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La cura in carcere: un conflitto tra esigenze
NON possono coesistere perché il carcere è inadatto a garantire la cura. Le esigenze medico-sanitarie infatti, entrano in conflitto con le esigenze di custodia, abitualmente ritenute primarie delle persone. È possibile che un carcerato venga custodito in modo tale che la sua salute psico-fisica ne sia favorita? L'affermazione del diritto alla salute in carcere passa attraverso uno snodo costituito dalla triade: cura-pena-diritti.
Parlare di diritti del recluso significa sostenere che la dignità è un bene che l'umanità conserva in qualunque condizione esistenziale e, come tale, non è sacrificabile da prevalenti esigenze di sicurezza. Quindi il carcerato nonostante debba scontare la sua pena, conserva lo stesso i suoi diritti.
Differenze tra carcerato e uomo libero:
- Il detenuto non può scegliere il luogo di cura, è l'Amministrazione penitenziaria e l'Autorità giudiziaria che sceglie per lui, mentre per il uomo libero è libero di scegliere il proprio luogo di cura.
gravità della malattia, che deve essere bilanciato tra la diagnosi medica e la possibilità, per il detenuto, di poter usufruire di prestazioni esterne ritenute più idonee rispetto a quelle offerte dalla struttura carceraria.
La pena non è scontata in carcere se la gravità delle condizioni di salute è tale da:
- annullare la pericolosità sociale del detenuto;
- presentare i caratteri dell'incompatibilità soggettiva;
- presentare un quadro clinico inconciliabile con i trattamenti possibili in carcere o nei centri clinici associati;
- essere in rapporto alle esigenze cautelari: se queste sono importanti tanto maggiore deve essere la gravità del quadro clinico perché siano concessi benefici.
Per legittimare il rinvio per grave infermità devono ricorrere due requisiti autonomi:
- gravità oggettiva della malattia, con serio pericolo per la vita del condannato o altre probabili conseguenze pericolose;
- ...
stabilire quali fra queste non consentono le cure necessarie al caso perdurando lo stato di detenzione. Teoricamente dovrebbero essere ben poche le situazioni nelle quali esiste l'impossibilità di attuare le cure necessarie al caso in ambiente carcerario, ma nel caso in cui accadesse il detenuto può essere trasferito fermo restando lo stato di detenzione (servizio di piantonamento).
Il giudice dovrà svolgere una serie di accertamenti "verificando non solo l'entità della patologia e le conseguenze che da essa possono derivare, ma anche se tale malattia sia curabile nella struttura sanitaria dell'istituto di reclusione o in altro luogo esterno di cura".
L'infermità grave deve essere valutata alla luce di considerazioni "relative alla qualità dell'assistenza fornita dall'istituto penitenziario di assegnazione, alle individuate scelte terapeutiche, ai rimedi indicati dai clinici e alle possibilità."
diagnostico e terapeutico. Il medico penitenziario ha il compito di valutare lo stato di salute dei detenuti e degli internati, di effettuare visite mediche periodiche e di prescrivere eventuali terapie farmacologiche necessarie. Inoltre, è responsabile di garantire l'accesso ai servizi sanitari specializzati, come ad esempio la psichiatria, nel caso in cui sia necessario. La sua presenza è fondamentale per garantire una corretta assistenza sanitaria all'interno delle strutture penitenziarie, in modo da evitare situazioni di pericolo per la vita e la salute dei detenuti. Inoltre, il medico penitenziario ha il compito di monitorare costantemente lo stato di salute dei detenuti e di intervenire tempestivamente in caso di emergenze o di peggioramento delle condizioni di salute. La sua presenza e la sua attività sono quindi di fondamentale importanza per garantire il rispetto dei diritti fondamentali dei detenuti, come il diritto alla salute e alla vita. In conclusione, il ruolo del medico penitenziario è quello di preservare e garantire la tutela della vita e della salute dei detenuti e degli internati, attraverso una corretta assistenza sanitaria e l'accesso ai servizi specializzati.della cura. Con quale fine? Col fine di prevenire ed impedire da parte loro atti di autolesionismo o di autoaggressione e situazioni di loro esposizione ad altrui aggressioni o violenze, ed anche di tutelare la loro integrità fisica e psichica. I medici penitenziari hanno il difficile ruolo di impersonare la salute in uno dei luoghi, per eccellenza, della "non salute", della sofferenza ovvero il carcere. Il medico penitenziario: - è il Referente del detenuto (senza esserne medico di fiducia e senza che il paziente lo abbia scelto) - è anche il Mediatore tra gli interessi dell'Amministrazione Penitenziaria e le esigenze dell'Autorità Giudiziaria Ha un ruolo più critico di un medico di fiducia qualunque. Art. 11 O.P. "Il medico provinciale riferisce sulle visite compiute e sui provvedimenti da adottare al Ministero della Sanità e a quello di Grazia e Giustizia, informando altresì i competenti uffici regionali e ilmaggiore responsabilità nel monitorare lo stato di salute dei detenuti e nel fornire cure mediche adeguate. Inoltre, il medico di sorveglianza deve segnalare eventuali situazioni di rischio o di violazione dei diritti umani all'autorità competente. Il suo ruolo è fondamentale per garantire il benessere fisico e psicologico dei detenuti, nonché per favorire il loro reinserimento sociale una volta terminata la pena.endo come base per la valutazione della sua situazione e delle misure da adottare. Inoltre, è fondamentale garantire un trattamento umano e dignitoso, rispettando i diritti fondamentali del detenuto.