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La Febbre
Alzo della temperatura corporea che supera le normali variazioni giornaliere e si manifesta insieme all'aumento del punto di regolazione ipotalamico. Temperatura orale superiore a 37.2 al mattino o superiore a 37.7 il pomeriggio.
Il centro ipotalamico agisce in risposta alla presenza di sostanze pirogene:
- Di natura esogena, come batteri o virus.
- Di natura endogena, come le citochine.
L'ipotalamo percepisce la presenza di sostanze pirogene e aumenta attraverso le prostaglandine il setpoint della temperatura corporea (sviluppa un ambiente sfavorevole alla minaccia).
Fasi della febbre:
- Fase prodromica: Sintomi aspecifici come malessere e cefalea. La soglia della temperatura viene innalzata e il corpo lavora per arrivare al nuovo valore di riferimento - brividi, vasocostrizione periferica, aumento del metabolismo.
- Fase di insorgenza: Si risolve quando si arriva al nuovo setpoint, e l'ipotalamo mantiene la temperatura a livello febbrile con lo stesso.
meccanismo di omeostasi.
3. Fase febbrile: La persona avverte calore.
4. Fase di defervescenza: In risposta ad antipiretici o alla riduzione di pirogeni iniziano i processi di dispersione del calore, attraverso vasodilatazione e sudorazione.
Classificazioni della febbre
- Continua
- Intermittente
- Remittente
- Ricorrente
La febbre è causata principalmente da processi infettivi, ma si manifesta anche come conseguenza di processi infiammatori, patologie ostruttive vascolari, del snc o neoplasie.
La febbre è un importante meccanismo di difesa: se la temperatura non supera i 39 gradi si crea un ambiente favorevole alla produzione di globuli bianchi.
Pazienti con patologie cardiovascolari, cerebrovascolati e respiratore: la febbre, aumentando le necessità metaboliche, fa aumentare anche battito cardiaco e frequenza respiratoria, causando un peggioramento repentino.
La perdita di liquidi dovuta a tachipnea potrebbe esporre pazienti deboli come bambini e anziani a squilibrio.
elettrolitico.Iperpiressia: febbre superiore a 41.5 gradi; si manifesta in caso di infezione grave o emorragie del SNC.
IPERTERMIARialzo incontrollato della temperatura corporea non legato alla produzione di pirogeni.
La regolazione ipotalamica non è alterata e quindi i farmaci antifebbrili non sono efficaci. Si manifesta per:
1. Eccesso di produzione di calore da parte del corpo, come nelle persone giovani che svolgono attività sportiva in ambienti caldi o persone che fanno uso di sostanze stupefacenti.
2. Incapacità a livello del SNC di disperdere calore, ad esempio negli anziani, soggetti con epilessia o lesioni ipotalamiche, farmaci antipertensivi come betabloccanti...
3. Ambienti molto caldi che pongono l'organismo in condizione di non disperdere calore.
L'ipertermia può essere rapidamente fatale e non risponde a antipiretici.
Può causare coagulazione intravasale disseminata (CID) a causa della inattivazione della cascata dellacoagulazione e rottura delle cellule del muscolo scheletrico (rabdomiolisi).
IPOTERMIA
Abbassamento della temperatura al di sotto dei 35 gradi. Classificata in primaria o accidentale, se si verifica per esposizione prolungata al freddo, o secondaria, se si verifica come complicanza di una malattia sistemica grave o all'assunzione di farmaci e sostanze.
Il corpo reagisce con aumento del tono muscolare e brivido → aumento di termogenesi, del metabolismo basale e vasocostrizione periferica.
Si verifica per:
1. Dissipazione del calore per esposizione al freddo
2. Lesioni dirette al centro ipotalamico
3. Instabilità emodinamica in caso di shock emorragico o settico
I pazienti a rischio sono:
1. Gli anziani
2. I neonati
3. Persone esposte a lungo al freddo atmosferico
4. Pazienti sottoposti a intervento chirurgico
Accertamento delle alterazioni della temperatura: occorre rilevare normale temperatura del paziente, la percezione di caldo e freddo, la temperatura corporea attuale, e la presenza disintomi specifici di alterazione di temperatura.
GESTIONE DELLA FEBBRE
Fase di insorgenza: coprire il paziente con abiti extra, se necessario somministrare ossigenoterapia.
Fase di acme febbrile: rimuovere le coperte e i vestiti per favorire la dispersione del calore. Raffreddare la temperatura ambientale e corporea se superiore a 39.5 attraverso spugnature in acqua tiepida, ghiaccio a livello dei grandi vasi. Aumentare l'introito di liquidi, favorire il riposo, e se indicato somministrare antipiretici (paracetamolo, ibuprofene e acidoacetilsalicinico).
Fase di defervescenza: cambiare frequentemente abiti e lenzuola del paziente, monitorare la presenza di segni e sintomi di disidratazione, valutare con il medico la somministrazione di antibiotici in caso di febbre batterica.
GESTIONE DELL'IPERTERMIA
Occorre assicurare un trattamento repentino e aggressivo per prevenire le conseguenze del rialzo termico. Gli antipiretici non sono indicati.
Metodi di raffreddamento esterni: bagni in
acqua fresca, coperte di raffreddamento, nei casi più gravi bagni con acqua fredda e ghiaccio. Metodi di raffreddamento interni: lavaggio gastrico e peritoneale con fisio fredda, somministrazione endovenosa di liquidi freddi. GESTIONE DELL'IPOTERMIA La temperatura va misurata nelle sedi rettale e a livello esofageo. Monitorare i parametri vitali e in particolare il ritmo cardiaco. Metodi di riscaldamento esterni: passivi come coprire il paziente, attivi nei pazienti a rischio (cardiopatici, anziani, bambini...) come posizionamento di coperte termiche ad areazione forzata. Metodi di riscaldamento interni: somministrare ossigenoterapia, nei casi più gravi introdurre SNG per prevenire distensione dello stomaco a causa della peristalsi ridotta. 5. RESPIRAZIONE e gestione delle alterazioni La respirazione normale avviene autonomamente, senza controllo volontario. Regolata da: 1. Riflessi meccanocettivi 2. Riflessi chemocettivi: i chemocettori periferici e centrali si trovanoNell'arco aortico, nelle carotidi e nel tronco celebrale. Percepiscono i cambiamenti di PaCo2 nel sangue e nel liquor.
Riflessi proettivi.
Meccanismi di depurazione delle vie aeree
Tosse: meccanismo riflesso e forzato, che utilizza un'espirazione esplosiva che genera una compressione dinamica delle vie aeree. Prodotta principalmente a livello della carena, il punto di biforcazione dei bronchi destro e sinistro.
Clearance mucocigliare: il muco è composto da acqua e glocoproteine, suddiviso in strato schiumoso, strato intermedio e gel. L'albero tracheale è rivestito da epitelio colonnare, pseudostratificato, con presenza di ciglia vibratili → le ciglia si muovono nello strato intermedio spingendo il gel in avanti, verso la faringe.
ALTERAZIONI DELLA RESPIRAZIONE
Ipossia e cianosi
Anossia: assenza totale di ossigeno a un tessuto o organo
Ipossia: deficit di ossigeno a livello cellulare
Ipossiemia: riduzione del contenuto di ossigeno nel sangue arterioso →
Cianosi periferica: dipende da ridotta perfusione dei tessuti, a causa di problemi circolatori. Per la formattazione del testo, utilizzerei i seguenti tag HTML: diminuisce con l'età. Sintomi: agitazione, palpitazioni, confusione, affaticamento, cefalea, tremori, asterissi Segni: tachipnea, tachicardia, aritmie, iper o ipotensione, coma. L'ipossia acuta causa compromissione della capacità di giudizio, e quadro clinico simile a intossicazione dal alcol. → rischio di acidosi respiratoria, ovvero aumento di produzione di piruvato e di conseguenza di acido lattico. → rischio di alcalosi respiratoria per perdita di CO2 L'ipossia cronica causa affaticamento, sonnolenza, apatia, tempo di reazione ritardato. Si può distinguere in base alle cause: 1. Ipossia respiratoria 2. Ipossia anemica 3. Ipossia da alterata circolazione 4. Ipossia da aumentato fabisogno di O2 5. Ipossia da CO Cianosi: colorazione bluastra di cute e mucose dovuta a aumento di deossiemoglobina, si manifesta con saturazione inferiore a 75-80%. a. Cianosi centrale: dipende da immissione in circolo di sangue poco ossigenato, a causa di patologie polmonari. b. Cianosi periferica: dipende da ridotta perfusione dei tessuti, a causa di problemi circolatori.Cianosi periferica: riduzione della portata cardiaca o per vasocostrizione a causa del freddo.
Dispnea significa difficoltà a respirare, anomala consapevolezza del proprio respiro. È un insieme di fattori fisiologici, psicologici, sociali o ambientali.
Sensazioni respiratorie: impulsi motori efferenti dall'encefalo ai muscoli della ventilazione + impulsi sensoriali afferenti dai recettori. Si verifica attraverso queste strutture: Si verifica a causa di: alta, normale o bassa
- recettori intratoracici della via vagale gittata cardiaca, rabbia o paura.
- nervi somatici afferenti
- chemocettori localizzati a livello cerebrale
- centri corticali superiori
- nervi afferenti del nervo frenico.
Tipologie di dispnea:
- Acuta, caratterizzata da periodo di insorgenza di ore o giorni.
- Cronica, determinata da patologie croniche del sistema respiratorio
- Parossistica notturna
- Terminale, il sintomo non risponde ai trattamenti farmacologici soprattutto nei pazienti terminali.
Ortopnea, difficoltà respiratoria che insorge quando il paziente è supino → aumento del ritorno venoso del sangue al ventricolo sinistro che non riesce a far fronte al carico.
Tosse o emottisi: riflesso protettivo delle vie respiratorie per garantirne la liberazione.
- Tosse acuta: disturbo della stagione fredda; alcune cause sono la sinusite batterica, la pertosse, le riacutizzazioni di broncopneumopatie.
- Tosse subacuta: post infettiva da infiammazione persistente delle vie aeree.
- Tosse persistente o cronica: rinorrea posteriore, asma, reflusso gastroesofageo.
In base alle caratteristiche si divide in:
- Secca
- Umida
- Convulsiva
- Abbaiante
Emottisi: espettorazione di sangue dalle vie aeree. Può essere muco striato di sangue, sangue vivo e schiumoso. Causata da carcinoma polmonare e bronchiti. È importante distinguerla dall'ematemesi, vomito misto a sangue di colore rosso scuro coagulato.
Respiri patologici:
- Respiro di biot: 4 o 5 atti
consecutivi e veloci seguiti da periodo di apnea.
2. Respiro di cheyne-stokes: atti respiratori di profondità crescente seguiti da periodi di apnea.
3. Respiro di kussmaul: inspirazioni profonde e rumorose, meccanismo di compenso all’acidosi.
4. Respiro paradosso: causato da trauma toracico e volet costale, vengono mossi sia torace che addome.
ACCERTAMENTO DELLA RESPIRAZIONE
Rilevazione di:- FR e caratteristiche del respiro- Consapevolezza del paziente dei suoi atti respiratori o percezione di fatica a respirare- Tempo-parola- Qualità del respiro- Posizione assunta- Colorito cutaneo- Presenza di tosse- Stato di coscienza e orientamento- Utilizzo dei muscoli accessori- Sensazione di ansia o paura di morire- Tolleranza dell’attività fisica- SpO2.
GESTIONE ASSISTENZIALE DELL’IPOSSIA
Per approfondire può essere utilizzata l’emogas arteriosa,