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IPERPARATIROIDISMO
L'iperparatiroidismo è una condizione clinica correlata all'eccessiva sintesi e secrezione di paratormone
(PTH), ormone proteico che espleta un effetto ipercalcemizzante, aumentando la mobilitazione di calcio dalle
ossa, stimolandone l'assorbimento intestinale (mediato dalla vitamina D) e diminuendone l'escrezione
urinaria.
Per tale ragione gran parte delle forme di iperparatiroidismo si accompagnano all'aumentata concentrazione di
calcio nel sangue, condizione nota come ipercalcemia.
Il ruolo biologico del paratormone viene contrastato dalla calcitonina, che dopo essere stata sintetizzata e
secreta dalle tiroide favorisce la deposizione di calcio nelle ossa.
Si riconoscono tre forme di iperparatiroidismo:
1. iperparatiroidismo primario quando l'eccesso di paratormone viene secreto per una patologia insita
nelle paratiroidi (esempio l'adenoma), in assenza di richieste fisiologiche o stimoli patologici da parte
dell'organismo
2. Iperparatiroidismo secondario conseguente a situazioni cliniche di varia natura che portano al
ipocalcemia e quindi uno stimolo della secrezione del PTH
3. Iperparatiroidismo terziario rappresenta l'evoluzione della forma secondaria verso l'”autonomia”. Le
ghiandole cronicamente stimolate dall’ipocalcemia producono autonomamente PTH.
Esiste anche un iperparatiroidismo definito “pseudo iperparatiroidismo”, non legato alle parotidi ma
provocato da una secrezione ectopica di peptidi PTH-simili o di prostaglandine ad effetto ipercalcemizzante.
Questa forma è sostenuta da tumori di origine e sede assai disparata (mammella, rene, tessuto linfatico,
polmone).
IPERPARATIROIDISMO PRIMARIO Nell'85% dei casi la sua origine è legata ad un tumore benigno
(adenoma) delle paratiroidi. Altre volte (14% dei casi) la condizione è correlata all'aumento di volume di una
o più ghiandole; si parla, in queste circostanze, di iperplasia paratiroidea. Assai raramente (1% dei casi),
all'origine del problema vi è invece un tumore maligno, chiamato carcinoma paratiroideo. Qualunque sia la
sua origine, l'eccessiva secrezione di paratormone determina un rialzo di calcio nel sangue; a lungo andare le
ossa tendono a demineralizzarsi e a fratturarsi con facilità, mentre la quota di calcio alimentare assorbita a
livello enterico tende ad aumentare. Di conseguenza, si innalza anche l'escrezione urinaria di calcio
(nonostante in condizioni fisiologiche il paratormone esplichi l'effetto opposto) e di fosforo, esponendo il
soggetto ad un maggior rischio di calcoli renali.
È provocato da un'ipersecrezione incontrollata di PTH da parte di tessuto paratiroideo
Esistono degli iperparatiroidismi di tipo familiare
Quadri clinici
La clinica dell'iperparatiroidismo è estremamente variabile e polimorfa; quasi la metà dei pazienti è
asintomatica e la diagnosi è legata alla scoperta casuale di una ipercalcemia.
• Manifestazioni renali: Sono rappresentate da: Poliuria, Polidipsia, Poliuria e polipsia (sono
manifestazioni quasi costanti); Litiasi renale (colpisce il 30% dei pazienti: si manifesta con coliche
renali, spesso bilaterali e recidivanti ed ematuria), Nefrocalcinosi (è la deposizione di calcio nel
parenchima renale. L'esordio clinico è subdolo e la diagnosi, radiologica); Insufficienza renale (è
inizialmente modesta, ma tende a peggiorare fino a diventare irreversibile anche dopo la rimozione
chirurgica della malattia paratiroidea). Al grado di insufficienza renale è strettamente correlata la
comparsa di ipertensione arteriosa.
• Manifestazioni ossee: il quadro classico è l'osteitefibroso-cistica, caratterizzata da modificazioni
dell'osso che lo rendono più fragile e sensibile alle fratture;
• Manifestazioni gastroenteriche: predomina I anoressia accompagnata dalla nausea e dal vomito. A
questo si associano stipsi ostinata, dispepsia, dolori addominali diffusi. Di particolare importanza
l’aumentata incidenza dell'ulcera peptica e della pancreatite, 6
• Manifestazioni neuropsichiche: comprendono: debolezza muscolare, stato ansioso-depressivo,
perdita della memoria e della capacità di concentrazione, confusione mentale, ipocondria, psicosi gravi
(rare).
• Manifestazioni cardiovascolari: comprendono l'ipertensione arteriosa e alcune turbe della
conduzione e del ritmo cardiaci, legate all'aumentata eccitabilità della fibra miocardica da parte del
calcio,
L'iperparatiroidismo acuto o paratireotossicosi: è un grave, ma per fortuna raro, quadro clinico, che può
portare alla morte in breve tempo per arresto cardiaco, insufficienza renale acuta, edema polmonare e coma.
Si manifesta per un brusco aumento della secrezione ormonale.
Un importante concausa nella genesi della crisi paratiroidea acuta è ritenuta l'immobilizzazione protratta. La
terapia mira innanzitutto a ridurre i livelli di calcemia, mediante idratazione con soluzione fisiologica, diuresi
forzata (almeno 100 cc/ora) e quindi con la somministrazione di fosfati e calcitonina; una volta normalizzata
la calcemia, si procede all'intervento chirurgico, che risolve in maniera definitiva la malattia.
IPERPARATIROIDISMO SECONDARIO consiste in una ipersecrezione di paratormone in risposta alla
riduzione dei livelli di calcio nell'organismo; questa iperattività compensatoria paratiroidea (che si traduce in
iperplasia delle stesse ghiandole con ipersecrezione di paratormone) è dovuta evenienza patologiche varie, in
grado id provocare una ipocalcemia cronica allo scopo di riportare alla normalità i valori ridotti di calcio
circolante. Può quindi essere dovuta ad un apporto alimentare deficitario di calcio e/o vitamina D, così come
ad un importante difetto nell'assorbimento intestinale del minerale (sindrome da malassorbimento, come
avviene nei celiaci o negli individui affetti da malattie flogistiche croniche intestinali). La causa più frequente
di iperparatiroidismo secondario, almeno nei Paesi industrializzati, è comunque rappresentata
dall'insufficienza renale cronica (l'iperparatiroidismo secondario si presenta spesso tra i pazienti in dialisi).
L’aumento del calcio circolante predispone alla
precipitazione di sali dl calcio nelle parti molli, generalmente nei reni (nefrocalcinosi) nei polmoni (possono
compromettere seriamente la funzionalità respiratoria), nel cuore (con disturbi più o meno gravi a carico del
sistema di conduzione e nei grossi vasi)
Altre cause che portano all'IPT secondario sono il deficit di vitamina D (rachitismo/ sindromi da
malassorbimento, terapia con anticonvulsivanti) e difetti tubulari renali.
IPERPARATIROIDISMO TERZIARIO In alcuni pazienti, una ghiandola cronicamente stimolata, può
autonomizzarsi e secernere cosi PTH autonomamente, senza rispondere più allo stimolo negativo costituito
dall'aumento della calcemia
QUADRI CLINICI Il quadro clinico conclamato è caratterizzato da dolori ossei diffusi, calcificazioni e
prurito, sintomi che descrivono la cosiddetta osteodistrofia renale, tipica dell'iperparatiroidismo
secondario. Si possono associare osteomalacia e osteite fibrosa cistica, che attualmente è più comune nelle
forme secondarie che in quelle primarie.
DIAGNOSTICA GENERALE DEGLI IPERPARATIROIDISMI
La diagnosi spesso difficile, si fonda essenzialmente sull'analisi del quadro bio-umorale e sulle indagini
strumentali: L'esame clinico è generalmente negativo (essendo le paratiroidi raramente palpabili).
1. indagini di laboratorio PTH - Calcemia - Fosforemia - Magnesiemia – Cloremia - Fosfatasi alcalina –
Calciuria – Fosfaturia.
2. biopsia ossea Accanto a queste indagini, può essere utile la biopsia ossea della cresta iliaca che evidenzia
le alterazioni strutturali dell'osso, più evidenti nel caso di IPT secondario e terziario
3. Indagini strumentali Sono fondamentali nel confermare il sospetto diagnostico avanzato dai dati di
laboratorio e nel definire la sede della lesione iperfunzionante. Tra questi : (può
RX SCHELETRO
evidenziare una osteoporosi diffusa, la presenza di eventuali cisti ossee o aspetti radiologici tipici (zone di
riassorbimento osseo) a carico delle falangi distali delle mani, degli alveoli dentari o del cranio, con il
caratteristico aspetto a "sale e pepe". Queste lesioni sono spesso dolorose e possono condurre anche a
fratture patologiche) ; (può dimostrare calcificazioni del rene o delle vie escretrici o del
RX ADDOME
pancreas (reperti dell’IPT primitivo); In quei casi in cui gli studi
ECOGRAFIA; TAC; SCINTIGRAFIA .
radiologici e nucleari non riescono ad individuare la causa dell'iperparatiroidismo, può rendersi necessaria
l'esplorazione chirurgica del collo, 7
TRATTAMENTO DEGLI IPERPARATIROIDISMI PRIMARI
Il trattamento dell'IPT primario, soprattutto nel persone al di sotto dei 50 anni, è in genere di tipo chirurgico.
Attraverso una cervicotomia, bisogna cercare meticolosamente la o le ghiandole malate ed ottenere una
conferma istologica delle lesioni.
→ Nel caso di adenoma singolo o multiplo si procede alla paratiroidectomia della o delle ghiandole
malate;
→ se l'IPT è dovuto ad iperplasia delle ghiandole si procede alla paratiroidectomia subtotale
(asportazione di tre ghiandole e di 4/4 della quarta) o alla paratiroidectomia totale con reimpianto nei
muscoli dell'avambraccio di 20-25 frammenti delle ghiandole asportate,
→ La presenza di un tumore maligno richiede l'asportazione della ghiandola e delle strutture
circostanti e la dissezione linfonodate del collo.
A volte, oltre alla cervicotomia, è necessario praticare anche una sternotomia mediana allo scopo di ricercare
una lesione ectopica se la ricerca al collo è stata infruttuosa.
L'asportazione chirurgica fa generalmente regredire la sintomatologia generale e il bilancio calcio/fosforo si
normalizza in pochi giorni.
PROGNOSI La prognosi dell’IPT è legata soprattutto alla entità del danno renale, alla natura istologica del
tumore ed al fatto che, talora, gli adenomi sono multipli e con sede ectopica.
COMPLICANZE POST-INTERVENTO Le possibili complicanze a cui fare attenzione dopo l'intervento
sono l'ipocalcemia e le lesioni del nervo laringeo ricorrente.
TRATTAMENTO DEGLI IPERPARATIROIDISMI SECONDARI
Il trattamento dell'IPT secondario è fondamentalmente medico e si avvale di:
→ riduzione dell'apporto alimentare di fosfati; somministrazione di derivati attivi della vitamina D ,
apporto supplementare di calcio; somministrazione di calcitonina, correzione dello stato di acidosi,
Con un simile trattamento che va attuato per lungo tempo, si ottiene generalmente la regressione della
sintomatologia clinica, in particolare quella ossea.