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MEMORIA A LUNGO TERMINE
La memoria a lungo termine riguarda le informazioni mantenute per intervalli di tempo che variano da alcuni minuti a tutta la vita. A differenza della memoria di lavoro, in quella a lungo termine intervengono importanti interazioni tra codifica e recupero. Inoltre, è difficile sapere se l'oblio è dovuto a una perdita di immagazzinamento oppure a un mancato recupero.CODIFICA
Per quanto riguarda il materiale verbale, la rappresentazione prevalente nella memoria a lungo termine non è né acustica né visiva, bensì si basa sul significato degli elementi ("codifica semantica"; es. quando sentiamo una frase ricordiamo il suo significato nel complesso). Sebbene il significato sia il modo principale per presentare il materiale verbale, possono essere utilizzati anche altri codici di codifica: ad es. il codice fonologico (es. quando dobbiamo memorizzare una poesia). Quando le connessioni tra gli elementi che dobbiamo ricordare non sono significative,La memoria può essere migliorata creando legami reali o artificiali fra gli elementi (es, trasformando una serie di lettere in un acronimo) → queste connessioni aiutano la memoria perché offrono percorsi di recupero fra le parole. Quanto più approfondita o elaborata è la codifica del significato, tanto migliore sarà la risultante in memoria (il significato si riporta meglio in memoria rispetto alle parole esatte). Allo stesso modo, quanto meglio comprendiamo un certo materiale, tante più connessioni troviamo tra le sue parti. Poiché tali connessioni possono servire da vie di recupero, tanto meglio capiamo e tanto più ricordiamo. Altri fattori di codifica che aumentano le probabilità di recupero sono: 1) organizzare in modo appropriato le informazioni al momento della codifica, e 2) assicurarsi che il contesto nel quale è codificata l'informazione sia simile a quello in cui sarà recuperata (vedere "effetti
del contesto” quando si parla dell’oblio, più avanti).RECUPERO
Molti casi di oblio da parte della memoria a lungo termine derivano dal mancato accesso alle informazioni (difetti di recupero) piuttosto che dalla perdita delle informazioni stesse. → La memoria spesso riflette difficoltà di recupero piuttosto che di immagazzinamento.
L'oblio relativo alla memoria a lungo termine è diverso da ciò che avviene nella memoria di lavoro, in cui la dimenticanza è causata da deterioramento o sostituzione.
Quanto migliori sono i suggerimenti per il recupero, tanto migliore è la nostra memoria. → Questo principio spiega perché di solito riusciamo meglio in un test mnemonico di riconoscimento (in cui ci viene chiesto se abbiamo già visto un dato elemento) piuttosto che in un test di rievocazione (in cui dobbiamo produrre gli elementi memorizzati con minimi suggerimenti di recupero) → Nel primo test i suggerimenti per
ilrecupero sono più utili che nel secondo, per questo la prestazione è migliore.Tra i fattori che possono pregiudicare il recupero, il più importante è l'interferenza. Se associamo diversi elementi con lo stesso suggerimento, quando cerchiamo di usarlo per recuperare uno degli elementi (l'elemento target), gli altri possono attivarsi e interferire con il processo di recupero. Più elementi sono associati a un suggerimento, tanto più il suggerimento è sovraccaricato e tanto meno efficacemente può favorire il recupero. In altre parole, se c'è una stessa chiave d'accesso per recuperare più parole, sarà più difficile recuperarne una in particolare fra queste. Vi sono due tipi di "interferenze": - interferenza retroattiva (la nuova informazione interferisce con il recupero della vecchia) - interferenza proattiva (una vecchia informazione interferisce con l'apprendimento)di una nuova)I modelli di recupero della memoria a lungo termine si possono suddividere in:
- Modelli basati su un processo di ricerca (la durata della ricerca in memoria aumenta con il numero dei percorsi da considerare);
- Modelli basati su un processo di attivazione (più sono numerosi i fatti associati ad un elemento, più debole risulta l'attivazione su ogni percorso e più tempo ci vorrà affinché una sufficiente attivazione raggiunga ogni fatto particolare).
Le dimenticanze, oltre a poter essere dovute a mancati recuperi, possono essere dovute anche al fatto che alcune informazioni vengano perse completamente (dimenticanza).
In seguito a numerose ricerche si può affermare che le fondamentali strutture cerebrali coinvolte nel consolidamento sembrano essere l'ippocampo e la corteccia che lo circonda. Un danno al solo ippocampo può provocare gravi disturbi mnestici; quando entrambe le strutture (sia ippocampo che corteccia) sono danneggiate,
si osserva una perdita globale di memoria → a dimostrazione del fatto che la funzione dell'ippocampo è quella di consolidare i ricordi recenti → esperimento sulle scimmie un gruppo sperimentale di 100 scimmie ha imparato a discriminare gli item di 100 coppie di oggetti → per ogni coppia sotto ad uno dei due oggetti c'era del cibo, che la scimmia poteva prendere solo se sceglieva l'oggetto in questione. Dal momento che tutti gli oggetti erano diversi le scimmie imparavano sostanzialmente 100 problemi diversi → 20 di questi problemi sono stati appresi 16 settimane prima dell'asportazione all'ippocampo; altri 20 di questi problemi 12, 8, 4 o 2 settimane prima dell'asportazione dell'ippocampo → Due settimane dopo l'intervento i ricercatori hanno verificato la memoria delle scimmie con una sola prova di ciascuna delle 100 coppie → risultato: le scimmie del gruppo sperimentale ricordavano.Le discriminazioni imparate 8, 12 o 16 settimane prima dell'intervento sono state ricordate altrettanto bene dalle scimmie del gruppo di controllo; invece, il ricordo delle discriminazioni apprese 2 o 4 settimane prima dell'intervento è risultato peggiore. Questi risultati suggeriscono che i ricordi devono essere rielaborati dall'ippocampo per un periodo di alcune settimane.
Fattori emotivi dell'oblio: L'emozione può influenzare la memoria a lungo termine in cinque modi differenti:
- Ripetizione: gli individui tendono a pensare alle situazioni cariche emotivamente, sia positive che negative, più che a quelle neutre. Di conseguenza, a furia di pensare a tali situazioni, le memorizziamo e ripetiamo e organizziamo dunque i ricordi emozionanti più di quanto facciamo con quelli meno coinvolgenti. Ad esempio, un incidente dominerà per un po' nella nostra mente, continuando a pensarci finiremo per ricordarlo bene.
- Ricordi "flashbulb": o
emotivo coincide con quello provato nel momento della codifica iniziale); possiamo migliorare la nostra memoria richiamando il contesto in cui ha avuto luogo l'apprendimento → cercando, quindi, di ricreare il contesto mentalmente, siamo agevolati a ricordare qualcosa. rimozione (accesso bloccato a ricordi specifici → Freud sosteneva• che alcune esperienze emotive infantili sono così traumatiche che l'individuo potrebbe essere completamente travolto dall'ansia → le esperienze traumatiche relegate nell'inconscio o rimosse possono essere recuperate solo quando l'emozione associata viene in parte ridotta; la rimozione è un fenomeno difficile da attuare e studiare in laboratorio in quanto ciò è ostacolato da considerazioni di natura etica, poiché lo sperimentatore dovrebbe costruire situazioni molto traumatiche per il soggetto).“flashblub memories”, cioè registrazioni• vivide e relativamente stabili delle circostanze in cui si ha notizia diun evento significativo e a forte carica emotive; esse sono comunquesuscettibili a decadimento e interferenza proprio come qualsiasi altritipo di memoria; → es. tutti ci ricordiamo o ci sembra di ricordarecosa facevamo l’11 settembre quando ci è stata data la notizia delcrollo del Torri Gemelle)
ansia interferente con il recupero (l’ansia non causa direttamente il• deficit mnestico, ma induce pensieri estranei o si associa ad essiandando ad interferire con il processo di recupero, causando ilfallimento della memoria)
effetti del contesto (la memoria è migliore quando il contesto al• momento del recupero è analogo a quello della codifica; inoltre ilnostro stato emotivo è parte del contesto, perciò è probabile che ilrecupero sia migliore in un momento in cui il nostro stato
MEMORIA IMPLICITA La memoria esplicita si riferisce al tipo di memoria che si manifestanellarievocazione o nel riconoscimento quando ricordiamo il passatoconsciamente (memoria trattata finora).La memoria implicita si riferisce al tipo di memoria che si manifesta comeil miglioramento di un compito percettivo, motorio o cognitivo, senza ilricordo conscio delle esperienze che hanno portato a quel miglioramento.Tutto ciò che sappiamo sulla memoria implicita lo abbiamo imparatoattraverso persone che soffrono di amnesia: - amnesia anteretrogada (=grave incapacità di ricordare eventiquotidiani e, pertanto, di acquisire nuove informazioni relative aifatti) - amnesia retrograda (=incapacità di ricordare eventi accaduti primadel danno o della malattia) È possibile che i pazienti manifestino una di queste oppure entrambe.L'amnesico tipico, oltre alle perdite di memoria (anteretrograda e/oretrograda), appare relativamente normale: non mostra un decadimentointellettivo, possiede un vocabolario normale e una normale conoscenzadel
mondo (almeno, di quello esistente prima della perdita di memoria) →studio su paziente affetto da amnesia anteretrograda: in un' occasione eglitenne a mente il numero 584 per 15 minuti, utilizzando il seguente metodomnemonico: “la somma di 5,8 e 4 è 17; ricordati 8, sottrailo a 17 e avrai 9;dividi 9 a metà e avrai 5 e 4” → pochi minuti dopo l'attenzione delpaziente si spostò su altro e il paziente non riuscì più a ricordare né ilmetodo utlizzato ne il numero.
Sebbene la memoria esplicita (in particolare la rievocazione e ilriconoscimento dei fatti) risulti compromessa nell’amnesia (perditaparziale della memoria), la memoria implicita di solito è risparmiata. →ciò suggerisce l’esistenza di sistemi di immagazzinamento separati per lamemoria esplicita e implicita.