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TECNICHE PROIETTIVE DI PERSONALITA’
ASPETTI GENERALI DEI TEST DI DISEGNO
I test di disegno utilizzano l’attività grafica per rilevare i sentimenti, gli affetti, i pensieri in quanto il modo in
la personalità del soggetto. L’espressione massima di tale attività si ha con il disegno
cui si disegna esprime
libero attraverso cui il bambino proietta la sua personalità, i suoi sentimenti e la sua percezione del mondo.
Tutte le produzioni grafiche in genere vengono analizzate secondo vari livelli: grafico, cioè la pressione
(forte indica alto livello di energia o aggressività, leggera indica bassa energia), le linee (ininterrotte,
spezzate, curve grosse, sottili, ecc) e il tratto (sciolto, rigido, circolare, ombreggiature, annerimenti,
cioè l’equilibrio, l’armonia, la completezza della figura e l’uso dello spazio; gli indici
cancellature); formale,
valutati sono il tempo di esecuzione, la collocazione sul foglio, orientamento e progressione del disegno, la
dimensione e i dettagli; di contenuto, che varia in base al test e relazionale, cioè se il soggetto manifesta
entusiasmo, se chiede ulteriori spiegazioni o conferme, ecc.
TEST DELLA FIGURA UMANA
Il primo test della figura umana fu ideato da Goodenough nel 1926. Ritenendo che la figura maschile fosse
più facile da disegnare, ella chiedeva di disegnare un uomo. Per la valutazione aveva individuato una serie di
51 elementi ai quali andava attribuito 1 punto; il punteggio ottenuto dal bambino indicava la sua età mentale
e quindi il suo quoziente intellettivo.
all’analisi del disegno della figura umana come tecnica proiettiva.
Fu Machover a dare una svolta
Analizzando i test della figura umana secondo la Goodenough si rese conto che attraverso i disegni si
proiettava la personalità, in primo luogo come immagine corporea e di riflesso come immagine di sé.
L’immagine corporea è l’immagine che ciascuno ha del proprio corpo; è una costruzione che avviene
attraverso la rappresentazione del proprio corpo e a componenti libidiche e sociali.
Essa, secondo la Machover, si forma lentamente ed è sensibile ai traumi, alle malattie, alle menomazioni e
alle regressioni; questo si riflette nel disegno della figura umana in cui il soggetto può proiettare i suoi più
intimi desideri, i suoi disagi e difetti.
La figura disegnata, però, non corrisponde necessariamente all’immagine reale di sé con le caratteristiche
oggettive del soggetto, ma può rappresentare un’immagine ideale di sé o di figure interiorizzate o ancora la
proiezione difensiva della propria immagine rifiutata.
La figura che viene disegnata per prima corrisponde al soggetto; infatti ne ritroviamo il sesso, l’età, la razza,
il tipo fisico. In caso contrario, possiamo ritenere che vi siano delle difficoltà nelle normali identificazioni
con il proprio corpo, il proprio sesso, la propria razza o la propria età.
Questo test può essere somministrato dai 5/6 anni fino all’età adulta. SI consegna un foglio bianco e una
matita e si dice di disegnare una figura umana o una persona o se il bambino non dovesse capire, si dice
semplicemente qualcuno.
Una volta completato il disegno, si consegna un altro foglio e si chiede di disegnare una persona di sesso
opposto.
Al termine dei due disegni si passa all’Inchiesta, che serve a chiarire i dati del disegno, far emergere le
problematiche e permettere l’interpretazione.
L’interpretazione formale prevede vari livelli di analisi:
successione delle figure: la prima figura disegnata è il soggetto stesso; disegnarne uno di sesso
nel’identificazione sessuale;
opposto, può indicare confusione
confronto delle figure: la differenza di dimensioni tra le figure; la ricchezza di particolari caratterizza
soggetti tendenti al particolare e all’ordine;
grandezza: il rapporto tra grandezza e spazio equivale al rapporto tra soggetto e ambiente o le figure
genitoriali ed anche alla sua reazione alle pressioni ambientali; se la figura è piccola il soggetto si
sente inadeguato e inferiore, se grande reagisce con sentimenti di espansione e aggressione;
direzione della figura: quella più comune è frontale, soprattutto nelle bambine; la figura di profilo
appare dopo gli 8/9 anni ed è più utilizzata dai maschi; indice di gravi problemi è la figura presentata
di spalle (denota psicopatia o schizofrenia);
movimento: è rappresentato da figura chinata, arti piegati e va dalla rigidità dei soggetti molto
conflittuali che esercitano un forte controllo alla massima mobilità dei soggetti irrequieti;
distorsioni e omissioni: rappresentano conflitti relativi alla parte omessa;
simmetria: una figura equilibrata contraddistingue una personalità normale; sbilanciamenti eccessivi
denotano soggetti insicuri e che si sentono inadeguati.
L’interpretazione suggerisce due tipi di interpretazione: l’analitica
del contenuto valuta tre aree (corpo,
che prende in considerazione l’impressione globale,cioè
abiti e accessori e ambiente) e la sintetica
l’atmosfera emotiva rappresentata (es. espressioni del volto), l’ordine di esecuzione, il sesso, l’età e il tipo di
personaggio. IL DISEGNO DELLA FAMIGLIA
Il Test del disegno della famiglia fu introdotto da Hulse nel 1951 e poi modificato da Corman con la
consegna “Disegna una famiglia(di tua invenzione)”.
La teoria su cui si basa questo test è quella psicoanalitica che per prima ha messo in risalto che i primi
rapporti affettivi pongono le basi alle relazioni affettive future.
Attraverso le dinamiche familiari, l’individuo si evolve e costruisce la sua personalità che è il risultato delle
l’immagine di sé e degli oggetti
interazioni con le figure significative, interiorizzate e che poi costituiscono
interni.
Dal momento che la maggior parte dei disturbi dell’adattamento dipendono dai conflitti edipici e di rivalità
fraterna, il disegno della famiglia ci porta dentro queste problematiche.
I problemi che affliggono i soggetti sono prevalentemente la rivalità fraterna e il complesso edipico e le
modalità difensive che mette in atto contro l’angoscia che ne deriva. Nel disegno, infatti, il soggetto non
manifesta l’ansia ma le difese che mette in atto contro di essa. La principale difesa è la negazione che si
manifesta: se l’angoscia è esterna si può: omettere un soggetto, rappresentarlo come più grande e se stesso
se l’angoscia deriva dalla paura della sua aggressività il bambino
come minore o prenderne il posto; si
disegna come il più buono o più piccolo dell’età che ha quando non era ancora cattivo; se l’angoscia
proviene dal sé, il meccanismo è sempre quello della negazione, ma essendo interna, la pulsione non può
essere cancellata, ma viene rimossa. Essa, però, non viene nascosta, ma tende alla soddisfazione attraverso i
meccanismi di spostamento, proiezione identificazione proiettiva, trasformazione nel contrario o formazione
reattiva.
L’età indicata per questo test va dai sei anni alla’adolescenza, anche se si ottengono buoni risultati anche con
soggetti adulti.
La somministrazione è individuale e valgono le regole di tutti gli altri test proiettivi. Oltre la classica
consegna “Disegna una famiglia”, Corman suggerisce di dire “Immagina una famiglia di tua invenzione e
disegnala” in quanto uno stimolo più ambiguo favorisce la proiezione.
Lo psicologo osserva il comportamento del soggetto, da quando inizia il disegno fino a quando lo completa.
Una volta che il soggetto ha terminato, si passa all’inchiesta: chi sono (ruolo, sesso età), chi è il più
simpatico e perché, chi è il meno simpatico e perché, chi è il più e il meno felice e perché e chi si preferisce
della famiglia.
E’ ovvio che dai colloqui preliminari con la famiglia conosciamo la composizione della famiglia reale.
L’interpretazione avviene secondo i livelli grafico, formale e di contenuto.
Per l’interpretazione del livello di contenuto, dobbiamo valutare: se il disegno rappresenta la famiglia reale o
immaginaria, la composizione della famiglia disegnata e il posto in cui si colloca il bambino, la
s/valorizzazione dei personaggi e le identificazioni.
la composizone della famiglia disegnata ci dà preziose informazioni su come egli vive i rapporti con
la famiglia; l’eliminazione di un componente indica l’inconscio desiderio di negarne l’esistenza; se
elimina se stesso mostra disadattamento; se si disegna se stessi come unico figlio, vi è un segno di
La situazione opposta è l’aggiunta di un personaggio o di un animale, oggetto
immaturità affettiva.
di identificazione da parte del soggetto.
Posto in cui si colloca il bambino in rapporto alla famiglia. Dal posto che occupano i personaggi nel
disegno si possono fare ipotesi sui legami affettivi che secondo il bambino esistono tra i familiari e
su come percepisce loro e i loro rapporti. La vicinanza di due persone indica intimità vissuta o
desiderata; se è il soggetto a stare lontano indica un disagio nel rapporto che può essere dovuto ad
aggressività o sentimento di esclusione;
Valorizzazione dei personaggi. Indica che il bambino investe tale personaggio di una forte carica
affettiva; è quello con cui desidera, inconsciamente o consciamente, identificarsi. La valorizzazione
può essere ottenuta disegnando per prima il personaggio, disegnandolo più grande, maggior
accuratezza del disegno, ricchezza di dettagli, gli sguardi sono rivolti verso di lui.
E’ un personaggio verso cui il bambino prova ostilità, disapprovazione o rifiuto.
Svalorizzazione.
Non viene eliminato, ma disegnato con caratteri che lo sviliscono, come: è disegnato per ultimo, è
più piccolo rispetto agli altri, è in disparte o sotto gli altri, è senza il nome mentre gli altri lo hanno, è
disegnato meno bene degli altri con imprecisioni o correzioni. Il caso estremo della svalorizzazione
l’eliminazione di un personaggio,
di verifica con come nel caso della rivalità fraterna.
Identificazioni: Quando chiediamo il soggetto in quale personaggio si riconosce, ci rivolgiamo al suo
dell’Io, del Sé
Io cosciente e le risposte che otteniamo ci forniscono indicazioni su le identificazioni
e del Super Io. IL TEST DELL’ALBERO
come test di personalità (“Disegna un albero da frutta, come meglio
Fu utilizzato per la prima volta da Koch
sa”). Viene valutato il livello grafico, formale e di contenuto: radici= parte più primitiva, inconsci