Anteprima
Vedrai una selezione di 7 pagine su 27
Metodologia e tecniche della ricerca sociale Pag. 1 Metodologia e tecniche della ricerca sociale Pag. 2
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Metodologia e tecniche della ricerca sociale Pag. 6
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Metodologia e tecniche della ricerca sociale Pag. 11
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Metodologia e tecniche della ricerca sociale Pag. 16
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Metodologia e tecniche della ricerca sociale Pag. 21
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Metodologia e tecniche della ricerca sociale Pag. 26
1 su 27
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Y Y

X= (u) - (u), in cui u rappresenta la stessa unità di analisi

+1

t t

- L’assunto di equivalenza, che consiste nel supporre che due unità u e v siano equivalenti,

Y Y

(u) = (v),

cioè uguali per tutti gli aspetti rilevanti tali che idem per l’altra Y. (es.

t t

l’effetto che ha un fertilizzante su una produzione agricola, possiamo in questo caso

prendere due unità equivalenti, cioè due campi confinanti, uno verrà esposto a trattamento,

l’altro no) Y - (

Y v)

Effetto causale X= (u) t

t

Come si diceva prima, i due assunti precedenti, nelle scienze sociali, sono indimostrabili e

implausibili, in quanto non si può garantire l’invarianza nel tempo dell’orientamento del soggetto e

neppure l’omogeneità tra un soggetto ed un altro (in quanto c’è un numero infinito di variabili che

possono influenza il comportamento di una persona). Esiste per questo un’ulteriore soluzione,

quella statistica. Essa si basa sull’idea per cui se è impossibile trovare due individui identici, è però

possibile ottenere due gruppi di individui che siano statisticamente equivalenti (cioè differenti solo

per aspetti incidentali) da esporre uno al valore di X e l’altro a un differente valore di X, sui quali

rilevare la variazione Y. Gruppi di queste caratteristiche si ottengono tramite il processo di

randomizzazione: il campione iniziale di soggetti da sottoporre all’esperimento viene suddiviso in

due gruppi assegnando mediante sorteggio gli individui all’uno e all’altro gruppo. Se uno dei due

gruppi sarà sottoposto a un certo trattamento e un altro non sarà sottoposto, il primo prenderà il

nome di gruppo sperimentale, il secondo gruppo di controllo.

Esperimento in laboratorio e sul campo. La differenza fra questi due tipi di esperimenti è che il

primo viene condotto in una situazione artificiale, mentre l’altro si realizza in un contesto di vita

reale. Per cui l’elemento che caratterizza quello in laboratorio è il controllo, ovvero la possibilità da

parte del ricercatore di stabilire nei minimi dettagli le condizioni di realizzazione dell’esperimento,

con possibilità di replica (flessibilità), al fine di minimizzare l’azione di fattori esterni (isolamento

dell’ambiente sperimentale). Nel descrivere i tre tipi di disegni sperimentali impiegheremo la

rappresentazione di Campbell e Stanley e indicheremo con X la v. indipendente e Y la dipendente:

- Disegno “solo dopo” a due gruppi. E’ il più semplice fra i casi catalogati, nel quale le due

modalità della variabile indipendente X sono rappresentate da “presenza/assenza”. Le fasi

sono sostanzialmente 3: scelta dei soggetti dei gruppi, si manipola la variabile indipendente

di modo che un gruppo assuma lo stato X1 e nell’altro lo stato X2, viene poi rilevato nei

gruppi il valore medio della variabile dipendente Y, tramite la differenza fra la media di Y2 e

la media di Y1. La denominazione di “solo dopo” si riferisce al fatto che la variabile

dipendente è misurata solo dopo l’esposizione alla indipendente. Effetto causale= media

Y1- media Y2

- Disegno “solo dopo” a quattro gruppi. E’ una variante della precedente e si ha quando la

variabile X assume più di due stati, per cui si parla di disegno sperimentale a gruppi

multipli. Un esempio è l’esperimento di Bandura sull’influenza della violenza televisiva,

sottoponendo un gruppo alla visione di scene dal vero, altri di filmati e altri di cartoni

animati e infine un gruppo di controllo.

- Disegno “prima-dopo” a due gruppi. Qui viene presentata, oltre alla rilevazione della

variabile dipendente dopo l’esposizone allo stimolo, anche una rilevazione pre-esposizione.

Per cui questo disegno sperimentale unisce variazione della variabile indipendente fra

gruppi, ma anche variazione nel tempo nello stesso gruppo. Qual è il vantaggio? Il pre-test

non è essenziale in quanto la randomizzazione garantisce l’equivalenza iniziale dei due

gruppi, ma sicuramente le differenze accidentali fra i due gruppi vengono in questo modo

soppresse al massimo, eliminando la probabilità che determinate differenze nel risultato

derivino da differenze iniziali. Lo svantaggio invece è che le risposte del post-test siano

influenzate da quelle precedentemente date. In questo caso l’effetto causale= (media Y4-

media Y3) –(media Y2-media Y1)

Il Questionario. La ricerca quantitativa condotta attraverso questionario corrisponde al termine

inglese survey, che in italiano si usa tradurre con “inchiesta o indagine campionaria” ed è la

procedura di rilevazione più diffusa della ricerca sociologica, tant’è che l’idea di questo tipo di

ricerca venne adottata anche da menti quali Marx e Weber tra la fine dell’800. A determinarne la

grandezza però fu l’affermarsi del concetto di “rappresentatività”, cioè il principio per cui per

conoscere la distribuzione di un certo numero di variabili in un determinata popolazione, non fosse

necessario studiare l’intera popolazione, ma che risultati altrettanto accurati potessero essere

acquisiti anche tramite uno studio condotto su un campione opportunamente scelto, formulato da

Neyman negli anni ’30. A partire poi dagli anni ’80 tre sviluppi tecnologici hanno dato un forte

impulso all’inchiesta campionaria, ovvero l’avvento del telefono in tutte le case e del personal

computer nelle mani dei ricercatori e infine lo sviluppo di internet.

Seguendo il paradigma postpositivista, seguono un tipo di approccio oggettivista-uniformista

che puntano verso la massima neutralità dello strumento di rilevazione, ovvero l’invarianza

dello stimolo, per giungere a una quanto massima comparabilità delle risposte fra i vari casi.

Per cui, tutti gli intervistati devono essere sottoposti alle stesse domande e in situazioni

pressoché uniformi, in modo da garantire neutralità e comparabilità.

Prima di affrontare la questione della formulazione corretta delle domande, menzioniamo il

problema dell’attendibilità del comportamento verbale a causa di tre aspetti intrinseci alla

natura umana: la desiderabilità semantica, ovvero certi attributi individuali o certi

comportamenti che sono giudicati negativamente, o molto positivamente, dalle norme collettive

di una società, per cui, quando intervistati, può scattare un meccanismo di menzogna

inconscia, una propensione a negare l’evidenza dei fatti quando questi entrano in

contraddizione con le nostre credenze; la mancanza di opinioni, si crea nell’intervista una sorte

di pressione a rispondere per la quale, facilitati dalla domanda chiusa, molti intervistati

scelgono a caso una delle risposte, formando delle pseudo-opnioni; l’intensità, in quanto la

tecnica del questionario non è capace di distinguere le opinioni intense e stabili da quelle

deboli e volubili. Per la formulazione delle domande è necessario controllare:

- La semplicità del linguaggio, così da utilizzare una sintassi e dei vocaboli accessibili a tutti

- Non farle troppo lunghe, complesse o doppie, ovvero domande che presentano più interrogativi

al loro interno ma richiedono un’unica risposta per tutti

- Limitare il numero delle alternative di risposta, se presentate a voce, non dovrebbero essere

più di cinque

- Evitare domande viziate, o tendenziose o a risposta pilotata, ovvero una domanda la quale, per

la formulazione sintattica, per gli esempi che riporta, per l’accostamento delle parole, orienta

l’intervistato verso una delle possibili alternative (es. “Napolitano definisce il crollo di Pompei

una vergogna per l’Italia. Secondo lei i beni culturali in Italia sono ben tutelati?”)

- Inserire le domande imbarazzanti solo alla fine del questionario, vi sono questioni delicate

(comportamento sessuale, reddito, droga) che sono celati a causa dello stigma sociale o della

riservatezza, per cui, poste alla fine, permettono di minimizzare i danni di un’eventuale

interruzione, e di evitare che la domanda guasti fin dall’inizio il clima della conversazione

- Indicare la possibilità di risposte multiple

- Controllare l’esaustività delle alternative di risposta: la domanda chiusa infatti lascia fuori tutte

le altre alternative di risposta che il ricercatore non ha previsto ma soprattutto chiarisce

al’intervistato qual è il quadro di riferimento inteso e offre lo stesso quadro agli intervistati

L’organizzazione della rilevazione segue questi step: studio esplorativo, prima di redigere le

domande il ricercatore consoce perfettamente il problema studiato; il pre-test, la prima stesura del

questionario, che deve essere posta a una fase di collaudo, per attuare delle modifiche prima della

rilevazione vera e propria; la preparazione e supervisione degli intervistatori, cioè presentazione la

ricerca agli intervistatori e poi interviste di prova; il contatto iniziale; la forma grafica del

questionario, i passaggi da una domanda ad un’altra e strutturazione del testo.

1. Intervista diretta o faccia a faccia. La rivoluzione informatica ha lievemente modificato

questo modo di procedere sostituendo la registrazione carta e penna con un personal

computer (da cui l’acronimo Capi “Computer Aided personal interviewing) che elimina

alcuni passaggi fra il momento della rilevazione e quello di codifica dei dati. Tuttavia ciò

non cambia la natura dell’interazione e la assoluta centralità dell’intervistato. Il problema in

questo caso è quello di limitare l’effetto dell’intervistatore, standardizzandone il

comportamento, inibendo qualunque comportamento che influenzi l’intervistato.

2. Questionario postale. E’ sostanzialmente riconducibile alla categoria dei questionari auto

compilati , che non richiede appunto la presenza di un intervistatore, e per questo dai bassi

costi ed autoesplicativi. Quello postale consiste nell’inviare per posta il questionario a una

lista di nominativi che rappresentano la popolazione studiata allegando una lettera di

presentazione della ricerca e una busta per il ritorno con affrancatura a carico del mittente.

Gli svantaggi maggiori di questo tipo di metodo sono la bassa percentuale di risposte

(spesso sotto il 50%), dovuta alla diffidenza verso l’istituzione che patrocina l’indagie,

specie se non pubblica, distorsione del campione dovuta all’autoselezione, poiché non vi è

alcuna garanzia che i rispondenti siano un campione casuale dell’intera popolazione, anzi

chi lo fa mediamente è più istruito, per cui spesso si fanno diverse richieste di sollecito.

Nei questionari autocomplicati non van

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
27 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher stegosaurros di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodologie e tecniche della ricerca sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Moretti Sabrina.