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Livello di inclusività nella categorizzazione
Lo studio si concentra sul livello di inclusività nella categorizzazione e come le condizioni sperimentali relative alla forma del confronto influenzano la scelta dei soggetti. La categoria in cui si colloca il sé è strettamente legata agli stimoli e rientra in una categoria caratterizzata da stimoli uguali in contrasto con un'altra classe di stimoli. Il livello di inclusività della categoria dipende dal sistema di riferimento e dai contrasti disponibili forniti dal campo di stimoli salienti.
Le condizioni sperimentali relative alla forma del confronto influenzano la scelta dei soggetti, sia inducendoli a collocarsi al livello suggerito dal confronto iniziale, sia consentendo un maggior spostamento verso il livello sovraordinato ai soggetti in condizione di confronto interpersonale, piuttosto che intergruppi. La stima media della somiglianza cresce proporzionalmente al livello di inclusività della categorizzazione. I soggetti che hanno stimato maggiormente la somiglianza nel confronto iniziale hanno scelto di collocarsi al livello più inclusivo, mentre quelli che l'hanno stimata meno si sono collocati al livello subordinato.
Lo studio si concentra quindi sulla stima della somiglianza nella categorizzazione e come questa influenza la scelta dei soggetti.
PERSUASIONE COME GERARCHIA DI SCOPI (Isabella Poggi, Tiziana Panero, Fiorella Scotto)-Un metodo di analisi qualitativa di impostazione cognitivista è quello che vede il discorso come una gerarchia di scopi: in un articolo del 1976 Parisi e Castelfranchi, esponenti in Italia dell’approccio semanticista post-chomskiano allo studio della lingua, integrano il manifesto della psicologia cognitivista (Miller, Galanter, Pribram) e quello di John Austin
primi mutuano il modello cibernetico e l'idea di struttura gerarchica dell'azione: ogni azione viene compiuta per uno scopo MA contemporaneamente lo scopo di un'azione può essere un mezzo per un ulteriore scopo (sovrascopo) per raggiungere uno scopo spesso non è sufficiente un'azione sola MA bisogna progettare un piano (struttura gerarchica di azioni che servono l'una a creare le condizioni per l'altra) = per raggiungere lo scopo finale è necessario porsi dei sottoscopi (scopi intermedi) = idea sviluppata fino a delineare un modello della mente, dell'azione e dell'interazione che assume sempre più rilevanza nell'ambito della scienza cognitiva: la struttura gerarchica dell'azione può essere più volte ricorsiva E tutta la vita individuale/sociale è analizzabile come regolata da scopi dal secondo prendono l'intuizione che anche le frasi sono azioni (atti linguistici): parlare
come forma dell'agire parlando non solo eseguiamo azioni fisiche (muoviamo le labbra) ma compiamo azioni sulla mente degli altri (facciamo sì che l'altro creda cose o faccia quel che gli chiediamo) = se ogni azione ha uno scopo e una frase è un'azione, allora ogni frase ha uno scopo: il significato di una frase è il suo scopo e comprende un PERFORMATIVO (tipo di azione che sto compiendo nei confronti dell'altro nel parlare, chiedere, augurare) e un CONTENUTO PROPOSIZIONALE (ciò che chiedo, che auguro) come lo scopo di un'azione può essere mezzo per un sovrascopo, così anche una frase, al di là del suo scopo letterale, può avere più sovrascopi sovrascopo comunicativo di una frase: significato che il parlante vuol far capire all'ascoltatore MA senza esprimerlo direttamente: vuole che l'ascoltatore lo ricostruisca per inferenza = possibile definire il discorso come una gerarchia di scopi: unasequenza di più frasi i cui scopi letterari mirano tutti, attraverso una gerarchia complessa di sovrascopi, ad uno scopo finale comune (meta del discorso) = conversazione: sequenza di frasi dette da più parlanti in cui l'una adotta (persegue come propri) almeno uno degli scopi dell'altra (nella conversazione interagiscono gli scopi di più persone) anche comportamenti non verbali, gesti, sguardi, segnali possono essere azioni comunicative: si allarga la nozione di atto linguistico a quella di atto comunicativo (qualunque segnale, verbale o non verbale, nel cui significato possiamo individuare un performativo e una proposizione)
Metodo di analisi qualitativa del discorso: PRIMO PASSO consiste nel segmentare il discorso in atti comunicativi (si scrivono in basso sul foglio: per ognuno ci chiediamo quale sia il sovrascopo, lo scriviamo sopra all'atto in questione, collegandolo ad esso con una freccia verso l'alto) (una stessa inferenza può essere
Il sovrascopo di più scopi letterali) una volta rappresentata tutta la gerarchia individuiamo lo scopo (meta di tutti gli atti comunicativi) e i nuclei di scopi intermedi (costituiscono il succo del discorso)= analisi in termini di scopi: analisi qualitativa per eccellenza perché conserva i contenuti degli atti linguistici letterari e ne fa venire alla luce i significati impliciti (quelli che contengono il vero scopo del discorso) = analisi profonda perché mira a capire il detto e il non detto: individua i significati nascosti ma presenti che si possono estrarre solo inferenzialmente è proprio la rilevanza attribuita alle inferenze che distingue questo modello dalla tradizionale analisi del contenuto E si distingue dall'approccio semiotico perché si lascia spazio alle inferenze del lettore indipendentemente da quanto esse sono richieste dall'autore = analisi in termini di scopi è dalla parte del mittente e mira ad un'interpretazione
La autentica del testo è anche analisi della struttura del testo perché ne evidenzia i nuclei principali, il loro ordine, quantità, rapporti gerarchici: permette così di far emergere somiglianze/differenze di struttura in testi diversi, di quantificare il livello di difficoltà di un testo o il numero di conoscenze richieste per fare le inferenze adeguate.
SVANTAGGIO: estrema analiticità che implica tempi notevoli di esame e riduce la quantità di materiali che si possono trattare con questo metodo.
Permette anche di evidenziare le caratteristiche strutturali dei discorsi persuasivi: MODELLO DELLA PERSUASIONE (Poggi, Castelfranchi): persuasione come caso di influenzamento sociale (situazioni in cui A compie azioni sociali per far sì che B persegua uno scopo SA che non stava perseguendo, o non ne persegua uno che aveva) persuasione come influenzamento attuato attraverso l'aggancio di scopi. Il scopo proposto deve essere di valore.
Quando uno deve decidere quali scopi porsi sceglie in base al valore degli scopi alternativi necessario che B si convinca che c'è davvero un rapporto mezzo-scopo fra il perseguire SA e ottenere SB e che lo scopo SA è uno scopo che vale la pena perseguire perché si aggancia a scopi importanti di B.
Il persuasore può usare 3 strategie:
- LOGOS: insieme di argomentazioni razionali, conoscenze che supportandosi e confermandosi a vicenda aumentano il grado di credibilità del rapporto mezzo-scopo.
- ETHOS: carattere dell'oratore credibilità dipende dalla fonte da cui acquisiamo le conoscenze: fonte deve essere competente (esperta del dominio in questione) e benevolente (fonte che non ci vuole male, ingannare).
- PATHOS: emozione degli affetti scopo deve assumere un alto valore così A può agganciarlo a scopi utilitari, che evocano emozioni, che hanno un alto potere motivante.
Per vedere quanto esse ricorrano nei discorsi persuasivi.
Viene usata l'analisi in termini di scopi: 1. DISCORSO ELETTORALE: dibattito elettorale svoltosi fra Silvio Berlusconi e Achille Occhetto (25 marzo 1994) a Braccio di Ferro. Il meta di ogni discorso preelettorale è persuadere gli elettori a votare l'oratore. Lo scopo di Occhetto è perseguito attraverso l'induzione di valutazioni negative sull'oppositore e valutazioni positive su se stesso e il proprio partito. Si usa l'ethos: autopresentazione dell'oratore stesso, della sua nobiltà morale e delle doti politiche/morali degli uomini del suo partito. 2. MESSAGGIO PUBBLICITARIO: analizzati riquadri pubblicitari tratti dalle Pagine Gialle e da riviste femminili. Il messaggio deve fornire conoscenze puramente informative sul prodotto proposto (identità, funzione, raggiungibilità) e indurre valutazioni volte a far preferire quel prodotto ad altri (innalzare comparativamente il valore dello scopo di acquistare).quel prodotto)scopo di acquistare quel prodotto viene agganciato a scopi importanti: es. scopi–dell’immagine o scopi estetici del consumatorees.”cliente può pagare con la carta”: non si deve portare contanti dietro (sarebbe–rischioso), può acquistare in quel negozio con maggior tranquillità appello a scopi–emotivi (pathos) es. sigla “FCI”: comprensibile–solo per gli addetti ai lavori fornisce ulteriore garanzia sul prestigio del negozio–dandone un’idea di esclusività economica e di competenza specialistica (ethos)3.COLLOQUIO FRA MEDICO E INFORMATORE SCIENTIFICO DEL FARMACO(professionistache per conto di un’azienda farmaceutica informa il medico su composizione farmaci,indicazioni, precauzioni, risultati studi duplice scopo di assicurare un corretto uso del–farm