiamo decidere di fare le osservazioni tutte nello stesso momento o durante un periodo più
lungo.
Studi trasversali: osservazione nello stesso momento temporale di un campione di una
popolazione o di un fenomeno
Studi longitudinali: osservare lo stesso fenomeno in un periodo più ampio. Queste ricerche sono
di tre tipi:
1. Trend: cambiamenti di una popolazione nel tempo
2. Studi di coorte: esaminano sottopopolazioni specifiche per osservare i cambiamenti nel
tempo
3. Indagini panel: le stesse persone sono studiate nel corso del tempo
Come fare un progetto di ricerca
All’inizio i nostri interessi saranno esplorativi. Innanzi tutto bisogna decidere lo scopo della ricerca
magari scrivendo una relazione.
In seguito bisogna eseguire la concettualizzazione: ovvero trovare il significato di tutte le variabili
prima di iniziare, bisogna dare la definizione operativa specificando quale tecnica utilizzeremo per
misurare le variabili. Altro passaggio è decidere chi e cosa studiare e poi raccogliere i dati empirici
per elaborarli e interpretarli tramite un’analisi.
Il passo finale è stabilire l’uso che dovrà essere fatto dalla nostra ricerca e le nostre conclusioni.
È appropriato inserire i costi, il piano della ricerca con i passaggi, i metodi di raccolta dei dati, la
misurazione e la popolazione di riferimento.
5 Concettualizzazione, definizione operativa e misurazione
Misurare tutto quello che esiste
Misurazione: osservazione attenta e deliberata del mondo reale con lo scopo di descrivere oggetti
ed eventi in termini di attributi che compongono una variabile.
Grazie all’osservazione impariamo ciò che è reale, una parola può richiamare un’immagine
mentale creata precedentemente cioè una concezione.
Concettualizzazione: processo tramite cui raggiungiamo un accordo sul significato dei termini, il
risultato è il concetto.
Il processo di comunicazione funziona solo se le nostre concezioni si sovrappongono, ad aiutarci ci
sono i dizionari.
Kaplan misura tre classi di cose che gli scienziati misurano:
1. Direttamente osservabile: colore di una mela
2. Osservabile indirettamente: genere
3. Costrutti: azioni teoriche basate sull’osservazione, reificazione considerarli reali. Sono utili.
Indicatore: simbolo della presenza o dell’assenza del concetto che stiamo studiando. 5
Dimensione: aspetto specificabile del concetto
Intercambiabilità degli indicatori: se diversi indicatori possono rappresentare lo stesso concetto
allora tutti si comporteranno come se il concetto fosse reale e potesse essere osservabile.
Tre tipi di definizione per fare chiarezza sui concetti:
1. Reali
2. Nominali: assegna un termine senza pretesa che tale definizione rappresenti un’entità reale
3. Operative: specifica in maniera precisa come misurare un concetto.
Concettualizzazionedefinizione nominaledefinizione operativamisurazione del mondo reale
Anomia: condizione in cui le norme sociali vengono meno
Definizione operativa: sviluppo di procedure specifiche di ricerca che permettono di fare
osservazioni empiriche che rappresentano i concetti del mondo reale.
Intervallo di variazione: aggiungere un solo ricco a una popolazione povera sballa i risultati
Grado di precisione: esattezza con cui vogliamo ottenere nella distinzione fra i possibili attributi
che compongono una variabile.
Ogni variabili deve avere due qualità: ogni attributo deve essere esaustivo e gli attributi devono
essere mutualmente esclusivi.
Ci sono quattro livelli di misurazione degli attributi:
1. Misurazioni nominali: le variabili i cui attributi possiedono solo caratteristiche dell’esaustività
e della mutua esclusività. Sono nomi o etichette con cui chiamiamo le caratteristiche
2. Misurazioni ordinali: variabili che possiedono attributi ordinabili logicamente è possibile dire
se una è più dell’altra.
3. Scala a intervalli: distanza che separa gli attributi di una variabile. Quanto di più
4. Scala a rapporti: possiedono tutte le altre caratteristiche ma sono basati sullo zero assoluto,
cioè il rapporto di una con l’altra
La misurazione può avvenire attraverso diversi gradi di precisione: noi dobbiamo essere precisi il
più possibile.
Affidabilità: riguarda la ripetibilità di uno strumento, cioè se la stessa tecnica usata più volte da gli
stessi risultati.
Metodo test-retest: è utile ripetere la stessa misurazione.
Metodo split-half: è preferibile fare più misurazioni per concetti sociali complessi.
Un altro modo per ottenere risultati affidabili è usare metodi già sperimentati.
Validità: indica quanto una misura empirica riflette in modo adeguato il significato reale di un
concetto, ma i concetti non hanno un significato reale.
Validità nominale: valutazioni empiriche che potrebbero non essere ancorate al nostro comune
accordo e alle immagini mentali di un certo concetto.
Validità di criterio: basato su criterio esterno
Validità di costrutto: basata sulle relazioni logiche fra le variabili
Validità di contenuto: capacità di una misura di cogliere l’insieme dei significati di un concetto
6 Indici, scale e tipologie
Indicatori singoli sono sufficienti per cogliere variabili come l’età, gli indici e le scale sono efficienti
per l’analisi.
Le scale e gli indici sono misure ordinali di variabili e sono misure composte di variabili, ovvero
sono basati su più domande.
Indice: costruito in modo semplice, cioè sommando i punteggi assegnati a singoli indicatori.
Scala: costruita assegnando i punteggi a modelli (o pattern) di risposte, riconoscendo che alcune
domande riflettono una gradazione di intensità relativamente debole della variabile, mentre altre
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riflettono in livello più forte. Per patter s’intende un modello di risposta usato per valutare le
risposte ottenute più simile le risposte sono al patter più alto sarà il punteggio. Sono più usati degli
indici perché misurano anche la differenza di gradazione di intensità con cui le domande riflettono
la variabile da misurare.
Costruzione degli indici
Il primo passo è la selezione degli item, cioè degli elementi.
Il primo criterio per selezionare gli item è la validità nominale, altro requisito è l’unidimensionalità
cioè una misura composita deve rappresentare una sola dimensione di un concetto.
Il concetto che si sta rilevando potrebbe avere molte sfumature, e gli item verificheranno al
generalità o la specificità della variabile.
Nel generare degli item bisogna garantire la variazione e si fa in due modi. Il primo è selezionare
item che dividano i rispondenti nei termini della variabile, il secondo è selezionare item con una
diversa variabilità.
Il secondo passo per costruire un indice è l’analisi delle relazioni empiriche fra item che pensiamo
di includere.
Relazioni empiriche: quando le risposte date a una domanda permettono di prevedere la risposta
data ad altre domande.
Esistono due tipi di relazioni tra item:
• Bivariata: relazione fra due variabili, bisogna diffidar degli item che non hanno relazione fra
loro, se invece sono perfettamente correlati ne inseriremo solo uno nell’indice
• Multivariata: si utilizzano più di due variabili.
Il terzo passo è assegnare un punteggio alle singole risposte. Bisogna prendere due decisioni, la
prima riguarda l’intervallo di variazione, la seconda è l’assegnazione effettiva dei punteggi per ogni
risposta specifica cioè se dare a ogni item lo stesso peso oppure pesi diversi.
Spesso nella raccolta dei dati alcuni dati risultano mancanti, per gestire questo problema ci sono
due modi. Se i dati mancanti sono pochi possiamo decidere di eliminarli dall’indice, altre volte si
può considerare il dato mancante come possibile risposta assegnandoli un valore centrale.
Come quarto passaggio bisogna validare l’indice, il primo passo è l’analisi degli item in cui
esaminiamo la misura in cui l’indice composito è correlato agli item individuali che comprende. La
validazione dell’indice può fallire. Si può distinguere tra validazione interna o esterna.
La costruzione di una scala
Le scale assicurano il criterio dell’ordinalità sfruttando il diverso livello di intensità degli indicatori.
Esistono diverse scale:
• Scala di Bogardus: tecnica di misurazione che permette di determinare la volontà a
partecipare alle relazioni sociali con altri tipi di persona. Mostra come ridurre i dati, se
sappiamo quante relazioni è disposto ad accettare un certo rispondente, allora sappiamo
pure quali.
• Scala di Thurstone: modello per generare i gruppi di indicatori di una variabile che
condividano almeno una struttura empirica, un gruppo di item è sottoposto al giudizio di
giudici a cui è chiesto di stimare la forza degli item, è usata raramente.
• Scale di Likert: il vantaggio è l’ordine non ambiguo delle categorie di risposta. Calcola il
punteggio medio di accordo con ogni singola affermazione.
• Differenziale semantico: i rispondenti devono scegliere tra due posizioni opposte.
• Scale di Guttman: basate sul fatto che alcuni item possono indicare una gradazione più
forte dell’intensità di una variabile rispetto ad altri. I passi per costruirla sono simili a quelli
dell’indice. Coefficiente di riproducibilità, percentuale di risposte che può essere riprodotta
conoscendo i punteggi della scala. 7
7 La logica del campionamento
Una parte della ricerca è dedicata a cosa osservare, il processo tramite cui selezioniamo le
osservazioni è il campionamento.
Una breve storia del campionamento
Molti sondaggi elettorali sono stati sbagliati nella storia, Digest per esempio sbagliò la sua
previsione di vincita del candi