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Per quel che riguarda i trasporti attivi, il trasporto attivo primario si ha quando ci sono
necessità fisiche maggiori, che richiedono la formazione di una vescicola.
L'endocitosi è quel trasporto che consiste nell'introduzione di materiale all'interno
della cellula. C'è un qualcosa all'esterno, la membrana la avvolge formando una
vescicola, poi la sostanza verrà rilasciata all'interno della cellula.
L'esocitosi è il fenomeno opposto, ossia il trasporto di materiale dall'interno della
cellula verso l'esterno: ci sono delle vescicole che contengono al loro interno delle
proteine che devono essere espulse all’esterno. La vescicola si avvicina al
plasmalemma; i fosfolipidi della membrana del plasmalemma si toccano con i
fosfolipidi della vescicola, si fondono tra loro e la vescicola si apre in questo modo
sulla membrana plasmatica, rilasciando il contenuto all’esterno. Questo è il processo
dell’esocitosi, in cui si ha una sorta di aggiunta sulla membrana plasmatica.
La fagocitosi si ha quando viene introdotto qualcosa di corpuscolato, di solido,
all'interno della cellula.
Le strutture che ormai sono più studiate sono le proteine canali e le proteine carier. Le
proteine canali sono quelle proteine transmembranarie che servono per scambi,
esterno-interno o interno-esterno, che rientrano in quella che possiamo definire una
diffusione facilitata, quindi quel tipo di passaggio che serve a far passare una sostanza
che non è liposolubile. Il canale può essere visto come un tunnel che può avere o
meno dei cancelli al su ointerno, in maniera da essere chiuso, aperto o inattivato. Il
canale inattivato è simile a un canale chiuso, ma con una caratteristica leggermente
diversa: il canale inattivato è un canale che ha due cancelli che devono essere
entrambi aperti per far sì che la sostanza passi.
Le proteine carrier sono invece delle strutture che hanno bisogno che una sostanza
venga presa da una parte e rilasciata da un'altra.
Il trasporto principale a livello di tutte le nostre cellule è la diffusione. Essendo un
trasporto passivo, non richiede energia per avvenire perchè avviene secondo
gradiente.
La diffusione si può definire come il movimento di molecole da un'area a più alta
concentrazione verso una a più bassa concentrazione in conseguenza del movimento
molecolare casuale. Le molecole si muovono secondo gradiente di concentrazione e si
va sempre da un gradiente maggiore verso un gradiente minore. Il movimento netto
delle molecole cessa quando si è raggiunto l'equilibrio; equilibrio vuol dire stessa
concentrazione in tutte le parti dell'area che sto analizzando.
La diffusione è rapida a breve distanza. C'è una formula in cui si dice che il quadrato
dello spostamento medio delle particelle calcola a quale distanza diffonderà una
molecola dopo un certo tempo. Questa formula esprime dunque il fatto che questa
possibilità di spostamento dipende da un fattore al quadrato.
La diffusione è un meccanismo che ha diversi vantaggi:
- essendo un meccanismo di spostamento passivo, non consuma energia;
- è direttamente correlata alla temperatura, ed è inversamente correlata alla
dimensione molecolare,;
- può avvenire in un sistema aperto attraverso la barriera.
Il flusso è un passaggio di sostanze. Il flusso netto=0 non vuol dire che niente si sposta
più, ma ciò che si sposta da A a B è uguale a ciò che si sposta da B ad A. Nel flusso
netto, dunque, le particelle mantengono le stesse concentrazioni.
Una formula importante che sta alla base dei processi di diffusione è la legge di Fick.
Come sappiamo, la diffusione semplice è una diffusione diretta attraverso il doppio
strato fosfolipidico della membrana. La velocità di diffusione dipende:
- dalla capacità della molecola di sciogliersi nello strato lipidico della membrana;
- è direttamente proporzionale all'area della membrana;
- è inversamente proporzionale allo spessore della membrana;
- è direttamente proporzionale al gradiente di concentrazione o al gradiente
elettrochimico se la sostanza è carica.
Dunque, la legge della diffusione semplice, anche detta legge di Fick definisce il flusso
da un compartimento ad un altro, e il flusso è indicato con la lettera J. La formula è:
Ĵ-a fratto s per D (c1-c2).
Questo vuol dire che il flusso dal compartimento 1 al compartimento 2 è uguale a
-l'area della membrana fratto lo spessore della membrana, moltiplicato per il
coefficiente di diffusione
Il coefficiente di diffusione è dato a sua volta da una formula: k per T fratto 6pi greco l
eta. Il coefficiente di diffusione è un valore caratteristico di una sostanza, che ha al suo
interno dei valori fissi e costanti, come la costante di Boltzmann, la temperatura in
gradi Kelvin, che comprende anche il raggio della molecola di cui sto studiando la
diffusione e la viscosità del mezzo attraverso il quale la molecola diffonde.
Il flusso dipende:
- dall'area della membrana;
- dallo spessore;
- dalle caratteristiche del mezzo e della molecola che deve diffondere;
- dalla differenza di concentrazione: la concentrazione è più alta in C1 che in C2.
Soltanto le sostanze liposolubili potranno passare attraverso lo strato fosfolipidico.
Quando la sostanza dovrà passare attraverso la membrana sono importanti anche le
caratteristiche della membrana stessa. A livello cellulare, infatti, si parla molto di
permeabilità. Il flusso netto lo posso anche semplificare chiamandolo p per a fratto
differenza di concentrazione, in cui p rappresenta la permeabilità, cioè le
caratteristiche della membrana che col coefficiente di diffusione vanno a far sì che la
diffusione possa variare quando ho variazioni a livello della membrana stessa. Quando
si parla di permeabilità si parla di vasta permeabilità se la sostanza ha difficoltà a
passare da quella membrana, o di elevata permeabilità. Maggiore è la permeabilità,
più veloce e più favorito sarà il passaggio di una sostanza rispetto ad un'altra. La
permeabilità dipende sempre dal gradiente di concentrazione: se non c'è il gradiente
di concentrazione, la sostanza non passa comunque.
La permeabilità della membrana indica dunque la facilità con cui le molecole possono
attraversare la membrana stessa. Dal punto di vista della terminologia si dice che la
permeabilità di membrana nei confronti di una sostanza è indicata con la p, con a
pedice il nome della sostanza. I valori di permeabilità valgono sia per le sostanze
liposolubili, sia per quelle che hanno una carica. La permeabilità si applica alle
membrane e non alle molecole trasportate, anche se, come abbiamo detto, dipende
dalle sostanze trasportate. Si dice che la membrana è permeabile alla sostanza x; per
la sostanza, invece, si dice che la sostanza x è permeante alla membrana.
La permeabilità della membrana cellulare è influenzata:
- dalla solubilità dei lipidi della sostanza che diffonde;
- dalle dimensioni e dalle forme delle molecole che diffondono;
- dalla temperatura e dallo spessore.
Per le sostanze che usano la diffusione semplice si parla di liposolubilità.
Oltre alla diffusione semplice si può anche parlare di diffusione facilitata. E' la
diffusione che ha bisogno di un carrier e mostra delle proteine transmembranarie. Ha
bisogno dunque di queste proteine particolari che legano una sostanza, si trasformano
e consentono il passaggio esterno-interno e interno-esterno.
Qui c'è una specificità abbastanza forte tra la sostanza che si può legare e la proteina
trasportatrice. Maggiore è la differenza di concentrazione, più proteine trasportatrici
verranno interessate al trasporto; può succedere anche che sia più evidente il
fenomeno della saturazione.
Un meccanismo di trasporto facilitato è quello del glucosio. Se il glucosio, a livello del
sangue, diventa troppo elevato, abbiamo un accumulo di sostanza, per cui il trasporto
facilitato non segue esattamente le stesse regole del trasporto semplice, ma anche
questo non ha bisogno di energia ed è sempre un trasporto passivo.
Ci sono molti canali che consentono il passaggio dell'acqua. SI parla infatti di
acquaporine. Il canale può essere aperto o chiuso, ma si possono anche avere canali
aperti, chiusi o inattivati.
I canali sempre paperti sono chiamati pori, canali più semplici attraverso i quali le
sostanze passano rapidamente. Inoltre, i canali permettono il passaggio di una
sostanza se preventivamente hanno avuto una loro modificazione: un canale è aperto
o chiuso a seconda di alcune situazioni:
- potenziale di membrana, e parleremo quindi di canali voltagigo dipendenti. Esistono
canali voltaggio dipendenti per quel che riguarda gli ioni, come per esempio i canali
del calcio, dello iodio etc. Si aprono e si chiudono a seconda del fatto di avere ariche
negative o positive ai lati della membrana;
- canali che si aprono perchè prima si lega una sostanza, per esempio il glutammato,
al canale, e questa sostanza lo fa aprire. Attraverso questi canali ci può essere
l'ingresso di una sostanza e l'uscita di un'altra, come succede per il sodio e il potassio;
possono essere aperti o chiusi a seconda che al canale si leghi una sostanza o una
molecola che porta la presenza di alcuni messaggeri etc.
Dunque, il passaggio delle sostanze avviene sia attraverso la membrana (sostanze
liposolubili), sia, per le sostanze che hanno più difficoltà, attraverso i canali (senza
dispendio di energia); possiamo avere anche l'utilizzo di energia, e da questo capiamo
che i canali possono trovarsi sia quando c'è una spesa di energia, sia quando non c'è.
I trasporti attivi sono quelli che hanno bisogno di una spesa energetica per avvenire,
quei trasporti in cui si va contro gradiente di concentrazione. La spesa diretta o meno
di energia, principalmente sotto forma di ATP, fa sì che si possa parlare di un trasporto
attivo primario, detto anche diretto, in cui l'energia per il trasporto deriva direttamente
dal legame fosfato ad alta energia dell'ATP. Viene utilizzato ATP, e allora lo scambio di
sostanze può avvenire; oppure può avvenire un trasporto attivo secondario, detto
anche indiretto, in cui l'energia necessaria per il movimento di una determinata
sostanza è l'energia che avevamo spesa per il trasporto attivo primario, per cui il
trasporto attivo secondario possiamo averlo soltanto se prima è avvenuto un trasporto
attivo primario, che consuma energia e crea una situazione tale da permettere