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Medicina di laboratorio – Ipovitaminosi Pag. 1
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Tiamina (Vitamina B1)

La tiamina è chimicamente costituita da un anello pirimidinico collegato ad un anello tiazolico; la sua forma biologicamente attiva è l'estere pirofosforico (TPP), che occupa un ruolo centrale nel metabolismo energetico cellulare. Esso infatti interviene come coenzima nella decarbossilazione ossidativa del piruvato, nella decarbossilazione ossidativa dell'α-chetoglutarato nel ciclo di Krebs e nella reazione transchetolasica nel ciclo dei pentosi fosfato. Nei tessuti animali la tiamina è presente sia in forma libera che esterificata come tiamina-monofosfato (TMP), tiamina-pirofosfato (TPP) e tiamina-trifosfato (TTP). Le forme più abbondanti sono la TPP (circa l'80%) e la TTP (5-10%). La trasformazione della tiamina in TPP è catalizzata dalla tiamina-pirofosfo-chinasi, enzima Mg-dipendente, ed avviene soprattutto nel tessuto nervoso. Sia la tiamina libera che la TMP circolano nel plasma legate.

All'albumina. L'assorbimento della tiamina avviene principalmente a livello del duodeno, e si riduce gradualmente lungo il resto del tenue. La tiamina viene assorbita in vivo tramite due meccanismi: uno attivo, saturabile, probabilmente legato alla presenza di un carrier, e uno passivo, non saturabile (Gubler, 1988). Dei due meccanismi, il primo prevale a concentrazioni fisiologiche (£ 2 µM), mentre il secondo ad alte concentrazioni (Hoyumpa et al., 1982). In caso di abuso di alcool, l'assorbimento intestinale della tiamina viene notevolmente ridotto.

Carenza e tossicità. La deficienza di tiamina è associata ad alterazioni nel metabolismo dei carboidrati. Poiché ci sono scarse possibilità di immagazzinamento della tiamina, i primi disturbi metabolici appaiono dopo pochi giorni di assunzione di una dieta carente in vitamina B1. Dalla deficienza cronica grave di vitamina B deriva una sindrome caratterizzata da alterazioni a carico

del sistema nervoso, del sistema cardiovascolare e dell'apparato gastroenterico, nota come "beri-beri". Tale sindrome è ancora diffusa in alcune regioni dell'Estremo Oriente nelle quali il riso brillato rappresenta l'alimento basilare della dieta. Deficienze acute, spesso legate ad alcoolismo o uso di droghe, provocano invece lesioni del sistema nervoso centrale con una sindrome nota come encefalopatia di Wernicke. In caso di apporti elevati, una volta saturata l'albumina, l'eccesso di tiamina libera in circolo viene rapidamente escreto nelle urine principalmente sotto forma di tiocromo. Non sono stati rilevati effetti tossici con livelli fino a 500 mg al giorno per un mese (Commission of the European Communities, 1993). Fonti alimentari e livelli di assunzione in Italia La tiamina è largamente diffusa in forma libera e fosforilata negli alimenti di origine animale e vegetale. Nella maggior parte dei prodotti animali il 95-98% della tiamina è presente in forma libera, mentre nei vegetali è principalmente sotto forma di tiamina fosfato.si trova in forma fosforilata soprattutto come difosfato, mentre in quelli vegetali la vitamina si trova in forma libera. È molto diffusa nei vegetali: tra questi, i più ricchi sono i cereali, dove si trova soprattutto nel germe e nella crusca. Particolarmente ricco è anche il lievito di birra. Una certa quantità di tiamina viene persa durante la cottura degli alimenti (legumi circa 40%, carni circa 30%, uova circa 25% e cereali circa 10%) e durante i processi di raffinazione. In Italia la deficienza tiaminica non viene identificata in forme clinicamente manifeste, ma è presente in forme marginali ed è generalmente associata con quadri e situazioni particolari quali la carenza proteico-energetica, l'alcolismo cronico, il malassorbimento o l'uso prolungato di farmaci. Tali situazioni sono frequenti nei soggetti anziani (Maiani et al., 1993). Per valutare lo stato di nutrizione in tiamina vengono misurati i livelli plasmatici di vitamina.sono generalmente stabiliti in base all'apporto energetico giornaliero. Secondo le linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l'apporto raccomandato di tiamina per gli adulti è di circa 1,1 mg al giorno. Tuttavia, questo valore può variare in base alle diverse condizioni fisiologiche e alle abitudini alimentari di ciascun individuo. È importante sottolineare che una carenza di tiamina può portare a gravi disturbi, come il beriberi, una malattia caratterizzata da sintomi neurologici e cardiaci. Pertanto, è fondamentale garantire un adeguato apporto di tiamina attraverso una dieta equilibrata e varia, che includa alimenti ricchi di questa vitamina, come cereali integrali, legumi, carne, pesce, uova e latticini. In conclusione, l'assunzione di tiamina dovrebbe essere adeguata alle esigenze individuali, tenendo conto di diversi fattori come l'età, il sesso, lo stato di salute e lo stile di vita. È sempre consigliabile consultare un professionista della salute o un dietologo per valutare le proprie necessità specifiche e garantire un corretto apporto di tiamina e di altri nutrienti essenziali.

Vengono definiti in funzione dell'introito energetico. In considerazione dei livelli di introito specifici riscontrati e della situazione relativa allo stato di nutrizione per la tiamina in Italia, non si ritiene di dovere modificare i livelli raccomandati riportati nella precedente edizione dei LARN, peraltro simili a quelli stabiliti dalla Commission of the European Communities (1993) e pari a 0,4 mg/1000 kcal, con un minimo di 0,8 mg nell'adulto nel caso di diete al di sotto delle 2000 kcal.

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
2 pagine
SSD Scienze mediche MED/46 Scienze tecniche di medicina di laboratorio

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Medicina di laboratorio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Currà Tiziana.