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Questi in proporzione diversa in base alle esigenze del testo e alle capacità dello
storico. Ovviamente l’oscillazione temporale del racconto dipende dai fatti presi
in esame.
1.4 Il tempo può essere:
- Soggettivo
- Filosofico che è un tempo ontologico
Tutta la storia, cosi come la realtà è calata nel tempo.
1.5 Nella costruzione del racconto storico lo storico ha come strumenti il TEMPO e
lo SPAZIO i quali sono inseparabilmente legati poiché tutta la storia si sviluppa in
essi. Detto questo è poi lo storico che crea le strutture soggettive.
La creazione dello spazio storico comincia quando lo storico cambia, oppure
arricchisce il contenuto di uno spazio che utilizza nel proprio racconto. Per esempio se
afferma che Thorn fu un centro commerciale importante crea uno spazio storico
perché lo spazio umano acquista un senso storico.
2. Si può distinguere nel racconto una triplice componente:
Il lvl informativo (logico e grammaticale)
Il lvl persuasivo ( retorico)
Il lvl ideologico (profondo)
Questi tre lvl riflettono la complessità della struttura. Il lvl informativo vuole
trasmettere le conoscenze del passato(fatti e interpretazioni). Lo strumento di
trasmissione è la lingua. Il livello persuasivo trasmette il messaggio attraverso la
comunicazione tra lettori e scrittore.
2.2 Le preposizioni affermative si possono definire proposizioni storiche. Esse
riguardano fatti storici che possono essere piccoli o grandi.
Il racconto storico può anche comprendere preposizioni teoriche. Le preposizioni
possono basarsi solo sull esperienza cioè su un accumulo del sapere fotografico.
2.3 Un libro è diviso in capitoli i quali sono suddivisi in paragrafi e a loro volta in
sottoparagrafi (Capitoli paragrafi Sottoparagrafi) quindi la creazione di un
racconto è sempre la creazione di un unità narativa che è assicurata dalla coerenza del
testo che dipende dallo storico e dalla possibilità di dare una struttura alle
informazioni offerte dalle fonti.
2.4 Ogni fonte risponde alle domande poste dallo storico
Le fonti DIRETTE sono frammenti del passato che possono essere osservate
direttamente
Le fonti INDIRETTE sono testi che riguardano il passato, trasmettono
osservazioni relative ad esso da parte di “informatori”Quindi tra lo storico e
gli avvenimenti del passato si inserisce sempre un osservatore. Le componenti
materiali delle fonti hanno carattere di fonte diretta ( rilegatura, la carta,la
scrittura)
Fonti INDIRIZZATE frammenti del passato che testimoniano azioni umane e
risalgono ad un autore e sono destinate ad un auditorium (destinatario passato)
[annali e cronache sono fonti indirizzate]
Fonti NON INDIRIZZATE danno informazioni spogliate dai beliefs degli
autori. Sono radicalmente più aperte rispetto a quelle indirizzate.
Una fonte del tutto speciale è LA MEMORIA, potenziale informativo al
quale lo storico può rivolgersi e si divide in:
- ANALITICA: per Aristotele essa dispone di mezzi di persuasione
- TROPOLOGICA: teoria del testo che travalica il lvl delle preposizioni
3.2 Si possono distinguere diversi gruppi di lettori:
Gli specialisti ben definiti :lettori di saggistica e storiografia
Gli specialisti che avviano un procedimento della verifica storiografica
I lettori non specialisti di testi storiografici non divulgativi
I lettori specifici : lettori di manuali scolastici di vario tipo
Gli adolescenti e i bambini
Tuttavia le categorie dei lettori possono essere analizzate anche da un altro punto
di vista: Per Eco vi è
Il lettore semantico che interpreta il raccondo alla lettera
Il lettore critico che cerca il codice segreto del testo e vuole penetrare il lvl
persuasivo
Il lettore ideale è allo stesso tempo semantico e critico (un lettore che collabora con
l’autore del racconto, anche se lo storico preferirebbe un lettore al quale imporre il
proprio messaggio persuasivo)
3.3 Per Febvre “La storia è una scelta” e quasta citazione indica il vero perche
riguarda la scelta delle informazioni che lo storico seleziona per il suo racconto ,che
avviene con una selezione preliminare, la quale si realizza in tre meccanismi:
Selezione naturale della consistenza delle fonti
La visione del mondo dello storico
Le convenzioni che riguardano la costruzione del racconto storico in un tempo
e luogo determinato.
Tutto quindi dipende dalla natura della fonte.
La selezione è strettamente legata alla gerarchizzazione delle informazioni, le quali
vengono etichettate per importanza per poter essere collocate adeguatamente nel
racconto.
Per ampliare il signifiato della loro ricerca lo storico si serve spesso del termine
“Rivoluzione” anche in settori nuovi al termine come ad esempio quello economico
(Riv. Industriale) o culturale (riv. Scientifica)
3.4 “I TROPI RETORICI”
La cornice retorica generale del racconto è un quadro in cui l’informazione relativa al
passato e la persuasione che traduce le convinzioni dello storico s’intrecciano a molti
lvl, qui l’ironia è fondamentale perché la sua importanza si rivela considerevole. Per
far si che essa penetri in tutto il testo si utilizzano i TROPI (mezzi persuasivi) si
ottiene così un unità narrativa.
La dissimulatio crea la cornice ironica del racconto. Si può ottenere utilizzandoparole
o espressioni nel loro significato primitivo (per esempio metafora).
Si possono distinguere ancora le cornici:
APOLOGETICA: abbastanza diffusa nella storiografia
ACCONDISCENDENTE :fa ricorso ad un adeguata composizione del testo.
Lo storico secondo le proprie convinzioni si schiera su uno dei versanti degli
avvenimenti
DISAPPROVANTE
MIRANTE ALL’IMPARZIALITà
3.5 Nel racconto le cornici Retoriche e metaforiche si influenzano reciprocamente. È
nel surplus che si giustifica la presenza di metafore la quale consiste nelle
visualizzazioni da esse evocate.
3.6 Le figure retoriche funzionano come:
EPISTEMOLOGICO: aiutano a concettualizzare il passato
PERSUASIVO:assai rilevanti soprattutto nel caso in cui il destinatario
percepisca da parte dello storico l’uso di un locus communis
PEDAGOGICO: si manifesta quando la figura retorica facilita la
comprensione delle informazioni
ESTETICO: ruolo nettamente secondario
Gli storici usano le figure retoriche soprattutto con lo scopo di arricchire e abbellire il
racconto.
La definizione di metafora è la stessa di metonimia cioè si paragona A con B
4.2 Nel quadro di base sono vari i fattori importanti. Il primo è la LINGUA che
veicola tutta la storia dell’esperienza umana, poi vi è il SAPERE PREGRESSO con
il quale egli avvia la propria ricerca
4.3 nella cornice teorica vi sono:
I MITI UNIVERSALI: strutture mentali che aiutano a organizzare il pensiero
dei ricercatori nel tentativo di strutturare la realtà, quindi non sono una
struttura intenzionale del testo(ma sono convinzioni non articolate che
possono manifestarsi sotto formadi teorie) I miti sono svariati, troppi per
essere ricordati.
IL CONTENUTO COME RISULTATO DEI PROCESSI MENTALI
LE TEORIE PRESE DA DISCIPLINE Più TEORICHE DELLA
STORIA
4.4 La cornice è teorica quando il pensiero si concettuaizza in constatazioni articolate
e relativamente precise. La cornice è QUASI teorica quando il risultato è più o meno
vago o quando manca una parte articolata in maniera chiara.
Con esse lo storico crea le TOTALITà NARRATIVE. Qui i colligatory concepts di
Walsh collegano appunti e notizie sui fatti individuali, rendendo lo storico in grado di
classificarli
4.5 E’ la coscienza di una certa ontologia a governare la ricerca e il racconto storico.
Lo storico può precisare la sua teoria , arricchiarla, cambiarla o rifiutarla. Una tale
scienza ontologica si rivela di più quando lo storico assorbe una teoria gia verificata
da discipline ancora più teoriche. Si possono individuare tre categorie ontologiche
Lo spazio quotidiano pieno quindi di contenuti accumulati nella quotidianità
Lo spazio autonomo: teorie elaborate consapevolmente per concettualizzare
l’oggetto della propria ricerca
Lo spazio adattato: per teorie gia esistenti nell’acquisizione teoria della
scienza
È lo spazio quotidiano a dominare la pratica storiografica, lo spazio autonomo
presenta due livelli ossia l’organizzazione dello spazio quotidiano e il tentativo di
addomesticare il passato attravero la teorizzazione, tentativi accompagnati a
riferimenti o teorie scientifiche. Questo spazio si è ampliato nel XX sec.
Si può dire che la storiografia del XX sec. Si è liberata a sia dall’influenza del
materialismo storico sia dell’influenza della psicoanalisi. Il 1° egemonizzava la
spiegazione e la retorica legata all’ideologia mentre la 2° dominava le interpretazioni
condizionando il contenuto del racconto.
4.6 Gli storici concettualizzano il loro racconto con un approccio che può essere
Psicoanalitico
Semiologico: criteri di valutazione degli avvenimenti
Contestuale: caratteristica del NEW HISTORICISM. Sviluppa un analisi
dialettica tra testo e contesto quindi ricostruzione del sistema culturale nel
quale si colloca un testo
Decostruzionista: decostruisce la struttura del racconto per arrivare a un lvl di
comprensione diverso da quello che normalmente abbiamo in quanto il
legame fra autore e realtà non è ancora spezzato. Questo si fa perche si ha
necessità di una lettura critica
Approcci nuovi sviluppati sulla scia del clima filosofico che vuole individuare il lvl
profondo celato nella concezione individuale degli autori o nei loro sentimenti
nascosti
4.7 I difetti metodologici più grandi sono:
Eccessiva universalizzazione del sapere: processo che da informazioni sparse
ed isolate. Va verso una totalità narrativa. Questo può facilmente costruire
immagini artificiali e fittizie quindi mitizzate
Mistificazione del racconto storico: il secondo in quanto può condurre a
glorificare un personaggio o un posto attivando una parzialità che non ha
riscontro reale nella storia
Parzialità biografica: molto diffusa nelle biografie storiche. Si accentuano i lati
positivi piuttosto che quelli negativi e questi ultimi vengono comunque
giustificati
Stereotipizzazione. Si trova prima di tutto nel pensiero dei lettori
Inclinazione profetica:può essere riscontrata nella fonte ideologica
5.3 l’argomentazione storica dipende dal rapporto tra lo storico e le fonti [FATTO
STORICO: tutto cio che è avve