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STRANGOLAMENTO
Forma di asfissia meccanica violenta che si realizza mediante costrizione delle vie aeree dall'esterno, ottenuta con l'uso di un laccio posto attorno al collo o di un altro mezzo equivalente cui è comunque applicata una forza agente secondo un piano trasversale rispetto all'asse maggiore del collo (corde, lacci, fili metallici di piccolo diametro, fili elettrici, cinghie, calze di nailon, sciarpe, cravatte...).
Tipico o completo quando l'azione lesiva si estrinseca sul collo in ogni parte della sua circonferenza.
Atipico o incompleto l'azione meccanica, pur agendo sempre a livello del collo, viene attuata con lacci non avvolti completamente ovvero con mezzi che raggiungono un effetto costrittivo sovrapponibile a quello dei lacci, ma non sono in grado di cingere il collo in ogni porzione della sua circonferenza. I bastoni, le assi di legno tirate alle estremità da corde o viti l'avambraccio od il.
ginocchiodell'aggressore che comprimono il collo della vittima stringendolo dall'avantiall'indietro: in alcuni casi si tratta tuttavia di quadri meglio classitìcabili comecompressioni atipiche del collo.L'occlusione dei vasi venosi del collo rappresenta dal punto di vista fisiopatologico unfattore significativo, unitamente alla compressione (incompleta) dei vasi arteriosi conun'imponente stasi circolatoria nel territorio a monte della costrizione con conseguenteaumento delle pressioni intravascolari, rottura dei piccoli capillari, perdita della coscienza edelle possibilità di difesa da parte della vittima.
Il quadro anatomo-patologico è quello generale delle morti asfittiche.
Segno esterno caratteristico dello strangolamento tipico è il solco cutaneo impresso sulla superficie del collo con una disposizione trasversale a livello o al di sotto della cartilagine tiroide più frequentemente e , in
posizionegeneralmente più bassa rispetto al solco dell'impiccamento;
singolo o multiplo
duro (da un laccio ruvido, capace di azione escoriante, come ad esempio una corda di canapa) o molle (da un laccio morbido e sottile, privo di potere escoriante, come può essere una calza di tessuto sintetico o una sciarpa di seta o di lana a seconda della consistenza.
I segni interni che caratterizzano lo strangolamento sono analoghi a quelli riscontrabili nelle altre forme di asfissia meccanica.
mai si osservano lesioni del dente dell'epistrofeo poiché, a differenza dell'impiccamento, manca l'azione esercitata dal peso del corpo.
Le forme omicidiarie si osservano con relativa frequenza, anche se la loro attuazione risulta alquanto difficoltosa per il fatto che una valida reazione da parte della vittima, quando non c'è una rilevante sproporzione di forze tra i soggetti, non consente all'aggressore di realizzare una costrizione del collo.
Per un periodo di tempo sufficientemente lungo. Lo strangolamento suicidiario viene attuato con tecniche complesse che consentono al mezzo vulnerante di mantenere la stretta del collo anche dopo che interviene la perdita di coscienza.
Accidentale è provocato da un laccio che il soggetto porta al collo
STROZZAMENTO
Tipico meccanismo asfittico per compressione dall'esterno delle vie respiratorie e conseguente loro occlusione realizzata esercitando con una o due mani una violenta costrizione del collo.
Compressione e trazione e azione sul seno carotideo, scarse le cause circolatorie. 4
I segni esterni dello strozzamento sono costituiti da:
- lesioni ecchimotiche localizzate alle superfici antero-laterali del collo, le quali spesso sono di tipo figurato e riproducono la forma delle dita o dei polpastrelli
- lesioni escoriate lineari o a forma di semiluna prodotte dalle unghie dell'aggressore, sempre localizzate nelle regioni antero-laterali del collo (ricerca in sede
subungueale frustoli di materiale derma-epidermico dai quali poter ricavare elementi di elevato potere probatorio - dalla determinazione del gruppo sanguigno fino allo studio del DNA-profiling).
lesioni da colluttazione, causate dai tentativi della vittima di divincolarsi dall'afferramento mortale, e talora brandelli di cute dell'aggressore potrebbero rinvenirsi nelle regioni subungueali della vittima.
I segni interni: infiltrazioni emorragiche di solito scarse, dei fasci muscolari, del fascio vascolo-nervoso del collo e dell'intima delle carotidi, lesioni delle strutture cartilaginee laringo-tracheali e dell'osso ioide rottura delle cartilagini tiroidea e cricoidea della laringe.
Lo strozzamento è evenienza tipicamente omicidiaria che per essere attuata richiede, come per il soffocamento, una notevole sproporzione di forza tra vittima e aggressore che consenta a quest'ultimo di mantenere la stretta al collo per un periodo sufficientemente prolungato.
onde potersi realizzare il meccanismo asfittico.
ANNEGAMENTO
Forma di asfissia meccanica caratterizzata dall'ingresso di un mezzo liquido esterno all'organismo nell'albero respiratorio, con sostituzione del contenuto aereo dei polmoni ed impedimento dei normali scambi gassosi. Si realizza in pratica una occlusione interna delle vie respiratorie.
Si distingue:
- tipico: il mezzo liquido penetra nell'apparato respiratorio attraverso gli orifizi respiratori e la superficie corporea si trova ad essere in gran parte o totalmente immersa nell'ambiente liquido.
- atipico: brusca chiusura della glottide per fenomeno riflesso indotto dalla presenza nella laringe di acqua anche in quantità minima: ciò accade quando solo gli orifizi respiratori, per la posizione supina assunta dal corpo, sono immersi nel liquido e vi permangono per un tempo sufficientemente lungo a causa della impossibilità del soggetto di sottrarsi a tale posizione.
La qualità del mezzo liquido
che penetra. Se esso è ipotonico come l'acqua dolce, passa velocemente nel sangue e lo diluisce causando ipervolemia e anemia da emodiluizione; contemporaneamente si ha emolisi con liberazione del potassio eritrocitario; la iperpotassiemia, unitamente allo squilibrio plasmatico ed all'anossia, induce una fibrillazione ventricolare ad esito rapidamente letale: in tal caso l'annegamento si completa in 3-5 minuti; se ipertonico, come l'acqua salata, richiama negli alveoli plasma dai capillari determinando una duplice conseguenza: da una parte un edema polmonare acuto, anche di notevole entità; dall'altra una emoconcentrazione con ipovolemia ed ipopotassiemia, e progressivo deficit della pompa cardiaca; il meccanismo asfittico si realizza pertanto con un andamento più lento e la morte interviene dopo 6-8 minuti. Morte in acqua Non riconosce un meccanismo asfittico. Improvvisa immersione del corpo in acqua fredda con stimolazione della mucosa nasale efaringo-Iaringea >una5inibizione cardiaca riflessa > nell'arresto cardiaco e respiratorio immediato oppure percadute dall'alto con brusco e violento impatto dell'addome >stimolazione plesso solare; sevi è una intensa congestione viscerale>passaggio in circolo di proteine alimentari nondigerite che si comporterebbero come allergeni in grado di indurre una reazione anafilattica; l'estesa stimolazione nervosa a livello cutaneo provocherebbe una massiva liberazione di istamina o di sostanze istaminosimili, il cui passaggio in circolo contribuirebbea scatenare uno shock di tipo anafilattico (crioanafilassi).Segni esterni: Cute anserina: è prodotta dalla contrazione post-mortale dei muscoli piloerettori acausa di stimolazioni termiche o meccaniche derivanti dall'ambiente liquido, cuiquesti rimangono sensibili per varie ore dopo la morte. Il fungo schiumoso o mucoso:espressione di attività respiratoria al momentodellapenetrazione del liquido annegante; incostante; può comparire in tutte le morti asfittiche ed in ogni tipo di morte in cui si produca abbondante quantità di materiale mucoso nell'albero respiratorio (elettrocuzioni, decessi in corso di crisi convulsive, intossicazioni, avvelenamenti.
Segni interni:
- Presenza di schiuma nel lume tracheo-bronchiale.
- Enfisema acuto polmonare. I margini polmonari aggettano sull'aia cardiaca fino a ricoprirla; il parenchima polmonare è gonfio e pressato contro le pareti costali, di consistenza cotonosa al tatto, con caratteristico crepitio; il contenuto aereo è notevolmente aumentato.
- Macchie di Paltauf. Oltre alle macchie di Tardieu, che costituiscono un segno generico di morte asfittica, possono essere rilevate, preferibilmente negli spazi interlobari e sulla faccia anteriore dei lobi basali, di maggiori dimensioni, meglio circoscritte e di colore meno intenso. La loro formazione è posta in relazione.
Allalacerazione dei setti interalveolari periferici ad opera del liquido annegante chedeterminerebbe commistione di acqua, muco e sangue.
Presenza di liquido annegante nell'intestino. A tale reperto si annette particolarevalore nella diagnosi differenziale fra annegamento e sommersione di cadaverepoiché non si ritiene possibile nel cadavere sommerso la penetrazione di liquidi al di là della valvola pilorica.
Congestione della mucosa laringo-tracheale,
Presenza di corpi estranei nel lume tracheo-bronchiale
INDAGINI DI LABORATORIO
L'emodiluizione: è dovuta al passaggio nel torrente circolatorio del liquidoannegante penetrato a livello polmonare; per questa ragione il sangue delventricolo sinistro, refluo dai polmoni, ha una diluizione maggiore rispetto aquello del ventricolo destro:la prova cartometrica che consiste nel far caderegocce di sangue prelevate separatamente dai due ventricoli su di un foglio di cartabibula ed osservando la grandezza
dei relativi aloni: in caso di emodiluizione del sangue del ventricolo sinistro il relativo alone avrà un diametro più grande rispetto al destro e si caratterizzerà per un colore rosso più chiaro. La diluizione del sangue e la sua diversa concentrazione salina, in funzione del tipo di liquido annegante, comportano anche una modificazione del delta crioscopico e della conducibilità elettrica. Il punto di congelamento del sangue infatti si abbassa al di sotto di 0°C se il contenuto di sali è alto ed inoltre aumenta la conducibilità elettrica. Il contrario accade se la diluizione del sangue avviene con acqua dolce e povera in sali. La cloruremia diminuisce nell'annegamento in acqua dolce e aumenta invece in quello in acqua salata. 6 La presenza di materiale solido sospeso nel liquido annegante nei polmoni e negli organi del grande circolo: di natura animale (zooplancton), vegetale (fitoplancton) e minerale (geoplancton).