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Caratteristiche e limiti della professione medica
La professione medica può essere esercitata da chi abbia superato i 18 anni, possieda la cittadinanza italiana, abbia conseguito la laurea in medicina e chirurgia o in odontoiatria e dopo il tirocinio, abbia conseguito il diploma di abilitazione alla professione e sia iscritto all'albo professionale.
Il medico chirurgo non può, salvo alcune particolari condizioni, espletare le funzioni dell'odontoiatra, e senza un diploma di specializzazione non può svolgere:
- Attività di radiologia e radioterapia
- Anestesie o rianimazioni
- Odontoiatria
La multa per la professione esercitata senza diritto è di reclusione fino a 6 mesi o multa da 200.000 a 1 milione.
A differenza di altre professioni, la legge non prevede un particolare codice di comportamento tecnico, in quanto si intende salvaguardare la libertà professionale del medico e il suo libero arbitrio di scelta nell'interesse dei pazienti.
dare il proprio consenso. Inoltre, la potestà di curare non può essere esercitata in modo arbitrario, ma deve essere basata su conoscenze scientifiche e rispettare i principi etici della professione medica. La cura del paziente comprende anche il dovere di informarlo in modo completo e comprensibile sulla sua condizione di salute, sulle possibili terapie disponibili e sui rischi e benefici di ciascuna opzione. Il paziente ha il diritto di partecipare attivamente alle decisioni riguardanti la sua cura e di rifiutare determinati trattamenti, sempre nel rispetto dei limiti imposti dalla legge. In conclusione, la potestà di curare è una responsabilità che viene affidata ai professionisti della salute, ma deve essere esercitata nel rispetto dei diritti e della dignità del paziente. La cura non riguarda solo la guarigione fisica, ma anche il benessere psicologico e sociale del paziente.darlo per l'alterazione del suo stato di coscienza. "Nessuno può essere sottoposto ad un trattamento sanitario contro o senza il suo consenso se non per disposizioni di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della volontà umana (costituzione della repubblica)". Il limite del consenso si ha quindi:- Quando il trattamento è reso obbligatorio da una disposizione di legge o si renda necessario in uno stato di necessità in cui il soggetto non può esprimere il consenso
- Ogni potestà medica, anche in presenza di consenso, viene meno se l'atto medico determina una violazione della tutela alla vita o quando l'atto medico sia sproporzionato alla necessità clinica (principio del minimo ledere).
particolari condizioni psico-fisiche, anche contro la loro volontà. La richiesta deve essere effettuata da un medico con esplicita motivazione, e il sindaco è l'autorità sanitaria che li dispone.
La sperimentazione sull'uomo
Si definisce sperimentazione qualsiasi procedura medica o chirurgica che non abbia ancora conseguito una consolidata legittimazione scientifica.
Le sperimentazioni possono essere eseguite su sani o su malati. La differenza di procedura è che nel primo caso il soggetto deve essere completamente e pienamente informato (e ovviamente del tutto concorde), nel secondo caso si può ammettere una informazione parziale del soggetto (studi in placebo o doppio cieco) per non compromettere la natura dell'esperimento.
Infine il soggetto può non dare il proprio consenso alla sperimentazione se versa in gravi condizioni di salute ed è in stato di incoscienza, e il protocollo sperimentale può salvargli la
vita. Trattamenti in limine vitae Non esiste alcuna potestà del medico sulla vita del paziente: mentre il diritto all'integrità fisica può essere aggirato da particolari condizioni (trattamento che provoca un danno al paziente ma da un beneficio maggiore), il diritto alla vita non è suscettibile di superamenti. Dal punto di vista legale quindi non esiste nessun diritto di compiere atti che accelerino o inducano la morte. Non si possono uccidere nemmeno moribondi o persone che implorino di morire. Per quanto riguarda invece la sospensione delle pratiche di rianimazione il medico può, se la malattia ha prognosi sicuramente infausta e a breve termine, limitare la propria opera all'assistenza morale e alla terapia della sofferenza. La richiesta dei familiari non ha alcun significato giuridico, mentre lo ha la richiesta del paziente di proseguire invece le terapie (l'eutanasia passiva può essere fatta solo con il consenso esplicito).La decisione di sospensione della sopravvivenza artificiale viene assunta dal medico tenuto conto del parere dei familiari in funzione delle conoscenze mediche del momento.
La sterilizzazione volontaria è permessa e praticata, sia pure fra controversie, sia per motivi terapeutici (neoplasie dei genitali o pelviche) che per problemi eugenici (nascita dei figli con tare ereditarie gravi).
Restituzione ad integro. La Corte di Cassazione con sentenza numero 438 dell'8 marzo 1987 ha affermato la lecità della sterilizzazione volontaria anche per ragioni di comodità.
Fecondazione artificiale. È permesso intervenire in questo senso in quanto la sterilità è considerato un problema di alto potenziale turbativo della qualità di vita del soggetto, e come tale può essere curato. Non pone problemi giuridici la fecondazione omologa o eterologa di donna libera o sposata con il consenso del marito. I problemi ci sono dal punto di vista deontologico.
Trattamento dei transessuali. Problema se è lecito adeguare chirurgicamente i caratteri del sesso fenotipico a quello per cui il soggetto si sente partecipe. La correzione chirurgica può essere autorizzata dal Tribunale che accoglie la domanda di aggiornamento anagrafico dell'identità sessuale avanzata dal transessuale.
Per questi motivi e altre condizioni in cui spesso si trova,
il medico assume sempre più frequentemente il ruolo di pubblico ufficiale e di incaricato di pubblico servizio. La prima condizione si ha quando un soggetto esercita un pubblico servizio o funzione, come è quella sanitaria. Il medico è anche persona esercente di un servizio di pubblica utilità, ovvero un privato che esercita una professione che non è possibile esercitare senza una specifica abilitazione ad essa. Quindi: - Pubblico ufficiale: medico che lavora nel quadro del SSN - Incaricato di pubblico servizio: medico convenzionato con il SSN - Libero professionista: instaura con il paziente un rapporto di tipo contrattuale. 539.2 POTESTÀ DI CERTIFICARE Il certificato medico è un documento attraverso il quale il medico può, e talvolta deve, esprimere un parere medico scientifico su fatti e comportamenti tecnicamente apprezzabili e valutabili, la cui dimostrazione può produrre l'affermazione di diritti legali.Sono delle limitazioni alla certificazione:
- Di ordine professionale: la condizione accertata deve essere di pertinenza medico-biologica e apprezzabile con le normali competenze del medico
- Di ordine deontologico: non si deve violare il segreto professionale e il paziente (o il suo tutore legale) deve richiedere espressamente il certificato.
La certificazione di circostanze non richiesta dall'interessato possono essere una violazione del segreto professionale, mentre la certificazione erronea o inesatta è un reato di falso in certificato.
La produzione di certificato può, per il medico, costituire un obbligo o una facoltà.
Sono obbligatori: i certificati richiesti da normative che hanno per oggetto la tutela di interessi pubblici, come: Parto, gravidanza, decesso, esentabilità dalla vaccinazione, cessata contagiosità di malattia o infettiva sottoposta a denuncia, certificati in tema di assicurazioni sociali, per la cremazione.
conservazione di cadaveri, eccetera.- Sono facoltativi: i certificati richiesti da chi ha un interesse personale ad esibirli ad enti pubblici. L'aredazione di questi certificati è facoltativa dal punto di vista legale, ma costituisce comunque dovere del medico. Il codice di Deontologia medica prevede infatti che il medico non può rifiutarsi di rilasciare un certificato che attesti la malattia al cliente.
- Dal punto di vista concettuale, ogni certificato deve rispettare:
- La dignità scientifica: dichiarazioni corrette sotto la terminologia medica, esaurienti, eccetera
- La veridicità
- La pena per la certificazione falsa o inappropriata è da 100.000 a 1 milione o la reclusione fino ad un anno: si applicano entrambe se la certificazione è stata fatta a scopo di lucro. Ma se il medico fornisce un certificato falso quando agisce come pubblico ufficiale, allora il reato è di falso ideologico in certificato, molto più grave.
Definisce erroneo un certificato in cui la diagnosi di malattia è sbagliata in buona fede (non è punibile per legge), falso quando il medico attesta volutamente dei fatti che sa non essere veri.
Il medico durante la certificazione viene esonerato dal segreto professionale sotto diretta richiesta del paziente per gli elementi (e solo per quelli) per i quali è richiesta la certificazione.
Ogni certificato deve contenere:
- Generalità del paziente
- Esatta formulazione del contenuto tecnico del certificato (di ogni malattia deve essere presente sintomi, segni, giudizio diagnostico, prognosi)
- Luogo e data del rilascio
- Firma e timbro del medico
Principali certificati:
Amministrativi
- Assistenza al parto (occorre per la dichiarazione di nascita) dal medico o dall'ostetrica
- Accertamento di morte
Sanitari
- Vaccinazione obbligatoria
- Riammissione a scuola di bambini affetti da malattia contagiosa
- Esenzione dalle lezioni
di educazione fisica• Sana e robusta costituzione