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Interpretazioni e spiegazioni dei partecipanti
Per comprendere, l'etnografo deve ascoltare i discorsi pronunciati dagli attori durante le interazioni. È necessario osservare sia i comportamenti collettivi che quelli individuali, come i riti, le abitudini e le cerimonie. È importante anche ascoltare ciò che le persone si dicono durante i rituali e i comportamenti.
Il contesto dell'azione
Per comprendere appieno le azioni-discorso, l'etnografo deve considerare il contesto dell'azione, ovvero lo spazio in cui si svolge. Le pratiche sociali sono sempre pratiche situate, che si svolgono all'interno di una situazione organizzata, in cui sono presenti diverse risorse e vincoli per l'azione. Considerare il contesto significa soprattutto osservare lo spazio fisico, rappresentato principalmente dagli arredi e dagli artefatti disponibili, all'interno del quale le azioni sono inserite. È anche importante posizionare i soggetti umani presenti nel contesto.
- setting osservativo (ad esempio ogni posto ha un numero progressivo ed è occupato da un'identità ben precisa; se non si conoscono le persone oggetto dell'osservazione, si può semplicemente creare un'indicazione di genere, quindi ad ogni numero corrisponderebbe la "M" di maschio o la "F" di femmina). A tal ne è utile che l'etnografo scatti delle foto, si procuri delle piante, oppure tracci degli schizzi o disegni del luogo studiato per riflettere sulla natura situata delle interazioni e trasmettere al lettore un assaggio del luogo osservato.
- L'intervista etnografica
L'etnografia si distingue da altri metodi per l'adozione dell'osservazione quale modalità cognitiva privilegiata per lo studio dei fenomeni sociali. Questo non esclude che, nel corso della ricerca, l'etnografo possa ricorrere saltuariamente anche ad altri metodi con l'obiettivo di chiarire aspetti non sempre
completamente comprensibili con la sola osservazione. Le interviste etnografiche non sono interviste articolate, strutturate e registrate. Ad esempio l'intervista etnografica potrebbe avvenire quando mi rendo conto che tra due soggetti all'interno di un'aula si crea un rapporto interessante, quindi alla fine della lezione possono avvicinarmi a queste persone e chiedere loro alcune spiegazioni. Si possono quindi condurre delle interviste, raccogliere e analizzare documenti prodotti dall'organizzazione oppure trascrivere le conversazioni quotidiane e gli scambi verbali che intercorrono fra gli attori. Con il termine intervista etnografica si intende un tipo particolare di intervista discorsiva che l'etnografo realizza sul campo, nel corso della sua indagine. Essa aiuta quindi a cogliere significati e interpretazioni che non sono sempre direttamente osservabili o facilmente riconoscibili. Le interviste etnografiche si differenziano per diversi aspetti dalle interviste tradizionali.discorsive classiche:
- Intervistato e intervistatore (spesso) si conoscono già e hanno avuto modo di conversare in precedenza. Quando realizziamo queste interviste significa che già da un po' ci troviamo sul setting, quindi le due persone, intervistato e intervistatore, non sono perfetti sconosciuti.
- Le interviste non sono necessariamente programmate per tempo, ma possono svolgersi all'improvviso, nel corso dell'osservazione partecipante. Non mi organizzo decidendo di realizzare un tot numero di interviste al giorno, ma lo decido in itinere.
- Esse possono risultare più brevi e focalizzate su argomenti più circoscritti rispetto alle tipiche interviste discorsive: l'intervistatore può inoltrare poche e brevi domande. Sono delle interviste spot, come dei micro approfondimenti su domande specifiche, non sono interviste di ore, ma di brevi minuti anche.
- L'etnografo è meno
preoccupato di dover portare a termine il suo obiettivo cognitivo in una sola intervista, dal momento che dubbi, ambiguità e incertezze interpretative possono essere risolti con interviste successive per tutto l'arco della ricerca. Nelle interviste discorsive classiche bisogna portare a termine tutti gli obiettivi, dato che questa persona la incontreremo una sola volta nel corso della nostra ricerca, mentre l'etnografo è a contatto con le persone della sua ricerca per un lungo periodo di tempo e la possibilità di rivederle lo tranquillizza.
5. L'intervista utilizzata all'inizio della ricerca può servire per rompere il ghiaccio, per essere accettati. Quindi possiamo "appro ttare" per chiedere piccole cose a più persone, questo vuole essere un segnale di interessamento. Ad esempio il ricercatore potrebbe coinvolgere in maniera molto discreta alcuni soggetti, come iniziazione di un canale di relazione di fiducia.
4. I PROTOCOLLI
ETNOGRAFICI
Da tempo sono disponibili tecniche rigorose e sistematiche per la raccolta e l'analisi dei dati etnografici, che consentono di superare alcuni dei limiti storici di questo metodo.
Le note etnografiche sono gli appunti che prende sia sul set osservativo, ma anche fuori.
L'etnografo deve seguire tre criteri o principi (a livello nazionale e anche internazionale) che lo guidino nella raccolta delle note etnografiche:
- Primo principio: identificazione del linguaggio
Riducendo le conversazioni, avute o ascoltate, a un riepilogo scritto nel suo linguaggio, l'etnografo di fatto riduce la variabilità linguistica tra le diverse categorie di attori, riproducendo un linguaggio "misto". Oltre a essere imprecise, le note etnografiche stese in un linguaggio misto diventano inservibili a distanza di tempo. Conviene quindi scrivere su fogli diversi i vari colloqui e poi successivamente raggrupparli per categoria professionale. Quindi non bisogna fare un'ora
ma anche perché spesso le persone parlano in modo veloce o confuso. Tuttavia, è importante cercare di essere il più precisi possibile nella trascrizione delle parole pronunciate. 3. Terzo principio: non verbale Oltre alle parole, è importante prestare attenzione anche ai segnali non verbali durante il dialogo. Gesti, espressioni facciali, posture possono fornire informazioni aggiuntive sul significato delle parole pronunciate. Pertanto, è consigliabile annotare anche questi elementi non verbali durante l'osservazione. 4. Quarto principio: contesto Per comprendere appieno il significato di ciò che viene detto durante il dialogo, è fondamentale considerare il contesto in cui avviene la conversazione. Ad esempio, il tono di voce, l'ambiente circostante, le relazioni tra i partecipanti possono influenzare il modo in cui le parole vengono interpretate. Pertanto, è importante annotare anche questi dettagli contestuali durante l'osservazione. 5. Quinto principio: analisi Una volta completata l'osservazione e la trascrizione del dialogo, è possibile procedere all'analisi dei dati raccolti. Questo può includere l'individuazione di temi ricorrenti, la valutazione delle dinamiche di potere, l'identificazione di schemi comunicativi, ecc. L'obiettivo dell'analisi è quello di ottenere una comprensione approfondita del dialogo e delle relazioni tra i partecipanti. In conclusione, l'osservazione e la trascrizione di dialoghi richiedono attenzione ai dettagli, precisione e sensibilità verso i diversi elementi comunicativi. Seguendo i principi sopra descritti, è possibile ottenere dati significativi e utili per l'analisi delle interazioni umane.ma anche perché in certe situazioni può non essere possibile trascrivere subito. A tal proposito gli aneddoti si sprecano e i luoghi per appartarsi, anche solo per pochi istanti ad annotare un'osservazione o un dialogo, sono i più impensati: la toilette, il bar, ecc. Allo stesso modo gli appunti, in mancanza del taccuino, nascono su qualsiasi superficie: fazzoletti di carta, tovaglioli, giornali... Ad esempio i numeri 24 e 25 stanno parlando e devo descrivere, identificandoli uno ad uno, cosa stanno dicendo con il linguaggio da loro espresso; dobbiamo trascrivere il più fedelmente possibile i dialoghi che stiamo ascoltando, senza riassumere e senza modificare le parole utilizzate. Bisogna utilizzare il linguaggio specifico della cultura e del vocabolario dei parlanti, dobbiamo restituire le loro strutture sociali e non le nostre. 3. Terzo principio: descrivere azioni-base: La cultura di un gruppo o di un'organizzazione si manifesta attraverso praticheformattare il testo utilizzando i tag html appropriati. Ecco come potrebbe apparire il testo formattato:sociali quotidiane. Per descrivere accuratamente le attività degli attori il ricercatore dovrebbe trascrivere i micro-eventi e le micro-azioni che compongono ciascuna pratica sociale osservata.
Se si ascolta il dialogo o l'interazione verbale tra i soggetti 1 e 2 bisogna raccontarla, ad esempio il numero 1 arrossisce, il numero 2 dà una pacca sulla spalla...; perciò bisogna anche descrivere i gesti e le azioni. Si avranno tanti fogli quanti sono le scene e i dialoghi ascoltati e osservati.
Quattro tipi di note etnogra che
Dopo pochi giorni di permanenza sul campo l'etnografo scrupoloso, specialmente se ha seguito i tre principi indicati, avrà già riempito diverse pagine di appunti e note.
Avremmo una serie di fogli numerati in progressione, scanditi temporalmente (ad esempio 11 marzo 2020 ore 9:00).
Saranno anche presenti delle osservazioni proprie o delle riflessioni.
Occorre allora ora
LE NOTE OSSERVATIVE
Le note osservative sono descrizioni dettagliate di eventi e azioni viste o ascoltate direttamente dal ricercatore. La stesura delle note osservative segue rigorosamente i tre principi che abbiamo indicato prima. Esse dovrebbero contenere quindi il minor numero possibile di interpretazioni del ricercatore, nel senso che egli dovrebbe limitarsi a descrivere gli eventi nella loro essenzialità fattuale. Bisogna perciò includere solamente le osservazioni pure, senza interpretazioni. In conclusione si avrà un diario di note osservative in cui riporteremo ciò che abbiamo osservato e udito (identificando le persone, lo spazio ed il tempo).
Tipo di note durante l'osservazione o appena terminata la sessione osservativa. È importante includere il ricercatore nelle note osservative, riportando insieme al testo della nota anche la posizione spaziale del ricercatore e la sua relazione con gli attori al momento dell'osservazione.
Esempio di protocollo etnografico
Data: 29 ottobre 2012
Mattino - ore 9.30 - episodio n. 5
Scena: zona - sabbia all'aperto
Attori: Rita (R), Barbara (B), Jack (J), Bill (Bi), Linda (L), Richard (Rich)
Note osservative
Cinque bambini (R, B, J, Bi e L) stanno giocando attorno al quadrato di sabbia situato all'aperto. I bambini fanno finta di preparare delle torte mettendo la sabbia in casseruole e altri utensili per cuocere. C'è un lavandino giocattolo con rubinetto e un fornello giocattolo vicino al quadrato di sabbia. Il più delle volte i bambini sembrano coinvolti in un gioco parallelo, ma esiste una negoziazione verbale quando i bambini hanno bisogno.
di condividere gli utensili.•B-Bi. Ho bisogno di prendere dell'acqua Bi. È in pi