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NUOVA ETICHETTA
IMBALLAGGIO (regolamento CE n. 1272/2008, allegato II)
L’imballaggio delle sostanze e delle miscele pericolose deve:
- impedire la fuoriuscita del contenuto
- essere costituito da materiali che non si deteriorino a contatto con il
contenuto
- essere solido e robusto
- provvisto di chiusure sigillabili
INDICAZIONI DI PERICOLO (regolamento CE n. 1272/2008, allegato III)
6 - pericoli fisici,
- pericoli per la salute,
- pericoli per l’ambiente
CONSIGLIO DI PRUDENZA (regolamento CE n. 1272/2008, allegato IV)
(regolamento CE n. 1272/2008, allegato V)
AGENTI CANCEROGENI E MUTEGENI
- Cancerogeni: le sostanze e le miscele che, per inalazione, ingestione o
assorbimento cutaneo, possono provocare il cancro o aumentarne la
probabilità di insorgenza.
- Mutageni: le sostanze e le miscele che, per inalazione, ingestione o
assorbimento cutaneo, possono produrre difetti genetici ereditari o
aumentarne la probabilità di insorgenza.
LA SCHEDA DATI DI SICUREZZA (SDS)
È obbligatorio fornire i prodotti chimici accompagnati da una Scheda Dati di
Sicurezza (SDS).
7 - Molto più dettagliate delle etichette;
- Rivolte all’utilizzatore professionale (datore di lavoro);
- Per la protezione della salute e della sicurezza sul posto di lavoro e la
protezione dell’ambiente;
- Accompagnano obbligatoriamente l’immissione sul mercato di sostanze e
preparati pericolosi;
- Sono una vera e propria guida alla manipolazione sicura da parte di chi
utilizza professionalmente un prodotto pericoloso;
- Devono essere richieste al produttore o fornitore del prodotto;
- Vanno considerate nel luogo di lavoro rendendole facile e rapida la
consultazione.
SdS viene integrata da scenari di esposizione noti al produttore/importatore in
modo da fornire all’utilizzatore informazioni preventive sulle esposizioni
prevedibili in base agli usi noti delle sostanze/preparati.
Esposizioni potenziali a seguito di eventuali usi diversi/sperimentali vengono
valutate dall’utilizzatore.
INSORGENZA DEL RISCHIO CHIMICO
8
Un rischio chimico si concretizza nel momento in cui sul posto di lavoro si
realizzano le condizioni per cui risultano contemporaneamente presenti i due
fattori di rischio:
- Presenza di agenti chimici pericolosi (fattori di rischio chimico);
- Presenza di condizioni di esposizione (fattori di rischio esplosivo).
RISCHIO CHIMICO
PERICOLOSITA’ IN FUNZIONE DI
❑Livello, durata e modalità dell’esposizione
❑ Dose assorbita
❑ Caratteristiche del soggetto
RISCHIO DA ESPOSIZIONE
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ESPOSIZIONE
Condizione di lavoro per la quale sussiste la possibilità che agenti chimici
pericolosi, tal quali o sottoforma di emissioni (polveri, fumi, nebbie, gas e
vapori) possano essere assorbiti dall’organismo attraverso:
L’agente era nel cavo L’agente entra in contatto L’agente è presente
orale, come contaminate con pelle o mucose: nell’aria e trascinato
degli alimenti o di oggetti svolge una azione locale o all’interno dell’organismo
portati alla bocca viene assorbito dagli strati con l’atto respiratorio
grassi dell’epidermide
INQUINANTI AERODISPERSI
AEROSOL -> solidi o liquidi dispersi in atmosfera
AERIFORMI -> sostanze gassose disperse in atmosfera
POLVERI
Particelle solide di varie dimensioni disperse nell’aria differenziate in base al
loro diametro massimo.
NEBBIE
Aerosol di particelle liquide con diametro massimo a 1 micron, disperse
nell’aria e generate da processi di evaporazione e condensazione, di
atomizzazione, di nebulizzazione, …
FIUMI
Aerosol di particelle solide proveniente dalla combustione incompleta di
sostanze carboniose o dalla condensazione di sostanze gassose con diametro
massimo inferiore a 1 micron
GAS
Sostanza aeriforme che a temperatura ambiente solo allo stato di gas
VAPORI
Forma gassosa di una sostanza normalmente presente allo stato liquido
RISCHIO CHIMICO- COME SI VALUTA?
PERICOLO connesso a:
❑Proprietà pericolose di sostanze e preparati (schede di sicurezza)
❑Modalità di utilizzo nel ciclo lavorativo ❑Utilizzo e/o esposizioni
contemporanee ❑Contemporanea esposizione ad agenti fisici
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FREQUENZA o PROBABILITÀ connesse a:
❑Numero di esposti
❑Tempi di esposizione
❑Modalità di esposizione
❑Procedure lavorative
❑Livello di addestramento (buone pratiche lavorative)
❑Disponibilità e capacità di utilizzo di dispositivi di protezione individuale e
collettiva
❑Procedure di controllo
❑Informazione e formazione
VALUTAZIONE DEL RISCHIO CHIMICO
Fasi procedurali:
A. Individuazione della presenza dei fattori di rischio chimico (pericoli)
B. Individuazione della presenza di potenziali situazioni di esposizione ai
fattori di rischio chimico (esposizione)
C. Rilevazione e misurazione dei livelli di esposizione ai fattori di rischio
chimico
D. Stima e valutazione dell’esposizione ad agenti chimici pericolosi
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Controllo dell’ambiente
Monitoraggio ambientale e biologico
Campionamento “rappresentativo”
Analisi materiale particellare: sistema gas- solido- vapori adsorbiti
Confronto “ragionato” con i valori limite.
INTERVENTI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
PREVENZIONE:
Prevenzione primaria -> eliminazione del rischio
Prevenzione secondaria ->controllo del rischio
PROTEZIONE:
protezione collettiva -> areazione, formazione, organizzazione
protezione personale -> dispositivi di protezione individuale (DPI)
IL DATORE DI LAVORO DEVE:
- Valutare i rischi connessi all’uso dei prodotti pericolosi,
- Sceglie opportunamente le sostanze ed i preparati chimici da impiegare;
- Sostituire ciò che è pericoloso con ciò che non lo è o che è meno
pericoloso;
per esempio l’utilizzo di un agente cancerogeno sul luogo di lavoro è
subordinato alla dimostrazione che non è tecnicamente possibile ricorre
a sostanze alternative o a processi tecnologici meno pericolosi.
- Informare i lavori sui pericoli connessi all’uso delle sostanze e dei
preparati pericolosi e addestrati in occasione dell’introduzione di nuovi
prodotti sul modo di prevenire incidenti, disturbi e malattie;
- Informare i lavoratori dell’esistenza della scheda e del luogo in cui è
conservata.
11
SISTEMA DI GESTIONE DEI PRODOTTI CHIMICI PERIODICI
Identificare le sostanze a rischio presenti o potenzialmente presenti in
ogni fase dell’attività;
Limitare l’utilizzo degli agenti chimici sul luogo di lavoro;
Valutare la possibile sostituzione con altri prodotti a minor grado di
rischio;
Limitare al minimo il numero dei lavoratori che sono o possono essere
esposti e separare le lavorazioni a rischio;
Verificare le incompatibilità o la possibilità di reazioni pericolose o
prodotti di decomposizione.
Individuare le modalità di conservazione e impiego necessarie a limitare
al più basso livello possibile l’esposizione, rispettare i livelli di esposizione
regolamentari e tenere conto dei valori raccomandati;
Controllare l’esposizione dei lavoratori mediante misurazione dell’agente
chimico ogni qualvolta che non è ragionevolmente possibile escluderne la
presenza;
Sottoporre a controllo sanitario i lavoratori e consultare M.C.;
Informare e formare i lavoratori sugli agenti chimici presenti.
RISCHIO CHIMICO NELLE PROFESSIONI SANITARIE
❑Farmaci antiblastici
❑ Anestetici
❑Ossido di etilene
❑Formaldeide e glutaraldeide
❑ Solventi
FARMACI ANTIBLASTICI
Sono un gruppo eterogeneo di sostanze che inibiscono la
proliferazione delle cellule tumorali con meccanismi diversi,
prevalentemente genotossici.
Sono molecole di sintesi (chemioterapici), prodotti naturali (antibiotici,
alcaloidi, enzimi) o loro derivati semisintetici che, interferendo con la sintesi
o la funzione di macromolecole biologicamente rilevanti, determinano
un’inibizione della replicazione cellulare e della crescita neoplastica.
Oltre che per i tessuti neoplastici sono anche lesivi per alcuni tessuti normali,
soprattutto i tessuti ad alto turnover cellulare, come il midollo osseo e le
mucose del tubo digerente.
- Agenti alchilanti
- Antimetaboliti
- Alcaloidi vegetali: alcaloidi della vinca, epipodofillotossine, taxani,
camptotecine
- Antibiotici antitumorali
- Complessi di coordinazione del platino · Miscellanei
CLASSI PROFESSIONALI MAGGIORMENTE ESPOSTE AL RISCHIO
Operatori incaricati del ricevimento e dello stoccaggio (nelle farmacie
►
e nei luoghi di deposito delle confezioni di farmaci antineoplastici non integre).
12 medico ed infermieristico (addetti alla preparazione ed alla
►Personale
somministrazione dei farmaci).
addetto alla pulizia dei locali e degli strumenti adibiti alla
►Personale
preparazione e somministrazione dei farmaci (cappe, filtri, piani di lavoro,
pavimenti, ecc...), dei servizi igienici e degli effetti letterecci dei
pazienti ai quali tali farmaci vengono somministrati (lenzuola, materassi,
indumenti, ecc....).
addetto allo smaltimento del materiale usato per la
►Personale
preparazione e somministrazione dei farmaci antiblastici (fiale, siringhe,
camici, guanti, filtri per cappe, deflussori, ecc ...).
RISCHI DURANTE LA PREPARAZIONE ED SOMMINISTRAZIONE DI FARMACI
ANTIBLASTI
Nella manipolazione dei farmaci chemioterapici ed antiblastici le operazioni
►
più rischiose sono:
apertura della fiala del farmaco;
manovra di riempimento della siringa;
espulsione dell'aria dalla siringa durante il dosaggio del farmaco;
rimozione dell'ago dai flaconcini dei farmaci;
trasferimento del farmaco nel flacone per fleboclisi.
Durante la somministrazione del farmaco le manovre più a rischio per
►
l'operatore sono:
l'espulsione dell'aria della siringa prima della somministrazione del
farmaco;
le perdite del farmaco a livello dei raccordi della siringa e/o del deflussore
e a livello della valvola del filtro dell'aria.
EFFETTI SUGLI OPERATORI SANITARI
- Acuti: irritazione della cute, occhi e mucose, arrossamento del volto,
alopecia, perdita di peli, tosse, cefalea, vertigini, stordimenti, dolori
addominali, nausea e vomito, dermatiti (fino a episodi di necrosi cutanea
correlati all’utilizzo dell’adriamicina), flebiti, allergie, shock.
- Cronici: effetti mutageni, teratogeni e cancerogeni.
Esposizione del personale sanitario rispetto a quella dei pz in trattamento è
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