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LA MEMORIA
(Capitolo 8)
Introduzione
La memoria svolge tre funzioni principali:
- Codifica: è un processo attivo che trasforma lo stimolo in forma utilizzabile da parte
della memoria;
- Ritenzione: è quel processo che consente di conservare l’informazione all’interno
della memoria;
- Recupero: è costituito da quei processi attivi necessari per individuare ed utilizzare
le informazioni immagazzinate in memoria.
La memoria esiste in tre diversi forme:
- Memoria sensoriale;
- Memoria a breve termine;
- Memoria a lungo termine.
Le caratteristiche di ciascuna differiscono e questo suggerisce che esse siano differenti
anche sul piano fisiologico.
Memoria sensoriale
La memoria sensoriale è molto limitata: è un magazzino temporaneo dove le informazioni
permangono fino a che non vengono immagazzinate nella memoria a breve termine. Si
sono concentrati su due memorie in particolare:
- Memoria iconica: le informazioni durano pochissimo. La tecnica di resoconto
parziale dimostra che quando uno stimolo visivo viene presentato per un tempo
brevissimo, l’informazione resta disponibile per circa un secondo. Se si chiede di
ricordare una riga di informazioni a distanza di un secondo dalla loro presentazione
visiva, questa non sarà più presente;
- Memoria ecoica: è una forma di memoria sensoriale dei suoni appena uditi. Si
credeva che funzionasse in modo simile alla memoria iconica, ma prove recenti,
hanno affermato che possa essere più duratura.
Memoria a breve termine o memoria di lavoro
Le informazioni nella memoria a breve termine vengono codificate secondo regole
precedentemente apprese. L’informazione immagazzinata nella memoria a lungo termine
determina la natura di questa codifica. Dal momento che la memoria a breve termine
contiene informazioni richiamate dalla memoria a lungo termine, così come informazioni
che provengono da nuove percezioni, numerosi ricercatori considerano una memoria di
lavoro. La memoria di lavoro non è semplicemente una stazione di passaggio fra la
memoria sensoriale e quella a lungo termine; è una sede di pensiero. Quando ci
presentano un elenco di elementi, tendiamo a ricordare meglio quelli all’inizio della lista
(effetto di priorità) e quelli alla fine della lista (effetto di recenza) rispetto a quelli che si
trovano a metà della lista. L’effetto presubilmente si verifica perché abbiamo maggiori
opportunità di ripassare i primi elementi della lista e immagazzinarli nella memoria a lungo
termine. L’effetto di recenza invece, si verifica perché possiamo richiamare gli elementi
alla fine della lista direttamente dalla memoria a breve termine.
La memoria di lavoro ha una durata di circa 20 secondi e può contenere circa 7 elementi,
più o meno due. Spesso semplifichiamo quantità maggiori di informazioni organizzandole
in “blocchi” (chunks), che possono essere più facilmente ripassati e ricordati.
Anche se ciascun sistema sensoriale probabilmente ha una memoria di lavoro associata,
gli psicologi hanno dedicato gran parte delle attenzioni a due forme di memoria:
- La memoria di Lavoro Fonologica: le ricerche indicano che la memorizzazione a
breve termine delle parole, dopo una presentazione acustica o visiva, si verifica in
questa memoria, ovvero una memoria di lavoro o breve termine per le informazioni
verbali. La greca “phonè” significa “suono” e “voce”, quindi l’elaborazione fonologica
potrebbe coinvolgere la corteccia uditiva e le zone cerebrali responsabili del
linguaggio. La memoria fonologica potrebbe essere innescata da una attività
cerebrale all’interno del sistema uditivo, ovvero dei circuiti di neuroni nella corteccia
associativa uditiva. Le persone spesso parlano fra sé e sé, a volte ad alta voce; a
volte sussurrano o semplicemente muovono impercettibilmente le labbra. A volte,
non è possibile individuare alcun movimento, ma riferiscono di aver pensato di dire
qualcosa: questa si definisce articolazione subvocalica, un’espressione linguistica
afona;
- La memoria di Lavoro Visiva: le prove a favore dell’esistenza di questa tipo di
memoria derivano da studi condotti in laboratorio che hanno evidenziato la capacità
di giocatori di scacchi esperti nel ricordare la disposizione delle pedine su una
scacchiera e l’abilità mostrata dai partecipanti a una ricerca nel compiere rotazioni
di immagini mentali.
I processi della memoria di lavoro agiscono per mantenere l’informazione. Le variabili che
modulano la capacità di ripasso, come lunghezza degli elementi da ricordare, influenzano
la memoria a breve termine. Questa spiegazione ci porta a riflettere sulla causa del
decadimento dell’informazione quando essa non è sottoposta a ripasso.
L’apprendimento e la codifica della memoria a lungo termine
La memoria a lungo termine sembra implicare dei cambiamenti fisici nel cervello,
probabilmente all’interno della corteccia associativa sensoriale e motoria.
Il trasferimento dell’informazione dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine è
stato definito consolidamento. Secondo questa teoria la memoria a breve termine
implicherebbe una attività dei neuroni che codificano l’informazione proveniente dagli
organi sensoriali. Una volta che questa attività si interrompe, l’informazione può essere
dimenticata, tuttavia può essere prolungata attraverso il ripasso.
I dati raccolti dagli studi sulle lesioni cerebrali forniscono la prova che i ricordi della
memoria a lungo e breve termine sono influenzati in maniera diversa da un trauma: i
ricordi della memoria a breve termine implicano un’attività neurale (che può essere
prolungata attraverso il ripasso), mentre i ricordi della memoria a lungo termine implicano
cambiamenti permanenti nella struttura.
- Amnesia retrograda: non riuscire a ricordare eventi, in particolare esperienze
accadute poco prima di un incidente;
- Amnesia anterograda: non riuscire a ricordare eventi accaduti dopo l’incidente.
Il modello della memoria di Craik e Lochkart evidenzia l’importanza dell’elaborazione. Un
ripasso di mantenimento, inteso come una semplice ripetizione meccanica, è di solito
meno efficace di un ripasso elaborativo, che implica una elaborazione più profonda e
legata al significato. Questi teorici sostengono che la memoria a lungo termine è un
sottoprodotto dell’analisi percettiva.
Il livello di elaborazione può essere:
- Superficiale;
- Profondo.
La codifica dell’informazione da immagazzinare nella memoria a lungo termine può
essere automatica o richiedere un certo sforzo. L’utilizzo o il ripasso di una informazione,
attraverso una elaborazione superficiale o profonda, sono processi di elaborazione
volontaria. Mentre una elaborazione automatica dell’informazione di solito è collegata
alla frequenza, al tempo e al luogo degli eventi. Lo studio di un manuale implica
un’elaborazione impegnativa, probabilmente a causa della complessità intrinseca del
compito. La specificità della codifica determina la facilità con cui successivamente
riusciamo a recuperare l’informazione. Per produrre ricordi più durevoli e utili,
l’informazione dovrebbe essere codificata in base al significato. Le critiche al modello dei
livelli di elaborazione hanno sottolineato che a volte una elaborazione superficiale produce
ricordi che durano molto a lungo, e che la distinzione fra superficiale e profondo non può
essere stabilita in modo esplicito.
Le mnemotecniche sono strategie messe in atto per accrescere il ricordo e di solito
utilizzano informazioni già contenute della memoria a lungo termine oltre a tecniche di
immaginazione visiva.
Per esempio, per utilizzare il metodo dei loci al fine di ricordare la lista della spesa,
dovremmo visualizzare ciascun elemento della lista in un luogo preciso della casa. Altre
tecniche di memorizzazione sono la tecnica della parola-aggancio che prevede una
associazione fra elementi da ricordare con un insieme di parole aggancio che agiscono
come “ganci mentali” e la costruzione di narrazioni che implica l’elaborazione di una storia
utilizzando gli elementi che devono essere ricordati. Le mnemotecniche sono utili per
ricordare elenchi di parole ma sono meno utili per materiali di maggiore complessità, come
le informazioni contenute in un libro di testo.
L’organizzazione della memoria a lungo termine
Numero ricercatori ritengono che la memoria a lungo termine sia costituita da qualcosa di
più di una semplice insieme di informazioni. Piuttosto sembra essere organizzata in
sistemi differenti: vari tipi di informazioni che vengono codificate e immagazzinate in modi
diversi, possibilmente in risposta a pressioni evolutive:
- Memoria episodica: è un registro delle nostre esperienze personali. Gli eventi che
immagazzina sono autobiografici: la memoria episodica è costituita da ricordi di
cose specifiche che abbiamo fatto, visto, sentito, provato, assaggiato e cosi via. I
ricordi sono collegati a contesti particolari (es. la festa del mio diciottesimo
compleanno);
- Memoria semantica: è costituita da informazioni concettuali; è un magazzino a
lungo termine di dati, fatti e informazioni, incluso il vocabolario (memoria di
significato);
- Memoria esplicita: è una memoria di cui siamo consapevoli, ovvero sappiamo di
aver appreso qualcosa e possiamo parlare di ciò che abbiamo imparato con gli altri;
- Memoria implicita: è inconscia, ossia non possiamo parlare direttamente dei suoi
contenuti. Tuttavia, questi contenuti possono influenzare il nostro comportamento,
anche quello verbale.
Molto di ciò che abbiamo appreso sulle basi biologiche della memoria deriva da studi
condotti su pazienti con lesioni cerebrali e da studi di laboratorio in cui gli animali sono
stati sottoposti a procedure chirurgiche per indurre una amnesia. L’amnesia anterograda
sembra riflettere un deficit della memoria esplicita ma non una grave compromissione
della memoria implicita. Le persone con amnesia anterograda non sono in grado di parlare
di eventi che si sono verificati dopo la lesione cerebrale, ma possono imparare a eseguire
una serie di compiti che non richiedono regole verbali, come riconoscere figure
frammentate. I deficit della memoria esplicita sembrano essere in forte relazione con la