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Le fonti digitali
Ultimo elemento è quello riguardante le forme digitali di fonti. Ad oggi esistono dei siti web che ci permettono di individuare le fonti e di fare una ricerca di rete.
Sul nostro libro vengono menzionati alcuni siti tra cui "european library" (pag. 147), altro sito si chiama "opac.sbn".
Le tecnologie hanno cambiato il lavoro dello storico, senza la tecnologia tante cose 20 anni fa erano impensabili.
Libro del prof "economy in european history": in questo libro il prof ha analizzato come il significato della parola economia cambia con il passare dei secoli; ha condotto quindi un'indagine di semantica storica. La semantica storica studio appunto come cambia significato del vocabolo attraverso il tempo. Fino al settecento infatti il significato della parola economia era "amministrazione della famiglia", non aveva il classico significato che gli attribuiamo oggi. Come ha fatto quindi il prof a trovare le fonti per redigere questo testo?
Uno degli strumenti essenziali che ha utilizzato è questo motore di ricerca che si chiama "Gallica". All'interno di questo sito vengono riportati i testi che ci occorrono, si possono sfogliare e leggere. Quindi questo motore di ricerca ci dà direttamente la fonte originale che noi possiamo scaricare (libro), non c'è quindi mediazione attraverso un sito come per esempio Wikipedia. Quindi le fonti digitali hanno agevolato e aiutato molto il lavoro dello storico che, fino a 20 anni fa, non aveva a disposizione tutti questi strumenti per redigere il suo lavoro non aveva la possibilità di visualizzare in questo modo le fonti. Anche sul piano delle interpretazioni, le fonti digitali cambiano il lavoro dello storico. Le parole veicolano il modo di guardare la realtà e, attraverso l'indagine, il prof ha cercato di analizzare come le parole si trasformano nel corso del tempo e come queste hanno avuto delle ricadute sul modo di interpretare la.realtà. Tra 700 e 800 parecchi nostri termini sono cambiati di significato e molte discipline che studiano questi termini sono nate in quel periodo. Uno dei momenti che viene ricordato nel nostro manuale riguardo la consapevolezza degli europei dello studio della storia è la nascita della filologia e il rinascimento. Lorenzo Valla dimostra la falsità della donazione di Costantino, questo è un momento importante non solo come testimonianza storica, ma anche per come si studia la storia. Per storia intendiamo gli avvenimenti che sono accaduti; per storiologia intendiamo le riflessioni su quegli avvenimenti, la scrittura di quegli avvenimenti. Questo studio di Valla quindi ci interessa da un lato perché ci dice qualcosa sul 15 secolo (sulla nascita della filologia e quindi sulla trasformazione degli studi umanistici) ma nello stesso tempo ci dà un nuovo strumento per scrivere le storie. Come ha fatto Valla a dimostrare che la donazione di Costantino erafalsa (documento in base al quale si riteneva che l'imperatore Costantino avesse donato alla chiesa cattolica i beni che poi costituirono lo stato pontificio, il PATRIMONIUM SANCTI PETRI). Valla dimostrò che quel documento era stato scritto molti secoli dopo, probabilmente scritto da alcuni monaci per dimostrare una cosa falsa, ovvero la donazione. La scrittura apparteneva al 10 secolo, e non al 4, secolo in cui ha vissuto l'imperatore Costantino. Attraverso lo studio del linguaggio Valla dimostra che quel documento era un falso, non esistevano quelle parole durante il 4 secolo. Altre discipline sono nate intorno alla storia e che hanno come oggetto l'analisi delle fonti storiche, per esempio la archivistica, la diplomatica, la paleografia che più strettamente legata alla filologia, l'epigrafia che studia la scrittura sulle pietre, la storia del diritto, la numismatica che studia le monete, l'araldica che studia i stemmi nobiliari, la papirologia che studia
i papiri, l'archeologia l'iconografia, che studia le immagini; sono tutte discipline che fanno parte del corredo dello storico e che aiutano ad interpretare le fonti. È vero che Valla dimostra che la donazione di Costantino non era autentica ma il fatto che quel documento sia un falso, ovvero che il suo contenuto non corrisponde a quanto viene affermato, non significa che sia un documento inutile per lo storico, non significa che quel documento non dica una verità dal punto di vista storico: questa verità è che nel decimo secolo ci sono stati dei monaci che hanno scritto un documento falso e questa accresciuta consapevolezza ha portato negli ultimi anni a scrivere una storia di falsari. Questi dicono cose inautentiche ma ci dicono anche delle verità e cioè che in determinati periodi ci sono state persone che hanno cercato di produrre delle storie false. "Genealogie incredibili", testo nel quale questo studioso ha analizzato unaserie di testi prodotti nel 500 e nel 600 finanziati dalle famiglie nobiliari, in cui queste davano l'incarico a questi falsari di ricostruire le storie delle famiglie per accreditare loro importanza; si innescò così una competizione fra questi falsari che dovevano appunto celebrare i Fasti di queste famiglie e successe che molti di questi, per superare i concorrenti, facevano risalire l'origine di queste famiglie a Enea, alle antichità Greche, inventavano completamente la genealogia (perciò il titolo del testo "genealogie incredibili") inventavano l'origine di queste famiglie per superare i concorrenti falsari nella scrittura di questi testi. Quindi anche i testi falsi ci dicono qualcosa di vero sulla storia.LE FONTI PRODOTTE NELLA STORIA
Ogni periodo storico produce un determinato tipo di Fonte quindi noi, attraverso il tipo di Fonte, possiamo riconoscere anche il periodo storico che stiamo studiando e sul tipo di Fonte che
Stiamo analizzando le fonti nell'età medievale.
Per esempio, è quasi ovvio che le fonti altomedievali, cioè le fonti del periodo che va dal sesto secolo e arriva fino al decimo/undicesimo secolo, sono fonti di carattere ecclesiastico. Chi sapeva scrivere nell'alto medioevo? Sapevano scrivere soprattutto i monaci e quindi gran parte delle fonti scritte di quel periodo sono prodotte da monaci amanuensi. Questa constatazione ha portato alcuni storici a chiedersi se la nostra percezione della storia non possa essere condizionata proprio da questo fatto, cioè dal fatto che siccome erano i monaci amanuensi a scrivere, noi potremmo forse pensare che lo spirito religioso era molto più diffuso di quanto in realtà non fosse. In questo periodo i laici che lasciavano testimonianza scritta erano ben pochi; la cultura cavalleresca era soprattutto una cultura marziale, una cultura militare; solo nel tardo medioevo questi nobili iniziano a leggere.
inizialmente a leggere poi anche a scrivere diversamente dall'antichità. Chiaramente nell'antichità noi abbiamo tutta una serie di testimonianze che sono di carattere laico e nel momento in cui inizia il processo di cristianizzazione, per tutto l'alto medioevo, le fonti sono soprattutto di carattere ecclesiastico e quindi anche il tipo di fonte è una fonte particolare. Per esempio una cosa molto diffusa in quel periodo erano le fonti agiografiche, cioè le vite dei santi. Queste erano molto spesso inventate di sana pianta e negli ultimi anni la stessa chiesa cattolica ha prodotto dei lavori (per esempio l'enciclopedia cattolica, un'enciclopedia dei santi in cui si è dimostrato che molte di queste agiografie contenevano delle affermazioni false). Altro testo molto diffuso in quel periodo erano i testi che registravano i beni fondiari politici ed anche questo si capisce facilmente perché questi monaci molto spesso gestivano.dei monasteri, che possedevano delle proprietà private. Poi ci sono, per quanto riguarda i testi di carattere laico, documenti legati alle istituzioni più importanti di allora quindi o documenti Imperiali o documenti dei signori feudali più importanti. Sono documenti molto rari quindi sul piano della storia delle fonti una data periodizzante è quella che distingue proprio il periodo fra basso medioevo e alto medioevo (il periodo altomedievale è quello che va dal sesto secolo Quinto /sesto secolo fino al decimo e undicesimo secolo mentre il periodo bassomedievale è il periodo che va dal XII secolo al XV secolo). A proposito dell'età moderna ieri abbiamo ricordato la stampa e la produzione di atti notarili. Ieri avevo fatto cenno a un discorso relativo al ruolo delle città nel processo di formazione dello stato moderno (manuale di metodologia pagina 91). Una caratteristica importante che si registra a partire dal basso medioevo.È la laicizzazione delle fonti: mentre nel periodo medioevale erano di natura ecclesiastica, dovuta ai monaci amanuensi, nel corso del basso medioevo iniziano a scrivere anche i laici e soprattutto all'inizio dell'età moderna si diffondono i libri delle ricordanze, una sorta di diario tenuto un po' da tutte le famiglie (dovuta all'accrescente alfabetizzazione) e in particolare dalle famiglie mercantili che registrano avvenimenti importanti e l'azienda familiare, si registravano gli affetti privati ma anche i conti dell'azienda familiare. Sono dei documenti che aprono uno squarcio su aspetti della vita quotidiana che fino ad allora non erano portati in evidenza, come anche i conti della spesa delle casalinghe. Altri documenti sono gli estimi e catasti che a differenza dei libri delle ricordanze che sono dei documenti di natura privata, questi sono documenti di natura pubblica, atti pubblici di cui si dotano comuni e poi successivamente anche gli.Stati per descrivere e registrare i beni posseduti da ognuno per fini fiscali, e nel momento in cui lo stato inizia a formarsi si presenta la necessità di reperire denaro e di ampliare la sfera della tassazione; queste prime forme di descrizione delle proprietà si trasformano alla fine dell'età moderna si trasformano in catasti geometrici, dove le proprietà vengono anche rappresentate geometricamente (carte catastali ancora oggi in uso).
Questo passaggio dalla scrittura alla, ha fatto usare ad alcuni storici l'espressione di "nativi cartografici" perché per la prima volta avevano a che fare con delle rappresentazioni cartografiche, non solo di tipo geografico. Rappresentazioni cartografiche e stampa vanno di pari passo perché la stampa ha aiutato nelle mappe cartografiche.
FONTI NELL'ETÀ MODERNA
Periodo significativo per lo sviluppo della cultura occidentale. La civiltà comunale è un fenomeno prettamente europeo.
Questa produzione delle fonti avviene soprattutto nell'Europa dei comuni. Le persone che lasciarono testimonianza scritta di quanto stava accadendo, non erano più solo imo