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CAP. 13 – LE LESIONI DA ENERGIA FISICA: TERMICA, ELETTRICA, BARICA,

RADIANTE, VIBRATORIA

Lesività da energia termica. L’esposizione del corpo umano a temperature o troppo elevate o troppo

basse provoca delle lesioni la cui entità è in funzione delle temperature raggiunte. Il contatto tra una

fonte di calore e la superficie corporea determina degli effetti lesivi locali sui tegumenti definite

ustioni; quando vi è un’esposizione mediante irraggiamento di tutto l’organismo si realizza il colpo di

calore e il colpo di sole. Le ustioni sono determinate da corpi solidi incandescenti, scottature, da un

agente tecnico liquido o da bruciature. In rapporto alla temperatura del mezzo, alla sua durata e alle

caratteristiche del tessuto colpito, si producono diversi gradi di ustioni. I grado: si caratterizza per la

comparsa dell’eritema cutaneo e la guarigione avviene entro 4-5 giorni; II grado: Si caratterizza per

un’intensa relazione infiammatoria e la guarigione avviene entro due-tre settimane; III grado: Si

caratterizza dalla necrosi dei tessuti colpiti e generalmente interessa la cute ma può raggiungere anche

i tessuti profondi fino all’osso; dopo circa 2-3 settimane l’escara si rammollisce e cade mettendo a

nudo il tessuto di granulazione e residua una cicatrice spessa; IV grado: Si caratterizza per la

carbonizzazione dei tessuti che assumono un aspetto nerastro e friabile; se interessa l’osso, si provoca

la calcinazione. Il cadavere carbonizzato presenta una maggiore rigidità, una posizione da lottatore,

con gli arti flessi per accorciamento dei muscoli. È importante stabilire se la carbonizzazione sia

avvenuta in vita o dopo la morte e delle lesioni del cadavere siano dovute o meno all’effetto della

carbonizzazione. Le ustioni superiori al 20% della superficie corporea danno luogo ad una malattia da

ustione. Per circa 12 ore si avrà dolore e disturbi della diuresi; segue poi la cianosi, la sudorazione

fredda, l’ipotermia, la tachicardia e l’ipotensione; per circa 15-20 giorni si avrà la febbre alta.

Potranno poi comparire delle sepsi, con il rischio di infezioni. Infine vi è la parte della convalescenza

caratterizzata da processi riparativi e rigenerativi. Il colpo di calore è una sindrome da alterazione

della omeostasi termica dell’organismo per l’esposizione ad alte temperature ambientali. Il colpo di

sole o insolazione si manifesta per esposizioni prolungate ai raggi solari del capo e della nuca. Il

quadro clinico esordisce con febbre altissima, abolizione della sudorazione, cefalea, vertigini,

tachicardia, seguito da ipotensione e coma. Se il soggetto non viene trattato adeguatamente va

incontro alla morte. Esistono altre forme particolari tra cui quella fulminante, quella asfittica e quella

psicotica. L’esposizione all’azione del freddo può indurre una ipotermia che se si protrae sotto i 25°C

è responsabile dell’arresto delle funzioni organiche e quindi della morte del soggetto. La

sintomatologia esordisce con un abbassamento della temperatura corporea a cui segue una scarica

adrenalinica, pallore, brividi, ipertensione e tachicardia. Successivamente compare cianosi,

ipoglicemia e diminuzione della frequenza cardiaca. Esiste poi ad un arresto delle funzioni organiche,

con sensazione di sonnolenza fino alla narcosi. All’esame autoptico si può rilevare sangue fluido,

congestione cerebrale, edema polmonare, emorragie. Si parla di congelamento quando vi sia stata

l’esposizione al freddo di determinate zone del corpo. Esso determina uno spasmo arteriolare con la

vasocostrizione locale a cui segue una vasodilatazione paralitica veno-capillare. A seconda della

gravità distinguono 3 gradi di congelamento. I grado: eritema di colore rosso-violaceo e dolore; II

grado: Comparsa dell’edema a livello dermo-epidermico; III grado: Necrosi dei tessuti superficiali e/o

profondi.

Lesività da energia elettrica. Si possono suddividere in due distinti gruppi: quelle determinate da

elettricità atmosferica e quelle derivanti da correnti elettriche industriali. Le prime sono dovute quasi

esclusivamente al fulmine, costituito da una scarica elettrica che si crea quando si instaura una

consistente differenza di potenziale tra l’atmosfera e la terra. Le lesioni da corrente elettrica

industriale dipendono principalmente dalle caratteristiche della corrente usata e dalle caratteristiche

dell’individuo. L’intensità della corrente (ampère) è il principale parametro ai fini della valutazione

della pericolosità di una corrente. Importante è anche la durata del contatto. Se il corpo è sudato o

bagnato la resistenza è minore e quindi l’intensità della corrente è più elevata. La lesione è

determinata principalmente da fenomeni elettrotermici e dalla polarizzazione elettrolitica. La corrente,

passando attraverso il corpo umano produce calore proporzionalmente alla resistenza rincontra. Si

produce inoltre l’arco voltaico che si determina per la ionizzazione dell’aria interposta tra un

conduttore ad alta tensione e la cute con produzione di fiamma. I fenomeni di polarizzazione

elettrolitica sono dovuti ai campi elettrici e magnetici che si creano nell’organismo al passaggio della

corrente, responsabili di modificazioni molecolari e cellulari. Questi fenomeni provocano

sull’organismo ustioni o marchio elettrico. Le ustioni elettriche sono in genere ben delimitate,

indolori, non danno luogo a suppurazione; la cute si presenta disidratata e di aspetto pergamenaceo. Il

marchio elettrico interessa una piccola zona di cute e può essere con o senza perdita di sostanza. Vari

possono essere i determinismi causali della morte per elettrocuzione: si può determinare una morte

cardiaca, o una morte per asfissia. La diagnosi di morte per elettrocuzione deve basarsi soprattutto

sull’esame esterno del cadavere.

Lesività da energia barica. Quando l’organismo è esposto a brusche variazioni di pressione o quando

vengono oltrepassati i limiti di adattabilità possono insorgere delle patologie anche mortali.

L’iperbarismo è la cosiddetta malattia dei cassoni. I cassoni pneumatici vengono utilizzati per lavori

subacquei e sono costituiti da due campane che comunicano tra loro attraverso un canale. Gli operai

effettuano, prima di scendere nella seconda campana, una lenta compressione per arrivare alla

pressione della seconda campana. Prima di risalire viene effettuata una decompressione delicata e

lunga. È questa fase avviene in maniera troppo rapida si hanno embolie rapidamente letali. I più

frequenti quadri clinici sono le sindromi neurosensoriali, le sindromi artralgiche e le sindromi artrosi

che. Le prime si caratterizzano per un decorso rapido con perdita di coscienza, collasso cardiaco,

convulsioni e coma. Le seconde si caratterizzano per tumefazione e dolore articolare, disturbi della

coscienza, collasso cardiaco e vertigini. L’ipobarismo è l’esposizione a pressioni inferiori a quella

atmosferica, che dà luogo al mal di montagna, o al male degli elettori. Vi è una diminuzione della

pressione parziale dell’ossigeno e la conseguente ipossiemia e ipercapnia.

Lesività da energia radiante. Le radiazioni sono un fenomeno di propagazione dell’energia per mezzo

di onde o di particelle. Sono dette ionizzanti se possiedono energia tale da determinare nei tessuti

colpiti una ionizzazione degli atomi. Tra le radiazioni non ionizzanti, quelle che rivestono maggiore

interesse medico legale sono le radioonde, le microonde, i raggi infrarossi, i raggi luminosi e i raggi

ultravioletti. Clinicamente si evidenziano disturbi di tipo psichico caratterizzati prevalentemente da

reazioni ipocondriache, irritabilità e depressione. In particolare le microonde sono responsabili

dell’alterazione del metabolismo del ferro, del alterazione della maturazione dei globuli rossi e

dell’aumento della produzione dei linfociti. Le radiazioni infrarosse provocano un aumento del

metabolismo cellulare e vasodilatazione cutanee con comparsa di eritema cutaneo. I raggi luminosi

determinano lesioni da foto esposizione rappresentate da dermopatie acute che possono variare di

gravità fino alla produzione anche di ustioni. I raggi ultravioletti emessi dalla luce solare, da lampade

o la fiamma ossidrica hanno effetti lesivi più modesti poiché non riescono a penetrare. Possono

produrre eritemi, ustioni, febbre, cefalea e nausea. Questa lesività riveste un notevole interesse

medico legale soprattutto per i risvolti assicurativi in tema di responsabilità professionale, posto che

questo tipo di lesione riguarda prevalentemente pazienti sottoposti a radioterapia o radio isotopo

terapia; ma può interessare radiologi, fisici e operai di industrie specializzate.

Lesività da energia vibratoria. Le vibrazioni sono costituite da oscillazioni periodiche che si

riproducono ad intervalli uguali e si propagano alla stessa velocità. Tra le caratteristiche essenziali

delle vibrazioni vanno ricordate il periodo e la frequenza. Le vibrazioni si possono suddividere a

seconda della loro frequenza in suoni, infrasuoni e ultrasuoni. La lesività indotta dai suoni è data dai

cosiddetti rumori, ossia vibrazioni irregolari e non periodiche ( urti, colpi, scoppi). Questi rumori

inducono delle patologie di origine professionale come le ipoacusie e disturbi neuropsichici. Gli

ultrasuoni trovano un notevole uso in medicina sia a fini diagnostici che a fini terapeutici. Tra le varie

forme patologiche prodotte dagli infrasuoni quelle di maggiore interesse medico legale sono le

patologie a carico dell’apparato osseo articolare e del sistema vascolare: alterazioni delle cartilagini

danno luogo a patologie di tipo artrosico; disturbi di tipo vasomotorio, spasmi.

CAP. 14 – LA LESIVITA’ DA ENERGIA CHIMICA

La tossicologia forense o medico legale è la disciplina che studia gli agenti tossici in relazione al

danno sull’uomo, quando il fatto assume rilevanza giudiziaria. Un posto di rilievo occupa

l’accertamento della natura stupefacente di prodotti di ogni genere. Questo tipo di indagine ha

carattere esclusivamente analitico e tende a ricercare la presenza di quelle sostanze che la legge

classifica come stupefacenti e sottopone ad una particolare disciplina. I veleni sono tutte quelle

sostanze organiche ed inorganiche, naturali o sintetiche, solubili o atte a divenire tali, le quali, quando

penetrino per una qualsiasi via nell’organismo in dosi relativamente piccole siano capaci di produrre

un danno alla persona di varia durata ed entità, agendo direttamente sull’organismo con azione

chimica, biochimica o anche chimico fisica. I fattori che influenzano l’azione lesiva sono la natura

chimica della sostanza, la forma chimica, la solubilità, la dose e la via di introduzione. Già nel 16º

secolo si affermava ch

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A.A. 2013-2014
47 pagine
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SSD Scienze mediche MED/43 Medicina legale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher 30elode di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Medicina legale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Arcudi Giovanni.