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Tuttavia, nel caso che ci sia un drop out, anche questi soggetti deceduti vengono considerati
nell’analisi statistica: in questo caso parliamo di intention to treat (intenzione al trattamento); tutti i
pazienti entrati nello studio devono pesare statisticamente.
La sperimentazione
Prima di tutto, è fondamentale sottolineare come le sperimentazioni siano sempre studi prospettici.
Ma come si sceglie un campione da studiare? Quali caratteristiche deve possedere? Il campione
viene scelto secondo i cosiddetti criteri di eleggibilità. Questi rappresentano quei criteri che il
ricercatore deve delineare subito al fine di comprendere su chi si andrà a sperimentare una
Riassunto di Alessandro Gagliani e Mattia Sabatini ®
determinata variabile. Ecco che, quindi, andiamo a considerare i cosiddetti criteri di inclusione e di
esclusione del campione. Attraverso i primi, andremo ad esporre tutte le caratteristiche che
vogliamo includere nel nostro studio, mentre con i secondi andremo a listare tutte quelle che,
invece, vogliamo che siano completamente escluse dall’analisi.
Immaginiamo uno studio sulle medicazioni di ulcere di natura vascolare. È presente un nuovo tipo
di medicazione, da testare sul campo (già approvato per la diffusione in ospedale).
Dovrò prima di tutto scegliere dei criteri di inclusione e criteri di esclusione nello studio, per
esempio: uno studio prevede un trattamento A, B o C, più o meno invasivi; per partecipare allo
studio, quindi, visto che ancora non è avvenuta la randomizzazione, una persona potrebbe ricevere
l’uscita dallo studio una volta iniziato, che la persona
uno dei tre. È necessario, al fine di evitare
accetti fin da subito di volersi sottoporre ai trattamenti, senza sapere quale gli capiterà; in caso
contrario, non entrerà nello studio. l’età come criterio. Questa non
In questo caso è bene fare una prima considerazione riguardante
viene quasi mai scelta come fattore predisponente all’ingresso o all’uscita dallo studio, in quanto,
facendo un esempio pratico: se scelgo di far entrare nello studio pazienti over 60, come mi
che non è poi così diverso da come sarà l’anno successivo? Per
comporto in caso di un 59enne,
eliminare in base alla fascia d’età dobbiamo sempre domandarci se è possibile che questa incida
molto sullo sviluppo del problema o sulla rapidità e facilità di guarigione (basti pensare ad una
ferita chirurgica, che nel giovane cicatrizza molto più rapidamente e con meno complicanze).
un’ulcera
In questo caso il fattore su cui vertere la scelta è la tipologia di ulcera, per esempio,
venosa anziché arteriosa.
Nelle ulcere di tipo venoso, dovute a problematiche vascolari, non sarà tanto la medicazione, quanto
la circolazione stessa che favorirà la guarigione; ancora più nel dettaglio, sarà la capacità
dell’infermiere di eseguire un bendaggio elastico (che favorisce il ritorno venoso dagli arti inferiori)
a garantire la guarigione dell’ulcera.
Al contrario, le ulcere di tipo arterioso, guariranno principalmente per via della medicazione, in
quanto non si eseguono bendaggi. Ne consegue che in questo studio la scelta di inclusione potrebbe
essere sicuramente quella di scegliere ulcere arteriose.
Una volta scelto i criteri di inclusione, è necessario passare a quelli di esclusione, che in questo caso
potrebbero riguardare l’utilizzo di particolari farmaci (si cercano di togliere il più possibile dei
fattori confondenti, per esempio tutti quei farmaci che aiutano la guarigione).
Il paziente è reclutabile, quindi, dopo il consenso informato e dopo che siano stati applicati i criteri
di inclusione ed esclusione. A questo punto tutti i campioni vengono randomizzati (in almeno 2
gruppi di confronto, ma possono essere anche di più; più gruppi ho, più devono essere i campioni da
utilizzare). e iniziare l’osservazione
Arrivati a questo punto, è necessario formare i gruppi ponendosi, come
quello di arrivare alla granulazione del letto dell’ulcera.
obiettivo per il termine,
Gli studi cross-over intra paziente
Un altro tipo di studio è lo studio cross-over intra paziente; in questo caso abbiamo una persona
che viene reclutata per uno studio cross over. Questa volta viene randomizzato il trattamento con il
quale il paziente inizierà il suo percorso sperimentale.
In questo caso il paziente numero 1 inizia il protocollo A; successivamente, avrà una sospensione
del periodo sperimentale (wash out), per poi iniziare il trattamento B. Il risultato della ricerca sarà
dato da cosa, in quel paziente, funzionerà meglio. Un paziente numero 2 farà il contrario, prenderà
prima il farmaco B per poi passare al farmaco A. dal fatto che in quest’ultimo noi avremo
La differenza rispetto ad uno studio sperimentale è dato
due gruppi diversi a cui vengono somministrati farmaci differenti.
Al contrario questo studio ci consente di vedere su uno stesso soggetto gli effetti dei farmaci in
possibile nell’altro studio).
studio, magari in successione (cosa positiva in quanto non sarebbe
Riassunto di Alessandro Gagliani e Mattia Sabatini ®
In questo modo possiamo confrontare i farmaci e quindi capire quale è meglio. Per evitare che il
farmaco A influenzi la potenza del farmaco B (somministrato dopo nel paziente 1), randomizzerò
eseguendo il contrario sul paziente 2.
Ovviamente anche questo studio, per avere una validità scientifica, necessita di un alto numero di
persone.
La cosa importante da notare è che negli studi cross over il paziente deve rimanere uguale, sia nel
periodo A che nel periodo B. Potrebbe succedere che nel periodo di wash out la situazione peggiori
tanto che è necessario variare la situazione clinica del paziente farmacologicamente (per esempio
somministrando anticoagulanti); in questo caso, si ha il drop out, ossia l’uscita dallo studio, poiché
nel secondo periodo, quando dobbiamo somministrare il farmaco B, il paziente si trova in una
condizione differente e quindi invalida il confronto tra la soluzione A e la soluzione B.
Questo studio ha quindi una grande difficoltà organizzativa, in quanto si deve avere la garanzia che
la situazione patologica del paziente non cambi, se non grazie al farmaco somministrato.
Il lato positivo è, tuttavia, che questo studio ci consente di dimezzare le persone necessarie per lo
studio. Se infatti in uno studio sperimentale che confronta due farmaci servono 100 pazienti, in
questo caso ne bastano 50, in quanto vengono sperimentati entrambi su un solo soggetto.
Il protocollo di ricerca
Come si struttura un protocollo di ricerca? l’introduzione e il background di ricerca è
1. Introduzione e background scientifico:
importante, in quanto serve a spiegare la necessità di un nuovo studio, data dal fatto che in
letteratura sono presenti risultati contrastanti, uniti al fatto che magari le linee guida non
indicano una procedura riguardante l’argomento di studio. In questo caso sarà necessario
ricercare in letteratura gli studi eseguiti e porli nella bibliografia.
2. Obiettivi di studio
3. Criteri di selezione dei pazienti
4. Disegno dello studio (se possibile con diagramma di flusso): bisogna chiarire se il disegno
di studio è fenomenologico, qualitativo, quantitativo, ecc. (a volte, questo può apparire già
nel titolo; per esempio “valutazione delle ulcere: studio sperimentale”).
5. Programmi dettagliati di intervento: qui viene dettagliato, in modo molto specifico, in che
maniera viene eseguito lo studio (viene spiegato in maniera attenta e puntuale tutto ciò che
viene fatto).
6. Dati clinici e/o di laboratorio
Criteri per la valutazione dell’intervento oggetto dello studio
7.
8. Valutazione statistica: presente solo se lo studio è di tipo quantitativo
9. Consenso informato
10. Scheda raccolta dati: tutti gli strumenti utilizzati (per esempio le scale di valutazione usate)
devono essere allegati; se nel “programma dettagliato di studio” abbiamo scritto di aver
utilizzato una scala VAS, qui dovrà essere esposta.
11. Bibliografia
12. Elenco dei responsabili dello studio
Gli strumenti di ricerca
Lo strumento della ricerca è quel mezzo o tecnica che ci permette di raccogliere dati su una
variabile o su un fenomeno. Molte volte può capitare che lo strumento di ricerca debba essere creato
“ad hoc”.
Gli strumenti di ricerca possono essere:
1. Non strutturati (interviste, storie di vita, diari, telecamere nascoste, specchi, ecc.)
2. Strutturati (questionari a domande aperte e chiuse, scale, check list, schede, ecc.)
Riassunto di Alessandro Gagliani e Mattia Sabatini ®
I questionari a domande chiuse prevedono l’utilizzo di domande dicotomiche (si/no), una scelta
multipla (molto/poco/abbastanza) o l’ordine di rango (numerazione in ordine di importanza).
Le evidenze scientifiche
Fino ad ora abbiamo visto le varie tipologie di studio e le modalità con cui esso si svolge; una volta
pubblicato, tuttavia, lo studio diviene un articolo scientifico.
La grandissima maggioranza di questi studi è in lingua inglese e si trova in archivi specifici dove
vengono raccolti, dopo essere stati “indexati”, attraverso l’index factor, ossia inseriti ed approvati
da riviste degne di essere archiviate in una banca dati biomedica.
Tra le riviste che vengono archiviate in med-line, esistono riviste di qualità migliore o peggiore. Ma
cosa permette a queste di essere considerate più o meno di qualità?
Ogni rivista viene “impactata”, è presente quindi un impact factor, che varia ogni anno e dipende da
quante volte la rivista viene citata in studi o in pubblicazioni scientifiche.
– –
Questo valore va da 0 2 a 15 20; una buona rivista medica si aggiorna tra i 5 e gli 8.
Dopo aver eseguito uno studio, è importante valutare bene a quale rivista inviarlo per la
L’accettare o meno lo studio come valido dipende dal modo in cui è stato eseguito lo
pubblicazione.
studio, tuttavia, dipende anche dal tipo di studio e dall’impact factor della rivista.
Una rivista molto conosciuta e con un alto impact factor, per pubblicare un articolo scientifico vorrà
sicuramente che esso sia eseguito alla perfezione, mentre magari, una rivista meno conosciuta, si
accontenterà di qualcosa di meno elaborato.
Anche l’infermiere ha un proprio impact factor, che cresce tramite le pubblicazioni su riviste
scientifiche. In un curriculum questo valore viene inserito, come anche l’index factor.
L’evidence è un processo di autoapprendimento in cui l’assistenza al paziente
based nursing
stimola la ricerca dalla letteratura biomedica di informazio