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PER OGNI MODELLO È POSSIBILE
● Indagare la normalità della funzione in relazione all’età e allo sviluppo psicofisico del soggetto
● Individuare i fattori di rischio di disfunzione/disfunzioni presenti
● Indagare la soddisfazione della persona rispetto alle abilità fisiologiche
● Individuare l’adattamento della persona alle limitazioni e alle disfunzioni
● Definire gli effetti delle disfunzioni sulle performance delle attività quotidiane della persona.
ATTENZIONE
1. I modelli sono tra loro strettamente correlati
2. Non possono essere considerati separatamente o parzialmente
3. Ogni modello può esprimere sia punti di forza (risorse) che di debolezza (vincoli) per la persona.
CONCLUSIONI
Dall’analisi dei modelli funzionali è possibile giungere
alle seguenti conclusioni:
1. Lo svolgimento delle funzioni è NORMALE
2. Vi è un RISCHIO DI FUNZIONAMENTO
ALTERATO sotto qualche aspetto
3. Lo svolgimento PRESENTA DELLE ALTERAZIONI
TAKE AWAY
● L’accertamento è la raccolta sistematica di dati
per acquisire un quadro complessivo delle
condizioni dell’assistito; comprende la raccolta,
il raggruppamento, l’analisi e l’interpretazione dei dati
● Dati soggettivi: sintomi; dati oggettivi: segni
● Gli 11 modelli di Gordon sono collegati alla tassonomia NANDA delle diagnosi infermieristiche e descrivono la
persona nelle sue dimensioni di salute
● Dall’analisi dei modelli funzionali si può decretare se lo svolgimento delle funzioni è normale, a rischio di
funzionamento alterato o presenta delle alterazioni.
RAGIONAMENTO DIAGNOSTICO
È un’attività intellettuale attraverso la quale gli infermieri analizzano, elaborano e interpretano i dati raccolti per trarre
conclusioni.
Si tratta di un processo di pensiero attivo che permette all’infermiere di esplorare le conoscenze archiviate nella sua
memoria, per assegnare ai dati possibili spiegazioni.
LE FASI DEL RAGIONAMENTO DIAGNOSTICO
1. INTERPRETAZIONE E COLLEGAMENTO DEI DATI
● ATTRIBUIRE SIGNIFICATO ai dati raccolti: confrontare i dati con standard e valori normali e abituali
della persona assistita, per evidenziare dati anomali o alterazioni;
● ASSEGNARE UN GRADO DI RILEVANZA ai dati, sulla base del loro impatto sulla vita della persona,
sulla sua evoluzione clinica o sulla sua qualità di vita percepita
2. FORMULAZIONE E VERIFICA DI IPOTESI DIAGNOSTICHE
3. DEFINIZIONE DEL PROBLEMA, DELLA DIAGNOSI INFERMIERISTICA
COSA DIAGNOSTICANO GLI INFERMIERI? 12
Le RISPOSTE UMANE, ossia le relazioni ad eventi o fattori stressanti, quali malattie o lesioni, a PROBLEMI DI SALUTE.
Le risposte umane si manifestano in diverse dimensioni:
● Fisica
● Psichica
● Sociale
● Spirituale
LE RISORSE DELLA PERSONA ASSISTITA ossia le aree di normale, proprie di un
(persona/famiglia/comunità ), funzionalità
organismo sano, che aiutano una persona a raggiungere un livello di benessere maggiore o a prevenire, controllare,
risolvere i suoi problemi di salute.
Le risorse possono essere:
● Fisiche (uno stato nutrizionale integro permette una veloce guarigione)
● Psichiche (buone di risolvere i problemi)
capacità
● Sociali (valido supporto familiare)
● Spirituali (solidi valori personali)
MODELLO BIFOCALE DI CARPENITO
Basandosi sui Modelli Funzionali di Gordon, Lynda Juall Carpenito ha sviluppato un modello bifocale clinica.
dell’attività
Sono due le tipologie di intervento che l’infermiere mette in campo durante la pratica professionale:
1) DIAGNOSI INFERMIERISTICHE (situazioni nelle quali l’infermiere protagonista eprescrittore)
è
2) PROBLEMI COLLABORATIVI (situazioni durante le quali collabora con altri professionisti)
Le situazioni cliniche nelle quali l’infermiere interviene sono organizzate secondo Carpenito in 5 ampie categorie:
1. Fisiopatologiche (es. ima, ustioni, ...)
2. Correlate a trattamenti (es. dialisi, ...)
3. Personali (es. avvicinamento alla morte, ...)
4. Ambientali (es. scala senza corrimano, luoghi di lavoro a rischio, ...)
5. Correlate a fasi maturative (es. invecchiamento,ruolo genitoriale, ...)
NANDA (Nord American Nursing Diagnoses Association)
«...Lo scopo di una tassonomia di offrire un vocabolario per classificare i fenomeni in una disciplina, offrire un nuovo
è
modo di guardare alla disciplina, ...» (NANDA 1992)
EVOLUZIONE STORICA
Oggi NANDA NANDA-International.
è
Ogni 2 anni viene organizzata una conferenza internazionale, in cui vengono revisionate e aggiornate le diagnosi in
già
precedenza inserite e vengono approvate nuove diagnosi.
Negli ultimi anni la conferenza ha preso il nome di NNN:
● NANDA-International
● NOC (Nursing Outcome Classification)
● NIC (Nursing Intervention Classification)
Nel tentativo di unificare i tre linguaggi e sviluppare relativi collegamenti tra essi.
NANDA + NIC + NOC
IL PROBLEMA DEL PAZIENTE L’INTERVENTO INFERMIERISTICO IL MIGLIORAMENTO PRODOTTO
NANDA NIC NOC
Deficit della cura di sé Assistere la persona durante la Capacità di eseguire le attività di
vestizione cura personale
Compromissione della Insegnare utilizzo di ausili per la Capacità di camminare
deambulazione deambulazione
PERCHÉ LE DIAGNOSI INFERMIERISTICHE?
● Ciò che non ha nome non rischia di non avere visibilità, di non esistere
● Denominare favorisce il riconoscimento dei fenomeni e quindi della professione che se ne occupa
● La descrizione dell’attività consente di effettuare ricerche nello specifico ambito 13
● Stimola ad una comunicazione univoca ed agevole
Giudizio clinico riguardante le risposte di una persona, famiglia o a problemi di salute/processi vitali,
comunità
problemi che possonoessere reali o potenziali; rappresenta la base sulla quale l’infermieresceglie gli interventi da
attuare al fine di raggiungere determinati obiettivi e costituisce la sfera di completa autonomia e
responsabilità dell’infermiere.
DIAGNOSI INFERMIERISTICA
È la descrizione di una risposta umana che l’infermiere ABILITATO A RICONOSCERE e per la quale PRESCRIVERE
è può →
INTERVENTI allo scopo di mantenere lo stato di salute o ridurre, prevenire, eliminare le alterazioni (Carpenito 1988)
L’infermiere è responsabile del risultato
METODO PES PROBLEMA Qual è il problema?
+
EZIOLOGIA Perché la persona ha questo problema?
+
SEGNI/SINTOMI Che cosa fa presupporre che la persona abbia questo problema?
ESEMPIO DI DIAGNOSI REALE
P COMPROMISSIONE DELLA MOBILITÀ
E CORRELATA A Riduzione della forza e della resistenza e presenza di
dolore SECONDARIA a frattura del femore destro
S CHE SI MANIFESTA CON Limitazione dell’escursione coxo-femorale destra,
restrizioni imposte al movimento e riluttanza a muoversi
LE COMPONENTI DELLA DIAGNOSI
1) TITOLO (problema)
● il nome della diagnosi
È
● Descrive l’essenza del problema (usando il numero minore di parole possibili)
● Si accompagna ad un qualificatore preciso (alterato..., deficit di..., inefficace...)
ESEMPI: Ansia, Disturbo dell’immagine corporea, deficit nella cura di alimentazione,
sé
liberazione delle vie aeree inefficace, rischio di caduta, intolleranza all’attività ,
…
compromissione della mobilità ,
In alcuni casi il titolo comprende dei DESCRITTORI ossia parole usate per assegnare un
significato addizionale alle diagnosi infermieristiche.
ESEMPI DI DESCRITTORI
● DEFICIT: o che non in grado di soddisfare un bisogno o requisito
quantità qualità è
● COMPROMESSO: danneggiato, reso vulnerabile, indebolito
● DISFUNZIONALE: dal funzionamento non normale
● DISTURBATO: agitato, interrotto, soggetto a interferenze
● EFFICACE: che produce l’effetto voluto o atteso
● INEFFICACE: che non produce l’effetto voluto o atteso
2) DEFINIZIONE
● Descrive la diagnosi spiegandone il significato
● Differenzia la diagnosi in questione da quelle che le assomigliano
● Non va scritta nell’enunciazione diagnostica ma compare nei manuali e serve all’infermiere per
distinguere le diagnosi infermieristiche
INTOLLERANZA ALL’ATTIVITÀ: riduzione della fisica di sopportare al livello
capacità l’attività
→
desiderato. Viene alleviata con il riposo FATIGUE (presenza di grande e opprimente 14
senso di esaurimento)
3) FATTORI CORRELATI (eziologia)
● Cause/fattori di rischio del problema
● L’eziologia anche essere sconosciuta)
(può
● Non coincidono con la patologia del paziente (che rappresenta la secondarietà )
● dove l’infermiere va ad agire per risolvere il problema!
È
● Nella formulazione sono introdotti da termini quali: «CORRELATO A ...», «ASSOCIATO A ...»DEFICIT
DELLA CURA DI SÉ
TITOLO FATTORI CORRELATI
Intolleranza all’attività - Immobilità o allettamento
- Squilibrio tra apporto e richiesta di ossigeno
FATTORI CORRELATI: mancanza di coordinamento, vie infusive, disturbi visivi, diminuita
…
motivazione, diminuita capacità motoria in persona anziana,
PIÙ PRECISA È QUESTA ENUNCIAZIONE PIÙ PRECISI POTRANNO ESSERE GLI INTERVENTI
DELL’INFERMIERE.
FATTORI DI RISCHIO
● Descrivono le informazioni cliniche nelle diagnosi di rischio
● Indicano la rispetto ad una situazione
vulnerabilità
● Nella formulazione sono introdotti dalla frase «CORRELATO A ...»
TITOLO FATTORI DI RISCHIO
Rischio di infezione - Procedure invasive
- Malnutrizione
- Conoscere insufficienti a evitare l’esposizione ai microrganismi patogeni
4) SECONDARIETÀ
rappresentata dalla malattia o condizione patologica e non essere presente nella
È può
formulazione diagnostica.
NUTRIZIONE INFERIORE AL FABBISOGNO
- correlata a: di masticazione e dieta inadeguata
difficoltà
- secondaria a: tumore cerebrale
- che si manifesta: con calo ponderale
5) CARATTERISTICHE DEFINENTI (segni/sintomi)
● Sono indicatori clinici «segni e sintomi» (NON DELLA MALATTIA MA DEL PROBLEMA DI SALUTE DELLA
PERSONA)
● Nella formulazione sono introdotti dalla frase «CHE SI MANIFESTA CON...»
● Sono distinte in caratteristiche definenti maggiori (o critiche abitualmente presenti quando la
diagnosi esiste) e minori (di supporto, forniscono prove a sostegno per la diagnosi, ma possono
essere non presenti)
TITOLO CARATTERISTICHE DEFINENTI
Intolleranza - Riferita debolezza
all’attività - Frequenza cardiaca o pressione arteriosa anormale in risposta all’attività
- Modificazioni elettrocardiografiche che indicano aritmie o