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LA DIAGNOSTICA SENOLOGICA
La diagnosi delle mammarie si basa sul concetto della "tripletta diagnostica" (esame clinico, mammografia,
esame citologico) . Basta che uno solo di questi 3 parametri sia sospetto per giustificare l’utilizzo della
biopsia chirurgica.
1. esame clinico palpazione della mammella e delle stazioni linfatiche (ascellari e sopraclaveari) e
l’ispezione. Quest’ultima consente di rilevare:
• l’eventuale presenza di differenze di volume tra le due mammelle,
• l’asimmetria dei capezzoli e delle areole…
• la presenza di aree di arrossamento (che si riscontrano nei processi infiammatori),
• edema della cute (causato dal blocco dei linfatici cutanei e accumulo di linfa nello spessore della cute che assume un
caratteristico aspetto a "buccia d'arancia", provocato da processi neoplastici o infiammatori),
• erosioni del capezzolo e dell’areola (spesso per lungo tempo unica espressione del carcinoma di Paget),
• fenomeni di retrazione cutanea,
• .
deformazione della cute o del capezzolo ed eventuale fissazione della ghiandola alla fascia del muscolo grande pettorale
Con la palpazione vengono valutate le dimensioni del nodulo, la forma, i contorni e la superficie, la
consistenza, la mobilità e la dolorabilità
2. Le indagini strumentali si avvalgono della mammografia, dell'ecografia e, più recentemente,
della risonanza magnetica (RMN)
• Mammografia è l'indagine principale nella diagnostica senologica (radiografie dei tessuti
mammari, senza impiego di mezzi di contrasto).
• Ecografia esame complementare e non sostitutivo della mammografia
• RMN Può evidenziare lesioni fino a 2 mm e distinguere lesioni cistiche da noduli solidi. Molto
utile per la diagnosi e per la stadiazione loco-regionale delle lesioni neoplastiche.
• Agoaspirato con ago sottile (FNAC)consente l'esame citologico delle cellule aspirate.
• Biopsia chirurgica si rende necessaria quando l'esame citologico evidenzi atipie cellulari
sospette, o quando vi sia un sospetto clinico o mammografico anche se la citologia è negativa.
LE LESIONI MAMMARIE NON PALPABILI
Le lesioni mammografiche che non possono esse re rilevate tramite palpazione sono classificate in tre ampie
categorie:
1. Lesioni consistenti unicamente in microcalcificazioni
2. Opacità
3. Lesioni che presentano sia calcificazioni, sia opacità
La possibilità che si tratti di lesioni maligne è legata alle caratteristiche radiologiche.
Lesioni nodulari a margini irregolari e microcalcificazioni lineari ramificate hanno la più alta probabilità
di essere maligne (comunque anche le opacità ben definite, a bassa densità, possono essere maligne). Nel
caso di lesioni chiaramente benigne o con un basso indice di sospetto si raccomanda in genere di ripetere
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una mammografia a distanza di un breve intervallo di tempo (4-6 mesi), per valutare la stabilita della
lesione. ln alcuni casi è opportuno procedere all'agoaspirato con ago sottile (FNAC) eseguito sotto guida
ecografica o mammografica. Se la lesione è sospetta e la citologia non è risolutiva, è necessario fare la
biopsia chirurgica.
Prevenzione e screening La diagnosi precoce, ovverosia la scoperta di una neoplasia nella sua fase più
iniziale, è l'unica vera prevenzione che oggi possiamo attuare per poter ridurre la mortalità del carcinoma
mammario. In questa ottica risulta quindi indispensabile un'adeguala informazione ed educazione sanitaria
per far conoscere alle donne quali sono le possibilità reali di guarire dal cancro mammario e quali sono I
mezzi che hanno a disposizione per sconfiggerlo.
Gli screening mammografici hanno lo scopo di scoprire, in soggetti totalmente asintomatici, la presenza di
un tumore in una fase molto precoce, quando ancora non è palpabile ed è efficacemente curabile. La fascia
di età delle donne da esaminare è ancora in discussione, ma la maggior parte degli esperti ritiene che l'età di
inizio sia di 40 anni. IL CARCINOMA DELLA MAMMELLA
FREQUENZA E FATTORI PREDISPONENTI
Il carcinoma mammario è il tumore maligno più frequente nelle donne e costituisce la causa più comune di
morte nel sesso femminile fra i 40 e 50 anni. La sua incidenza varia nelle diverse popolazioni. Numerosi
fattori di rischio sono stati individuati, quali:
• la lunghezza della vita fertile (menarca precoce e/o menopausa tardiva),
• la nulliparità,
• l'assunzione di estrogeni,
• un precedente cancro mammario,
• l'obesità
• familiarità (fattore molto importante)
Nell'uomo il carcinoma della mammella è raro e rappresenta solo l' 1-1,5% di tutti i casi di ca. mammario.
Si ritiene che il dei carcinomi della mammella siano eredo-
GENETICA DEL CARCINOMA MAMMARIO
familiari, insorgano cioè in soggetti che ereditano dai genitori una predisposizione genetica alla malattia.
Recentemente sono stati riconosciuti due geni che, se mutati, sono responsabili della maggioranza dei casi di
tumore ereditario della mammella: il BRCA1 e il BRCA2.
ln presenza di mutazioni di questi geni, il rischio di sviluppare un carcinoma mammario nell'arco della vita è
molto elevalo, dell'ordine dell'85%. Anche il rischio di carcinoma ovarico è aumentato fino al 35-45%.
Una famiglia è ritenuta ad alto rischio quando si siano presentati almeno tre casi di carcinoma
mammario e/o ovarico in tre familiari con parentela di primo grado e distribuiti in più generazioni. ln questi
casi è possibile procedere al test genetico, cioè alla ricerca di una mutazione del BRCA1 o del BRCA2 nelle
cellule del sangue di un soggetto appartenente alla famiglia che abbia avuto la malattia. Nel caso venga
individuata una specifica mutazione, questa può poi essere ricercata anche nelle familiari sane, per vedere se
hanno o meno ereditato il gene alterato e sono quindi ad alte rischio di sviluppare la malattia.
Le donne cosi identificate come soggetti ad alto rischio possono entrare in programmi di sorveglianza che
prevedono l’esecuzione di una serie di controlli clinici e strumentali (mammografie, RMN, visita
ginecologica, ECO transvaginale, marcatori tumorali ovarici) che hanno lo scopo di permettere una diagnosi,
quanto più precoce possibile, nel caso di insorgenza di tumori nella mammella o nell'ovaio. Una possibile
alternativa per queste donne ad alto rischio é la chirurgia profilattica, cioè l'asportazione chirurgica
preventiva delle mammelle (con possibile ricostruzione protesica) ed eventualmente anche delle ovale.
STORIA NATURALE Il carcinoma della mammella ha la tendenza, crescendo di dimensioni, di
provocare retrazione della cute che, nei casi più avanzati, può essere infiltrata e presentare noduli ed
ulcerazioni. Le cellule tumorali possono passare nei vasi linfatici ed arrivare ai linfonodi ascellari dove
crescono dando origine a metastasi linfonodali. Le cellule tumorali possono inoltre diffondersi attraverso i
vasi sanguigni, e in questo caso possono raggiungere organi lontani, quali le ossa, il fegato o il polmone che
rappresentano le sedi più frequenti di metastasi a distanza.
ANATOMIA PATOLOGICA Vengono distinti due gruppi principali di carcinoma mammario, cioè:
1. i carcinomi che derivano dai dotti della ghiandola mammaria (detti “carcinomi duttali”) e
4 2. i carcinomi che derivano dai lobuli (detti “carcinomi lobulari”)
Ambedue possono essere di tipo infiltrante o non infiltrante a seconda dell’invasione o meno del
parenchima circostante. Il più comune è il carcinoma infiltrante che deriva dai dotti (carcinoma duttale
infiltrante). Esso costituisce circa l’80% di tutti i cancri mammari.
L'aggressività del tumore (e quindi la sua prognosi) può variare grandemente con i diversi tipi istologici.
Forme particolari di cancro della mammella sono:
A. Carcinoma di Pagel (o malattia di Paget del capezzolo) Si osserva di solito in donne che hanno
oltrepassato i 40 anni. Esso costituisce I '1% di tutti i carcinomi della mammella. Tutti i carcinomi della
mammella sono carcinomi primitivi dei dotti galattofori del capezzolo che hanno successivamente
invaso la pelle. Inizialmente compare sul capezzolo e sull’areola una lesione di tipo eczematoso
accompagnata da arrossamento , prurito e bruciore. Poiché la forma ha andamento lento, questo può
essere l’unico segno della malattia, persistente per mesi o anni. Se la lesione non viene trattata, col
tempo si sviluppa una massa al di sotto del capezzolo. Qualsiasi lesione di tipo eczematoso dcl
capezzolo in una donna dopo la menopausa, che persista per più di alcune settimane, deve essere
biopsiata per escludere possibilità di un carcinoma di Paget. Se trattata precocemente questa neoplasia
ha una prognosi buona.
B. Carcinoma infiammatorio (o mastite carcinomatosa) È la forma clinica più maligna del
carcinoma della mammella e rappresenta circa l' 1-3% di tutti i casi di carcinoma mammario.
Clinicamente è caratterizzato dalla presenza di una massa mammaria che cresce rapidamente di volume
c spesso è dolente. La mammella ingrossa rapidamente e in poche settimane diventa dura, calda,
arrossata con cute edematosa, a buccia d'arancia.
C. Carcinoma non invasivo I carcinomi non infiltranti della mammella sono caratterizzati da una
proliferazione di cellule epiteliali maligne che, restando confinate all'interno dei dotti o degli acini
ghiandolari, non danno metastasi al di fuori della mammella.
Benché siano forme con prognosi favorevole, richiedono un trattamento radicale (mastectomia).
STADIAZIONE, E PROGNOSI DEL CARCINOMA MAMMARIO
La stadiazione di un carcinoma mammario (attraverso il sistema TNM) è di fondamentale importanza nella
pianificazione del successivo trattamento, nella formulazione del giudizio prognostico e nella valutazione di
programmi terapeutici.
FATTORI PROGNOSTICI: sono 4 i fattori prognostici di primaria importanza al fine di impostare il piano
terapeutico in modo mirato: Metastatici oppure liberi da malattia; e il numero di
1. lo stato dei linfonodi ascellari linfonodi positivi
Il diametro della neoplasia costituisce un forte
2. le dimensioni del tumore indicatore prognostico, essendo questo strettamente
correlato alla frequenza di metastasi ascellari
Il grado di differenziazione delle cellule tumorali è
3. il GRADING (grado di differenziazione) indice della loro aggressività. Quanto più è alto il grado
4. del tumore (G1-G2-G3), tanto peggiore è la prognosi
la presenza di recettori per gli estrogeni ed il
5. lo stato dei recettori ormonali progesterone sulla superficie delle cellule tumorali è un