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CANCEROGENESI PROFESSIONALE
È importante valutare se la cancerogenesi professionale rappresenta un fenomeno rilevante sia dal punto di vista quantitativo che da un punto di vista dei costi economici e sociali; è importante valutare anche quali sono le principali neoplasie professionali e quali sono i fattori che le inducono, come identificare le sostanze cancerogene e quali sono le misure da adottare come prevenzione nei posti di lavoro.
Il discorso parte dal chiedersi quali sono le cause delle neoplasie in generale: una piccolissima parte di neoplasie si ritiene possa avere una origine genetica o congenita, circa un 5% invece ha ancora una origine sconosciuta e si ritiene che almeno un 85-90% di neoplasie possa avere una origine ambientale. Tra queste cause molto importante è la dieta (nella dieta ci sono molti cancerogeni), il fumo (ci sono statistiche che dimostrano che circa il 40% delle neoplasie nel maschio sono dovute al tabacco e circa il 12-20% si ritrovano
invece nella donna. 20 anni fa si aveva nell'uomo una percentuale del 52% e nella donna del 8%. Si sa che il fumo di sigaretta contiene molti cancerogeni (idrocarburi policiclici aromatici). Ci sono anche neoplasie legate all'ambiente di lavoro, ci sono autori che stimano che nell'uomo il 5% delle neoplasie abbiano tale origine, mentre nella donna sarebbero il 2%. Ovviamente si tratta di valori medi; perché esistono delle attività lavorative dove il rischio e quindi la percentuale di tumore, è decisamente più elevata. In effetti sembra che il valore numerico del 7% sembra essere un valore basso rispetto alla realtà; specialmente se si pensa che in Italia muoiono per neoplasia circa 150000 persone: se si considera che il 4% di neoplasie dovrebbero avere una origine professionale, dovremmo avere circa 5000 neoplasie professionali; ma se andiamo a vedere le statistiche ufficiali ci rendiamo conto che in realtà sonoriconosciute come professionali poche decine o al massimo poche centinaia di casi. C'è quindi una discrepanza tra l'attesa di neoplasia professionale e cioè ciò che si riscontra nella realtà, e ciò dipende da diversi fattori, primo fra tutti il fatto che il medico non riceve una formazione tale per cui è spinto a ricercare le cause nelle neoplasie, specialmente indagando sulla attività lavorativa; la cosa comunque non è facile perché è difficile trovare un legame di causalità tra un evento che osserviamo in un dato momento e l'esposizione ad una sostanza che magari è avvenuta 20-30 anni prima: il lavoratore può non ricordare cos'è successo così tanto tempo fa, può aver cambiato lavoro, per cui certamente non è facile fare una adeguata anamnesi lavorativa. Bisogna anche considerare che sono molto limitate le conoscenze sulle interazioni tra.cancerogeni professionali e cancerogeni presenti nell'ambiente di lavoro: un esempio è dato dalla interazione fumo di sigaretta e asbesto nella insorgenza del cancro polmonare, infatti entrambi sono in grado di indurre neoplasie polmonari e se presenti contemporaneamente hanno un'azione sinergica per cui è difficile valutare tra i due quale sia quello predominante. Quindi, ricapitolando: lo studio e l'identificazione di neoplasie professionali è difficoltoso perché: - esiste un lasso di tempo considerevole tra l'inizio della esposizione e la comparsa dei segni clinici - è difficile pesare l'influenza di fattori non professionali - esistono dati scientifici solo per alcune centinaia di sostanze chimiche - è difficile precisare l'agente eziologico a causa di esposizioni frequentemente multiple. Fare diagnosi di malattia professionale non è solo importante ai fini prognostici ma è importante da un punto di vista legale.di vista assicurativo e perché bisognerà preoccuparsi di tutti i suoi colleghi che magari svolgevano lo stesso lavoro, per tutelare in modo efficace e adottare misure di prevenzione per ridurre l'esposizione dei lavoratori. Valutiamo quali sono le neoplasie professionali di più comune riscontro.NEOPLASIE PROFESSIONALI DEL POLMONE:
- Arsenico: estrazione, fusione del rame, produzione e uso di pesticidi
- Asbesto: estrazione asbesto e talco, produzione materiali isolanti, automezzi e vetture ferroviarie, cantieri navali, edilizia
- Berillio: produzione e lavorazione, manifattura prodotti contenenti Be
- Cadmio: produzione pigmenti e coloranti
- Cromo e Nichel: Produzione cromati e Ni, batterie Cd-Ni, pigmenti al Cd
- Carbonizzazione carbone, catrame
- Radon: estrazione uranio e minerali ferrosi
- Acidi forti inorganici
L'arsenico è un potente cancerogeno a livello polmonare e cutaneo, ma oggi esiste una legislazione che limita fortemente l'uso.
L'asbesto può essere introdotto nell'organismo durante la sua estrazione oppure nell'estrazione di altre fibre che però contengono come impurità l'asbesto. L'asbesto può indurre neoplasie polmonari e si ritiene che esista un rapporto dose-effetto, cioè maggiore è stata l'esposizione, più è probabile l'insorgenza delle neoplasie professionali. Ha un effetto sinergico con la sigaretta. L'asbesto è però anche l'agente eziologico del mesotelioma pleurico, neoplasia molto maligna, anche se abbastanza rara, che ha caratteristiche diverse rispetto al cancro del polmone. Infatti, il mesotelioma è comparso in individui che hanno avuto una esposizione molto modesta, cioè non esiste una relazione dose-effetto. Il problema dell'asbesto è non solo professionale, ma anche ambientale, in quanto l'asbesto è stato usato abbondantemente durante gli anni '60.
e oggi si trova ancora nelle industrie e non si sa se smantellare o meno tali depositi, in quanto lo smantellamento stesso può essere molto rischioso. Anche cadmio, cromo e nichel sono cancerogeni per il polmone; ci sono anche nella nostra regione fabbriche in cui c'è esposizione a cadmio o a cromo (ditte che fanno la cromatura dei metalli). Altro gruppo molto interessante è quello degli idrocarburi policiclici aromatici, composti che derivano dalla carbonizzazione del carbone e si trovano nel carbone, nella pece e nella fuliggine; le prime neoplasie professionali descritte furono quelle osservate da Sir Pott nel 1775 sullo scroto degli spazzacamini e dopo questa prima segnalazione sono passati circa 150 anni prima che si potesse identificare con precisione almeno un idrocarburo policiclico aromatico fosse cancerogeno. Tali idrocarburi sono molto frequenti, si ritrovano nel fumo di sigaretta, negli alimenti e in molte industrie (lavorazione e applicazione della).asfalto). Il radon è un gas radioattivo che si origina dal decadimento dell'uranio e sono state descritte neoplasie nei lavoratori che estraevano appunto Uranio e anche altri minerali. Ci sono poi dei gruppi lavorativi come quello dei verniciatori per i quali si sa che c'è una maggiore incidenza di neoplasie polmonari ma non si è riusciti ad identificare con sicurezza quali possono essere gli agenti responsabili. Le neoplasie polmonari rappresenterebbero circa il 60-70% di tutte le neoplasie professionali. Molto più rare sono le NEOPLASIE PROFESSIONALI DEI SENI PARANASALI. - Polveri di legno - Polveri di cuoio - Cromo e Nichel Si tratta di neoplasie rare nonostante l'agente professionale sia abbastanza frequente: sono poche ma molto gravi, spesso mortali e molto spesso riconoscono un agente professionale. In modo particolare ricordiamo l'esposizione a polveri di legno e l'esposizione a polveri di cuoio, cromo e nichel. Un capitolo aparte e quello che riguarda le NEOPLASIE DELLA CUTE.
Arsenico
Distillazione carbone, catrame, pece, fuliggine
Oli minerali : lubrificanti, carburanti
Radiazioni ionizzanti
Troviamo ancora líarsenico, gli idrocarburi aromatici policiclici.
Nelle neoplasie del sistema emopoietico eí importante il benzene che peroí non viene piuí usato percheí vietato dai primi anni 60 ; il benzene ha interesse quindi non in ambito professionale , dove líuso eí controllato ma in ambito ambientale, in quanto togliendo il Pb dalla benzina si eí aumentata la dose di benzene. Sono importanti anche líossido di etilene, frequente in ambito sanitario (utilizzato per sterilizzare). Comincia ad essere importante anche líesposizione degli infermieri ai farmaci citostatici, di cui eí riconosciuto il potere cancerogeno.
Abbiamo poi il CVM, che induce líangiosarcoma del fegato, tumore raro ma grave.
Una volta scoperta la cancerogenicitaí di
Queste sostanze sono state emanate leggi per limitare al massimo l'uso, per cui ora come ora la situazione è sotto controllo e non dovrebbe portare all'apparizione di nuove neoplasie, ma bisogna considerare che oggi noi osserviamo gli effetti di esposizioni avvenute 20-30 anni fa, per cui nei prossimi anni ad esempio è previsto che ci sarà un aumento del mesotelioma da asbesto.
Oltre a queste sostanze strettamente professionali, ci sono anche inquinanti ambientali dei quali è riconosciuto però il potere cancerogeno:
- Fumo di tabacco - Polmone
- Radiazioni solari - Cute
- Radon - Polmone
- Infezioni croniche da HBV e HBC - Fegato
Ricordiamo il fumo di tabacco, ma non come fumo attivo bensì come fumo passivo (è accertato che l'esposizione al fumo passivo provoca neoplasie polmonari, negli USA si stima che circa 3000- 3 -