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BERSAGLIO E RICOSTRUZIONE DELLA DISTANZA DI SPARO
IV.1. LESIONI DA ARMI DA FUOCO
Si tratta di lesioni prodotte da proiettili unici o multipli, animati da notevole forza d'urto, loro impressa dalla espansione dei gas di esplosione di sostanze dette polveri da sparo, e dirette contro il bersaglio mediante armi.
Nelle ferite d'arma da fuoco prodotte da armi portatili, siano esse lunghe o corte, si distinguono una lesione cutanea d'entrata, un tramite e una lesione cutanea di uscita, ovviamente quando il proiettile non sia ritenuto nel corpo.
La lesione cutanea può non essere penetrante qualora si tratti di un colpo "di striscio", ovvero di un proiettile dotato di insufficiente forza viva, o a causa della distanza dall'arma, o per ridotta efficienza della cartuccia, o perché già rallentato dall'attraversamento di altri corpi.
La cute presenta una maggiore resistenza alla penetrazione rispetto ai tessuti muscolari e sovente si riscontra che il proiettile,
dopo aver attraversato tutto il corpo, si arresta sotto la cute senza più avere l'energia sufficiente per perforarla. Nei casi tipici occorre ricordare che le lesioni da arma da fuoco sono lesioni contusive particolari, in cui si associano caratteristiche delle ferite da punta; per tali motivi il foro di ingresso risulta in genere circolare, od ovale se la direzione del proiettile era obliqua rispetto al piano cutaneo, di diametro leggermente inferiore a quello del proiettile stesso a causa dell'elasticità dei tessuti, contrassegnato da un orletto contusivo; i bordi sono introflessi; inoltre, si osserva un alone o orletto di insudiciamento (o detersione) dovuto a residui di polvere, di olio lubrificante, di altre impurità raccolte dal proiettile nel passare attraverso la canna. L'introflessione dei margini è uno dei caratteri che si utilizzano per poter distinguere se trattasi di foro d'ingresso o d'uscita; esso, però, è uno.degli elementi più insicuri perché quando cominciano i fenomeni putrefattivi, quelli che sono margini introflessi diventano estroflessi per azione dei gas putrefattivi che premono dall'interno.
Un carattere specifico del foro d'ingresso è invece l'"orletto ecchimotico-escoriato" (o abraso-contuso) che si trova solo in corrispondenza di esso, salvo rare eccezioni: quando, ad esempio, la cute poggia su una superficie rigida si ha l'orletto ecchimotico, ma non escoriato, anche sul foro d'uscita; oppure l'orletto può non trovarsi quando in corrispondenza del foro d'entrata vi è qualcosa che protegge la cute come una cintura di cuoio.
L'orletto ecchimotico-escoriato è la conseguenza della lesione traumatica provocata dal proiettile nel momento in cui vince la resistenza cutanea, penetrando e discontinuando la cute; nel momento in cui penetra, il proiettile asporta gli strati superficiali della cute e, nello
stesso tempo, interrompe la continuità dei vasellini sanguigni cutanei provocando uno stravaso di sangue; quest'ultimo è causa dell'ecchimosi alla quale si aggiunge l'asportazione dei strati superficiali della cute che costituisce l'escoriazione. In genere il foro di entrata è più piccolo di quello di uscita, con due eccezioni. Nel caso di colpo esploso a contatto della cute la pressione dei gas, sufficiente da sola a perforare la teca cranica, provoca un rigonfiamento della cute con strappi radiali e la sua proiezione contro la bocca dell'arma con la caratteristica punzonatura; in tal caso evidentemente il foro potrà essere più grosso di quello di uscita. Nel caso poi di un proiettile dotato all'uscita di una velocità molto bassa (il che si verifica spesso con proiettili di piccolo calibro), accade che esso asseconda l'elasticità della cute e "scivola" fuori da uno strappo che poisirestringe.Il tramite indica il percorso del proiettile nel corpo e può essere a fondocieco, ovvero terminare nella lesione cutanea di uscita. Non sempre il tramitecontinua regolarmente la traiettoria del proiettile potendo deviare, speciequalora incontri parti ossee, o addirittura frammentarsi. In genere tuttavia iltramite indica la direzione del colpo in rapporto alla posizione del soggetto ed ècostituito da un canale irregolare quasi sempre infiltrato di sangue; è soprattuttoquesta infiltrazione che ci consente d'individuare il tramite piuttosto che ilcanale, che frequentemente è irrilevabile.
Le ferite da arma da fuoco possono essere a fondo cieco, trasfosse, adoccia, contornanti, a bottone di camicia e da scoppio.
La repertazione dei proiettili ritenuti, spesso, è difficoltosa a causa delleirregolarità del tramite. In questi casi l'indagine radiografica rappresenta unausilio importantissimo per la localizzazione del proiettile.
stesso. Le ossa piatte attraversate da un proiettile presentano alterazioni così tipiche che consentono di stabilire la direzione del colpo, anche quando i reperti cutanei siano irrilevanti per putrefazione o per altre ragioni; fra queste ossa interessano in modo particolare quelle della calotta cranica. Quando un proiettile le attraversa con incidenza perpendicolare determina, in corrispondenza del foro d'ingresso, la formazione di un tramite di forma conica e svasato a cratere con la base maggiore sul tavolato interno. In certi casi il proiettile sparato obliquamente può agire come uno scalpello e causare una lesione più ampia sul tavolato esterno per il distacco di qualche scheggia (azione ad aratro). In tal caso il foro presenta una forma ovale allungata il cui margine più ampio indica la direzione del proiettile. IV.2. RICOSTRUZIONE DELLA DISTANZA DI SPARO Un problema di particolare importanza è quello relativo alla distanza da cui è stato esploso.il proiettile viene sparato dalla bocca dell'arma insieme a una fiammata, gas di combustione e particelle di polvere incombusta. La distanza di sparo viene determinata in base agli effetti lesivi che i proiettili e la carica esplosiva hanno sul bersaglio. Tuttavia, è importante tenere presente che solo i colpi di arma da fuoco esplosi a contatto o da distanza ravvicinata lasciano tracce significative sulla superficie corporea o sugli indumenti. Per "distanza ravvicinata" o "breve distanza" si intende una distanza convenzionale in cui sono ancora visibili gli effetti del proiettile e gli effetti diretti della carica esplosiva.dalla bocca dell'arma fuoriesce una fiamma, e se il bersaglio è molto vicino, la fiamma determina sulla cute un "alone di abbrucciamento". Se quindi sul bersaglio troviamo un foro di proiettile unico ed attorno un alone di abbrucciamento, è chiaro che il colpo è stato sparato da una distanza di pochi centimetri, e si dice in gergo che il colpo è stato sparato a "bruciapelo". Oltre alla fiamma dalla bocca dell'arma esce una colonna di gas che provoca sul bersaglio due distinti effetti: l'uno relativo all'azione termico-contusiva e abrasiva dei gas stessi, che colpiscono la parte a temperatura elevata e che si traduce in un "alone di incartapecorimento" o "alone di compressione"; l'altro relativo al deposito di residui della combustione, che hanno una certa consistenza in quanto non completamente combusti e quindi facilmente asportabili con il lavaggio. Si viene a formare pertanto una partecorpuscolata.molto minuta che provoca la formazione di un altro alone, l'"alone di affumicamento". Le particelle di polvere incombusta, che si comportano come piccoli proiettili, si infiggono nella cute e formano il cosiddetto "alone di tatuaggio", non asportabile mediante lavaggio. Nei colpi esplosi a contatto si possono verificare effetti di scoppio, per cui il foro d'ingresso, anziché rotondeggiante e con margini introflessi, può risultare ampio, stellato, a margini estroflessi; i caratteri di affumicatura e tatuaggio possono evidenziarsi nella prima parte del tramite. Talvolta può aversi l'azione diretta della bocca dell'arma contro la cute stessa (punzonatura). Di norma l'azione della fiamma è quella che si esaurisce prima; segue l'azione dell'affumicatura ed infine quella del tatuaggio (fig. 10). A titolo orientativo si può indicare che l'azione della fiamma si verifica, per le pistole cariche con polveri.moderne senza fumo, fino a 5-10 cm.; l'azione diaffumicatura fino a 10-20 cm. e quella di tatuaggio anche fino a 30 cm.