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IL DISEGNO DELLA RICERCA
Questa unità didattica ci vuole spiegare come costruire un progetto di ricerca.
Gli obiettivi principali sono tre, la descrizione, la spiegazione e l'esplorazione. Ci sono fenomeni
che non conosciamo che ci sorprendono, di fronte ai quali siamo completamente impreparati prima
di tutto dal punto di vista cognitivo e quindi possono essere approcciati inizialmente anche con
metodi che non rispettano tanti dei requisiti essenziali per una procedura scientifica. In questo senso
la ricerca non ha finalità descrittive né esplicative, ma esplorative.
Cos'è una ricerca descrittiva? Quella che ha l'obiettivo di descrivere situazioni ed eventi con
osservazioni scientifiche attente e deliberate. Per distinguere spiegazione e descrizione, quest'ultima
serve a rispondere alle domande “Chi? Dove? Quando? Dove?”, mentre la spiegazione serve a
rispondere al perché. È dunque difficile spiegare senza descrivere.
La ricerca che si propone l'obiettivo di spiegare mira a scoprire relazioni tra diversi aspetti del
fenomeno studiato e a giustificarle con un qualche tipo di meccanismo plausibile. Una spiegazione
della realtà è valida sino a che non viene falsificata.
Qual è la logica della spiegazione causale?
Esistono cause necessarie al verificarsi di determinati eventi, ma che malgrado la loro presenza
possono non determinare necessariamente quell'evento, ed esistono cause sufficienti, cioè a
prescindere dai fattori correlati con un dato evento, il verificarsi di quell'aspetto immediatamente
determina il verificarsi dell'evento anche se non si verificano cause necessarie.
La logica della spiegazione nomotetica
L'idea di causazione, cioè rintracciare le cause alla base di un determinato evento, è un'ambizione
che riguarda anche il senso comune ed il pensiero ordinario, quindi quest'idea non appartiene solo
alla spiegazione nomotetica ma anche a quella ideografica. La spiegazione ideografica punta su un
caso specifico e su questo cerca di rilevare tutti i fattori causali che ci sono alla base, la spiegazione
nomotetica al contrario pretende di realizzare generalizzazioni e non si sofferma su un singolo caso,
analizzando una classe di eventi molto differenziati tra loro e pretendendo di rintracciare alcuni
fattori causali comuni a tutti questi eventi a prescindere dalle differenziazioni spaziotemporali.
L'idea di causazione appartiene dunque a tutti i tipi di ragionamento, ma nel 99% dei casi uno
scienziato sociale si concentra su quello nomotetico.
I criteri base della causalità nomotetica sono tre, ci sono tre condizioni affinché si possa realizzare
una spiegazione di questo tipo:
1) Le variabili devono essere correlate
2) La causa deve avvenire prima dell'effetto
3) La relazione o correlazione non dev'essere spuria (falsa)
Le variabili devono essere correlate: ciò significa che tra le variabili deve esistere un'associazione,
cioè la variazione di una variabile genera un'immediata variazione dell'altra. Ma cosa sono le
variabili? Sono termini tecnici fondamentali nell'ambito delle scienze sociali che indicano una serie
di attributi attraverso i quali cerchiamo di dare un senso a ciò che osserviamo (la variabile sesso si
suddivide in due attributi, maschi e femmine). Dunque le variabili devono rimandare a fenomeni
reali immediatamente osservabili.
Un esempio di correlazione tra due variabili: le due variabili sono il titolo di studio (x) e la
condizione occupazionale (y). X può assumere tutti gli attributi che vogliamo in quanto dipende da
quello che vogliamo osservare: ad esempio, andiamo ad avere X1(medicina), X2(lettere),
X3(ingegneria), a seconda del tipo di laurea. Y è invece il tipo di lavoro, possiamo avere occupato,
disoccupato, altro. Come si verifica l'esistenza di una correlazione tra X e Y? Attraverso
l'osservazione della realtà. Ad esempio in aula abbiamo 100 laureati distribuiti in maniera differente
a seconda del tipo di laurea: medicina (8occupati su 10), lettere(4 occupati su 10), ingegneria
(9occupati su 10). Sulla base di questi dati esiste una correlazione tra X e Y? Si, esiste una relazione
perché non è indifferente il fatto di avere un certo tipo di attributo X rispetto al valore che assume Y,
nel senso che ad esempio i laureati in ingegneria hanno grandi possibilità di essere occupati,
altrettanto si può dire per i laureati in medicina ma non per quelli laureati in lettere. Dunque, al
variare di X, varia Y. Avremo dunque Y1= 21 e Y2=9. Al variare di X, varia Y; se questo non
accade, non esiste una relazione, ad esempio nel momento in cui tutti i laureati, a prescindere dal
titolo che hanno conseguito, hanno le medesime probabilità di essere occupati. A quel punto vuol
dire che non esiste relazione tra le variabili.
Osservare la variazione, di per se non è sufficiente a stabilire un rapporto di causazione, in primo
luogo perché i fattori che potrebbero influenzare la probabilità di essere occupati possono non
essere solamente il titolo di studio.
La causa deve avvenire prima dell'effetto
Non basta osservare una correlazione tra due variabili ma ci dev'essere un certo tipo di ordine
temporale: se ha senso dire che il titolo di studio che uno acquisisce influenzi la sua probabilità di
essere occupato, non è logico dire il contrario.
Esempio: in un aula di una scuola mi accorgo che il 70% fa catechismo e che i genitori di quei
bambini sono più religiosi di quanto non lo siano i genitori del 30% rimanente. Qual è la nostra X e
quale la nostra Y? Non siamo nelle condizioni di poterlo stabilire se non ipotizzando una teoria che
deriva da esperienze o magari letture di fenomeni simili, questa è una scelta del tutto arbitraria da
parte del ricercatore.
La relazione o correlazione non dev'essere spuria (falsa)
Non deve esistere una terza variabile che ci spiega il perché due variabili covariano.
Esempio: ci accorgiamo che all'aumentare della vendita di gelati, aumenta anche il numero di
annegamenti in mare. Che cosa spiega l'esistenza di una relazione? Tra queste due c'è una falsa
relazione perché sono mediate da una terza, che le influenza entrambe, cioè la stagione dell'anno.
Esempio2: correlazione positiva diretta tra numero di scarpe e competenza in matematica, cioè un
numero di scarpe più grande equivale ad una maggiore competenza matematica. È difficile stabilire
quale sia X e quale Y perché nessuna delle due può essere considerato logicamente un fattore
causale. E allora, la variabile che può intervenire per aiutarci è l'età: se aumenta l'età, aumenta il
numero di scarpe che si porta, ed in termini probabilistici aumenta anche la conoscenza in
matematica.
CAUSE NECESSARIE E CAUSE SUFFICIENTI
Distinguiamo tra queste perché i fattori causali possono essere di diversa natura ed avere efficacia
differenti: esistono quelli necessari ma non sufficienti affinché si verifichi un determinato evento,
esistono quei fattori sufficienti al loro verificarsi malgrado il verificarsi di altri eventi. Una causa
necessaria DEVE essere presente affinché si verifichi anche l'effetto, ma non necessariamente la sua
presenza fa si che l'effetto si verifichi.
Esempio di causa necessaria: un auto senza carburante non funziona, ma pur avendo del carburante
potrebbe non funzionare per altri motivi.
Causa sufficiente è una condizione che quando è presente, garantisce che si verificherà un effetto
anche senza il verificarsi di altri fattori causali precedentemente identificati come necessari.
UNITA' DI ANALISI
Indica il tipo di oggetto in cui ci si occupa in una precisa ricerca empirica, cioè che cosa si sta
studiando. In genere noi studiamo i fenomeni che ci interessano passando attraverso i soggetti fisici,
che sono ovviamente l'unità di analisi più micro che possiamo individuare e che sono portatori di
variabili. Poi abbiamo altri tipi di oggetti, i gruppi sociali, che non sono la semplice somma degli
individui in quanto all'interno di un gruppo si determinano dinamiche specifiche; abbiamo le
organizzazioni sociali formalmente costituite (università, forze di polizie); abbiamo le interazioni
sociali (l'atto dell'indagare mette in relazione gli individui) e abbiamo gli antefatti sociali (oggetti,
libri, video).
Un artefatto che mettiamo sotto osservazione può essere l'influenza che ha l'attività scolastica nei
primi anni di vita sull'assunzione di modelli di genere, lo faccio sfogliando testi e interpretando
immagini presupponendo attraverso l'interpretazione alcune interazioni. Le interazioni sociali:
posso ad esempio studiare le interazioni che avvengono in rete attraverso gli individui, ma posso
anche andare ad osservare l'interazione osservando lo stile, il numero di parole che vengono
utilizzate, la durata di una comunicazione. In questo caso non tengo sotto osservazione gli individui
ma operativizzo fenomeni reali che riguardano l'interazione.
Organizzazioni formali formalmente costituite: qualcosa stabilito da uno statuto che ha funzioni
formalmente definite e in molti casi l'obiettivo è capire come quella forma prevista dalla norma
venga in realtà applicata (ad esempio l'indagare come le forze di polizia applicano la legge
attraverso un meccanismo interpretativo tra ciò che devono fare per regolamento e ciò che
applicano per opportunità).
Gruppi sociali: importanti perché se voglio studiare gli individui che appartengono alle bande
giovanili, mi concentrerò sulle caratteristiche individuali di chi frequenta queste bande; ma se
voglio studiare perché le bande giovanili in Italia si differenziano a seconda dei contesti urbani che
metto sotto osservazione, andrò a rilevare alcune caratteristiche che non appartengono ai singoli
individui ma al gruppo.
FALLACIA ECOLOGICA
Ciò che accade ad un'unità ecologica non può essere trasferito anche agli individui che la
compongono: tutte le volte che osserviamo dati riguardanti unità ecologiche più ampie del singolo
individuo, dobbiamo stare attenti a non trarre valutazioni sugli individui che compongono quei
gruppi.
Esempio: correlazione tra comuni italiani in cui è alta l'incidenza di immigrati e comuni in cui sono
alti i tassi di microcriminalità. L'unità ecologica in questione sono i comuni, ed il ragionamento
errato classico riguarda il fatto che esista una relazione tra immigrazione e furti.
Noi possiamo cogliere dati che ci parlano di individui ma anche di somme di individui più o meno
formalizzati: la maggior parte delle ricerche avviene sugli individui ma capita di farle anche sui
gruppi sociali. Il problema della fallac