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CONOSCENZA SCIENTIFICA

La conoscenza scientifica è una particolare conoscenza limitata all'esperienza empirica, cioè al mondo che noi percepiamo tramite i sensi. Il suo prodotto consiste in espressioni linguistiche attraverso le quali il mondo empirico viene descritto o spiegato ed il suo metodo prevede che ogni asserzione sia giustificata, vale a dire, sia sempre la conclusione di un ragionamento in cui vi siano, oltre alla conoscenza pregressa, anche prove empiriche. Il processo con cui si producono tali asserzioni è pubblico e ripetibile per permettere a tutti di esaminarne e giudicarne la correttezza. Alla ricerca, però, oltre ad una componente oggettiva (quella appena citata) che attiene alle modalità, i metodi e le tecniche impiegate, se ne associa anche una soggettiva, riguardante il mondo valoriale e culturale del ricercatore e che vede sbarcare, nella metodologia scientifica, anche le passioni, la sua intelligenza, la sua cultura ed i suoi.

Il processo produttivo della conoscenza scientifica, definito "ricerca", contempla molteplici attività, basate sulla fantasia e sulla ragione, sugli aspetti consci e su quelli inconsci della personalità del ricercatore. In filosofia e scienza, per riferirsi a questi si parla di:

  • CONTESTO DELLA SCOPERTA: Qui si pongono i problemi, vengono ideati i concetti e formulate le ipotesi
  • CONTESTO DELLA GIUSTIFICAZIONE: Qui si risolvono i problemi posti, vengono definiti i concetti e controllate le ipotesi

Tale distinzione viene fatta risalire al matematico Frege, la cui opera è tesa a liberare la matematica da ogni influenza psicologica, e al filosofo Reichenbach. Nel primo contesto viene formato il problema scientifico e si propende verso certe soluzioni o ipotesi; in questa fase la conoscenza resta, in gran parte, un processo biografico legato alla personalità e alla cultura del ricercatore, ai suoi interessi, valori e tensioni personali.

Si rinvengono elementi culturali relativi a come il ricercatore socializza, psicologici riguardanti gli atteggiamenti che ne formano la sua personalità e sociali attinenti ai rapporti che il ricercatore intrattiene con altri attori. Nel II° contesto si crea il linguaggio, vengono analizzati i dati e controllati gli enunciati: è il regno delle regole metodologiche. Nel contesto della scoperta le inferenze (deduzione logica a partire da una o più premesse) possono anche essere completamente intuitive mentre in quello della giustificazione debbono essere il più possibile rigorose. L'ipotesi, invece, per far parte della scienza deve essere formulata in un determinato modo linguistico, confrontata con il patrimonio cognitivo (conoscitivo) esistente e controllata empiricamente (fondato sull'esperienza) attraverso l'analisi dell'informazione che è stata rilevata. Un'ipotesi che non supera queste prove non può esserconsiderata un prodotto scientifico. Ai due contesti ne va aggiunto un terzo, quello dell'accettazione (valutazione) in cui la conoscenza del ricercatore è sottoposta al giudizio della comunità scientifica. La valutazione viene effettuata su quello che è stato l'esito, il prodotto quindi, dei due contesti precedenti ed avviene in un sito virtuale chiamato: foro scientifico. Viene posta una domanda "Come fai ad affermare questo?" e si risponde elencando le ragioni che sostengono la conclusione; se qualcuna di esse viene contestata, si illustrano i motivi per cui la si è inserita. L'esame quindi passa dal laboratorio al foro: per primo è il ricercatore che anticipa gli interrogativi della comunità per potervi rispondere ed è poi la comunità a sollevare tali interrogativi. Condizione necessaria, poi, è rendere disponibile una documentazione adeguata su come sono state condotte le operazioni. Ciò

Vale soprattutto per le scienze sociali in cui la sperimentazione è assente. Il prodotto della scienza consiste in tre tipi di oggetti linguistici: termini, enunciati e teorie. È attraverso questi che spieghiamo gli eventi del mondo e l'insieme di questi è l'universo. L'universo invece delle espressioni è il linguaggio: una disciplina si caratterizza per un determinato linguaggio costruito sopra un dato universo.

TERMINI: Sono le categorie attraverso le quali osserviamo il mondo: carisma, multipolarità, partito, gruppo di pressione ne sono esempi. I termini scientifici si distinguono da quelli comuni per caratteristiche sia formali sia sostanziali. Dal punto di vista formale i termini devono avere un significato chiaro, non ambiguo, né vago, per permettere la comunicazione tra i ricercatori, il confronto e l'aggregazione dei loro risultati; dal punto di vista sostanziale concettualizzano, in un modo nuovo, i fenomeni del mondo.

un modo non più coerente con la cultura comune bensì con quella della comunità scientifica. I termini, però, non hanno un valore autonomo, sono uno strumento utile per la formazione degli enunciati. Non ci dobbiamo interrogare sulla veridicità o falsità di questi ma sulla loro idoneità nel generare enunciati scientificamente significativi.

ENUNCIATI: Sono le espressioni che descrivono il mondo, come per esempio "Napoleone è morto a Sant'Elena" oppure lo spiegano affermandone le cause dei suoi eventi "L'ingestione del cianuro causa la morte". Tra gli enunciati distinguiamo quelli descrittivi e quelli esplicativi: i primi rappresentano gli eventi del mondo spazio-temporalmente e gli altri ne indicano le cause, e quindi li prevedono anche (gli eventi). Tra gli enunciati esplicativi ritroviamo quegli importanti asserti che sono le leggi. Tutti questi enunciati sono passibili di verità o

falsità: la conoscenza scientifica cerca di produrre enunciati veri per svolgere correttamente le sue funzioni di descrizione e spiegazione dei fenomeni del mondo.

TEORIE: Consistono in sistemi enunciativi, cioè insiemi di enunciati tra loro organizzati e connessi in base a ragioni logiche ed empiriche. Con l'espressione teoria, però, si può intendere una pluralità di altre cose per cui è bene distinguere tra: pre-teorie e quasi teorie. Le quasi teorie sono teorie meno qualcosa, approssimazioni di teorie. Sono prodotti scientifici come le teorie in senso stretto ma rispetto ad esse sono dei semi-lavorati, prodotti non ancora ultimati per ragioni di organizzazione logica o di conferma. Tra questi vanno distinti gli insiemi enunciativi ed i modelli. I primi sono enunciati accomunati dall'appartenenza a una particolare area tematica ed hanno un rapporto solo di consonanza. Con i secondi, invece, si inizia l'organizzazione degli enunciati.

In termini generali tali teorie consistono nella conoscenza pregressa (precedente) che la comunità scientifica possiede in un determinato ambito. Le pre-teorie consistono dei sistemi simbolici che precedono e condizionano la ricerca. Sono la matrice culturale che sta sempre dietro ad una teoria e che fa parte della storia delle idee. Con le pre-teorie vediamo il mondo e mentre la teoria in senso stretto e la quasi teoria sono un prodotto della ricerca, le pre-teorie sono un fattore di produzione e possono anche definirsi come subculture che caratterizzano il sistema simbolico di una comunità scientifica e rappresentano il momento di connessione con la cultura più generale della società. Questi sistemi sono sempre stati oggetto di studio della sociologia e della storia della conoscenza ma dalla fine degli anni '70 hanno trovato un rinnovato interesse da parte di studiosi di epistemologia e storia della scienza via via che si riscoprivano margini di

soggettività nelle decisioni scientifiche. In letteratura questi sistemi vengono individuati come paradigmi, programmi e tradizioni di ricerca. La teoria in senso stretto mantiene sempre rapporti con le precedenti perché la quasi teoria ne rappresenta un embrione e perché una teoria vive in un ambiente culturale, fa parte di un più vasto sistema cognitivo.

5. DESCRIVERE, SPIEGARE, OPERARE
L'uso della conoscenza prodotta soddisfa interessi cognitivi ed operativi. Per quanto riguarda il primo la conoscenza serve per interpretare, al meglio, scientificamente, il mondo in cui viviamo, descrivendone e spiegandone gli eventi; per quanto riguarda la seconda serve per progettare, intervenire su di esso, modificarlo per difenderci dalle sue minacce o per costruire stati a noi più favorevoli.

DESCRIZIONE: Con questa la conoscenza è impiegata al livello più semplice, tramite il vocabolario del linguaggio delle discipline utilizzate. Gli eventi del

mondo vengono riconosciuti attraverso le categorie concettuali elaborate in sede scientifica e collocati spazialmente o temporalmente. SPIEGAZIONE: Gli eventi vengono connessi ad una causa, oltre ad essere descritti sono, ora, spiegati. La spiegazione si articola in una post-visione ed in una pre-visione. Se gli eventi di cui si individuano le cause sono collocati al passato, si parla di post-visione viceversa, se sono collocati al futuro, di pre-visione. Si può anche asserire che la previsione è una spiegazione al futuro mentre la post-visione al passato. Spiegazione nomologica: La spiegazione, prima di tutto, fa emergere un bisogno di sicurezza intellettuale riguardo al mondo che ci circonda. Spiegare è renderlo più conosciuto, meno estraneo, secondo valenze logiche e psicologiche. La spiegazione, per avere uno schema di riferimento, consiste in una relazione tra due espressioni linguistiche: una che denota l'evento da spiegare (explanandum) ed una che lospiego (explanans). Con la procedura esplicativa l'**spiegazione** consiste nell'individuare la **causa** di un evento che ne diviene l'**effetto**: "Perché Mario è deceduto? Perché aveva ingerito del curaro". Nella versione **nomologica**, la garanzia dell'asserzione è data dalla **legge**, pertanto l'explanans contiene sia la causa e sia la giustificazione della causa. Nell'**argomento nomologico** il fatto da spiegare diventa una conseguenza di **premesse esplicative**, le quali sono divise in due categorie: **leggi** (L) e **condizioni fattuali** (C). Le leggi (dette di copertura) asseriscono (sostengono con certezza) relazioni generali mentre le condizioni fattuali specificano le leggi: affermano che alcuni eventi si sono verificati in determinati tempi e luoghi con determinate caratteristiche. La relazione che lega l'explanans all'explanandum è di natura logico-inferenziale. Le scienze sociali sono attualmente prive di leggi, dal cheate da leggi deboli, che non sono in grado di fornire una spiegazione completa e rigorosa dei fenomeni. Questo avviene perché le leggi deboli sono meno generali e più specifiche delle leggi forti, e quindi coprono solo una parte limitata dei casi possibili. Inoltre, le quasi spiegazioni introducono anche il concetto di "causalità probabilistica", che implica che una legge può spiegare solo in modo probabilistico un fenomeno, anziché in modo deterministico. Questo significa che una legge può fornire solo una spiegazione parziale e approssimativa dei fenomeni, basata su probabilità e non su certezza. In conclusione, l'inapplicabilità del modello nomologico rigorosamente inteso ha portato all'uso di procedure più deboli, come le quasi spiegazioni, che consentono di fornire spiegazioni parziali e probabilistiche dei fenomeni. Questo approccio è stato necessario per affrontare la complessità e la variabilità dei fenomeni reali, che non possono essere completamente spiegati da leggi generali e deterministiche.
Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
4 pagine
4 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flaviael di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodologia delle scienze sociali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Bruschi Alessandro.