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Progettazione della ricognizione sistemica

A. Raccolgo le informazioni già disponibili sul territorio da indagare (bibliografia, cartografia, siti noti...).

B. Definisco l'ambito geografico (contesto) di interesse (che presuppone anche l'ambito cronologico; P.S. nella ricognizione è diacronica, ma nella progettazione è necessariamente circoscritta all'epoca che deve rispondere alle mie domande storiche; ovvio nel contesto della tutela è diacronica).

C. Stabilisco le modalità della raccolta dati: l'intensità con cui un territorio deve essere indagato e dunque imposto anche la campionatura.

D. Nel mentre faccio anche osservazioni sul paesaggio (visibilità).

E. Fisso i tempi e i modi della ricerca: Al di là degli attrezzi, l'archeologo ha anche degli strumenti, tra questi ci sono le carte (e la precisione). In generale la cartografia usata nell'ambito di una DOCUMENTAZIONE CARTOGRAFICA.

La ricerca è al tempo stesso supporto per la ricerca, ovvero una guida durante la ricognizione, e strumento di conoscenza (quando è datata); sotto quest'ultimo aspetto si parla di cartografia storica in quanto una carta topografica è, prima di ogni altra cosa, la perfetta rappresentazione del periodo in cui è stata edita e quindi può riportare città, strade, toponimi... tutte cose che al giorno d'oggi potrebbero non esistere più o essere diventate rovine (le carte storiche sono un'ottima fonte per capire dove scavare).

Fra le carte di progettazione vanno considerate anzitutto le carte topografiche dell'istituto geografico militare (IGM), ovvero la Carta Ufficiale dello Stato Italiano. La serie IGM ha 3 ordini di grandezza: è costituita da 277 Fogli in scala 1 a 100 mila E al numero che contrassegna il foglio virgola in alto, segue la denominazione della località di maggiore rilievo presente nella carta; ogni

Il foglio è diviso in 4 quadranti, in scala 1 a 50 mila, denominati con numeri romani a partire dal riquadro a destra-alto, poi destra-basso, sinistra-basso e sinistra-alto; infine, ogni quadrante è a sua volta diviso in 4 tavolette (in tot 3556), in scala 1 a 25mila, che rappresentano le vere e proprie carte topografiche.

Esistono, sempre nell'ambito delle carte igm, altre scale come quelle 1 a 250 mila (12 fogli) o la carta 1a 1 milione (una sola in Italia) che però per l'elevata scala hanno una minore importanza nella prospettiva archeologica e sono usate raramente.

I problemi delle tavolette igm:

  1. La scala ancora troppo elevata che causa non pochi problemi all'altro strumento fondamentale dell'archeologo, la precisione. Non consentendo di collocare con esattezza i punti relativi a un sito o struttura lineare, questi nelle carte igm sono segnalati con dei simboli (annotati nella legenda) spesso.
  2. Invecchiano e ovviamente non possono e non
vengono rinnovate In compensole edizioni più vecchie di queste carte sono diventate cartografia storica.Problemi che si possono aggirare. Infatti, sono state create carte con scala sempre più ridottacome le CTR carte tecniche regionali, con una scala 1 a 10 mila fino a 1 a 2 mila; le cartecatastali, prodotte dal ministero delle finanze, sono quelle a più bassa scala e vanno da 1 a 4mila a 1 a 2 mila nelle zone rurali mentre in città, dove il costruito si fa più fitto e quindi c'èmaggiore necessità di controllo, vanno da 1 a 1000 a 1 a 500. Altri tipi di cartografie utiliall'archeologo sono quelle che riproducono le variabili ambientali, come le formazionigeologiche di una data area e in tal caso si fa riferimento alla Carta Geologica d'Italia,redatta sulla base dei fogli igm in scala 1 a 100 mila.Per quanto riguarda il problema dell'invecchiamento, l'aggiornamento della cartografia igmgeographical informative

systemsprocede grazie al (GIS), un sistema informatico in grado di associare dei dati alla loro posizione geografica sulla superficie terrestre e di elaborarli per estrarne informazioni. Grazie a questo sistema è possibile ricavare aerofotorestituzioni analitiche, ad altissima precisione, che vengono poi ancorate al suolo e ad alcuni riferimenti fissi grazie a una serie di punti presi con il GPS (in dotazione al topografo); una rete di punti che poi viene messa in pianta in modo da ottenere di fatto una nuova e aggiornata cartografia. Uno dei vantaggi principali risiede nell'informatizzazione dei nuovi dati che permette di creare cartografie digitali-computerizzate, libere dal problema della scala dato che possono essere ingrandite o ridotte a proprio piacimento.

Un contesto può anche essere un'intera area geografica.

IL CONTESTO DELLA RICOGNIZIONE:

La scelta del contesto geografico può essere legata a 2 fattori distinti ma intrecciati tra loro: la tutela dei siti

minacciati da profonde trasformazioni del territorio come espansioni urbanistiche. In questo senso è strutturata la Carta Archeologica d'Italia in cui i contesti scelti coincidono con le tavolette igm; spesso sono le stesse amministrazioni civiche a finanziare gli archeologi per redigere la carta archeologica del loro territorio al fine di tutelare i siti minacciati, in questo caso i limiti del contesto si identificano con i limiti della giurisdizione del comune. L'altro caso è la ricerca, condotta con il desiderio di approfondire un particolare tema scientifico o problema storiografico; ovviamente nella la ricognizione è sempre diacronica, non si fa alcuna selezione rispetto al passato, tu individui, raccogli e documenti tutte le testimonianze archeologiche di quel territorio; spetta al topografo poi cercare di correlare tra loro le diverse unità topografiche e quindi presentare carte di paesaggi scelti ricostruiti per periodi storici e territori. Però,

I contesti possono essere non soltanto, o non principalmente, per il desiderio di studiare diacronicamente una subregione, ma anche o solo per affrontare in maniera specifica certi temi.

P.S. Le entità spaziali in cui un progetto di ricognizione archeologica si svolge sono nell'ordine: il territorio, la regione, il comprensorio (o subregione, uno spazio locale con una forte identità geomorfologica, produttiva e culturale e quindi ideale per impostare la ricerca di archeologia dei paesaggi), il paesaggio (il prodotto di una serie di situazioni storiche che plasmano la superficie di un comprensorio, ora sommando ora sottraendo, ora costruendo ora distruggendo; i paesaggi sono complesse stratificazioni che si possono leggere studiando un comprensorio in estensione, per questo si fa "archeologia dei paesaggi", per studiare i paesaggi pluristratificati di un comprensorio).

È la quantità di energia impiegata e il dettaglio raggiunto nella raccolta dati:

Formattazione del testo

aL'INTENSITÀ quantità sempre maggiore di energia corrisponde una quantità maggiore di dettaglio (ce sempre da tenere conto, comunque, che ciò che arriva a noi non è mai tutto quello che ce, tracce molte cose sfuggono, o che c'era, restano solo del passato). In generale tutte le tecniche archeologiche sul campo possono essere rappresentate come una scala continua di livelli di indagine; a mano a mano che si aumenta l'intensità della ricerca si deve ridurre lo spazio in cui esse viene applicata, infatti si parte da blande ricognizioni di grandi aree per proseguire con ricognizioni più intense di superfici minori e con le analisi di dettaglio.

Ma come si misura l'intensità? all'interno dei singoli siti fino ad arrivare allo scavo. Esistono 2 modi: il più generale assume che l'intensità è proporzionale al tempo impiegato a ricognire un'unità di superficie (1 in media per percorrere 1 ci).

si può mettere daikm²); km²5 ai 10 giorni (è un tempo accettabile ed economicamente fattibile) ma anche 0.3 giornidistanza(intensità bassissima) o 130 gironi (intensità altissima). L'altro modo riguarda la trai ricognitori; una media buona è 5 m di distanza tra uno e l'altro, o tra i 15 e i 30 m, ma può anche raggiungere i 100 m o addirittura 1 km. È un metodo più preciso ma con un più limitatoutilizzo, infatti si applica solo a coperture in cui le distanze fra i ricognitori sono uniformi, escludendo quindi le ricognizioni non per linee parallele e a distanza variabile.. Si definisce campionatura la copertura parziale del contesto da indagare; LA CAMPIONATURAsceglieresi tratta di zone campione, ovvero segmenti di territorio in cui fare ricognizioneintensiva. Dato che la parte restante viene coperta solo molto blandamente o per nulla, sonostate avanzate obiezioni alla campionatura: a causadell'intensità della ricerca e della presenti, visibilità di superficie, i siti rinvenuti sono solo una frazione di quelli se si aggiunge anche la campionatura si introduce un ulteriore frazionamento; e per la sovrintendenza è tutto necessario tutelare (tra l'altro con la campionatura è difficile farsi un'idea precisa di oggetti lineari, come una rete stradale che si estende con complesse e irregolari ramificazioni per km). Il punto è però che non è umanamente possibile camminare per intero tutti quei territori e se anche fosse possibile sarebbe inutile perché quello che arriva a noi non è che una frazione dei paesaggi antichi (abbiamo solo resti), perciò occorre concentrare le forze solo dove ne vale la pena. Ci sono tre tipi di campionatura: nella campionatura arbitraria le zone da coprire vengono scelte dal ricercatore senza alcun criterio esplicito, ma è sconsigliata in quanto disomogenea e difficile.da analizzare; nella campionatura ragionata i criteri e le procedure sono alcuni omogenei ed espliciti; nella campionatura casuale passaggi della scelta delle aree da coprire sono affidati al caso in modo da garantire l'imparzialità delle decisioni prese. Stabilito il tipo di campionatura bisogna definire: Le dimensioni: da un lato, con campioni più piccoli (la dimensione minore oscilla fra i 0.5 e i 2-3 km) si tende a rinvenire più siti ed è più facile ricostruire la loro densità complessiva; dall'altro lato con unità più grandi si hanno notevoli vantaggi logistici, soprattutto per la ricostruzione dei rapporti fra i siti. La forma: in genere rettangoli allungati, detti transetti (di 1 km di spessore e lunghezza variabile), oppure quadrati (di 1 km di lato). La disposizione: i campioni possono essere disposti a intervalli regolari, nella campionatura ragionata, o casualmente, nella campionatura casuale. Il numero: lafrazione campionata, ovvero la
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
19 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/10 Metodologie della ricerca archeologica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gine4600 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodologia della ricerca archeologica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Augenti Andrea.